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Wo Long: Fallen Dynasty | La nuova prova mostra i progressi sperati?

La nuova build di Wo Long: Fallen Dynasty ha evidenziato tante migliorie ma anche gli stessi difetti che si porta dietro Nioh. Ecco il nostro ultimo resoconto prima della recensione.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Wo Long: Fallen Dynasty
Wo Long: Fallen Dynasty
  • Sviluppatore: Team Ninja
  • Produttore: Koei Tecmo
  • Distributore: Koei Tecmo
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Soulslike
  • Data di uscita: 03 marzo 2023

A un paio di mesi dal lancio di Wo Long: Fallen Dynasty, siamo tornati ancora una volta nel mondo creato da Koei Tecmo per saggiare i progressi del team di sviluppo.

Come già spiegato nel precedente articolo e anche in quello successivo, chi si approccerà a Wo Long: Fallen Dynasty dopo aver già spolpato Nioh troverà talmente tanti punti in comune da avere quasi il dubbio che si tratti di un seguito diretto o di uno spin-off. D'altra parte, e anche questo lo ribadiamo per l'ennesima volta, il modus operandi dell'azienda è piuttosto evidente e va avanti allo stesso modo da sempre.

Koei Tecmo individua una formula accattivante, la perfeziona col tempo e ricicla asset con la leggiadria di chi non ha alcun interesse per eventuali proteste o polemiche. Funziona, vende, e di conseguenza le casse sono floride. A qualcuno non va bene? Poco male, perché lo stesso discorso vale per Dead or Alive, i Dynasty Warriors, Nioh e tutto ciò che è diretta emanazione di questa software house storica.

Wo Long: Fallen Dynasty e l'arte di perfezionarsi

Per i più distratti che si sono colpevolmente persi tutte le informazioni raccolte finora, diamo un'infarinatura della storia di Wo Long: Fallen Dynasty (potete preordinarlo su Amazon in versione PS5, se interessati), che pescherà a piene mani dal periodo storico che gli sviluppatori conoscono ormai a memoria, visti i loro trascorsi.

Siamo nella Cina del 184 d.C., sul finire della leggendaria dinastia Han, giunta ormai sull’orlo del collasso. In un’era di grandi cambiamenti, caos e lotte di sangue, ed esattamente durante la rivolta dei Turbanti Gialli guidata dalla Via dei Taiping di Zhang Jiao, il protagonista tenterà disperatamente l’ultimo atto di repressione.

Come avviene con tutte le grandi produzioni a tema, in questo spaccato storico reale si va a inserire il tipico folklore orientale fatto di demoni e bestie infernali che fanno capolino sul campo di battaglia, proprio come se fosse ormai a tutti gli effetti il marchio di fabbrica del team di sviluppo. Ecco dunque che, nel livello principale da noi provato, ci trovavamo immersi in un vecchio villaggio cinese in cui dovevamo affrontare guerrieri, contadini in rivolta e belve che parevano fuoriuscite direttamente dall'inferno.

In questa versione di anteprima, che non dovrebbe differire poi tanto da quella finale, era possibile già saggiare in che modo verrà sfruttata la narrazione: non solo tramite i classici filmati e dei file di testo, ma anche con delle informazioni che il vostro compagno vi fornirà di tanto in tanto. Sono curiosità storiche e brevi frasi legate ai destini degli abitanti della zona, a lungo vessati dalle conseguenze degli anni di tumulto politico e sociale. Tutto ciò si riflette anche sui personaggi, che sono principalmente delle versioni fantasiose di quelle reali, a cui è stato affibbiato un ruolo differente, spesso da antagonista.

Al di là della storia, Wo Long: Fallen Dynasty è in ogni caso più incentrato sui combattimenti e sulla qualità della progressione, che speriamo possa finalmente fare a meno di alcune delle ingenuità viste nella serie di riferimento principale di Koei Tecmo. Avendo provato una porzione così breve è impossibile farsi un'idea netta, ma ciò che appare evidente è che al netto delle migliorie apportate su più livelli, anche i difetti originariamente appartenuti a Nioh ci sono tutti, trascinati di peso da una pigrizia che difficilmente potremo perdonare.

Ci riferiamo in particolar modo al drop sovrabbondante di armi e parti di armature da cambiare tutte le volte passando dai menù, agli oggetti non necessari, allo sfruttamento di certe debolezze nelle movenze dei nemici e a tutte quelle consuetudini a cui il giocatore più esperto è ormai pienamente abituato. La build in questione, pur restando guardinghi sul livello di difficoltà globale ancora tutto da scoprire, è apparsa molto più equilibrata rispetto al passato.

Curva della difficoltà più morbida?

