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The Legend of Zelda: Tri Force Heroes

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Avatar di LoreSka

a cura di LoreSka

Pubblicato il 08/10/2015 alle 00:00
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Correva l’anno 2005 quando in Europa uscì The Legend of Zelda: Four Swords Adventure. Uscito originariamente su Game Cube, il gioco era un titolo atipico, orientato al multiplayer, alla risoluzione di enigmi e che integrava il supporto alla console Game Boy Advance, che poteva essere utilizzata come controller attraverso un cavo speciale. In modalità single player il gioco consentiva di controllare fino a quattro Link colorati contemporaneamente, mentre in multiplayer i giocatori – seduti fianco a fianco – collaboravano per proseguire nell’avventura e risolvere i numerosi enigmi. La grafica, mutuata dal vecchio A Link to the Past, era datata e il multiplayer era penalizzato dall’obbligo di utilizzare un Game Boy Advance, ma il titolo venne comunque apprezzato dalla critica, senza però raggiungere i risultati stellari degli altri capitoli della saga.
Questi ed altri ricordi affiorano alla mente quando ci si approccia per la prima volta a The Legend of Zelda: Tri Force Heroes, nuovo titolo per la console Nintendo 3DS che abbiamo avuto il piacere di provare in anteprima, a poche settimane dal lancio previsto per il giorno 23 ottobre.
I tre Link
Come il suo predecessore, anche The Legend of Zelda: Tri Force Heroes è un gioco orientato all’esperienza multigiocatore, questa volta limitata a tre giocatori in collegamento wireless locale o via internet. Il gioco ci chiede di utilizzare Link per risolvere alcuni enigmi e giungere alla fine del livello: siamo dunque chiamati ad aprire porte, attivare interruttori e, perché no, combattere fino a raggiungere un portale a forma di Triforza che ci catapulta nella fase di gioco successiva. Dopo tre livelli, in maniera analoga a Four Swords, si giunge a un boss che fa uso delle medesime meccaniche puzzle affrontate nei livelli precedenti. Ogni enigma richiede la collaborazione dei tre Link in gioco, ed è qui che si individua la meccanica centrale del titolo: la coordinazione fra i giocatori è fondamentale e, in molti casi, è necessario fidarsi dei propri compagni per riuscire a proseguire. Poiché Link non può saltare, i luoghi più alti possono essere raggiunti solo facendosi afferrare da un compagno e poi lanciare verso una sporgenza. In altri casi, è necessario creare una torre di Link per consentire al giocatore posto più in alto di scoccare delle frecce per attivare un interruttore o sconfiggere nemici altrimenti irraggiungibili. Così, il giocatore più in basso svolge il ruolo dei “piedi” della torre e può spostarsi per trovare la posizione ideale, quello più in alto può attaccare con le armi a distanza e quello nel mezzo può – eventualmente – lanciare il giocatore soprastante. Ogni giocatore ha dunque un ruolo ben preciso in questi particolari frangenti, ed è qui che il gioco diventa particolarmente divertente: le incomprensioni e gli errori possono dare luogo a momenti davvero esilaranti, e la frustrazione di giocare in compagnia di una persona poco abile lascia il posto a scene in cui si ride e ci si prende in giro a vicenda.
Tutto questo, ovviamente, è possibile in un contesto di multiplayer locale, in cui tre giocatori armati di 3DS decidono di intraprendere l’avventura seduti uno a fianco all’altro. L’eventualità di trovare tre giocatori in possesso del gioco non è certo comune, ed è così che Nintendo ha scelto di consentire la giocabilità di buona parte dei contenuti anche in modalità download: in altre parole, è sufficiente una sola cartuccia e tre console per potersi godere il gioco, una scelta perfetta per consentire a questo titolo di essere giocato in compagnia o in famiglia.
