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Pro
- atmosfera impeccabile che fonde western e horror con profondità tematica
- disegni e colori straordinari, perfettamente integrati con il tono della storia
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Contro
- pur essendo una buona reinterpretazione del genere western horror, la trama non offre spunti particolarmente originali
- il finale, pur coerente, lascia volutamente molte domande aperte
Il Verdetto di Cultura POP
Edizioni Star Comics porta sugli scaffali di librerie e fumetterie Canary, la nuova serie di Scott Snyder e Dan Panosian, nata come serie digitale per Comixology Originals, che mescola elementi horror moderni, fatti storici e la tradizione western catapultando i lettori in un mondo oscuro e misterioso.
Di cosa parla Canary
Nel 1891, con la frontiera ormai prossima alla chiusura, il West sembra essersi lasciato alle spalle la sua epoca più brutale. Ma qualcosa di antico e disturbante riaffiora nelle profondità di una miniera abbandonata nello Utah, risvegliando un male primordiale.
Nonostante il paese si stia "civilizzando", su un tratto delle Montagne Rocciose, emerge un nuovo tipo di violenza. Uccisioni indiscriminate. Persone impazzite che uccidono vicini e compagni di classe senza ragione. Quando uno studente uccide il suo insegnante con un'accetta, l'agente federale Azrael William Holt, diventato celebre per una serie di dime novels che lo vedono protagonista, viene chiamato per indagare su questi omicidi. Ciò che lui e un giovane geologo scopriranno sarà molto più assurdo e terrificante di quanto potessero immaginare.
La frontiera e l'horror - fra dime novels e Robert E. Howard
Canary è molto più di una semplice storia western con tinte horror: è una riflessione potente e cupa sulla fine dell’epopea americana e sul prezzo dell’espansione. Scott Snyder intreccia temi classici del western - la solitudine, la legge, la violenza - con elementi profondamente horror, creando una metafora sul collasso morale della civiltà che pretende di essere "portatrice di progresso".
La miniera, cuore fisico e simbolico della narrazione, diventa il buco nero che risucchia ogni certezza, ogni illusione di giustizia o redenzione. Il protagonista Azrael Holt è un personaggio tormentato, che incarna il concetto di "giustiziere imperfetto": un uomo che ha commesso atrocità in nome della legge, e che ora si ritrova a fare i conti con ciò che ha sepolto nella terra e metaforicamente dentro di sé.
L'autore attinge a piene mani dal folklore legato ai dime novels fondendolo con il tono immanente dei racconti western e dell'epopea di Solomon Kane di Robert E. Howard (il creatore di Conan Il Barbaro) creando una narrazione stratificata ma dal ritmo mai troppo sostenuto e fatta di improvvise esplosioni di violenza o angoscia.
L'elemento horror non è mai gratuito, ma sempre legato a una dimensione etica e storica. In questo modo, Snyder riesce a far convivere tensione narrativa in cui la tensione cresce pagina dopo pagina, alimentata dal mistero che circonda la miniera e dalla figura enigmatica del protagonista. La struttura della storia alterna momenti di indagine, rivelazioni disturbanti e flashback che rivelano le ferite interiori dei personaggi, rendendo Canary non solo un western oscuro, ma anche un racconto horror angosciante.
Il west marcio e decadente di Dan Panosian
Dan Panosian illustrata un western marcio e decadente con stile realistico ma dal tratteggio ruvido e materico ricco di espressività e amplificando l'atmosfera opprimente e la desolazione di una frontiera ormai "disabitata".
A tal proposito il disegnatore abbandona qualsiasi estetizzazione eroica per abbracciare un realismo sporco, dove ogni volto porta i segni del sole, della violenza e della colpa. I paesaggi desertici, vuoti e silenziosi, sembrano scricchiolare sotto il peso di ciò che nascondono, mentre la miniera si trasforma in un vero e proprio incubo visivo, fatto di ombre soffocanti, geometrie distorte e una palette cromatica che vira su toni ocra, ruggine, grigi malati.
Il colore, usato con intelligenza e tensione narrativa, gioca un ruolo fondamentale: trasmette calore quando serve umanità, ma scivola nel pallore o nella saturazione inquietante quando la storia tocca i suoi momenti più oscuri. Le sequenze horror sono rese con grande maestria, senza mai scadere nell’eccesso splatter, ma puntando su un senso di inquietudine visiva che cresce a ogni tavola. Il risultato è un universo grafico coeso, evocativo e disturbante, che eleva la storia a una dimensione cinematografica, quasi da incubo western lovecraftiano.