Anteprima

The Saboteur

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a cura di Krauron

L’E3 è una ottima vetrina anche per titoli che di solito non riescono a catalizzare l’attenzione di pubblico e critica come altri. Tra l’enorme mole di giochi presentati vale la pena spendere due parole per il nuovo lavoro firmato Pandemic che, dopo aver tratteggiato il lato pacchiano del conflitto bellico con Mercenaries, tenta una strada tutta nuova, che si sviluppa tra la atrocità della Seconda Guerra Mondiale e il pericolo nazista. Vediamo allora che cosa ci riserva questo titolo, non fosse altro per l’originale stile grafico capace di proiettarci interamente in un mondo in bianco e nero che metaforicamente aspira a brillare di luce propria.

Tra luci ed ombreQuesta scelta cromatica priva di colori vuole rappresentare la condizione di oppressione del paese che ha fatto di Libertè, Egalitè e Fraternitè il proprio credo, mentre gli unici sprazzi di vivacità sono rappresentati o da location strategiche nell’economia del gameplay o (soprattutto) dai gruppi di resistenza francesi. Il lavoro svolto è sicuramente encomiabile, con una realizzazione grafica esente da sbavature e una magnificenza a tutto tondo che dona al gioco una ricca personalità sin dal primo approccio. Andando più in profondità, i ragazzi di Pandemic hanno voluto sottolineare la libertà di girovagare per gli ambienti, con una Parigi riprodotta magari non proprio in maniera certosina, ma ricca di numerosi spunti per la giocabilità. Nell’ultimo trailer il nostro pilota di macchine da corsa, Sean Devlin, allenta un po’ la tensione dell’invasione con un numero spropositato di sigarette, mentre spicca il blu elettrico della sua Morini Aurora parcheggiata poco distante. Il tutto mentre qualche tedesco gironzola guardingo nei pressi della nostra postazione, portando fiero la sua svastica dai contorni rossi fiammeggianti al braccio, decidiamo di dare gas al nostro mezzo. Il sistema di guida, seppur palesemente distante da qualsiasi velleità realistica, sembra trasmettere una buona sensazione di velocità e divertimento, mentre pochi pedoni e autoveicoli ci separano dall’obiettivo della nostra missione. Accostiamo vicino ad un marciapiede ed esibiamo le nostre doti ginniche, cominciando ad emulare in maniera abbastanza goffa un certo signor Altair, che con molta più grazia, ci ha insegnato a suo tempo che arrampicarsi sui palazzi non è poi così difficile…

The Saboteur’s CreedScalata una abitazione, ammiriamo estasiati la vista dall’alto di una città stupenda, eterna ed estremamente dignitosa nonostante il cancro tedesco che l’ha infettata. Ancora una sigaretta ci accompagna nella visione di questo splendido panorama, prima di afferrare repentinamente una corda e lasciarci scivolare per inerzia fino dentro una base nazista, dove precipitiamo non senza qualche umano fastidio segnato dal sangue apparso sui bordi dello schermo. Giusto il tempo di riprenderci e di accovacciarci nei pressi di un autoveicolo e silenziosamente ci avviciniamo alle spalle di una guardia li appostata per finirla e rubarle in pochi istanti l’uniforme. Bastano dunque solo una manciata di secondi per sottolineare la componente stealth della produzione, che continua all’interno della base stessa dove, per non dare nell’occhio, siamo costretti a procedere in maniera abbastanza formale fino a un grosso macchinario da sabotare con alcuni candelotti di dinamite.Accendiamo la miccia ed abbandoniamo la tipica baldanza da militare per correre il più lontano possibile in modo da non restare coinvolti nell’esplosione. Improvvisamente la nostra copertura salta, ci ritroviamo senza alcuna spiegazione logica nei nostri panni (??) e veniamo scoperti da tutti i nemici circostanti. Rispondiamo timidamente al fuoco nemico, tuttavia lo svantaggio numerico ci obbliga a “prendere in prestito” una macchina lì nei paraggi e fuggire a perdifiato, superando posti di blocco ed altre avversità varie. Se fossimo stati nel medioevo in Terra Santa magari avremmo cercato un po’ di fieno dove gettarci. Invece Sean, molto più furbescamente, si fionda in un locale a luci rosse per poi uscirne con un’aria decisamente soddisfatta. Lasciamo le supposizioni alla vostra immaginazione.

– Ha molto charme

– Stile grafico intrigante

– Ricorda Assassin’s Creed

The Saboteur affascina sicuramente per un filtro cromatico elegante ed originale, che avvince già dopo la prima occhiata. Sebbene la struttura di gioco non sia ancora definibile in maniera univoca, dal momento che il titolo pare essere un mix di elementi differenti, siamo certi che i ragazzi di Pandemic stiano lavorando alacremente per realizzare un gioco equilibrato e avvincente al tempo stesso. La prima impressione è positiva, merito anche de le marcate similitudini con quell’ Assassin’s Creed che ancora oggi riscuote consensi. Non ci resta che incrociare le dita ed attendere nuovi aggiornamenti in merito.

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