Con il motto “Gioca, crea, condividi” i Media Molecule si sono imposti nel mondo dei videogiochi come lo studio di sviluppo che ha messo in mano ai giocatori una tavolozza virtuale e li ha fatti sedere di fronte a un foglio bianco da riempire. Little Big Planet è stato un esperimento riuscito, con una quantità di creazioni pubblicate sui server di Playstation capace di raggiungere una cifra a sette zeri. Un vero e proprio fenomeno, un gioco che ha spinto praticamente tutti a contribuire alla creazione di livelli spesso di qualità discutibile, ma talvolta capaci di mettere a nudo la forza dirompente della creatività umana.
Con Dreams, Media Molecule sta cercando di compiere un’ulteriore passo in avanti: non più livelli in cui muovere un nostro eroe fatto di juta, ma un vero e proprio mondo vuoto da popolare con le nostre creazioni, i nostri oggetti, i nostri personaggi. Un piccolo studio di modellazione e animazione 3D, se vogliamo, o un complesso software di sviluppo videoludico mascherato con un’interfaccia user-friendly e controlli alla Minority Report.
La demo alla Paris Games Week ci ha conquistati, ma quello che abbiamo visto in una presentazione a porte chiuse ci ha letteralmente colpiti al cuore.
Il teatro delle marionette
Dreams è un gioco nel quale il giocatore ha davanti a sé uno schermo bianco. Un semplice tool consente di creare un oggetto tridimensionale – una sfera, un cilindro, un parallelepipedo – da iniziare a scolpire. Così, a partire da un cilindro, ecco nascere un tronco. Alcune sfere si trasformano in fogliame. I colori completano il resto. Abbiamo un albero.
Sebbene l’editor funzioni in maniera non molto diversa dai complessi programmi di modellazione tridimensionale – con figure base 3D che possono essere incastrate o utilizzare per sottrarre materiale da quello già presente sullo shermo – i tool a disposizione sono particolarmente intuitivi, e gli sviluppatori in appena dieci minuti hanno creato la testa di un orso di pezza, su cui hanno posizionato un basco viola. Sopra al basco hanno aggiunto un albero che hanno popolato di uccellini. E, per celebrare Parigi, Il Pensatore di Rodin a cui hanno applicato la maschera di un mostro.
La testa e il basco sono stati realizzati dal nulla, mentre tutto il resto è stato preso da una sconfinata lista di oggetti preesistenti. In questo aspetto risiede il segreto di Dreams: il giocatore può infatti creare un oggetto e condividerlo con la community, andandolo a classificare in una lista molto ordinata e con un sistema di valutazione che determina le creazioni migliori. I giocatori meno avvezzi alla scultura digitale, dunque, possono semplicemente digitare l’oggetto da inserire e visualizzarne una lunga lista di esempi da selezionare. Da un fiore alle unghie dei piedi, qualunque cosa sarà presente in Dreams e se non c’è… basta crearla.
Le creazioni possono poi essere utilizzate per creare mondi collegabili fra loro attraverso varie porte, e si possono inserire delle meccaniche di gioco che consentano ad ogni livello di avere uno scopo. Si possono poi generare cut scene, si possono costruire percorsi alternativi e fare della propria creazione tutto ciò che si vuole, da un videogioco a un audiovisivo, fino ad un’esperienza interattiva.
Come da tradizione per i Media Molecule, poi, i giocatori possono collaborare tra loro e collegare od innestare le proprie creazioni per costruire dei mondi più grandi. Si può creare un hub da dove partire per le proprie avventure, si possono creare livelli a più mani, si può pensare alla costruzione di un gigantesco videogioco creato da un numeroso team di appassionati. La libertà è nelle mani della community e, anche se Media Molecule ha promesso una serie di mondi – pardon, “sogni” – realizzati dal team di sviluppo, è evidente che il successo di questo progetto si baserà esclusivamente su quello che sarà creato dai suoi acquirenti.
Uno studio di modellazione 3D
Tutto quanto è stato scolpito con l’uso di un doppio controller PS Move, che ci ha sorpreso per la versatilità e la facilità di utilizzo, oltre che per un’inaspettata precisione. Ciononostante, i Media Molecule hanno promesso che il gioco sarà completamente fruibile anche attraverso l’uso di un semplice controller Dual Shock 4, o anche di un solo PS Move.
Il gioco “aggiusta” le sculture dei giocatori rifinendone i bordi, e la patina di questo gioco sembra di metterci di fronte a delle forme in gommapiuma da abbellire con dello zucchero filato. Tutto è davvero armonico, e il feeling onirico imposto al gioco da parte dei Media Molecule si sposa bene con le creazioni al suo interno.
Sulla parete a fianco a noi, nella stanza della presentazione, abbiamo potuto vedere decine e decine di creazioni realizzate con questo editor: una casa di campagna, un mostro, una spiaggia, una foresta, una statua, un uomo che fuma la pipa. Sembra davvero di vivere all’interno di un sogno in cui mondi e creazioni eterogenee e apparentemente incompatibili riescono a fare parte di un disegno armonico più grande.
Una volta in gioco, il giocatore ha la possibilità di muovere le proprie creazioni e di disegnare la loro espressione sul volto attraverso gli stick analogici e il touch pad del DualShock 4, con il risultato di riuscire a mostrare le emozioni dei propri pupazzi in maniera semplice ma molto efficace. Provate ad immaginare le potenzialità di questo aspetto: videogame e teatro non sono mai stati così vicini.
– Un editor dal potenziale immenso
Dreams è una sorta di Little Big Planet elevato all’ennesima potenza. Un titolo che dà al giocatore la libertà che solo un complesso ambiente di sviluppo sa dare, ma che lo fa in maniera docile e intuitiva, armonizzando il tutto con uno stile distinguibile e che si fa amare dopo appena uno sguardo. Se la risposta da parte della community sarà la stessa vista nei precedenti giochi di Media Molecule, Dreams ha le potenzialità per diventare qualcosa di molto importante nel panorama contemporaneo. Un gioco di nicchia, certo, ma di quella nicchia capace di lasciare il segno per sempre.