Se si parla di giochi brutalmente sottovalutati, Nier è in cima alla lista. No, non è “uno dei”, è proprio al top della gamma: un titolo così maltrattato dalla critica e ignorato dal pubblico da esser stato bollato per anni come “robaccia mediocre” dalla stragrande maggioranza dei giocatori.
La reazione dei critici è in parte comprensibile, d’altronde si parla di un videogame fatto con due soldi, tecnicamente arretrato anche al tempo della sua uscita e non privo di gravi difetti nel gameplay e nella struttura. Eppure sottovalutato resta, poiché parliamo anche di uno dei jrpg più incredibili in circolazione dal punto di vista narrativo, un’opera che in quanto a storia, atmosfera e personaggi va ben al di là del capolavoro.
Molto di questo lo si deve a Yoko Taro, eccentrico scrittore e creative director nipponico che da sempre mette tutto sé stesso nei progetti. E in Nier, esattamente come nel primo e nel terzo Drakengard, la mano di Taro non può essere ignorata. Sono giochi cupi, drammatici, con colpi di scena imprevedibili e momenti di rara potenza (o di rarissima stranezza). È davvero triste che a tutti questi progetti mancasse il gameplay necessario a far passare il critico e il giocatore medio sopra alle apparenze, poiché pochi hanno assaporato ciò che erano davvero in grado di offrire, e in particolare nel caso di Nier si è trattato di uno spreco terrificante, di quelli all’apparenza irrecuperabili.
E invece Square Enix tempo fa se ne è uscita con il più inaspettato degli annunci: un nuovo Nier.
Presentato a porte chiuse alla Paris Gamesweek, Nier Automata è sviluppato da Platinum Games, sempre con Taro alle redini del progetto e della trama. Un gioco con quella storia e il gameplay action tipico dei Platinum? Ho la bava alla bocca, e non posso neanche nasconderlo, perché c’è già una grossa pozzanghera di saliva ai miei piedi.
Rispetto e stramberie
Anche se a una prima occhiata il mondo di Nier sembra lo stesso, post-apocalittico, del suo predecessore, la situazione da cui si parte stavolta è ben diversa. Si vestono infatti i panni di Yorha 2 Type B, un’androide costruita per combattere dei pericolosi robot spediti sulla terra da una non meglio precisata razza aliena. La guerra ovviamente non è andata bene per l’umanità, poiché i terrestri son dovuti fuggire sulla luna per evitare l’estinzione, e gli androidi Yorha rappresentano pertanto l’unica speranza di salvezza per la loro razza. Qualcosa però va storto, quasi tutti i membri della squadra di androidi vengono distrutti, e Yorha si ritrova in quasi totale solitudine su un pianeta ove la vita umana è ormai sparita e abbondano le minacce meccaniche. Il solito setting allegro a cui Yoko Taro ci ha abituato, insomma.
Molti rimarranno straniti dal cambio di setting, ma bisogna ricordare che Taro e i suoi hanno sempre giocato con i periodi storici e le varianti alternate del loro universo, arrivando a collegare direttamente il primo Nier proprio ai Drakengard citati prima. Anche qui quindi ci aspettiamo grossi stravolgimenti, e una narrativa capace di nascondere segreti inimmaginabili tra le sue spire.
Al momento però neppure la struttura della campagna e la protagonista sono certezze assolute: stando alle parole di Taro i Platinum rispettano profondamente il lavoro fatto con Nier, e per questo motivo hanno voluto omaggiarlo e seguire alla lettera le istruzioni del director. Nier Automata avrà di conseguenza una struttura simile al suo predecessore, costruita attorno a playthrough multipli e con più finali. Non solo, ma pare che ad ogni Playthrough verrà sbloccato un nuovo personaggio, per un totale di tre, e che quindi non sarà solo Yorha 2B l’eroina del gioco.
La volontà dei Platinum è in parole povere quella di mantenere gli elementi di “stranezza” del progetto da cui tutto è nato, e pare che desiderino farlo anche nel gameplay, dove già dal trailer visto si notano nemici in grado di scagliare proiettili a raffica come se ci si trovasse in un Bullet Hell, ed elementi di gestione degli attacchi dalla distanza che ricordano le magie del primo Nier.
Danza di spade e lamiere
I Platinum non hanno quindi preso uno dei loro combat system assodati per infilarlo in Nier. No, hanno preso il combat system di Nier e lo hanno modificato, partendo da basi molto vicine ad esso. Già dal trailer si vede come il gioco ne abbia enormemente guadagnato in velocità, poiché Yorha pare in grado di muoversi con la rapidità del vento, e di schivare ogni genere di attacco all’istante, aggirando persino i nemici con una sorta di “movimento rapido” direzionabile. Non solo, Yorha è armata con due spade, chiaramente visibili sulla sua schiena, e per il momento sono state mostrate una rapida katana, pensata per combinazioni veloci, e delle grosse spade a due mani, per uno stile più lento e dannoso. Pare sia possibile equipaggiare due tipi di spade diverse per combinazioni miste, e in più sfruttare una sorta di drone volante chiamato Pod per sparare sferette energetiche dalla distanza. Proprio il Pod è l’elemento più vicino al primo Nier: laddove le combo e le schivate sono state rivoluzionate, i proiettili del Pod vengono direzionati in base al puntamento della telecamera, e non dubitiamo che la maggior parte delle abilità alternative di Yorha deriveranno proprio dal suo drone di compagnia. Per ora l’ho vista solo fluttuare grazie a lui, ma mi aspetto qualche sorpresa particolare e un costante sblocco di nuove tecniche durante la campagna.
D’altronde Taro ha confermato che Nier Automata non sarà un semplice action game, ma resterà un jrpg con uno sviluppo complesso dei personaggi e dell’equipaggiamento. Per la cronaca, pare verranno mantenute delle interessanti sottotrame legate a certe armi, in grado di delineare ulteriormente l’universo in cui Yorha e i suoi nemici si muovono.
Graficamente, infine, sono stati fatti passi avanti titanici, e le basi tecniche dei Platinum hanno chiaramente permesso di mettere insieme una demo dal frame rate stabile e visivamente appagante. Non è certo il gioco più spettacolare della galassia a livello visivo, ma siamo abbastanza sicuri che l’art direction farà il resto.
Ricapitolando, abbiamo un titolo rispettoso del primo Nier, che ne amplia a dismisura le basi con un gameplay migliorato alla grande e più ricco di azione, Taro ancora una volta al comando della trama, e un background che sprizza già energia dark e stramberie da tutti i pori. Il mondo è improvvisamente diventato un posto molto bello.
– Yoko Taro al comando della storia e del progetto
– I Platinum al comando del gameplay
– Io non più al comando della mia saliva
Nier Automata sembra essere il successore che Nier ha sempre meritato. Quello in grado di farlo finalmente conoscere. Quello in grado di convincere non solo per trama e background narrativo, ma anche per un gameplay esaltante e di alta qualità. Taro ad oggi sembra felicissimo del lavoro fatto dai Platinum, e io, sinceramente, ho aspettative enormi per questo suo ultimo nato. Amanti dei jrpg, tenete seriamente d’occhio questo strambo e cupo neonato, potrebbe riservare sorprese inimmaginabili.