Recensione

Pure Farming 2018 la recensione del nuovo rivale made in Techland

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a cura di DjPralla

Un concetto economico che bene o male può essere applicato in tutte le situazioni è quello secondo il quale la concorrenza porta sempre a migliorare il mercato in cui si genera. Anche i videogiochi non fanno eccezione, con alcuni esempi dei tempi recenti, diventati già dei casi classici casi di studio, come Fifa contro Pes oppure la schermaglia dalla distanza di Forza Motorsport e Gran Turismo. Per quanto riguarda il mondo dei simulatori della vita agraria di certo non si può dire che l’offerta scarseggi, il problema è che un unico prodotto riesce effettivamente a svettare di molto rispetto agli altri, andando così ad adagiarsi sul suo stesso standard senza dover rischiare per eccellere nelle successive iterazioni. Cosa succede se un nuovo player di alto profilo tenta di usurpare la corona? Probabilmente questo è il ragionamento base con cui i dirigenti di Techland hanno pensato durante la creazione di Pure Farming 2018.

C’è crisi
Annunciato al pubblico nell’ormai lontana Gamescom 2016, luogo simbolo per i videogiochi simulativi, al tempo proponeva una vista diversa sul mondo dei farming sim, con un taglio grafico particolarmente moderno e la possibilità di esplorare nuove vie dell’agricoltura che solitamente venivano lasciate in secondo piano dai concorrenti. Purtroppo però a quasi due anni di distanza sembra quasi che il progetto sia rimasto fermo nel tempo, senza riuscire a interiorizzare le novità portate avanti altrove. 
Ma andiamo con ordine, le modalità disponibili all’interno di Pure Farming 2018 sono sostanzialmente tre: “Coltivazione Libera” che non è altro che la classica modalità in cui si decide la mappa, l’ammontare di denaro iniziale e ci si butta a capofitto nella coltivazione o nell’allevamento, con partite che hanno una durata in ore tendente all’infinito se vi fate facilmente prendere dalla routine e dal costante miglioramento dei vostri mezzi; “Sfide di Coltivazione” che sostanzialmente sono missioni all’interno dei vari ambienti disponibili in cui vi verrà richiesto di svolgere una determinata mansione, in modo tale da poter esplorare un po’ altri luoghi e fare esperienza con altri mezzi senza dover ricominciare da capo una nuova fattoria; ed infine, anche se in realtà è la prima proposta del menù, “La mia prima Fattoria” un enorme tutorial che vi accompagnerà per parecchie ore facendovi imparare tutto quello che c’è da sapere sul gioco, partendo dalle basi della gestione economica, fino a viaggiare in giro per il mondo per scoprire nuove colture e culture. Questa modalità viene introdotta addirittura con un abbozzo narrativo, che vede un giovane ragazzo di città ereditare la fattoria del nonno, con cui tanto amava lavorare nei campi da bambino. Ovviamente l’incipit narrativo è un pretesto che scompare nel momento stesso in cui finisce il video introduttivo, ma questa modalità resta comunque più dinamica rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare da un tutorial, con punti esperienza che sbloccano nuovi livelli, attrezzi disponibili e aree aggiuntive, oltre a lasciare al giocatore la libertà di coltivare in santa pace i propri appezzamenti oppure andare ad aiutare in cambio di denaro i vicini bisognosi, dovendo però metterci i nostri macchinari e pagare di tasca nostra per il materiale. Quest’ultima feature ci porta però al confronto diretto con Farming Simulator 2018, che proprio nella sua ultima incarnazione ha introdotto questo genere di contratti, ma con un sistema molto più intelligente e interessante, perché in ogni contratto viene offerto al giocatore di svolgere un lavoro con dei macchinari diversi da quelli già acquistati e spesso su colture non ancora sperimentate; in questo modo il giocatore ha la possibilità di provare nuovi macchinari prima di decidere ad effettuare l’acquisto. Un’altra nuova feature di Farming Simulator 2018 che manca invece in Pure Farming è la possibilità noleggiare i macchinari, dovendo effettuare gli acquisti per certi versi al buio e non potendo provare nuove strade prima di effettuare un cospicuo investimento. 

