SpazioMMO: Giugno 2014

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a cura di Plinious

Anche questo mese torna la nostra rubrica incentrata sui MMOG, e anche stavolta non mancano le novità nel mondo dei giochi online, alcune portate direttamente da un E3 non privo di spunti d’interesse. Nei mesi scorsi qualcuno ha definito il mercato degli MMO in crisi. A parere di chi scrive, ad essere in crisi è soltanto il modello tradizionale, quello che per anni ha sfornato, con pochissime eccezioni, decine di giochi massivi fatti con lo stampino e quasi tutti riconducibili alla formula di World of Warcraft. Oggi questo sistema non tira più come un lustro fa: a forza di batoste anche gli sviluppatori se ne sono accorti e i MMORPG classici come eravamo abituati a conoscerli stanno cedendo il passo a nuove forme di multiplayer, quali la modalità cooperativa o il gioco condiviso. Molti dei titoli che devono uscire, per quanto richiedano una connessione in rete per giocare, sono “non così massivi”, nel senso che il numero massimo di player con cui è possibile interagire contemporaneamente è limitato. Destiny, The Division e Star Citizen rappresentano degli esempi di questa nuova “filosofia”.
Inoltre, diversi dei giochi multiutente che attendiamo sono previsti per l’uscita su quelle che fino all’anno scorso erano chiamate console “next-gen” (e che ormai non lo sono più), tentando di compiere il fatidico salto tecnologico che finora è mancato. Stiamo insomma assistendo a una fase di mutamento: andiamo a vedere più nel dettaglio titoli e novità che faranno capolino nei mesi venturi.
All’E3 ci sono diversi giochi che hanno fatto bella mostra di sé: tra questi ha dato una buona impressione Destiny, il nuovo shooter fantascientifico dai ragazzi di Bungie. Forse la definizione di “killer app”, come lo aveva battezzato qualcuno all’annuncio, è un po’ esagerata, ma il titolo promette comunque un gameplay divertente e un gran quantitativo di ore di gioco, come spiegato da FireZdragon nella sua anteprima. In realtà non si tratta di un MMO vero e proprio, bensì piuttosto di un FPS online con la possibilità di giocare insieme ai propri amici o a perfetti sconosciuti. Nel frattempo è notizia fresca che il gioco girerà a 30 fps anche su PlayStation 4 e Xbox One, visto che per Bungie è importante assicurare la stessa esperienza su tutte le piattaforme. La differenza sarà quindi nella risoluzione: 1080p per le nuove console e 720p per quelle della passata generazione. La spiegazione vi ha convinto? A noi no, ma tant’è. In ogni caso, la beta di Destiny avrà inizio il 17 luglio.
Se invece c’è un titolo che ci ha convinto appieno questi è The Division, il nuovo ibrido sparatutto-RPG realizzato da Massive Entertainment. Come descritto nella preview da Los Angeles il software ci ha impressionato per livello di dettaglio e ricchezza visiva, nonché per l’interazione con l’ambiente circostante garantita dallo Snowdrop Engine. Non è un caso che sia previsto solo per PC, PS4 e Xbox One: New York appare davvero viva e in evoluzione nella sua desolazione, con un level design intelligente che sfrutta la verticalità della metropoli. Rimane ancora qualche dubbio sulla reale massività del gioco, visto che appare più pensato per un’esperienza cooperativa, ma per il resto The Division si conferma uno dei titoli Ubisoft più promettenti di questo E3. Peccato che non vedrà la luce prima del 2015.
Merita una menzione pure Skyforge, MMORPG sviluppato in collaborazione tra Obsidian e l’Allods Team. Presentato anch’esso all’E3, Skyforge propone un open world massivo all’interno di un setting contenente elementi sia fantasy sia sci-fi. I giocatori vestiranno i panni di eroi immortali che attraverso le loro azioni avranno la possibilità di ascendere al rango di divinità e combattere contro gli altri dei di Aelion. Da notare l’action combat veloce e dinamico, che permette di cambiare classe al volo e mescolare le varie abilità. Insomma, Skyforge è un titolo da tenere seriamente d’occhio che non mancheremo di trattare nuovamente in futuro: ancora in alpha, il gioco uscirà il prossimo anno e sarà free to play. Per maggiori info potete visitare il sito ufficiale.
