È bastato poco più d’un minuto affinché Capcom, pochi mesi orsono, riuscisse a cogliere alla sprovvista finanche gli estimatori più affezionati della ben nota serie di giochi a sfondo legal-fantasy tanto prolifica sulle piattaforme Nintendo nel corso dell’ultimo quindicennio. Divulgato lo scorso aprile a uso e consumo dei gamer del Sol Levante – e comunque, potere dell’internet, da subito intercettabile anche dal resto del globo – il breve filmato introduttivo di un nuovo titolo per 3DS dedicato all’universo di Ace Attorney stuzzicò la curiosità dei più fedeli non soltanto per l’assenza di Nick e soci a beneficio di due personaggi totalmente inediti. Infatti, a stupire furono soprattutto le indicazioni relative al presunto contesto delle vicende narrate, un set geo-temporale – il tardo Ottocento giapponese – ben distante da quella “quasi contemporaneità” che il pubblico ha imparato ad apprezzare nell’arco di cinque capitoli principali e un paio d’avventure accessorie. Dalla pubblicazione del primo trailer, com’è naturale che sia, le informazioni su The Great Ace Attorney sono state dispensate con il contagocce. In buona sostanza, Capcom ha ufficializzato il ritorno al timone di Shu Takami, ideatore della saga e grande assente in Dual Destinies, ora determinato a sviluppare un’opera che, pur ricca di rimandi diretti ai personaggi della storyline ammiraglia, possa fungere da miccia per una futura nuova serie di giochi, tutt’altro che blandi derivati di un parente più valoroso e conosciuto. È però in occasione del Tokyo Game Show di quest’anno che sono stati rivelati nuovi dettagli su ciò che l’esperienza potrà offrire al lancio sul mercato, attualmente pronosticato per un generico 2015 in terra nipponica. Noi non eravamo presenti in loco, ma raccogliere i frammenti d’informazione per voi è un po’ la nostra vocazione. Quindi, cappello in testa e pipa in bocca, andiamo a raggruppare i primi pezzi di questo puzzle ancora parziale. E nel caso ve lo steste chiedendo, no, il riferimento al detective di Baker Street non è affatto casuale.
Elementare, mia cara WatsonPartiamo dai dati resi noti al pubblico fin dal primo giorno di fiera. Le descrizioni riportate sul neonato sito del gioco e la presentazione di un secondo trailer hanno delineato in modo più nitido i profili dei due protagonisti. Ryuunosuke Naruhodou è un avo di Phoenix Wright e studente presso l’Università Imperiale del Giappone durante l’era Meiji (1868-1912), il quale decide di trasferirsi all’estero per approfondire il sistema giudiziaro occidentale e diventare avvocato, figura professionale ancora poco valorizzata in quegli anni nel suo paese. Ad accompagnarlo in questo viaggio, come ricorrente negli Ace Attorney, ci sarà una giovane assistente legale, Susato Mikotoba, ragazza dai tratti delicati, lettrice accanita di testi legislativi e amante della buona cucina. Se da un lato tutto questo conferma il Giappone come location di partenza, dall’altro veniamo a conoscenza di come questa non sia effettivamente l’unica, ma che anzi l’azione tenderà ad essere itinerante, prevedendo un secondo fondamentale scenario che, peraltro, è stato già confermato dalle immagini diffuse finora. L’Inghilterra Vittoriana si mostra in tutto il suo splendore fin dai primi secondi di video, e la sua rivelazione porta con sé due figure note del panorama letterario mondiale, che in quest’occasione affiancheranno Ryuunosuke e Susato nella risoluzione dei vari casi messi in scena. I personaggi di Sherlock Holmes e Watson, già confermati come co-protagonisti tramite divulgazione di alcuni screenshot, verranno rappresentati in The Great Ace Attorney in una chiave di lettura del tutto particolare. Il detective nato dalla penna di sir Conan Doyle, pur mantenendo intatte le proprie innate capacità investigative anche all’interno del gioco, appare come un giovane elegante e di bell’aspetto, ma è soprattutto la sua eterna spalla a subire i cambiamenti più radicali. Watson – che di nome fa Iris in questa versione – è infatti una ragazzina di otto anni in abiti simil-steampunk e con lunghe trecce rosa, scrittrice ufficiale dell’opera biografica relativa al suo mentore nonché già posseditrice di un dottorato in medicina nonostante la tenera età. In questo senso, siamo felici di constatare come lo humor tipico della saga sembri rimasto sostanzialmente inalterato, per cui la bizzarria e stravaganza di alcuni personaggi e l’improbabilità di certe situazioni saranno ancora una volta cifra distintiva dell’esperienza. Le new entry sembrano quindi sufficientemente interessanti da poter colmare la pesante assenza del precedente cast di beniamini del pubblico; ciò nonostante, l’apparizione a fine trailer di un personaggio molto simile nei lineamenti a Winston Payne – macchietta onnipresente nel mondo avvocatizio plasmato da Takami – pare suggerirci che le incursioni nell’avventura di vecchie conoscenze, sebbene sotto forma di trisavoli e antenati di varia natura, non sia un’ipotesi poi così remota.
