Road to Platinum - L'Ombra della Guerra

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a cura di Gottlieb

Sì, lo ammetto: sono un trophy hunter. Ma della peggior specie: quello casual. Nel mio profilo PSN (ma anche Xbox Live, sia chiaro) i Platino sono pochi, meno di dieci, ma solo a causa del poco tempo a disposizione. Li ricordo tutti, perché sono i titoli ai quali ho giocato di più e che, facendo di necessità virtù, solo quelli che ho anche recensito. Chiaramente nell’inseguire un Platino avviene il classico processo di critica a quelli che sono i trofei che potremmo definire inutili e quelli che non fanno altro che inficiare l’esperienza complessiva di un gioco. Fatta questa premessa, ho pensato di inaugurare Road to Platinum, la rubrica che si occuperà di analizzare il percorso videoludico fino al Platino, con L’Ombra della Guerra, un titolo che mi ha portato via 110 ore (tantissime, più di Final Fantasy XV) senza nemmeno donarmi la soddisfazione del completamento al 100%. 

I trofei inutiliPartiamo proprio da questo concetto che ho anticipato nell’introduzione. Mi piace dare la definizione di “inutile” a quei trofei che vi costringono a compiere delle azioni che non hanno alcun tipo di finalità con l’intero ecosistema videoludico: pensate, ad esempio, al trofeo che vi chiedeva di guardare per dieci volte sotto la gonna di 2B in NieR: Automata. Non aveva alcuna utilità, se non quella di poter apprezzare l’umanità dell’androide, che si lasciava disturbare da questa vostra azione molesta: farlo dieci volte, però, era davvero un’estremizzazione di un aspetto simpatico e che poteva portar via un sorriso soltanto la prima volta, non la decima. In Shadow of War, purtroppo, i trofei che viaggiano su questa medesima lunghezza d’onda sono tanti e ne ho rintracciati diversi. Il primo è ovviamente l’unico che mi manca (sì, mi manca un trofeo per il Platino), e richiede di uccidere un Capitano cavalcando un Olog. Spiegazione molto rapida per chi non conoscesse L’Ombra della Guerra: gli Olog sono dei troll molto feroci e decisamente complessi da controllare e da cavalcare, quindi già soltanto rintracciarne uno e riuscire a salirgli in groppa sarà un compito arduo. Arrivare persino a sconfiggere un Uruk avversario usufruendo dei colpi, squinternati e per niente regolari, di un Olog è un’impresa titanica, che a oggi, stando alle percentuali del PSN, soltanto il 2,2% dei giocatori ha portato a termine. E molto probabilmente in quel 2,2% non rientrerò io.Un altro trofeo che allo stesso modo ritengo sia stato pensato in maniera poco furba è quello che richiedeva di far combattere due fratelli di sangue tra di loro e godere della morte dell’uno dei due: fino a quando sul web non è comparso un hint decisamente furbo da un utente in particolare, quasi tutti i giocatori sono incappati in una meccanica decisamente randomica che bloccava l’ottenimento del trofeo. Dopo aver irretito l’Uruk prescelto e ordinatogli di andare a combattere contro il proprio fratello di sangue, questi, all’arrivo allo scontro, forte del rapporto che lo legava all’altro Uruk decideva di tradirvi e di venirvi addosso, supportato da quello che in origine era il suo bersaglio. Già il solo rintracciare un orco fratello di sangue di un altro orco non era facile (soprattutto se giocate a difficoltà Nemesi), figurarsi poi vedersi sparire dinanzi agli occhi tutto il lavoro compiuto fino a quel momento. L’hint è arrivato da chi suggeriva di irretire entrambi gli orchi e spedirli nelle Fosse, un sistema di combattimento nel quale vestirete i panni del lurker, ossia dell’osservatore super partes che si gode lo spettacolo. Un altro trofeo che non aggiunge davvero nulla al gameplay.

I trofei prolissiTra questi c’è sicuramente il trofeo che si sblocca al termine dell’Atto IV. Siamo molto onesti: l’end game di Shadow of War è appassionante, divertente, variegato, profondamente dettagliato, ma difendere le proprie fortezze per dieci fasi, con l’ultima che addirittura vi richiede quattro battaglie, è davvero troppo prolisso. C’è da dire che completare le Guerre dell’Ombra vi permetterà di assistere al reale completamento di quello che è L’Ombra della Guerra, ossia il filmato finale, ma arrivarci sarà un percorso molto lungo e, ribadiamo, prolisso. Un altro trofeo decisamente complesso è quello che vi richiederà di raggiungere un livello 2500 nelle statistiche online. Se nella spiegazione tutto sembra incredibilmente facile, soprattutto quando nelle guide online vi si dirà “ce la farete senza problemi nell’Atto IV”, sappiate che il sistema col quale è stato pensato questo trofeo non è per niente così automatico. Bisognerà, infatti, disporre di un esercito tale da poter raggiungere un punteggio di 2500 sommando tutte le valutazioni dei vari schieramenti di avrete nelle regioni, che son in totale quattro (Minas Morgul non verrà conteggiata). Il problema risiede nella difficoltà di raggiungere una valutazione così alta senza ricorrere alle sfide online: una volta terminato l’Atto IV, quindi, se non siete ancora riusciti a ottenere un punteggio di almeno 500 per ogni fortezza, dovrete cimentarvi in quelle che sono le Conquiste online e quindi aumentare quel prolisso che era proprio del trofeo di cui sopra. 

Road toNel complesso, in ogni caso, eliminati i trofei citati poc’anzi, c’è da dire che Shadow of War vi conduce facilmente a quello che è l’obiettivo finale. Tutti i trofei collegati ai collezionabili sono facilmente risolvibili e rintracciabili, arrivando a un quasi completamento non eccessivamente complesso. Tutti quegli obiettivi da soddisfare sfruttando il Nemesis System sono a portata di mano e soprattutto molti li otterrete senza nemmeno accorgervene, come per esempio il dover aiutare un soldato a diventare reggente oppure il cavalcare tutte le bestie presenti a Mordor, che sono davvero molto poche e facilmente rintracciabili, a partire dai drachi, che sicuramente non vorrete perdervi. La difficoltà, insomma, non è poi così alta, se non per quei pochissimi trofei citati poc’anzi che allungheranno di molto la vostra esperienza: d’altronde, voglio chiarire, se ho superato le 100 ore è stato solo per raggiungere il Platino e il level cap (che è 60), proprio ad attestare quanto lungo può essere un percorso non impervio ma abbondantemente prolisso. Forse troppo diluito. 

Questa prima puntata di Road to Platinum è un esperimento, un tentativo per capire se è possibile aprire un dialogo e un dibattito anche sul sistema dei Trofei, che proprio in questi giorni stanno per diventare più elaboratori sul PSN, grazie al sistema – ancora tutto da analizzare – di rewarding al quale sta pensando Sony. Nella speranza di poter aprire un confronto, quindi, vi lascio ai commenti e vi do appuntamento al prossimo episodio di Road to Platinum, per analizzare un altro titolo che necessita di essere spolpato. Magari non per cento e più ore.