Irvine – Torniamo a parlare ancora una volta di Overwatch, unendo alle nostre parole questa volta tanto gameplay inedito. Le basi le dovreste ormai conoscere già tutti grosso modo: Overwatch è un FPS competitivo 6 contro 6 che arriverà nel 2016 sui nostri PC. Le modalità sono quelle classiche, tra cui spiccano ovviamente Payload e Conquest ma da cui è stato escluso, almeno per ora, qualsiasi Deathmatch, mettendo sotto i riflettori il gioco di squadra ed elevandolo sopra ogni skill personale.Un miscuglio di abilità, coordinazione e strategia è indispensabile per primeggiare nelle intricate mappe mostrate fino ad oggi, cercando di sfruttare al meglio il sistema “carta, sasso e forbice” proprio del roster del nuovo FPS targato Blizzard.
Cinghiali e GoblinIniziamo allora a descrivere le due nuove new entry arrivate da pochissimi giorni, due australiani completamente fuori di testa che entrano rispettivamente nelle categorie di Tank e Difesa. Roadhog è il classico bestione made in Blizzard. Senza troppa originalità, il grasso combattente è armato di rampino e fucile a pompa. Le sue meccaniche di gioco ricordano a grandi linee quelle viste in Bulletstorm, con la possibilità di agganciare i personaggi lontani e trascinarli direttamente a portata della sua arma, o meglio ancora in mezzo al gruppo dove farli esplodere facilmente. Pensate così a quanto sia facile trascinare Bastion fuori dai suoi luoghi preferiti di camping o quanto possa tornare utile per riportare con i piedi per terra una Widowmaker troppo spavalda o una Phara pronta a scatenare la sua ultimate.Una potenza di fuoco più che sufficiente è associata alla capacità di rigenerare salute tramite l’uso di Boccata d’Aria, che garantisce secondi preziosi per chiudere le distanze prima di arrivare a livelli critici di energia. Molto utile soprattutto in un’ottica di gameplay dove la rigenerazione automatica è completamente assente e dove avere un curatore alle nostre spalle che ci supporta non è sempre fattibile. La Porcata (nome geniale per l’ultimate di Roadhog) è invece un’abilità che genera un flusso continuo di proiettili dall’arma primaria ma che, invece di causare un gran quantitativo di danni, sposta letteralmente i bersagli colpiti, rendendosi preziosissima per liberare i punti di conquista o per lanciare gli avversari oltre il bordo delle mappe facendoli precipitare nel vuoto.Blizzard ha infatti disegnato le location in modo che queste non offrano quasi mai angoli sicuri, vuoi per l’appunto per i precipizi in ogni dove, vuoi per le molteplici vie di accesso messe nei pressi di ogni snodo o stanza.Un sistema pratico per evitare il camping, che denota una buona cura nel design delle mappe, anche se questo non ci ha esaltato in maniera particolare. Si tratta dell’unico dubbio insieme al numero delle stesse, non proprio esaltante al momento, in release ne vogliamo molte di più.Il secondo personaggio nuovo è Junkrat, associabile a un goblin esplosivo fuori di testa. Il bombarolo in questione è divertentissimo da usare ma non particolarmente semplice. L’arma primaria è un lanciagranate a rimbalzo, dal grandissimo danno ma arduo da mandare a segno, mentre le mine, che possono essere piazzate in ogni luogo della mappa, oltre al semplice danno funzionano anche come trampolino di lancio per effettuare salti e superare muri e barriere altrimenti invalicabili, in modo molto simile ai vecchi Rocket Jump.Quando l’ultimate di Junkrat sarà carica invece potrà disfarsi della ruota che porta in spalla e utilizzarla come drone kamikaze da far detonare a piacimento, un comodo strumento per eliminare molteplici nemici in un colpo solo.Ancora una volta stiamo parlando di un’arma estremamente efficace contro i camper dato che Junkrat può arrampicarsi sui muri e arrivare alle spalle di chiunque improvvisamente.Il design di entrambi è azzeccato e ci piace, e anche le animazioni ci sono piaciute particolarmente, pollice in alto insomma rispetto a Lucio, lo stereotipato brasiliano che ancora non riesce proprio a piacerci, gameplay a parte s’intende.
Tante chicche di gameplayAvendo giocato con calma per molteplici ore, e con ottimi giocatori sia contro che in team, sono emerse particolarità nel gameplay che fino ad oggi non avevamo notato. L’elemento più significativo è la croce del danno, che non indica solo se i nostri colpi vengono messi a segno sul bersaglio o meno, come accade in tutti gli fps, ma mostra anche la quantità di danno arrecato in modo intuitivo, senza andare ad affollare ulteriormente l’interfaccia. Nuovissima implementazione di questa build è invece il Fire System, una meccanica che permette immediatamente di capire quale sia il giocatore più pericoloso dell’intero match. Piuttosto che conteggiare solo uccisioni e morti e assegnare l’MVP valutando semplicemente il ratio, Overwatch prende in considerazione tantissimi fattori, tra cui la conquista di punti di controllo, le cure, gli scudi e ovviamente il danno assorbito, eleggendo il migliore in campo e donandogli una speciale aura infuocata nei menù. Blizzard punta molto anche sul lato social di questo titolo e a fine match non mancherà il replay della miglior giocata del match, con inoltre un sistema di carte che permette di eleggere il miglior giocatore attraverso i like. Inutile dal punto di vista pratico ma che dovrebbe, secondo gli sviluppatori, creare un momento di aggregazione. Per come l’abbiamo vissuta noi questa cosa si traduce in un semplice momento morto tra una partita e l’altra, con la possibilità di auto votarsi e senza nessuna ricompensa effettiva che la renda interessante. Ci vorrebbe quantomeno un bonus esperienza per il migliore o qualcosa di simile per darle un senso, così davvero ci è sembrata piuttosto anonima.Non ci sono poi ancora tracce di reward cosmetiche o altro che possa giustificare micro transazioni, se non ricompense legate ai profili dei personaggi, donate però ai giocatori attraverso il semplice progresso dei punti di esperienza. Il gameplay insomma c’è, ci piace, è dinamico e le mappe offrono una buona verticalità, ma quello che manca è il contorno, la ciccia che terrà incollati i giocatori al titolo. Tutti elementi che nei prossimi mesi sicuramente verranno approfonditi e annunciati, insieme a nuovi personaggi. Non ci resta che attendere nuove rivelazioni, al Blizzcon non manca poi molto.
– Veloce e altamente skill based
– Tanti personaggi per un eccelsa varietà nel gameplay
Overwatch presenta un gameplay che fa dell’esageratezza e delle meccaniche op uno dei suoi punti di forza, ma riesce a miscelarle e a bilanciarle grazie a un roster davvero di tutto rispetto.
Potremmo stare a parlare ore di quanto il titolo ci abbia già rapito in queste fasi preliminari ma manca davvero ancora tanto contorno per metterlo sul piedistallo. Modalità, un sistema di crescita dei personaggi e di ricompense, nuove mappe e nuovi campioni sono tutti elementi che mancano all’appello, elementi imprescindibili per avere un quadro completo sulla nuova e scintillante IP made in Blizzard.