Anteprima

Wet

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a cura di Krauron

Giochi seriosi, cupi, drammatici e rispondenti a meccaniche affini sono sempre stati il lasciapassare preferito degli sviluppatori per entrare nelle case e nei cuori della gente, specialmente nell’ultimo periodo. Il dramma genera pathos e questo a sua volta alimenta uno degli elementi che maggiormente tengono incollati allo schermo il giocatore, tuttavia non è (fortunatamente) sempre così. Ci sono infatti numerosi titoli che fanno dell’ironia o dell’azione a cervello spento le loro carte vincenti, senza andare a rispolverare nomi eccellenti che hanno fatto la storia del mercato videoludico. Nella seconda categoria potremmo includere senza remore questo Wet, una produzione per certi versi comparabile a classici come Max Payne o il venturo Bayonetta.Se è pur vero che del primo condividerà il bullet time e del secondo lo stile immediato ed una protagonista da urlo, noi ci permettiamo di avvicinarlo ad un certo Total Overdose, titolo multipiattaforma di discutibile qualità, ma di indubbio divertimento, uscito nella vecchia generazione di console e che permetteva di far fuori gli avversari nella maniera più folle possibile. Scopriamo insieme quali sorpresero riserverà il futuro.

Tutta la follia di RubiNell’ultima edizione dell’E3, si è posta l’attenzione sui personaggi e sullo schizofrenico gameplay che accompagneranno il gioco. Nel primo caso è emerso un corposo gruppo di uomini senza pietà che utilizzavano mezzi poco diplomatici per far valere le proprie opinioni. L’aria respirata ha ricordato a tratti il noto Yakuza a causa della presenza di soggetti poco rispettabili, combattimenti corpo a corpo e un nemmeno troppo celato spaccio di una non ben chiara sostanza. In particolar modo il trailer ha voluto focalizzare l’occhio su alcuni soggetti: Ze Kollector, una copia estetica poco riuscita di Indiana Jones, abilissimo nell’uso di due spade ed, ovviamente, assassino di professione; Tarantola, una guardia del corpo dalle curve mozzafiato, armata di tutto punto e abile nell’uccidere gli avversari troppo ammaliati dalla sua avvenenza ed infine un certo Rupert Pelham, il signore del crimine senza scrupoli. Tutto ciò senza dimenticare Rubi, la splendida protagonista armata con pistole e katana di tarantiniana memoria, descritta come capace di designare ogni persona come possibile bersaglio.In effetti, la descrizione non si allontana di troppo dalla realtà. La ragazza in un primo frangente scazzottava allegramente con alcuni nemici, per poi deliziare i nostri occhi con macabri movimenti circensi a discapito dei poveri ed “indifesi” nemici. Saltare, scivolare, ritrovarsi a testa in giù, nulla sarà troppo per la letale fanciulla che muove il proprio corpo in maniera tanto poliedrica da lasciarci basiti rispetto alla tradizionale interpretazione del genere. Qui le dinamiche action potrebbero dunque essere trascese, per arrivare ad un punto tanto dinamico da impallidire i diretti rivali.

L’arte di uccidereIn primis va sottolineata la propensione del gioco a permettere di usare qualsiasi appiglio o struttura dello scenario, come possibile “trampolino di lancio” per sorprendere gli avversari. Inoltre originale appare l’idea di avere a che fare con un bullet time praticamente infinito, che tuttavia potrebbe rendere troppo semplice l’intera faccenda e far predere un po’ di spettacolarità al contesto. Dai pochi contenuti identificabili attraverso i video mostrati, più di una perplessità sarebbe stata rilevata in relazione all’intelligenza artificiale dei nemici, mai in grado di rappresentare una minaccia tangibile e apparentemente lontani dal riuscire ad instaurare un livello di sfida sufficientemente valido. Tutto ciò porterebbe dunque ad un intero progetto indirizzato unicamente verso la distruzione indiscriminata piuttosto che sul raggiungimento di un preciso obiettivo nel corso dei livelli, a discapito del gameplay che in questo modo ne risulterebbe ridimensionato oltre che meno profondo rispetto a quanto richiesto dagli standard attuali. La sensazione che lo sviluppo possa portare inoltre ad un prodotto non certo arricchito da dinamiche originali è inoltre accompagnata dal timore di trovarci di fronte un comparto grafico non di altissimo livello e lo status attuale, per quanto non indicativo a riguardo, non fa certo gridare al miracolo ma anzi sembrerebbe confermare più di una preoccupazione a causa di un livello di dettaglio non ottimale e di una generale modellazione poligonale di personaggi e strutture per certi versi afflitta da un’eccessiva e malcelata linearità. In quest’ultimo caso sembra che le sequenze mostrate dagli sviluppatori vogliano scavalcare il problema mostrandoci particolari frammenti in game che si discostano dalla classica routine, ma è ancora presto per trarre delle conclusioni a riguardo. Il divertimento che ne deriverà, tra un colpo di katana ed uno di pistola, di certo non mancherà ma bisognerà valutare quanto il gameplay risulterà immediato senza che scada nella banalità, fattore che potrebbe avere un peso specifico non indifferente nell’ottica della qualità generale. Se il tutto sarà accompagnato da un ritmo elevato e non vi saranno particolari problemi di sicuro ogni appassionato di action game potrà ritrovarsi per le mani una piacevole sorpresa, ma in un periodo di continue mutazioni come quello attuale non ci stupiremmo se nei prossimi mesi si venissero ad innescare nuove dinamiche in grado di rendere l’intera struttura più coinvolgente, a beneficio ovviamente di tutti i giocatori. Fino allora non ci resta che attendere che il tempo faccia il suo corso.

– Azione allo stato puro

– Numerose possibilità per uccidere

– Sruttura ricca di potenziale

Wet è assolutamente il videogioco più vicino alla quintessenza videoludica dell’adrenalina. I combattimenti potrebbero risultare come l’aspetto maggiormente curato dell’intera produzione e la velocità di gioco si attesterà su ritmi a dir poco elevati, con modalità di uccisione che sembrano già variegate il giusto. Le maggiori perplessità restano legate al comparto tecnico, oltre che per il gameplay in generale, che appare fin troppo ancorato a dinamiche classiche riproposte per l’ennesima volta su schermo, quasi a voler intraprendere nuovamente quella fastidiosa sensazione di azione “su binari” senza un briciolo di varietà per le missioni. Se la storia riuscirà a spazzare via questi ed altri dubbi, le premesse per un buon titolo vi sono tutte, per cui restate sintonizzati su Spaziogames per ogni nuovo aggiornamento.