Recensione

Slain: Back From Hell

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Slain! è stato un prodotto dalla genesi travagliata, un titolo che dopo le buone premesse non ha incontrato i favori di critica e pubblico. I difetti poco perdonabili che affliggevano la produzione in modo più grave di quanto si potesse pensare hanno costretto il team di sviluppo originario a sciogliersi, lasciando una sola persona a tentare di sistemare i problemi del gioco. Dopo una fase di iato che faceva pensare al peggio, lasciando Slain! nell’anonimato delle produzioni dal potenziale mal sfruttato, un nuovo team si era subito formato per continuare a lavorare al progetto che nel frattempo era già uscito sul mercato, trasformando infine un gioco con troppi problemi in qualcosa di completamente diverso. Slain: Back From Hell è una versione riveduta, corretta e “pulita” di ciò che il progetto avrebbe dovuto essere sin dall’inizio, ed è prima di tutto una lettera di scuse ai giocatori e a tutti coloro che avevano creduto in Slain! sin dall’inizio.
King of hell
Fate lo sforzo mentale di pensare a Slain! come a una versione in accesso anticipato di Slain: Back from Hell. Non è esattamente così, perché di fatto si trattò di una versione pubblicata come se fosse completa; ma voi approcciatevi con questo spirito e capirete perché, adesso, si tratta di un gioco differente e meritevole d’attenzione.
Controllerete Bathorin, un eroe predestinato che tenterà di liberare sei regni maledetti da altrettanti signori del male, ormai in pieno controllo di un mondo con forti richiami gotici e tante, tantissime citazioni che gli amanti della cultura metal coglieranno di certo. Ecco dunque che al suo interno respirerete l’atmosfera tipica delle ambientazioni ottocentesche, quelle più lugubri, tetre, fatte di terre abbandonate dove gorgogliano mostruosità dal terreno e dove i cieli tinti di rosso occultano i figli di una maledizione terribile e inesplicabile. Il bestiario richiama alla memoria le creature del dark fantasy più sanguinolento ed estremo, con licantropi, orride banshee ed esseri deformi capaci di potenti attacchi fisici e pericolose magie. A tal proposito, le due tipologie d’attacco di base dei nemici dovranno essere gestite con prontezza dal giocatore, che dovrà padroneggiare il prima possibile il sistema di combattimento, se non vuole perdersi nella dolorosa spirale dello sconforto e della frustrazione. Slain: Back from Hell è infatti uno di quei titoli che non ha ceduto alla malia della semplificazione e dell’accessibilità, ma è anzi brutale almeno quanto la scenografia grandguignolesca che mette in scena. Tuttavia il bilanciamento è molto buono, sebbene presenti dei picchi un po’ acuti in alcune aree; ma tutto sommato, con una buona dose di pazienza e dedizione, diventa un titolo abbordabile da chi accetta ben volentieri un livello di sfida sopra la media. 
Il corretto posizionamento dei checkpoint funge da sprone per coloro che si approcciano alla partita avendo bene in mente che Slain va affrontato a compartimenti stagni, senza cedere a quei sentimenti di audace eroismo che, nella maggior parte dei casi, si tradurranno in una sequela di severe figuracce e game over.
Dopo una prima fase iniziale, utile ad acquisire dimestichezza con le meccaniche di base, Bathorin giungerà in quello che potremmo considerare l’hub principale, lungo cui è possibile selezionare le diverse aree che verranno sbloccate progressivamente. Considerando come la difficoltà tenda a salire progressivamente e come l’approccio alle battaglie debba lasciare sempre più spazio a una intelligente combinazione degli attacchi, ci sembra una scelta giusta e che non mette a disagio l’utente, già alle prese con un gioco che di indulgente ha ben poco. 
My mighty sword
