Verso il nuovo Metro

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a cura di Francesco Ursino

Negli scorsi giorni si sono susseguiti in maniera rapida annunci e pronte smentite relativi all’arrivo di un nuovo capitolo della serie Metro, iniziata nel 2010 e basata sui libri di Dmitry Glukhovsky. Si tratta, peraltro, di una saga che ha saputo invecchiare bene, se si pensa all’uscita dell’edizione Redux che ne ha esteso la disponibilità anche alle console di ultima generazione. Stando a quanto affermato dal publisher Deep Silver, lo ripetiamo, il prossimo anno non dovrebbe essere quello buono per l’uscita di un nuovo atto della saga, ma è pur vero che la nostra fantasia ha cominciato a correre, immaginando quale possa essere il legame tra le vecchie e le nuove avventure. Cerchiamo allora di fare qualche previsione, tenendo a mente che i prossimi paragrafi non potranno fare altro che spoilerare pesantemente alcuni particolari della trama dei titoli e dei libri già pubblicati.

L’utilità di una metropolitanaPrima di guardare al futuro, è giusto volgere lo sguardo al passato. In Metro 2033 il protagonista principale della vicenda, Artyom Alekseyevich Chyornyj, inizia la sua personale avventura nei ranghi dei Ranger, che lo porterà ad esplorare le profondità della metropolitana di Mosca ed alcune aree aperte di quello che è un mondo ormai distrutto dall’apocalisse nucleare. Quello che è interessante nell’ambito della nostra analisi, in ogni caso, è la crescita personale del protagonista, che oltre a scalare i ranghi dei Ranger verrà a contatto con i Tetri, creature spaventose e che riveleranno parzialmente la loro natura complessa durante le sequenze finali. Sappiamo infatti che Metro 2033 conteneva due epiloghi distinti: in uno, Artyom riusciva a mettersi in contatto proprio con un misterioso Tetro (o Dark One, seguendo la nomenclatura inglese), scoprendo le intenzioni tutt’altro che bellicose di questi misteriosi esseri. Nell’altro, in qualche modo più simile a quanto accade nell’omonimo libro, Artyom lasciava che il lancio della batteria di missili disposti da Ulman e Melnik calasse sopra Mosca, pur rimanendo con il dubbio che i Tetri non fossero i veri nemici. Metro: Last Light inizia un anno dopo gli avvenimenti appena illustrati, e consente di avere una visione d’insieme maggiore sulle sfaccettature caratteriali di Artyom. In questo senso, è possibile pensare ai primi due capitoli della serie da un punto di vista intimistico, così come da uno più complessivo. Nella seconda ipotesi, allora, troviamo quelli che sono i resti della razza umana costretta ormai a nascondersi nel sottosuolo, al di sotto di un mondo ridotto ad un cumulo di macerie radioattive dopo la Terza Guerra Mondiale. In questo quadro, come la letteratura e la cinematografia ci hanno più volte insegnato, i nemici più potenti non sembrano essere tanto le creature mostruose che le radiazioni hanno generato, ma l’uomo. Metro: Last Light sembra spingere di più sulle tematiche politiche, che sottostanno all’agire dei vari gruppi coinvolti, come ad esempio i neo nazisti del Quarto Reich, o i comunisti della Linea Rossa. Proprio i delicati equilibri tra le fazioni coinvolte spingeranno l’intera, fragile struttura sociale ricostruita dopo la guerra fino alle soglie della distruzione. Anche l’epilogo del secondo capitolo, infatti, vedrà la possibilità di visionare due finali differenti, a seconda delle scelte morali effettuate nel corso del gioco. Nel primo dei casi, allora, un’ormai disarmato Artyom risolverà una drammatica situazione di stallo creatasi con i comunisti facendosi saltare in aria, e portando con sé molti nemici e qualche caro amico, come il colonnello Miller. Nell’altro caso, invece, interverrà un amico di lunga data.

L’eredità lasciata alla storiaNel momento in cui Artyom sta per azionare il detonatore protagonista degli avvenimenti del finale appena descritto, infatti, interverrà un alleato inaspettato, ovvero il piccolo Tetro che ha accompagnato il viaggio del protagonista durante Metro: Last Light. Si tratta di quello che si pensava essere l’unico sopravvissuto agli avvenimenti dell’epilogo di Metro 2033, e che invece ora risulta arrivare forte del sostegno dei suoi simili, rimasti ibernati in un’area del D6, una struttura militare segreta al centro delle vicende del secondo capitolo. Questo particolare epilogo, non a caso, è conosciuto come Redenzione, proprio perché va ad espiare la colpa che tormentava Artyom fin dalla fine del primo atto di gioco; il non aver impedito, cioè, la presunta distruzione dei Tetri, una volta intuito che si trattava di essere pacifici, e vogliosi di aiutare gli umani. I motivi di interesse dei primi due capitoli, in effetti, sarebbero molti altri, come ad esempio l’ottima caratterizzazione del mondo di gioco, visibile soprattutto durante le sessioni decisamente più tranquille, in cui è possibile acquistare munizioni e armi. Incrociando gli sguardi delle persone ridotte ad occupare quelli che erano i cunicoli della metropolitana di Mosca, allora, ecco spuntare però una speranza di vita, che prende il nome di Anna. La figlia del generale Miller, nonché eccellente cecchino, si scoprirà essere durante uno dei due epiloghi la madre di un bambino generato proprio con Artyom. Qualsiasi finale si ottenga, in ogni caso, Metro: Last Light termina con una certezza, che può finalmente farci volgere lo sguardo al futuro: i Tetri sono andati via, ma il loro addio è tutt’altro che definitivo.