Una volta online, le cose cambiano: il gioco rimane inalterato, ma Nintendo ha scelto (questa volta ci sentiamo di dire “saggiamente”) di non introdurre la chat vocale, sostituendola con una serie di emoticon che attivano dei disegni molto eloquenti sullo schermo. I giocatori, in questo modo, possono comunicare fra loro ma in maniera molto più limitata (e molto meno colorita) che in locale. I fraintendimenti possono generarsi con maggiore frequenza, e le incomprensioni possono amplificare enormemente la difficoltà del gioco. Non abbiamo ancora avuto modo di testare le funzionalità online, e siamo curiosi di scoprire come si comporteranno i giocatori una volta connessi.
Questa modalità, strettamente legata alla storia, si affianca a una curiosa modalità deathmatch che, tuttavia, non abbiamo potuto provare a causa dell’assenza di giocatori sul server, ma che dovrebbe consentire “sfide al singolar tenzone”, in cui i tre Link si prenderanno a spadate in un’arena.
Anche da soli
Sfortunatamente, il multiplayer – sia online che locale – funziona solo se vi sono tutti e tre i giocatori: non vi è modo di intraprendere l’avventura in due, ed è qui che arriva in soccorso la modalità per giocatore singolo. Anche in questo caso, il gioco si regge sull’utilizzo di più personaggi per superare gli enigmi, ma il giocatore utilizza un Link alla volta grazie ad un magico potere che trasforma i due Link non utilizzati in statue di pietra invulnerabili. Così, il giocatore è costretto a prendere in groppa i Link non utilizzati e a portarli in giro per il livello, o a spostali uno alla volta dopo averli selezionati dal touch screen.
Il sistema, sebbene offra una velocità di gioco per molti versi più lenta rispetto alla modalità multiplayer, funziona piuttosto bene, e può essere utilizzato dai giocatori per studiare gli enigmi prima di lanciarsi in una sessione online. In questo modo si possono avere le idee chiare per ciascun livello, consentendo al giocatore di tentare uno speedrun in multigiocatore con un team ben coordinato. 
Il single player, in ogni caso, è pressoché obbligatorio per sbloccare tutti i livelli da utilizzare online: nelle fasi di matchmaking, infatti, il giocatore è chiamato a votare il livello da giocare, ma nella lista dei livelli selezionabili appariranno soltanto quelli sbloccati nel corso dell’avventura per giocatore singolo. Si evince come Nintendo stia puntando molto sulla rigiocabilità del titolo: i 24 livelli inclusi, infatti, si possono completare in una manciata di ore di gioco, e il valore aggiunto risiede esclusivamente nell’esperienza multiplayer.
Vi è però una serie di funzionalità che spingerà il giocatore a rigiocare i livelli: al completamento di un mondo, infatti, vi è la possibilità di accedere a un forziere che assegna al giocatore un elemento da utilizzare in un sistema di crafting, il quale consente di sbloccare vestiti che assegnano a Link delle capacità uniche. Tali vestiti fungono dunque da power up che consentono di risolvere i livelli in maniera alternativa e – talvolta – molto creativa. L’esperienza di gioco si modifica, e il giocatore può migliorare i tempi di completamento di un puzzle. La meccanica dei vestiti sembra assumere un ruolo fondamentale persino nella mitologia del gioco: questa volta, infatti, il nostro eroe si trova in un mondo dove tutti sono ossessionati dalla moda, e il continuo cambio d’abito per risultare chic diventa una ragione d’essere per la popolazione di Hytopia. Infine, da segnalare la possibilità di scattare fotografie durante il gioco – anche online – per immortalare i momenti più esilaranti da condividere attraverso il Miiverse.

– Molto divertente in multiplayer locale

– Rigiocabilità potenzialmente elevata

– Puzzle ben calibrati e che richiedono vera coordinazione

L’idea di basare un nuovo capitolo della saga The Legend of Zelda su Four Swords, forse uno dei capitoli più apocrifi della serie, non ci aveva convinto a un primo sguardo. Come spesso accade nel mondo Nintendo, però, è bastato mettere le mani sul gioco completo per un paio d’ore per cambiare completamente idea: The Legend of Zelda: Tri Force Heroes ha un grande potenziale, e ammettiamo di esserci molto divertiti in questa prova in compagnia. Restano alcuni dubbi sull’effettiva longevità del gioco e sulle sue funzionalità online, ma siamo sempre più convinti che Tri Force Heroes abbia le potenzialità per diventare uno dei titoli portatili più divertenti dell’anno.

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