Il sistema di combattimento è tutto sommato semplice ma non di certo superficiale, giacché il corretto uso delle armi elementari si rivela essenziale nelle sezioni in cui ci si ritrova con una gran quantità di nemici su schermo. La parata, se mantenuta, perde di efficacia a ogni attacco nemico, pertanto è consigliabile usarla solo quando si sta per subire un colpo. Non manca la parata perfetta, che se eseguita col giusto tempismo provoca uno stordimento momentaneo a nemici e boss. Contro questi ultimi – alcuni dei quali sono ad onor del vero molto ostici – si rivela una tecnica fondamentale, poiché consente di provocare un quantitativo maggiore di danni rispetto a quando si trovano in uno stato vigile. Gli attacchi, come detto, si basano sull’uso di armi imbevute col potere degli elementi e sulla magia, regolata da una barra del mana che può essere parzialmente ricaricata dopo la messa a segno di potenti attacchi caricati. Le tre diverse armi possono (e talvolta devono) essere selezionate anche durante i combattimenti, ma la rapidità con cui questo processo avviene non è tra le migliori. E lo stesso vale per la schivata all’indietro, che raramente utilizzerete. Certe creature sono però deboli ad alcuni elementi, ed è per questo che sbagliare arma significa aumentare di conseguenza la difficoltà di alcune zone. 
Oltre alle orde di demoni, in Slain: Back from Hell affronterete diverse boss fight, mob e una buona varietà di nemici, impiegando circa sei ore per arrivare alla fine (anche se in realtà dipende tutto dalla vostra abilità).
La struttura di gioco richiama i grandi classici del passato appartenenti a questo genere; ciononostante, Slain: Back from Hell non è un metroidvania. Il level design è infatti privo di arzigogoli, presenta aree disposte su più livelli e altre ancora che intervallano zone di grande ampiezza con strade a imbuto, mantenendo comunque una linearità di fondo che ben si adatta al contesto. Inoltre, non c’è la necessità di livellare, il grinding non esiste e non ci sono elementi di crafting: si tratta insomma di un gioco che si è prefissato una strada ben precisa da seguire e che non cede mai il passo a diluizioni. Le uniche strade inconsuete sono quelle in cui si annidano alcuni segreti tutti da scoprire, dove potrete far vostro il bottino subito dopo aver fatto fuori la minaccia che vi si parerà innanzi.
Dall’inferno al paradiso
Slain: Back from Hell è riuscito a mettere da parte i problemi della prima versione e si è trasformato in un gioco divertente, impegnativo e privo delle limitazioni che hanno mandato su tutte le furie i primi acquirenti. Il sistema di combattimento è stato migliorato, così come l’IA nemica; ci sono nuove manovre di battaglia e nuovi attacchi nemici; le animazioni non sono più problematiche come all’inizio e la splendida grafica in pixel art è più pulita e meno impastata; i dialoghi sono stati riscritti (a proposito, sono tutti in inglese e alcuni personaggi si esprimono in una forma antica, che potrebbe creare problemi a chi ha delle difficoltà di comprensione). La complessità di alcuni nemici è inoltre evidente, il bilanciamento dei punti vita e del mana è più accurato e sono state aggiunte ulteriori sfide e 30 nuovi achievement su Steam. Insomma, Slain: Back from Hell è un portentoso salto in avanti rispetto alla prima versione, che al confronto impallidisce.
Una menzione d’onore va poi alla colonna sonora curata da Curt Victor Bryant, ex membro degli storici Celtic Frost: sono suoni di metallo pesante, con riff arroganti e taglienti, che sanno come gasare i giocatori. Peccato che le tracce siano poche e che tendano a ripetersi sin troppo, e peccato anche che alcune di queste non siano frutto di grande ispirazione; ma lo stile si sente tutto e dà un tocco caratteristico alla produzione, capace di rinfrancarsi, risorgere e uscire fuori dall’oblio a cui sembrava destinata. Permane qualche difetto come la risposta non sempre celere agli input e alcuni glitch che vi permettono di sfruttare a vostro favore qualche frame successivo a quelli di invulnerabilità, ma tutto sommato, questa operazione di aggiornamento ha trasformato un gioco incredibilmente mediocre in qualcosa che ci sentiamo di consigliarvi caldamente.

– È il gioco che avrebbe dovuto essere sin dall’inizio

– Migliorie a tutto tondo

– Molto impegnativo

– Omaggio alla cultura metal e a quella gotica

– Alcune sezioni non sono perfettamente bilanciate

– Input dei comandi non rapidissimo

7.5

Slain: Back from Hell è un gioco completamente diverso rispetto alla prima versione di Slain!, che soffriva di difetti davvero imperdonabili. Adesso, si tratta di un hack ‘n’ slash godibile e piuttosto impegnativo, che vi metterà alla prova solo per la sua difficoltà, e non più per il grado di sopportazione delle magagne di cui era vittima. Gli amanti di classici come Rygar, Rastan Saga (ma anche del metal e del dark-fantasy) dovrebbero prendere in seria considerazione l’acquisto di un’opera che si è saputa rimettere abilmente in carreggiata.

Voto Recensione di Slain: Back From Hell - Recensione


7.5