Anteprima

Life is Feudal

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a cura di Plinious

Il Medioevo non era tutto rose e fiori, anzi: a meno di non far parte di quell’esigua fetta della società composta da potenti nobili e mercanti opulenti, per l’uomo medio la vita feudale non era proprio una passeggiata di salute. Diciamo che tra carestie ed epidemie, invasioni e brigantaggio, lebbra e peste nera, straordinari non retribuiti e alto tasso di mortalità infantile, crociate ed eresie soffocate nel sangue non c’era sicuramente da annoiarsi. Volendo guardare le cose da un altro punto di vista, però, forse il vivere medievale non era poi così male. Questa prospettiva è quella virtuale dei videogiochi, come sembra voler proporre la software house Bitbox Ltd. con Life is Feudal, titolo che nelle ultime settimane è riuscito a riscuotere molto interesse su PC grazie al passaparola tra i giocatori e che abbiamo già trattato nella nostra rubrica dedicata ai MMORPG. Cerchiamo di approfondire un po’ il discorso.
Sandbox? Survival? RPG? MMO?
Ebbene sì, Life is Feudal è un gioco di ruolo sandbox che mira a riprodurre la vita medievale in un contesto online. L’ambizione del team è quella di rappresentare il mondo feudale in tutte le sue sfaccettature, dall’aspetto militare al lavoro nei campi fino alla costruzione di case e villaggi, affidando il tutto ai giocatori, senza la presenza per la mappa di personaggi non giocanti. Non verremo calati nei panni del solito eroe salva-mondo, ma in quelli di un uomo medievale con i suoi bisogni e le sue competenze.
Life is Feudal è composto da due progetti diversi e dagli obiettivi ben distinti: il primo è il MMORPG nel vero senso del termine, che dovrebbe contenere oltre diecimila giocatori in un mondo persistente della grandezza di ventuno chilometri quadrati. Il secondo progetto invece è Life is Feudal: Your Own, versione del gioco non massiva ma divisa in server privati con una capienza massima da 64 player. Bitbox ha deciso di realizzare questa seconda versione per potersi concentrare prima sul cuore del titolo, costituito dalle professioni, dallo sviluppo del personaggio e dal sistema artigianale, e soltanto successivamente dedicarsi alle feature massive più delicate da implementare. Infatti il Your Own non include gilde, assedi, battaglie campali e un sistema di commercio. In cambio ogni server ha impostazioni customizzabili quali il limite di skill per ogni PG, la velocità di apprendimento e la presenza di fauna selvatica, a differenza del MMORPG dove le impostazioni verranno decise dai programmatori.
Come avrete capito, si tratta di un progetto estremamente ambizioso: stiamo parlando di un sandbox che mira a prendere le fondamenta di Ultima Online e a integrarle in un open world tridimensionale e dinamico, con tanto di alberi che crescono e formano foreste mano a mano più grandi. La tecnologia odierna è stata sfruttata per creare un mondo altamente interattivo, come dimostra la possibilità di terraformare il terreno a là Minecraft, raccogliere risorse, allevare animali, seminare i campi, edificare strutture e craftare un’infinità di oggetti. La versione MMO tuttavia non uscirà prima di uno o due anni, mentre Life is Feudal: Your Own è disponibile in accesso anticipato su Steam al costo di 29,99€.
Robinson Crusoe medievali
Il primissimo impatto non è dei migliori: dopo una creazione del personaggio ancora priva della possibilità di personalizzare esteticamente il proprio avatar, ci troviamo sulla spiaggia di un’isola coperti solo da luridi stracci. Qui e sempre, il gioco non ci guiderà mai: sta a noi decidere cosa fare, darci degli obiettivi e cercare di raggiungerli. Una buona idea potrebbe essere procurarsi del cibo e degli strumenti di lavoro. Nelle prime fasi il gameplay assomiglia molto a un gioco survival: deboli e indifesi come siamo, persino un lupo potrà facilmente avere ragione di noi, ragion per cui dovremo letteralmente arrangiarci: raccogliendo mele dagli alberi potremo saziare per un po’ la fame, mentre con erbe, rami e pietre si possono mettere insieme degli arnesi primitivi, veri e proprio strumenti di fortuna. Il prossimo passo potrebbe essere quello di costruirsi un rifugio, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
L’interfaccia, seppur completamente personalizzabile nella posizione e dimensione delle varie icone, è molto spartana. La crescita del personaggio è regolata da un avanzato skill system, contenente abilità artigianali e di combattimento che salgono separatamente con l’uso: a forza di cercare minerali, banalmente, diventeremo minatori più abili, e così via. Ogni mestiere è composto da cinque tecniche da imparare progressivamente: se ad esempio vogliamo diventare dei bravi carpentieri dovremo prima essere maestri nel tagliare gli alberi, sradicarne le radici e piantare i germogli.
