Recensione

Pro Evolution Soccer 2015

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a cura di JinChamp

C’è un motivo se Pro Evolution Soccer, per gli amici PES, viene chiamato “il Re”. Sin dai tempi di International Superstar Soccer Pro ’98, chiamato Winning Eleven 3 in Giappone, ha dominato in lungo ed in largo per ben due generazioni di console intere, senza mai perdere un centimetro nei confronti della concorrenza fino all’arrivo delle console di scorsa generazione, PS3 e 360. Ancorato ad un gameplay troppo macchinoso per i tempi che evolvevano velocemente, il Re ha iniziato a perdere terreno e solo un anno fa ha saputo rivoluzionare una volta per tutte la formula soprattutto grazie all’utilizzo del Fox Engine. Quella che ci troviamo ad analizzare ora è probabilmente l’ultima chance per Konami di lasciare il proprio segno su una gen con cui ha sempre avuto poco feeling e poca fortuna. PES 2015 non sarà certo l’ultimo capitolo della serie ad uscire su queste piattaforme ma, con l’avvento delle nuove, è difficile ipotizzare che gli sforzi – e gli acquisti – non si concentreranno su queste ultime e che, per gli anni a venire, sarà probabilmente questo l’ultimo titolo che ricorderemo.È proprio per questi motivi che in questa recensione si cercherà di limitare al minimo l’attenzione su fattori come cosa si è migliorato, eviteremo di paragonare questo titolo sia a quelli passati che con la concorrenza per focalizzarci sul punto chiave di cui anche un videogiocatore appassionato di calcio dovrebbe tener conto: PES 2015 è un titolo valido?

Zero a zero, palla al centroL’unico aspetto su cui è impossibile prescindere è che PES 2015 è certamente un PES. Pad alla mano chiunque potrà sentire quel feeling che da sempre ha caratterizzato la serie, segno che anche con l’evoluzione nel tempo il gioco ha mantenuto una sua certa identità, come un marchio di fabbrica che non si limita solo allo stemma sulla confezione ma che si percepisce dentro e rievoca mille ricordi ed emozioni, recenti e più lontane.Ciò che comunque salta all’occhio è il lavoro che fa il Fox Engine, sia per quanto riguarda la sola grafica che per le animazioni e la fisica, il gioco appare fluido anche se il frame rate non supera purtroppo i 30 frame al secondo, a differenza del gemello current gen, ma almeno restano stabili durante tutta la partita, evidenziando qualche calo giusto durante i replay e non vanno a pregiudicare il gameplay effettivo.Se gli stadi sono pochi, certo non brillano nemmeno per contenuti. Praticamente solo la prima fila a bordo campo conta qualche spettatore poligonale – seppur leggermente grezzo – mentre tutto il resto è riempito da quelle che hanno tutta l’aria di essere sagome di cartone e per lo più tutte molto simili tra loro. Assenti in ogni modalità le coreografie e ciò fa in modo che qualunque competizione si giochi ed in qualunque stadio cambi solo la parte strutturale dell’impianto e niente più.Un plauso invece va fatto per la cura dei giocatori e nei loro aspetti. Fermo restando che i giocatori licenziati sono riprodotti fedelmente ed in maniera impeccabile, per alcuni di loro sono presenti anche stili di animazioni particolari che aumenta notevolmente la somiglianza con la controparte reale anche solo per i movimenti del corpo mentre corre o porta palla. Quanto ai calciatori più sfortunati, riprodotti senza scansione facciale, c’è da dire che almeno il lavoro fatto è piuttosto buono, risultando più o meno somiglianti a seconda dei casi e, soprattutto, c’è una buona varietà tra i modelli, andando ad eliminare quasi del tutto quel colpo d’occhio che li faccia sembrare dei soldatini tutti uguali tra loro. Ottime anche le riproduzioni di scarpini, palloni e divise, peccato solo che molte squadre importanti (Premier League su tutte) non sono licenziate e che l’attuale terzo campionato più importante in Europa, la Bundesliga, sia assente fatta eccezione di tre squadre tra cui il Bayern Monaco.

