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Intervista a Marcos Martín & Muntsa Vicente (saldaPress): "Più che sui dettagli bisogna concentrarsi sulle emozioni"
Grazie a saldaPress, siamo entrati nel laboratorio di Marcos Martín & Muntsa Vicente per parlare di Friday e del loro processo creativo in una intervista esclusiva.
Marcos Martín è uno degli artisti capaci di lasciare un’impronta indelebile nel fumetto contemporaneo grazie a uno stile unico, elegante e immediatamente riconoscibile. Nato a Barcellona, ha lavorato per anni con i principali editori americani, da Marvel a DC, collaborando con sceneggiatori del calibro di Brian K. Vaughan, Dan Slott e Mark Waid. Le sue tavole, essenziali ma molto attente alla composizione, con soluzioni visive originali e intelligenti., hanno dato forma a personaggi iconici come Spider-Man, Doctor Strange e Daredevil, ma è nel panorama del fumetto indipendente che Martín ha trovato la piena libertà espressiva.
Nel 2013 ha co-fondato Panel Syndicate, piattaforma digitale ad accesso libero che ha rivoluzionato il modo di pubblicare e fruire fumetti online. Da allora, ha firmato insieme a Vaughan opere acclamate come The Private Eye, Barrier e Friday, pubblicato in Italia da saldaPress.
Proprio in occasione dell'uscita del terzo volume di Friday e grazie all'editore emiliano, abbiamo potuto rivolgere alcune domanda a Martín e alla partner di vita e professionale, la colorista Muntsa Vicente entrando nel loro "laboratorio creativo".
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Domenico Bottalico
Friday ha un tono molto particolare, a metà tra il romanzo per ragazzi e l’horror psicologico. Come avete lavorato visivamente per trovare il giusto equilibrio tra questi due mondi?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
Prima di iniziare c'è stato un processo lungo, sia a livello pratico di documentazione visiva, sia a livello stilistico, nella ricerca di un approccio che riflettesse al meglio quel tono a cavallo tra il genere giovanile e quello horror a cui ti riferisci. In questo senso, un riferimento molto importante per me è stato Edward Gorey. Gran parte della sua opera si muoveva proprio su quel confine tra i due generi, e nello stesso periodo storico in cui si svolge la nostra storia, ovvero gli anni ’60 e ’70. Anche se il suo stile è molto diverso dal mio, è stato di grande aiuto per trovare quell’atmosfera cupa ma anche quotidiana, con una combinazione di disegno infantile e raffinati tratteggi nell’esecuzione.
Domenico Bottalico
La neve e l’inverno sono elementi molto presenti nell’atmosfera del fumetto. Come avete costruito la palette cromatica per far percepire in modo così reale quel freddo?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
In generale, per noi è importante concentrarci soprattutto sull’atmosfera e sulle sensazioni della scena, più che sui dettagli. In questo caso, scegliere colori freddi ma applicati in modo molto generale e pittorico, senza che ogni elemento della vignetta abbia un colore specifico, ci ha aiutato a costruire quello spazio freddo, oscuro, denso e un po’ magico che abbiamo cercato di mantenere lungo tutto il fumetto. Questi freddi variano tra blu, verdi fluorescenti o viola a seconda di ciò che sta accadendo, ma soprattutto in base a come si sente Friday durante tutto quel viaggio.
Domenico Bottalico
Marcos, il tuo stile è sempre molto chiaro ma pieno di invenzione narrativa. Che tipo di sfida ha rappresentato costruire la narrazione di Friday, specialmente nei momenti più surreali?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
Fin dall’inizio ho voluto dare a Friday un’impostazione narrativa molto sobria, che mi ha portato verso una struttura di pagina vicina alla classica griglia di 4 o 6 vignette, anche se senza essere troppo rigida. In contrasto, questo fa sì che i momenti più surreali o onirici — in cui mi concedo composizioni di pagina più sperimentali o audaci — risaltino di più e abbiano un impatto maggiore. Ma l’approccio generale è stato quello di mantenere un controllo stretto sul ritmo, evitando eccessi a livello compositivo.
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Domenico Bottalico
Muntsa, collabori spesso con Marcos: quanto è ormai naturale il vostro linguaggio visivo condiviso? Avete delle “regole” stabilite o ogni progetto è una nuova esplorazione?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
Direi che è una combinazione di entrambe le cose. Da un lato, il nostro processo di creazione di un fumetto è molto definito: sceneggiatura, bozzetti, matita, inchiostro e colore. So quindi bene quando inizia il mio lavoro e ho il vantaggio — e la fortuna — di essere l’ultima a intervenire, quindi posso vedere come sceneggiatura e disegno si sono combinati, il che mi dà una visione chiara e completa della storia. Alcuni progetti richiedono delle prove preliminari per capire cosa funziona o meno, come nel caso di Friday. Ad esempio, la limitazione della palette cromatica per dare un’aria più anni ’70 o il trattamento pittorico generale. Ma avendo lavorato insieme tante volte, molto spesso entro semplicemente in campo “senza riscaldamento”! E comincio a provare sul momento cosa funziona meglio.
