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Pro
- i topoi del dark fantasy vengono rimaneggiati con qualche intuizione e influenza gradevolmente diversa dal solito
- atmosfera opprimente che pervade le vicende del protagonista
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Contro
- questo primo tankobon è meramente introduttivo
- dal punto di vista grafico Tohru Kuramori ha ampi margini di miglioramento
Il Verdetto di Cultura POP
Planet Manga porta in Italia Centuria, il dark fantasy firmato da Tohru Kuramori, che ha lavorato come assistente per Tatsuki Fujimoto (Chainsaw Man), che, con soli 3 tankobon all'attivo in Giappone, sta scalando le classifiche di gradimento del pubblico e di vendita. Un inizio brutale per un manga che riporta alla mente il cult Berserk e si ispira ai Miti di Cthulhu di H.P. Lovecraft e al dipinto The Slave Ship di J. M. W. Turner.
Di cosa parla Centuria
Il primo volume di Centuria ci trascina in un mondo oscuro e opprimente in cui il concetto stesso di umanità è messo a dura prova. La storia si apre con Julian, un ragazzo ridotto in schiavitù in una società che tratta gli esseri umani come merce da scambiare, vendere e sacrificare. Fuggito dal suo padrone, un fabbro sadico e feroce, il ragazzo si intrufola clandestinamente su una misteriosa nave con altri cento schiavi.
Quando lo spietato capitano della nave decide di lambire un tratto di mare ritenuto maledetto dai marinai, l’imbarcazione si trasforma in una trappola mortale. In balia di una violenta tempesta i cento schiavi vengono trudicidati attirando l'attenzione di una antica e misteriosa divinità marina che fa una proposta a Julian: sacrificare i suoi affetti in cambio della sopravvivenza.
Ma Julian non ha nessuno tranne Mira, una donna incinta con cui ha stretto amicizia durante il viaggio. Julian è pronto a sacrificarsi per lei e per il bambino che porta in grembo ma la donna ha altri piani sacrificandosi al suo posto e lasciandoli in affido la piccola Diana appena nata.
Interpretando le parole di Julian, la divinità degli abissi gli garantisce la forza delle cento anime che sono morte. Un potere incontrollabile che permette al ragazzo di fuggire e arrivare sulla terraferma dove viene accolto da Titi e dal gigantesco Angvall.
Julian è pronto a prendersi cura di Diana ma stringere un patto con una divinità oscura reca seco delle conseguenze.
Centuria, il dark fantasy e l'eredità di Berserk
Centuria arriva in Italia non solo sull'onda delle importanti "sponsorizzazioni" del già citato Tatsuki Fujimoto (Chainsaw Man) e di Yukinobu Tatsu (Dandadan) ma anche la pesantissima etichetta del "nuovo Berserk". Effettivamente l'opera di Tohru Kuramori attinge a piene mani dall'immaginario del dark fantasy ed è anche evidente l’influenza di Kentaro Miura e Berserk, sia nella costruzione del protagonista tormentato che nella presenza di un’entità cosmica maligna. Ma Kuramori, fortunatamente, non copia: rielabora.
Il cuore pulsante di Centuria è la disumanizzazione. Kuramori esplora il degrado morale e spirituale di una società che ha fatto del commercio di vite umane la sua normalità. Julian, protagonista silenzioso e carismatico, incarna la resistenza disperata di chi ha perso tutto, ma conserva ancora un briciolo di umanità — un briciolo che rischia di svanire sotto il peso del potere che ha ottenuto.
Un altro tema portante è quello del sacrificio collettivo, simbolo tragico ma anche motore del cambiamento. Il potere di Julian è letteralmente costruito sulla morte di altri cento schiavi, evocando antiche mitologie e riti di sangue. Il manga solleva così domande profonde: può nascere qualcosa di giusto da un’ingiustizia così profonda? L’individuo può portare la colpa e il peso di una comunità martirizzata?
Centuria ha un approccio fresco e interessante soprattutto se rapportato al panorama manga saturo di battle shōnen e isekai ad ambientazione fantasy e power fantasy. L'autore è infatti conscio di dover partire proprio dalla decostruzione degli stessi topoi del dark fantasy: l’eroe riluttante, il potere come dannazione, l'impossibilità di redenzione.
Un primo tankobon dal ritmo tutt'altro che veloce ma volutamente posato, con il lunghissimo primo atto ambientato in mare aperto che rappresenta la vera nota di novità con l’influenza di H.P. Lovecraft che emerge nel design delle creature e nel senso di vertigine cosmica che pervade le sequenze.
Centuria 1 è un inizio ambizioso e brutale, non perfetto e in cui è possibile distinguere ancora le fonti di ispirazione, ma che si distingue comunque per il suo approccio più cupo, adulto e malinconico.
Tohru Kuramori può ancora migliorare graficamente
Dal punto di vista grafico, il merito di Tohru Kuramori è senz'altro quello di cercare subito la riconoscibilità. Si prenda come esempio il design del protagonista Julian, minimale e pulito, in contrasto con il caos visivo che lo circonda. Questo lo rende una sorta di “vuoto centrale” attorno a cui ruota tutto, un simbolo di innocenza condannata a contaminarsi.
Le tavole sono dense, dettagliate, mai statiche. Kuramori dimostra una padronanza del chiaroscuro che dona profondità e tensione ad ogni scena ma narrativamente qualche passaggio è ancora troppo didascalico e legnoso - vedasi l'attacco delle creature marine dopo che Julian e Diana hanno abbandonato la nave. C'è un buon uso della verticalità, per sottolineare lo sbilanciamento psicologico dei personaggi, e delle splash page visivamente dinamiche e molto potenti.
Anche anatomicamente alcuni dettagli sono ancora acerbi. I volti per esempi, in cui spesso si ricorre al tratteggio per non disegnare i nasi, mentre le anatomie - volutamente dinoccolate e grottesche - non sempre si amalgamano nell'economica della composizione.
Centuria è sicuramente un manga dallo stile riconoscibile. Ma questo stile deve ancora maturare.