The Elder Scrolls Online
The Elder Scrolls Online è forse uno degli esempi più lampanti del metodo obsoleto di “fare MMORPG” di cui parlavamo a inizio articolo: un titolo dalle qualità indubbie ma poco coraggioso e soprattutto rigido nella struttura, sospesa a metà tra un singleplayer e un gioco massivo a tutti gli effetti. Questi non sono stati mesi facili per ZeniMax, costretta a incassare le tantissime critiche mosse alla sua creatura nonché i non esaltanti risultati al botteghino: benchè infatti manchino dati ufficiali in merito risulta difficile credere che il gioco sia stato un successone, dato che ZeniMax si è finora rifiutata di divulgare qualsiasi dato relativo alle vendite (e sappiamo quanto i publisher amino snocciolare grossi numeri dopo il lancio di un prodotto tripla A).
Intanto i developer stanno cercando di correre ai ripari: il gioco ha appena accolto il secondo major update dopo Craglorn, che garantisce una maggiore interazione con gli oggetti nel mondo, l’opzione per cambiare il field of view mentre si gioca in soggettiva e il nuovo veteran dungeon Crypt of Hearts per player al rank 12. A luglio debutterà poi il terzo update, con tante novità per la personalizzazione dei personaggi insieme a un altro veteran dungeon e nuove trial per Craglorn. Per quanto riguarda le versioni PS4 e Xbox One, posticipate di sei mesi, il creative director Paul Sage ha dichiarato che al momento girano a 30 fps, ma non è da escludere che tramite il processo di ottimizzazione alla fine si riesca ad arrivare a 60.
Ancora dubbi invece sull’arrivo del famigerato megaserver europeo, che sarà locato a Francoforte e dovrebbe arrivare durante l’estate: il condizionale è d’obbligo, visto che non è la prima volta che ZeniMax si rimangia la parola rimandando il trasferimento.
WildStar
Ok, è tempo di dedicarci a quello che da molti è stato definito “l’ultimo themepark”, andato in release a inizio giugno. Ambientato sul pianeta Nexus, WildStar dà modo di scegliere una fazione tra gli Exile e i Dominion e una tra sei classi. Fin qui tutto molto classico: WildStar è come una cattedrale nel deserto, un prodotto collaudato in un’epoca in cui i MMORPG “a là WoW” sembrano non tirare più come un tempo. Il gioco ricorda molto il gigante di casa Blizzard, ma se ne differenzia per un’ambientazione fantascientifica cartoon e per la presenza del telegraph system. Quest’ultimo richiede manualmente di “mirare” contro il bersaglio e, visto che i nemici fanno lo stesso, evitare e schivare i colpi diretti a noi, rendendo il combat più dinamico. Purtroppo questa dinamicità si trasforma spesso in confusione, soprattutto in PvP, dove il caos regna sovrano negli scontri con diversi giocatori a schermo. In generale il titolo sta comunque ricevendo una buona accoglienza dalla stampa di settore, soprattutto per via delle tantissime feature che propone, tra path, housing, crafting, eventi pubblici, open PvP, arene, dungeon, raid e molto altro; al momento i problemi principali sono da individuare negli svariati bug ancora presenti e in un’ottimizzazione del motore non eccelsa.
Da parte nostra abbiamo già pubblicato uno speciale-panoramica sui primi trenta livelli del gioco e nei prossimi giorni ne uscirà un altro più incentrato sull’endgame e i contenuti avanzati. Sicuramente da approfondire il C.R.E.D.D., sistema alternativo al canone mensile che permette di accumulare giorni extra di gioco e che può essere acquistato dallo store ufficiale al prezzo di € 16,99 o tramite la valuta in-game. Nel frattempo Carbine Studios ha attivato il transfer a pagamento da un server all’altro, a patto che il server in cui ci si intende spostare non sia segnato come “full” (il costo è il medesimo del C.R.E.D.D.).
