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Recensione

The Legend of Zelda: Skyward Sword

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Avatar di Dr. Frank N Furter

a cura di Dr. Frank N Furter

Pubblicato il 18/11/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

9

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Legend of Zelda: Skyward Sword
The Legend of Zelda: Skyward Sword
  • Sviluppatore: Nintendo
  • Produttore: Nintendo
  • Distributore: Nintendo
  • Piattaforme: SWITCH , WII
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 18 novembre 2011 - 16 luglio 2021 (HD)

Cinque anni, cinque lunghissimi anni è durata l’attesa dei fan per l’arrivo del leggendario Eroe del Tempo sulla macchina Nintendo. Cinque anni in cui rumor e aspettative hanno fatto impazzire i videogiocatori in costante cerca di informazioni sul nuovo capitolo della saga. Cinque anni in cui se ne sono sentite di cotte e di crude, da un eventuale doppia versione per Wii U all’assenza del Wii Motion Plus. Con oggi termina la (straziante) attesa del popolo nintendaro, che finalmente potrà godere del primo vero gioco sviluppato attorno al Wii Remote.

Anno zeroLa linea temporale di The Legend of Zelda è come il mostro di Loch Ness, c’è chi dice che esista ma in molti non ci credono. Ci sono tuttavia alcuni macro eventi che permettono di ordinare alcuni capitoli tra di loro: nello specifico, Skyward Sword si colloca all’inizio di tutto, quando ancora le tre dee non hanno donato il potere della Triforza al genere umano e il mondo sopra le nuvole è l’unico luogo sicuro per gli esseri viventi. Abbiamo dunque un setting in cui le gesta dell’Eroe del Tempo non sono ancora narrate e una Skyloft dove il simbolo di Hyrule non ha la Triforza posta al centro dello stemma. Un vero e proprio prequel, dove scoprirete l’origine di tutto e dei fatti che hanno portato alla nascita della Triforza, di Zelda e della Master Sword. Piatto ricco dunque, soprattutto per i fan, che potranno aggiungere un ulteriore tassello all’enorme puzzle che la saga rappresenta. La narrazione non ha subito cambiamenti, costituita da poche (ma buone) cut scene a incorniciare i momenti chiave della storia, dove Zelda sfoggia non solo un nuovo e bellissimo look, ma anche un lato più umano e meno ingessato rispetto al passato, quando, da brava principessa, doveva mantenere una certa “etichetta”.

Motion Plus all’ennesima potenzaPresentato tre anni or sono, il Wii Motion Plus non ha spinto gli sviluppatori (tra questi la stessa Nintendo) a creare titoli che potessero sfruttarlo degnamente andando oltre quello che si era già visto in precedenza. Quest’arma potenzialmente devastante è stata finalmente utilizzata per supportare un gameplay altrimenti impossibile con un pad tradizionale. Il cavallo di battaglia dell’intera produzione risiede nello sfruttamento intensivo del controller in ogni ambito: puntatore, giroscopio, accelerometro, ogni componente fa il suo dovere, trasformando il telecomando Wii ora in una spada, ora in un insetto radio telecomandato, ora una fionda e così via. Potremmo fare mille esempi, raccontarvi tante situazioni diverse, ma rovinarvi la sorpresa sarebbe un peccato, sprecherebbe quel sano gusto di stupore che si prova di fronte a intuizioni e idee geniali. Sta di fatto che, come da tradizione Nintendo, il gameplay è il vero fulcro di tutto, ed è impressionante notare come a distanza di ben venticinque anni questa saga possa ancora offrire nuovi spunti e meccaniche assolutamente inedite. Grazie al Wii Remote gli sviluppatori hanno potuto liberare la propria fantasia e andare oltre quello che il classico controller non può fare o al massimo eseguire in maniere piuttosto scialba. Ciò non toglie che il sistema di controllo non sia esente da difetti: seppur sporadiche, le sincronizzazioni non saranno poche e, anche per la foga che inconsciamente si usa in battaglia, alcuni movimenti veloci non verranno calcolati. Vi ricordiamo inoltre che il gioco non supporta altre periferiche e può essere giocato solo se in possesso del Motion Plus.  Le novità non sono legate solo al controller o all’introduzione di nuovi strumenti come lo scarabeo o la giara magica. Dopo esservi abituati ai classici pezzi d’equipaggiamento, come lo scudo Hylian, potrete finalmente riparare gli scudi e migliorare la qualità dei vostri oggetti (un retino più grande o un arco più potente) sfruttando i materiali che troverete sparsi nei dungeon. Lo stesso discorso vale per le pozioni, anch’esse potranno essere modificate tramite l’utilizzo degli insetti catturati e un certo numero di rupie: in questo modo potrete ottenere bevande dai molteplici effetti in un’unica boccetta.Molti vorranno sapere se le fasi in volo si rifacciano ai lunghi viaggi in mare vissuti con The Wind Waker. In realtà, il mondo sopra le nuvole non offre una vasta esplorazione, poiché la maggior parte dei luoghi da visitare sono rappresentati da minuscole isole dove trovare un particolare scrigno sbloccato in precedenza rinvenendo i cubi della dea. Inoltre non ci sono particolari elementi grafici a caratterizzare l’esperienza di volo come epica o indimenticabile, anzi, esaurito l’effetto novità c’è ben poco di emozionante. Purtroppo il cielo non nasconde tutti i segreti che molti giocatori avrebbero desiderato. 