Non vogliamo neanche lontanamente asserire sin da adesso che Wo Long: Fallen Dynasty sia un gioco semplice, e conoscendo Team Ninja siamo anzi piuttosto certi che non sarà così indulgente col giocatore abituato a prendere sottogamba i pericoli. Va tuttavia ammesso che la prova a noi sottoposta è apparsa molto più abbordabile, soprattutto in virtù del fatto che alcune armi appaiono decisamente più potenti di altre.

Wo Long: Fallen Dynasty è un titolo che si apre a molte più possibilità, a stili di combattimenti più variegati, ad assetti diversi gli uni dagli altri e anche agli incantesimi, pertanto tutto ciò non potrà che essere considerato un enorme pregio per le capacità interpretativa del giocatore, a cui viene lasciata davvero molta libertà. Il rovescio della medaglia è però rappresentato da certi equilibri che, con questa abbondanza, possono essere rotti più facilmente.

A noi è capitato di aver sperimentato una build tendente al tank, con arma pesante e magie di un certo impatto, che da sola era in grado di capovolgere esiti spesso considerati già scritti. Gli sviluppatori hanno spiegato che nella versione finale, nonostante sia consigliato il cambio rapido di armi a seconda delle battaglie, si potrà comunque portare a termine il gioco con una sola tipologia di esse. Si tratta di una dichiarazione che vuole mirare a rassicurare tutti sugli equilibri globali di gioco, ma è chiaro che solo fra una paio di mesi potremo assicurarcene sul serio.

Dobbiamo dire senza troppi giri di parole cheWo Long: Fallen Dynasty (lo potete preordinare su Amazon per PS5) sa tanto di già visto, e ve ne renderete conto in particolar modo durante certi livelli in particolare, con scenari composti da villaggi in fiamme, ampie aree rurali opportunamente rimaneggiate dal team di sviluppo e un design dei livelli che tutto sommato viene in larga misura mutuato dalla saga che ha riportato alla ribalta Team Ninja. Non vanno tuttavia sottovalutate le possibilità offerte dal salto e dalle nuove movenze, che rendono l'avanzamento più fluido e meno farraginoso, in generale meno legato a interazioni forzate e circumnavigazioni di zone con vicoli ciechi.

Per quanto concerne invece le penalità alla morte, giocheranno un ruolo chiave il morale e la tempra. I nemici più potenti sono segnalati con un livello più elevato del vostro, come ad avvertirvi in anticipo del fatto che l'ingaggio della lotta sarà a vostro rischio e pericolo. Perdere contro un potente avversario significa aumentare il gap col nemico, che può essere riportato alla normalità avendo la propria rivincita e conducendo il vostro guerriero alla gloria. Si tratta certamente di uno stimolo per chi ama le sfide, mentre per coloro che si riveleranno più reticenti, in alcuni casi esiste la possibilità di non farsi notare ed evitare di incontrare anzitempo la morte.

Wo Long: Fallen Dynasty è un gioco che funziona molto bene e che non vediamo l'ora di scoprire per intero, fosse anche solo per sperimentare tutte le possibilità offerte dal sistema di combattimento e dalle build. Combat system che tra l'altro prevede schivate rapide, parry utili e in grado di ricompensarvi a dovere, mosse imparabili, attacchi dello spirito da alternare alle combo di base, colpi in volo, magie e una vasta gamma di possibilità che ci hanno già convinti.

Detto ciò, Team Ninja ha assoluto bisogno di lanciarsi in nuove sfide, perché presentarsi con un Wo Long: Fallen Dynasty che appare come una diretta emanazione evoluta di Nioh, nel 2023 e dopo diversi capitoli e riproposizioni, non è esattamente qualcosa che si può accettare a cuor leggero. Se la qualità finale dell'opera riuscirà a mitigare tutte le solite problematiche, probabilmente il merito sarà anche di una struttura che funziona ancora alla grande, che è granitica e che è inequivocabilmente una base che garantisce un buon successo a colpo sicuro.

Versione provata: PC

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Tantissime possibilità di personalizzazione del proprio stile di combattimento

  • Movenze e timing migliorati, così come l'equilibrio globale di gioco

Contro

  • Importante riciclo degli asset di Nioh

  • Alcune build potrebbero facilitare non poco diverse battaglie

Commento

Nonostante l'evidenza del riciclo forsennato di asset di Nioh, e la briglia non completamente sciolta dal punto di vista tecnico messa in evidenza dal divario cross-generazionale, la nuova (e presumibilmente ultima) prova di Wo Long: Fallen Dynasty ci ha fatto scoprire un miglior bilanciamento di gioco e una gradevolezza per nulla scontata, soprattutto se reduci da diversi titoli dello stesso genere che si somigliano sin troppo. La nuova fatica del Team Ninja potrebbe essere una buona sorpresa di inizio anno, a patto che accettiate che di nuovo non ci sia poi così tanto rispetto alla saga da cui pesca a piene mani.
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