È stato svelato infine il primo grosso aggiornamento, chiamato Strain Ultradrop, di cui potete visionare il trailer. In arrivo a luglio, introdurrà un pericoloso nemico: lo Strain, un virus biologico che attacca uomini, piante e animali provocandone mutazioni genetiche. I giocatori dovranno fermare l’infezione prima che si diffonda per il Nexus distruggendo tutte le forme di vita. L’update sarà anticipato da due nuove location, Blighthaven e Northern Wastes, nonché nuove opzioni per l’housing e la personalizzazione dei PG.
Star Citizen
Nuovo aggiornamento per il simulatore spaziale di Chris Roberts: Star Citizen ha appena raccolto la bellezza di 47 milioni di dollari sul sito ufficiale, cifra pazzesca e ineguagliata per un titolo finanziato tramite crowfunding. Sembra non arrestarsi mai la marcia trionfale di questo ambizioso sandbox sci-fi in cui potremo essere chi vorremo: piloti spaziali, pirati, mercanti, mercenari, comandanti, esploratori, cacciatori di taglie e molto altro. Ma Star Citizen sarà più di un semplice space simulator a là Wing Commander con una veste grafica spettacolare: infatti integrerà tutto questo con una struttura da MMO, grazie a un universo persistente, un sistema PvP e una componente sociale di primo piano, con corporazioni, associazioni commerciali e chi più ne ha più ne metta. Tranquilli, nessun problema di sovraffollamento: la mappa di gioco totale sarà immensa, visto che prevede migliaia di settori galattici liberamente esplorabili e una parte generata proceduralmente che si espanderà insieme al gioco.
In questi mesi la softco Cloud Imperium Games ha lavorato principalmente sull’arena commander, modalità dedicata al combattimento tra astronavi (inizialmente solo offline) da dare in pasto ai founder. Dopo diversi ritardi, il modulo è finalmente stato reso disponibile permettendo ai cosiddetti “backer” di uscire nello spazio profondo con le proprie astronavi e lanciarsi in combattimenti serrati. Certo, la giocabilità all’inizio è spiazzante per via della visuale in soggettiva dall’abitacolo, ma una volta preso confidenza con i controlli scopriremo un modello di volo profondo. Non mancano bug e glitch, dovuti allo stato pre-alpha del software, ma l’arena commander mostra già ora grandi potenzialità, come è facile intuire guardando il gameplay trailer dedicato. Pochi giorni fa è uscita la patch 12.3, che ha fixato diversi bug e fornito l’accesso al multiplayer per i primi fortunati; queste ondate diventeranno sempre più numerose a mano a mano che il titolo proseguirà nello sviluppo. Al momento si parla di oltre “20000 citizens” ammessi, che però costituiscono solo una minima percentuale della community.
Roberts ha inoltre dichiarato che il team attualmente al lavoro sul progetto è composto da 268 persone, senza per questo escludere possibili allargamenti dello staff in futuro. Insomma, come si suol dire “sky is the limit”, ma nel caso di Star Citizen il limite sembra l’universo stesso. Gli interessati dovranno però armarsi di tanta pazienza: per restare in tema spaziale, siamo ancora lontani “anni luce” dal momento della release definitiva.

Qualcosa sta cambiando, nel mondo degli MMO: il modello collaudato “themepark con abbonamento” che è andato sterilmente avanti per anni dopo l’uscita di World of Warcraft ormai è in via d’estinzione, a parte WildStar che è l’eccezione che conferma la regola. Ciò a cui stiamo assistendo è la ricerca di nuove forme multigiocatore che attirino e soprattutto divertano senza la necessità di pagare un canone mensile e di “farmare” per essere competitivi: i vari Destiny, The Division e Star Citizen vanno visti in quest’ottica, ma anche lo stesso Skyforge, free to play sviluppato dall’Allods Team. In questo processo di cambiamento le nuove console possono dare un grosso contributo: starà ai developer sfruttarne il potenziale per realizzare giochi multiplayer profondi e finalmente innovativi.