Sopra e sotto le nuvoleIl vero e proprio mondo di gioco è dunque situato sulla terraferma, suddiviso in tre macro aree che fungono da anticamera al dungeon vero e proprio. Difatti, prima di raggiungere uno dei classici templi della serie dovrete viaggiare e risolvere una sequenza di eventi piuttosto lunga, alla fine della quale potrete avventurarvi nelle profondità della terra. Il design delle ambientazioni è stato curato nei minimi dettagli per non creare nel giocatore quel fastidioso senso di deja-vu di cui è facile soffrire dopo tanti episodi, anche in virtù del fatto che la risoluzione degli enigmi non è affidata esclusivamente all’utilizzo dell’oggetto rinvenuto nella zona, bensì sprona il giocatore a usare anche gli altri strumenti a sua disposizione. Se dunque abbiamo un design curato a livello artistico e un’ottima varietà di enigmi e ostacoli da superare, questi non rappresentano una sfida degna di nota. C’è innanzitutto un numero spropositato di cuori per ripristinare l’energia vitale e, come se non bastasse, potrete riposarvi su degli sgabelli e recuperare in pochi istanti tutte le forze. Puzzle e oggetti sono vari e divertenti da usare ma altrettanto facili da superare, anche troppo. Non pretendiamo di rivivere le angoscianti situazioni del Water Temple di Ocarine of Time, ma neanche di perseguire la strada della facilità estrema a tutti i costi. Verso la fine dell’avventura principale, che non raggiungerete prima di aver speso almeno trenta ore di gioco, c’è un eccessivo riciclo delle tre aree, con situazioni piuttosto simili a quelle vissute in precedenza. Si poteva senza dubbio trovare una soluzione diversa, una quarta zona più piccola ma almeno inedita avrebbe reso un servizio migliore.Sopra le nuvole ci sono perlomeno personaggi con cui interagire e alcuni luoghi da visitare per le immancabili sub quest, che, al contrario di quanto accadeva in Twilight Princess, godono di una maggiore varietà oltre ad essere più numerose. Come sempre, portando a termine le missioni secondarie avrete più cuori e potenziamenti per il vostro equipaggiamento, oltre all’immensa soddisfazione di terminare per l’ennesima volta un capitolo di Zelda in tutto e per tutto.

Dieci anni e non sentirli (?)  Sin dalla sua nascita, Wii è stato un sistema considerato “vecchio” rispetto alle concorrenti Microsoft e Sony. Oggi, a distanza di cinque anni dal suo esordio, questo limite tecnico è ancora più evidente, mostrando dunque il fianco a critiche e a parziali delusioni. Nonostante Skyward Sword sia uno dei massimi esponenti grafici della console, va detto che il paragone (involontario) con altri titoli d’avventura si fa quasi ingiusto. Sottolineare questo aspetto non è una critica al gioco, bensì un avvertimento per tutti coloro che fanno del comparto tecnico massiccio e brutale un elemento imprescindibile per l’acquisto. D’altra parte abbiamo un mondo variopinto, forgiato da uno stile molto particolare che ricorda l’acquerello, a metà strada tra il cel shading e il moderno fotorealismo. Foreste, laghi, vulcani e deserti sono stati realizzati con cura e dovizia di particolari. Rimarrete incantati da alcuni scorci fiabeschi, solari, al contrario di Twilight Princess, dove la cromaticità era devota a toni più scuri. Nota negativa per la telecamera, tipica della serie sì, ma ormai superata e obsoleta. Più volte l’inquadratura migliore viene negata, obbligando il giocatore a passare alla prima persona, inoltre non è raro che si incastri in spazi angusti, oppure che non permetta la corretta esecuzione di determinate azioni a causa di un repentino cambio d’angolazione. Una soluzione ibrida avrebbe potuto risolvere tutti questi problemi in un colpo solo. Quantificare il numero di ore esatto per terminare l’avventura principale è impossibile oltreché sbagliato. Skyward Sword offre molto e sa vendersi bene al proprio pubblico. Le attività secondarie, l’esplorazione dei cieli, scrigni e segreti nascosti vi porteranno via decine e decine di ore senza far sentire alcun peso. Uno dei punti di forza della serie Nintendo è sicuramente la colonna sonora, anche in questo caso diversi brani spiccano tra gli altri per vigore e intensità, regalando un’esperienza uditiva degna dei precedenti capitoli. La lira del nostro eroe sarà la protagonista della seconda parte del gioco, con motivi originali estremamente piacevoli da ascoltare. A costo di essere tacciati di eresia, a nostro parere la mancanza di un doppiaggio inizia a farsi sentire; va benissimo che Link rimanga muto, ma la folta schiera di personaggi secondari sfoggia un campionario di versi sempre più strambi, a volte simpatici ma in molte occasioni fastidiosi e fuori luogo.

– Wii Motion Plus sfruttato a dovere

– Tecnicamente delizioso

– Tante, tante ore di gioco

– Gameplay semplicemente geniale

– Troppo facile

– Telecamera da sistemare

– Lord Ghiraim è il cattivo peggiore dell’intera saga

9.0

The Legend of Zelda: Skyward Sword è riuscito a svecchiare determinate caratteristiche di gameplay attraverso il sistema di controllo e, nonostante un hardware molto vecchio, vanta un comparto grafico piacevolissimo che spreme la macchina su cui gira, riuscendo in ultimo a stupire.

Non è tuttavia un gioco esente da difetti: telecamera da rivedere, livello di difficoltà molto permissivo e un mondo sopra le nuvole non proprio ricco di posti da visitare.

Tuttavia, Skyward Sword è un’avventura di primissimo livello come poche in questa generazione e merita l’attenzione di tutti i videogiocatori. Per coloro che non posseggono un Wii, potrebbe essere una buona scusa per recuperarne uno.

Un must have per tutti i fan di Zelda e gli amanti del buon gioco.

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