Un addio temporaneoArtyom, se ce ne andiamo sarà meglio per tutti. Ma un giorno ritorneremo. Allora sarò grande. Addio, amico mio.” È con queste esatte parole che il piccolo Tetro saluta Artyom durante l’epilogo considerato “buono”, ovvero ottenibile agendo in maniera moralmente corretta durante Metro: Last Light. È proprio questo uno degli spunti dal quale partire per cercare di comprendere quali potranno mai essere i temi affrontati dal prossimo capitolo della saga. Partiamo da quelle che paiono essere certezze: sappiamo che esistono delle divergenze, che a volte si trasformano in complementarietà, tra i libri scritti da Glukhovsky e i giochi sviluppati da 4A Games. Dopo Metro 2033, ad esempio, le due linee narrative si sono in qualche modo separate, visto che i libri hanno seguito la strada di Metro 2034, e i videogiochi quella di Metro: Last Light. Nel primo caso, la narrativa è stata incentrata su vicende ambientate nello stesso universo di Artyom, ma lontane dalle gesta del nostro eroe, e concentrate sulle vicende della stazione Sevastopolskaya. Nel secondo, come in qualche modo anticipato, invece, trova posto proprio l’epopea del nostro Ranger, e il suo speciale rapporto con i Tetri. Tornando nuovamente ai libri, invece, va considerato l’ultimo arrivato, ovvero Metro 2035 che, in qualche modo, mescola le carte, soprattutto se ci si rifà alle uniche parole riferite al prossimo, presunto capitolo videoludico in arrivo. “Dove i romanzi terminano, il gioco comincia”, era possibile leggere sul sito ufficiale di Metro 2035, e tutto ciò getta numerosi interrogativi. Il nuovo capitolo letterario della serie, ad esempio, riprende nuovamente la storia di Artyom, che invece era stata portata avanti da 4A Games in Metro: Last Light. Questo fa dedurre che il più recente libro non dovrebbe essere considerato un seguito diretto del videogioco, seppur ne riprenda alcuni particolari narrativi essenziali, come la presenza di Anna.

Friend or foe?Quello che ci interessa, però, è che nel libro possiamo ammirare un Artyom sicuramente più maturo, ma forse più inquieto che mai. Sposato e oramai “sistematosi”, con tanto di prole, il nostro sembra essere alla ricerca di persone e luoghi non toccati dalla guerra, e per far ciò prende a perlustrare con frequenza la superficie, peraltro mettendo a rischio la propria vita. Il libro, allora, non riprende la linea narrativa legata ai Tetri, che rimane in questo ambito legata solo a Metro 2033, ma rilancia con un nuovo interrogativo che potrebbe essere sfruttato: e se il mondo disastrato conosciuto finora non fosse l’unico possibile? Una domanda decisamente interessante, e che potrebbe trovare risposta leggendo le ultime pagine del libro, che evitiamo però di spoilerare, vista la recente disponibilità in italiano. E i tetri, allora? L’epilogo di Metro: Last Light sembrerebbe dare quasi per certo un loro ritorno, anche se il fattore tempo potrebbe essere fondamentale. Metro 2035 si svolge grossomodo un anno dopo Metro: Last Light, e questo potrebbe rendere difficile che il futuro capitolo videoludico, ambientato “dove il romanzo termina”, possa proporre nuovamente un piccolo Tetro come protagonista. Vero è però che la versione videoludica dell’opera ha sempre spinto in questa direzione, perciò potrebbe essere immaginabile un nuovo capitolo ambientato maggiormente fuori dalla metro, e che continui però la linea narrativa dei Tetri in maniera inaspettata, mischiandola in qualche modo alla conclusione vista in Metro 2035. Si tratterebbe di un’operazione narrativa ardita, in effetti, e che vedrebbe consolidarsi ancora di più il rapporto tra Artyom e queste misteriose creature; tutto ciò, peraltro, all’interno di un mondo molto più vasto di quello proposto nei primi due capitoli, e dai confini decisamente più sfuggenti, in cui orientarsi tra buoni e cattivi diventa impresa più ardua.

Quale Artyom vedremo nel prossimo Metro? Un eroe che ha fatto pace con sé stesso e i suoi conflitti interiori, oppure un’anima inquieta, guidata dal dubbio legato un mondo basato ancora su troppi misteri? Evidentemente è presto per dirlo, anche perché bisognerà capire quale direzione prenderà questo nuovo, presunto capitolo della serie che in ogni caso non arriverà nel 2017. Seguire la linea narrativa intrapresa dal libro Metro 2035 vorrebbe dire probabilmente esplorare maggiormente l’universo sovrastante la metro, ma mettere da parte la questione relativa ai Tetri, da sempre invece protagonisti delle controparti videoludiche della serie. La promessa fatta da questi misteriosi esseri ad Artyom alla fine di Metro: Last Light, in effetti, lascerebbe pochi dubbi in merito ad un possibile ritorno ma, evidentemente, si tratta solo di ipotesi. Per scoprire come evolverà questo nuovo possibile progetto, allora, l’invito è quello di continuare a seguirci, per tutte le news e le informazioni del caso.