Alzi la mano chi non aveva in mente Uncharted quando ha prenotato o già acquistato la sua PlayStation 4. Festeggiando il ventesimo compleanno del suo principale prodotto di intrattenimento, siamo certi di quanto Sony sappia di avere in Naughty Dog un valido e fedele alleato, in grado di fornire alle proprie piattaforme di gioco dei titoli capaci di fare la differenza nella dura guerra tra console.Così come i tre capitoli principali della serie hanno contribuito a nobilitare la lineup del cosiddetto monolito nero, ora vi è un nuovo e più spigoloso monolite ancora troppo giovane e “indifeso” che necessita di qualche esclusiva di spessore per mostrare tutto il proprio potenziale, soddisfare quelle persone che hanno dato fiducia comprando la console nel suo primo anno di vita e magari attirare nuovi potenziali acquirenti.Con The Order e Bloodborne ai blocchi di partenza per inaugurarlo, il 2015 è senza dubbio l’anno in cui è proprio Nathan Drake ad avere la pressione maggiore. E forse è proprio per spazzar via questi dilemmi che, dopo aver lasciato tutti a bocca asciutta con un misero teaser trailer all’E3 2013 e un filmato in CG un anno più tardi, in occasione del PlayStation Experience (e del ventennale del brand PlayStation) è stato mostrato in apertura per la prima volta al mondo intero un quarto d’ora di gameplay di Uncharted 4, cancellando almeno in parte quell’alone di mistero che non ha fatto altro – complici anche le saltuarie dichiarazioni dei vari addetti ai lavori – che alimentare fantasie e dubbi su quanto di realmente next gen avrebbe portato nelle nostre case.
Vecchio, incorreggibile furfanteChiunque abbia giocato almeno uno dei precedenti quattro capitoli, contando nell’elenco anche L’Abisso d’Oro su PS Vita, sa bene che il buon Drake non è certo il tipo di persona che gira in pantofole per casa ma è sempre alla ricerca di guai in giro per il mondo, alle prese con una qualche milizia sulla via di una caccia al tesoro di inestimabile valore. Uncharted 4 non si discosta per nulla da questa immagine e resta fedele al format che ha accompagnato il successo della serie, ritrovando la nostra irreprensibile canaglia in una località tropicale, ovviamente con un equipaggiamento risicato e impegnato a farsi strada tra i soldati che già pattugliano il luogo. Un classico.Ciò che inizialmente – e come ogni volta – stupisce è ovviamente la grafica, grazie ad un colpo d’occhio da sogno su una natura incontaminata e con una florida vegetazione a dominare il paesaggio. Le coste alte che cadono a strapiombo su un mare mosso, piccoli stormi di uccelli che svolazzano nel cielo e le sporgenze rocciose sono solo alcuni degli elementi che rendono unico il panorama, e lasciano per un attimo in secondo piano colui che in realtà è pur sempre il protagonista. Prestando maggiore attenzione, si può notare la naturalezza con cui il vento smuove le fronde degli alberi anche più lontani o come le onde si infrangono sulle scogliere, e in generale un livello di dettaglio altissimo per tutti gli elementi su schermo, dai personaggi agli ambienti. Una livello quasi fotorealistico che riesce forse paradossalmente a preoccuparci dopo alcuni casi spinosi dell’ultimo anno, anche se Naughty Dog merita certamente tutta la fiducia del caso, così come l’hanno ottenuta altri prima di loro.Ciò per cui molti avranno probabilmente già storto il naso è vedere che, nel bene o nel male, le meccaniche di base sono rimaste sostanzialmente invariate, come le animazioni per la scalata, aggiungendo molto poco rispetto alla rivoluzione che ci si aspettava. Ci sono delle aggiunte, legate a un piccone improvvisato che Nathan trova su un cadavere durante la sua avanzata e che gli permette di muoversi su pareti particolarmente friabili, ma fondamentalmente l’esplorazione è rimasta quasi invariata. Certo, sono comunque elementi ben amalgamati e vengono assorbiti in perfetta armonia nelle varie meccaniche di gioco, ma non rappresentano nulla di quel “mai visto” rumoreggiato durante i mesi scorsi a denti più o meno stretti da alcuni addetti ai lavori.
Sneaking, cheating, killingPur attestandosi su livelli di regia quasi cinematografica, sia per i concitati momenti di scontro corpo a corpo sia per le immancabili parti scriptate, vedere Nathan compiere le stesse animazioni di sempre con poche aggiunte, come largamente prevedibile, purtroppo non contribuisce a creare hype smisurato.L’elemento emerso che più ci ha favorevolmente colpiti è forse invece quello meno evidente, poiché concerne le meccaniche stealth e, di rimando, l’IA nemica. La serie di Uncharted non è nuova a fasi furtive, a partire dal secondo capitolo, ma anche in una manciata di minuti si riesce ad avvertire una differenza abbastanza marcata rispetto al passato. Se prima farsi scoprire da qualcuno voleva dire ritrovarsi in una guerra all’ultimo sangue con tutti i nemici, alternando le sole due fasi di calma-azione della controparte, ora sembrano esserci nuove possibilità che potrebbero potenzialmente cambiare del tutto le fasi di combattimento, aggiungendo la fase di allerta e rendendo la fase furtiva ripristinabile anche dopo l’inizio di uno scontro a fuoco. Le stesse unità nemiche danno l’idea di rispondere in maniera più realistica alle situazioni, organizzandosi per perlustrare la zona a partire dall’ultimo avvistamento e allargare le ricerche dividendosi, oppure mettendosi in allerta se avvistano degli elementi sospetti. Pare insomma che molti dei miglioramenti al pathing dei nemici e ai loro comportamenti introdotti con The Last of Us siano stati traslati nel nuovo Uncharted, e che le reazioni coerenti dei nemici diano a Nathan la possibilità di creare strategie e utilizzare espedienti prima neppure ipotizzabili.Per il resto, questo breve assaggio riesce a ricreare quel feeling tipico delle avventure di Drake, con tutti gli elementi che le hanno caratterizzate. Resta comunque troppo poco per dare giudizi affrettati, sia nel bene che nel male, come testimonia il glitch che ha severamente punito – per non dire trollato – la caduta nel vuoto durante una sfortunata scalata di chi testava la demo sul palco.
– Grafica e fotorealismo sempre ammirevoli
– L’IA e le meccaniche stealth sembrano piuttosto migliorate
– Il gameplay resta comunque quello solido della serie
Questa finestra aperta sullo sviluppo di Uncharted 4 durante il PlayStation Experience, in conclusione, siamo certi riuscirà ad alzare il livello di hype – ma senza esagerare. Non fraintendete, come tutti avremmo voluto vedere di più, magari provare con mano un gioco che con molta probabilità arriverà tra un anno, fosse anche solo per scoprire se e quali altre novità ci sono nascoste tra le righe di un codice ancora ben lontano dall’essere ultimato. Tuttavia, chi pensava già a questo titolo mentre si recava in negozio per ritirare la PlayStation 4, può iniziare a sorridere e vedere l’ultima fatica dei Naughty Dog come una brezza all’orizzonte, dopo un’annata che potrebbe definirsi metaforicamente senza troppe difficoltà un periodo di bonaccia. È ancora presto per contare i giorni da un dayone ancora sconosciuto, ma aspettiamo certamente tutti nuovi dettagli su questa che potrebbe essere l’esclusiva numero uno nella lineup Sony nell’anno che si preannuncia come uno dei più devastanti, videoludicamente e finanziariamente parlando, dell’ultimo lustro.