Non è tutto grano quello che luccica
Parlando di difetti, già solo facendo l’appello delle modalità disponibili in Pure Farming 2018, ne troviamo uno bello grosso, ossia la totale assenza del comparto multigiocatore: una delle chiavi su cui Farming Simulator è stato in grado di costruire una community viva e attiva è stato proprio grazie alla possibilità di giocare online, per coordinarsi e svolgere in tandem attività che richiederebbero troppo tempo se svolte da una sola persona. Poter aprire la propria partita ad amici e sconosciuti ad oggi è considerato un caposaldo dell’esperienza made in Giants, quindi l’assenza di questa modalità in quello che vuol diventare il nuovo re, è una mancanza molto grave.
Restando sulla lista delle pecche è da menzionare il risicato parco macchine che vede solo una manciata di trattori e trebbie per di più di marchi non esattamente noti all’interno del nostro mercato: scordatevi John Deer, New Holland o Case, anche perché non potranno essere aggiunti dalla community vista la mancanza del supporto alle mod (per quanto riguarda le versioni console).
Parlando invece di pregi, Pure Farming Simulator 2018 porta i giocatori su lidi insoliti: oltre alla classica mappa del Nord America, in questo caso più precisamente il Montana, con le coltivazioni di grano, orzo, patate e poco altro, è possibile spostarsi in luoghi come la Colombia, l’Italia e addirittura il Giappone. In ognuno di queste nuove zone si potranno provare delle colture differenti, come la canapa e il caffè in Sud America, l’uva e le olive nel nostro bel paese oppure il riso e i ciliegi nel sol levante. Ambienti indubbiamente più ristretti e meno carichi di biodiversità in confronto al Montana, ma molto caratterizzati, come l’isola ricca di viette tra borghi antichi e con al centro un vulcano, per quanto riguarda l’Italia; oppure il frusciare dei petali rosa nella vallata sotto un villaggio di case di legno in Giappone. In generale sono ambientazioni che danno un tocco di freschezza al genere, anche se non hanno ricevuto quell’attenzione al comparto grafico che ci saremmo aspettati dai primi trailer. Su PlayStation 4 Pro il gioco soffre pressoché gli stessi problemi del diretto competitor e che speravamo di vedere qui risolti: gli elementi di contorno al di fuori dei macchinari sono costruiti da pochi poligoni, sono raffigurati con poco dettaglio e realismo, mentre è difficile far meno di notare il costante pop-in dei modelli con maggior dettaglio che vengono man mano renderizzati mentre ci si avvicina. Tutti problemi che ci si aspettava venissero risolti tenendo conto che il prodotto è firmato Techland, ma forse si è sovrastimato il più piccolo studio Iceflame che ha effettivamente sviluppato il titolo.
Per quanto riguarda il gameplay c’è poco da dire in quanto siamo di fronte ad una riproposizione quasi pedissequa di quanto visto in Farming Simulator con stesse meccaniche di movimento e uso dei mezzi, oltre che per quanto riguarda la gestione della fattoria e il ciclare delle coltivazioni. Pure Farming però tende ad essere leggermente più hardcore, perché lascia la possibilità al giocatore di effettuare acquisti tramite l’onnipresente tablet, ma rincara i prezzi del 20% rispetto ad andare direttamente nei vari luoghi designati a completare la compravendita. Anche lo schema dei controlli è simile, ma meno rifinito, in quanto molte volte vi ritroverete a fare mosse funamboliche per poter operare alla perfezione. Da menzionare l’inconcepibile scelta di posizionare l’attivazione del cruise control sullo stesso tasto adibito alla salita o alla discesa dei mezzi, costringendo così ogni volta a doversi accertare che il veicolo sia immobile prima di premere il tasto per evitare di vederlo andare dritto per la sua strada.

– Nuove aree e colture

– Un nuovo competitor sul mercato

– Niente online

– Pochi macchinari e niente mod su console

– Gameplay non al passo coi competitor

– Graficamente non il salto in avanti sperato

7.0

Pure Farming 2018 si propone sul mercato con un primo capitolo che cerca di rompere le acque in una situazione che avrebbe potuto diventare stagnante. Se da un lato prova a proporre nuove colture e ambientazioni diverse dal competitor principale, dall’altro si dimentica la modalità online e non integra tutte le novità sviluppate negli ultimi anni dai ragazzi di Giants. Non ci resta che sperare che la prossima annata porterà a raccolti più rigogliosi.

Voto Recensione di Pure Farming 2018 la recensione del nuovo rivale made in Techland - Recensione


7