Menti a confrontoInsieme al producer del progetto Shintaro Kojima, Takami ha poi mostrato una decina di minuti di gameplay durante un evento a porte chiuse riservato alla stampa. Il video è comunque già in rete, e mostra una meccanica introdotta dal team di sviluppo ad hoc per questo nuovo spin off della serie. Il “Joint Reasoning” è in sostanza una sessione di deduzione a turni tra Holmes e Ryuunosuke, dove l’azione combinata dei due porterà a stabilire passo passo l’identikit dei personaggi più misteriosi e sospetti. Durante la prima fase dell’esempio mostrato ai giornalisti vediamo l’investigatore britannico fare una serie di considerazioni sull’indiziato, un uomo grassoccio vestito con cappottone, occhiali da sole e colbacco. Holmes focalizza l’attenzione sulla folta barba dell’uomo, che pare celarne i reali lineamenti, e sul paio di forbici che tiene tra le mani. Il losco figuro nasconde inoltre un giornale in tasca che, guarda caso, riporta proprio la foto di un noto rivoluzionario russo, per la verità piuttosto somigliante all’indagato barbuto. La conclusione a cui giunge è che l’uomo sia in effetti il rivoluzionario raffigurato, e che le forbici gli servissero per tagliare la foto dal giornale e mantenere quindi la propria identità all’oscuro dei presenti. Inizia a questo punto la seconda fase di gameplay, con la palla che passa direttamente al giocatore/Ryuunosuke. In The Great Ace Attorney, infatti, il giovane investigatore londinese è sì acuto e brillante, ma tende spesso ad arrivare a conclusioni affrettate, che alterano fin troppo la realtà dei fatti. Toccherà quindi a noi raddrizzare il tiro, presentando una serie di contro-prove atte ad avvicinare quanto più possibile le osservazioni di Holmes alla verità.
In modo simile a quanto accadeva nei precedenti Ace Attorney in relazione all’analisi di alcuni oggetti presenti sulla scena del crimine, il giocatore disporrà a questo punto del modello 3D del sospettato, da ruotare sullo schermo tattile della console per portare alla luce dettagli altrimenti inaccessibili. Nel caso esaminato, Ryuunosuke, oltre a notare una dissomiglianza tra le barbe dei due soggetti, scova nella bruna chioma del sospettato una ciocca di capelli biondi, e dimostra quindi che le forbici non servivano solo a tagliuzzare la foto del giornale, ma anche ad accorciare la vera capigliatura per poi coprire il tutto con una parrucca. Nonostante la parzialità della sessione mostrata in fiera, è chiaro come il Joint Reasoning sia un espediente che, pur non brillando per particolare originalità, potrebbe risultare piuttosto interessante non solo ai fini di gameplay, ma soprattutto in termini di dialogo tra i protagonisti, laddove le parti scritte, si sa, sono il cuore della saga Capcom. Quanto mostrato pone infine l’accento sull’aspetto grafico della produzione; come in Dual Destinies, pare che personaggi e ambienti saranno in prevalenza modellati tridimensionalmente, mentre non è ancora chiaro se e in che misura a questi si alterneranno sequenze animate con tecnica tradizionale, da sempre cifra distintiva della serie nipponica.
– Ambientazioni e personaggi potenzialmente interessanti
– Il consueto, brillante umorismo che contraddistingue la serie regolare
– Una nuova meccanica come primo passo verso un possibile arricchimento di gameplay
Nonostante quanto emerso al Tokyo Game Show non sia affatto disprezzabile, siamo ancora lontani dal poter tracciare un quadro completo di come The Great Ace Attorney andrà a declinare l’universo narrativo partorito anni fa da Shu Takami. È certo però che la scelta di affiancare al nuovo protagonista una figura immortale del giallo deduttivo – qual è, di fatto, l’investigatore di Baker Street – potrebbe rivelarsi vincente sia per rinvigorire la classica formula di gioco, sempre godibile ma tacciata da alcuni di scarsa volontà di rinnovamento, sia in relazione alle trovate diegetiche di questo nuovo corso di spin off. In attesa di sviluppi, incrociamo anche le dita per la conferma di un’eventuale futura versione europea. Che male non fa, visti i recenti trattamenti riservati alla serie dalle nostre parti.