Domenico Bottalico
La pubblicazione digitale tramite Panel Syndicate vi offre una libertà creativa poco comune. In che modo questo influenza la pianificazione e la concezione del fumetto, rispetto a un progetto pensato direttamente per la stampa?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
Pubblicare tramite Panel Syndicate significa non avere alcun tipo di imposizione editoriale. Per esempio, ci consente di dedicare tutto il tempo che riteniamo necessario per ottenere il miglior risultato, senza preoccuparci delle date di uscita. E nemmeno di eventuali limiti di pagine, il che ci permette di accorciare o allungare le scene in base a ciò che riteniamo opportuno. Fondamentalmente, pone il processo creativo al di sopra di tutto — anche se questo non significa che non ci siano altre conseguenze, ad esempio a livello economico, ecc. Ma in ogni caso, tutte queste decisioni sono in mano agli autori.
Domenico Bottalico
Friday sembra anche un racconto sull’amicizia e sul cambiamento. Vi siete sentiti emotivamente legati ai personaggi?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
Senza dubbio. La crescita e il processo di maturazione sono uno dei temi principali dell’opera, e il modo in cui questo processo influenza le relazioni, non solo con le persone vicine e le amicizie, ma anche nel rapporto con sé stessi e con il proprio posto in un mondo che non è più così stabile e immutabile come poteva sembrare da bambini. Credo che sia qualcosa di universale, con cui tutti possono entrare in sintonia e identificarsi.
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Domenico Bottalico
Marcos, le tue composizioni di pagina sono molto rigorose ma mai prevedibili. Hai delle influenze visive o cinematografiche che ti ispirano nella costruzione delle pagine?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
Non in modo specifico, anche se immagino che tutto il bagaglio visivo che ho accumulato nella mia vita — tra film, fumetti, pittura, teatro, ecc. — influenzi le decisioni narrative che prendo. In realtà, l’obiettivo è arrivare a un punto in cui tutte queste influenze confluiscono in un immaginario personale che ti permette di trovare soluzioni senza dover ricorrere a riferimenti o immagini precise di altri media o autori.
Domenico Bottalico
Muntsa, il tuo uso del colore ha una forza narrativa molto sottile ma potente. Hai una fase di studio iniziale o lavori più di intuizione?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
C’è sempre una prima fase di familiarizzazione con la storia, per capirne il tono, il ritmo e vedere cosa posso apportare con il colore in modo che sia in totale armonia con il racconto. Nel caso di Friday, ad esempio, c’era uno stile di disegno che, pur avendo la personalità di Marcos, esplorava una tecnica diversa, quindi oltre alla storia, ho considerato anche questo elemento di linea più intricata per capire come applicare il colore senza distrarre o togliere forza a quell’approccio più barocco del disegno. Ma devo ammettere che, una volta stabilito il tono e il tipo di applicazione del colore (più piatta o più modellata, ecc.), a livello di palette vado molto a intuito. Spesso non visualizzo la scena finché non inizio a colorare e non vedo quale combinazione funziona meglio. A volte sorprendo me stessa! Ad esempio, nell’ultima scena dello scontro tra Friday e la Dama Bianca, ho usato tonalità marroni-grigiastre che secondo me funzionano molto bene. Non avrei mai immaginato una scena con quella combinazione di colori, ma il processo di desaturazione graduale mi ha portata a quel risultato in modo organico.
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Domenico Bottalico
Com’è una vostra giornata tipo durante la creazione di un episodio? Avete una routine precisa o lavorate in modo più libero?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
Dipende un po’ dalla fase del processo. Per esempio, tutta la parte di bozzettazione del numero, una volta ricevuta la sceneggiatura di Ed, la faccio da solo, spesso fuori casa, al bar, dove riesco a concentrarmi meglio. Il disegno e l’inchiostrazione delle pagine, essendo un lavoro più meccanico, li faccio nello studio che condivido con Muntsa, e lì seguiamo insieme il processo, confrontandoci su eventuali dubbi sia sul disegno che sul colore.
Domenico Bottalico
C’è una scena o una pagina di Friday che considerate particolarmente significativa o che vi ha dato una soddisfazione speciale una volta completata?
Marcos Martín & Muntsa Vicente
È una domanda difficile… è un fumetto molto lungo! Forse, a ripensarci ora, direi la prima scena del primo capitolo, con l’introduzione del paese e dei personaggi principali. Era molto importante presentare tutte le informazioni in modo rapido e comprensibile, trasmettendo la personalità dei personaggi, e allo stesso tempo stabilire il tono e l’atmosfera della storia in modo coinvolgente, che permettesse al lettore di immergersi in quel mondo freddo e cupo, ma anche stranamente familiare e rassicurante.