A Way Out, il director: 'non parlo neppure con chi ritiene che i videogiochi non siano arte'

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a cura di Paolo Sirio

In un’intervista concessa ad IGN.com, il game director di A Way Out ha detto la sua in merito all’eterno dibattito circa lo status di arte dei videogiochi, spiegando la propria posizione come sempre senza mezzi termini.Partendo dalla posizione del critico Roger Ebert, che nel 2010 disse che i videogiochi non sono arte, Josef Fares ha commentato che “si sbagliava assolutamente”.“Nulla di personale contro di lui, ma quello era – io non parlo neppure con gente che dice che i videogiochi non sono arte. Non ha neanche senso. È così follemente stupido”.“Se domandassi: ‘se facessi un dipinto qui, lo considereresti arte?’, penso che gran parte delle persone direbbe ‘sì’. Allora la mia risposta è che quello è come una piccola porzione del fare un gioco. Penso ai concept artist quando disegnano… quella è solo una piccola cosa”.“Sai”, ha aggiunto Fares, “ci sono persone che pensano davvero – tipo, sai quando dicono ‘oh, questo è fatto al computer’, e pensano che basti prendere un computer e scriverci semplicemente open world, blah, blah e premere Invio? La gente lo pensa a volte”.“Non lo voglio neppure sentire. Sono assolutamente str**ate. È come venire da me a dirmi ‘hey, sono stupido. Vuoi parlare con me?’. ‘Sì, certo. Parliamo, ma di qualcos’altro’. Quindi non lo prendo neppure seriamente”.Se volete saperne di più sull’operato di Fares, potete consultare la recensione di A Way Out e saperne di più.