Diverse abilità non sono ancora state inserite, cosa d’altronde normale per un gioco in early alpha. Bug, crash e problemi di lag non mancano all’appello, così come un motore grafico, il Torque 3D, estremamente pesante per via dell’ottimizzazione ancora assente. Tutte cose su cui gli sviluppatori stanno già lavorando e che verranno progressivamente risolte nei prossimi mesi. Meglio parlare di quel che al momento già c’è, come il solido sistema di housing.
Ma che bel castello
Anche in questo Life is Feudal è un gioco lento e dall’intento quasi simulativo. Scordatevi di erigere grandi palazzi in quattro e quattr’otto: edificare anche solo un villaggio richiede sudore, pianificazione e gioco di gruppo. Lo skillcap impedisce infatti a un giocatore di specializzarsi in ogni professione. Volete costruire una casetta? Dovrete prima spianare il terreno con la pala, poi procurarvi tutti i materiali necessari in ingenti quantità, dal legno per le travi all’argilla e i mattoni per i muri, e infine procedere con il piazzamento della struttura e la costruzione vera e propria, a patto di avere la giusta competenza in architettura. Tutte le operazioni sono lunghe e un filo macchinose, cosa che a tratti fa sembrare Life is Feudal un gioco uscito da un’altra epoca, quando i videogiochi richiedevano impegno e dedizione costante. Ma la complessità non è fine a se stessa: le possibilità sono infatti tantissime, da capanne rudimentali fino a maestosi torrioni in pietra che svettano sul territorio circostante.
Più le nostre strutture sono belle e visibili, naturalmente, più è probabile che attirino l’invidia di altri player. Da buon gioco “old-school” qual è, Life is Feudal implementa un sistema PvP con full loot: in altre parole, chiunque può impossessarsi del nostro equipaggiamento dopo averci ucciso. E dalla zuffa tra popolani armati di forcone alla tenzone tra cavalieri in armatura scintillante il passo è più breve di quanto si possa immaginare. Il combattimento è direzionale e non prevede l’aggancio automatico del bersaglio, in stile Mount & Blade, inoltre presenta un originale sistema di formazioni che permette al leader di un gruppo di ordinare ai giocatori di marciare in fila, a cuneo e così via. Non pensiate però che il gioco sia tutto un’enorme arena competitiva: al contrario, il ruolo del PvP è piuttosto marginale, un po’ per una precisa scelta di design e un po’ perchè al momento il combat è soltanto abbozzato, con molte meccaniche ancora da implementare (una su tutte i cavalli) e altre da bilanciare.
Certo è che si prospettano tempi duri per ladri e player killer, i cosiddetti PK (gli uccisori di altri giocatori). Ora come ora entrare nelle proprietà altrui e rubare oggetti non comporta alcuna conseguenza, ire del proprietario a parte, ma quando verrà implementato il sistema di reputazione sociale sarà possibile distinguere i criminali dalla “gente perbene”, con conseguenti ronde cittadine intenzionate, c’è da scommetterci, a riempire di mazzate i lestofanti. In particolare uccidere causa una sensibile perdita di punti allineamento: scesi oltre una certa soglia, il soggetto in questione verrà indicato con un nome rosso. Coloro i quali sentono la “thug life” scorrere nelle vene, tuttavia, possono stordire i personaggi senza ucciderli e così facendo, com’è giusto che sia, non verranno identificati come assassini. Insomma, nessuno ha vita facile su Life is Feudal, ma tutti possono dire la loro (o almeno provarci).
Suggestive infine le musiche nei loro ritmi medievaleggianti, anche se vengono a noia dopo un po’ per via del ridotto numero di track presenti al momento.

– Crafting system vasto e complesso

– Gameplay simulativo incredibilmente profondo

– Villaggi, castelli e fortezze da costruire in libertà

– La versione MMO promette grandi cose

Life is Feudal è un gioco che si ispira ai grandi classici del passato, in particolare l’ineguagliato Ultima Online, eppure è fresco e innovativo come non se ne vedono da anni. E soprattutto, a differenza di troppi prodotti in early access di dubbia serietà, scatole di sabbia “senza sabbia”, Life is Feudal: Your Own già in alpha è un autentico sandbox, con terraforming, un complesso sistema di crafting e possibilità di costruire liberamente. Poi se questo sia sufficiente o meno per meritare un obolo di 30 euro, è questione di gusti. Ma tenetelo d’occhio, tanto nella versione a server quanto in quella MMORPG.

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