Sciabolata tesa, mucchio selvaggio… Non va!Se avete ancora in mente l’immagine dei giocatori più veloci di una quindicina di anni fa, come Ronaldo e Shevchenko, che partivano prorompenti come treni, non a caso sui famosissimi binari, infermabili finché non arrivavano in porta, Pro Evolution Soccer 2015 rappresenta una esperienza di gioco diametralmente opposta. Il ritmo di gioco è abbastanza lento di default, ma aumentabile dalle opzioni, e l’approccio con un gioco ragionato fatto di passaggi, gioco di squadra, inserimenti e intelligenza tattica è sicuramente non soltanto il migliore quanto probabilmente l’unico possibile.Decidere invece di incentrare la propria tattica per sfruttare la stella della rosa per partire palla al piede dal centrocampo, poche volte riuscirà a penetrare solo le difese più distratte o prese in contropiede e con la pesante conseguenza di ritrovarsi quel giocatore sfinito con la lingua penzoloni già prima della fine del primo tempo. Che si stia attaccando o difendendo, correre molto porta solo ad un dispendio gratuito delle energie nella maggior parte dei casi, mentre sarà molto più produttivo interpretare le situazioni di gioco come fosse una partita di scacchi, dove il posizionamento, gli anticipi e la visione di gioco sono gli elementi fondamentali che custodiscono le chiavi della vittoria.Il feeling con i comandi è ottimo anche se volutamente passano pochi decimi di secondi da quando si preme un tasto per passare o tirare a quando l’animazione del movimento si conclude e, dopo qualche partita per calibrare dita e cervello, è possibile prendere realmente il controllo dei propri calciatori e riuscire a mettere la palla dove si vuole in molte occasioni, precisione ed abilità dei suddetti permettendo ovviamente. Avere in squadra qualche giocatore tecnico, soprattutto a centrocampo, cambia molto il volto alla squadra ed alla manovra di gioco, migliorando sensibilmente sia sui calci piazzati – seppur un po’ troppo semplificati – che per le azioni offensive palla a terra. L’intelligenza artificiale dei compagni fa sì che questi seguano molto spesso l’azione e creino spazi ed inserimenti, cosa che se saputa sfruttata e padroneggiata a dovere rischia qualche volta addirittura di “rompere” le partite, con delle rasoiate filtranti che tagliano le difese avversarie come una lama rovente sul burro e mandando il proprio attaccante solo davanti al portiere.Restando in tema di intelligenza artificiale, anche le partite contro la CPU sono risultate soddisfacenti quasi a tutti i gradi di difficoltà, da medio in su mentre sotto non si trova quasi alcuna resistenza. Più si va a salire e più le partite diventano combattute ed avvincenti, mai però frustranti. Se è vero che giocando a Superstar le squadre avversarie sono ben messe in campo e con un gioco molto realistico, queste non diventeranno mai infallibili con un lungo e straziante possesso del pallone. Su una situazione di parità è importante non lasciare troppa iniziativa e tenere gli occhi bene aperti, ma sono davvero pochissime le occasioni dove si arriva a subire gol senza poter farci nulla, piuttosto ci si ritrova ad imprecare contro sé stessi per una leggerezza che ha generato uno svarione difensivo e di conseguenza il gol. Trovarsi in vantaggio contro il computer invece è l’occasione ideale per gestire la partita. Con l’avanzare dei minuti l’avversario sostituirà il possesso palla con verticalizzazioni più repentine e non sempre precise e, se si riuscisse a recuperare palla, è probabile trovare una difesa alta e mal posizionata, sfruttabile con un po’ di ingegno ed abilità per allungare il vantaggio. Diversamente, ritrovarsi sotto di uno o più reti mette il giocatore nella posizione di dover pressare e cercare il gol in tutti i modi, mentre la controparte sarà intenta a gestire il pallone e punire nel momento opportuno.Ultima nota riguarda i portieri, spesso ben posizionati e con buone animazioni, credibili e coerenti nelle varie situazioni, che raramente si lasciano scappare qualche papera alla Mai Dire Gol. Piuttosto sono i tiri di precisione che ci sono parsi troppo efficaci, sia dentro che fuori dall’area, mettendo in gravi difficoltà i portieri che molto spesso possono soltanto andare a raccogliere la palla in fondo alla propria rete.

Dentro e fuori dal campoSe il gameplay ha mostrato molto del valore di PES 2015, non si può dire lo stesso del resto. Spiccano certamente le licenze delle coppe Europee, sud Americane ed Asiatiche con le rispettive modalità, tuttavia è innegabile che l’assenza di molte, troppe altre pesi come un macigno. Autorevole come sempre è l’editor, che permette di sopperire a tante mancanze e dare libero sfogo alla fantasia ed alla creatività dei modder. Il Campionato Master e Diventa un Mito sono ormai un classico della serie che hanno fatto scuola per anni, la prima addirittura per oltre un decennio, annoverando poche novità ma faranno comunque la gioia degli affezionati al brand.Più fresca ed attuale è la modalità MyClub, per certi versi controparte del glorioso Ultimate Team della concorrenza, che è in grado di tenere incollato il giocatore per ore ed ore, mentre gestisce il la propria squadra alla ricerca dell’elemento giusto per arricchire la rosa o, più banalmente, uno dei propri campioni preferiti da aggiungere a quelli già al proprio servizio.Tutto questo è però, purtroppo, accompagnato da dei caricamenti veramente troppo lunghi, al limite del noioso, che sia navigare tra i menù, scegliere le divise delle squadre o, ancora peggio, aspettare per il calcio d’inizio.Un’altra inaspettata ed amara nota dolente è stato purtroppo il comparto multigiocatore online. Se per il matchmaking non si riscontrano problemi di sorta, i server durante le partite hanno più di qualche singhiozzo. Se qualche sporadico momento di lag può essere perdonato o imputabile ad una connessione non perfetta del proprio avversario, lasciare che per ogni comando ci metta almeno un secondo pieno prima di esser riproposto sullo schermo è una triste costante di ogni match che abbiamo provato a fare, spegnendo ogni entusiasmo per la partita e lasciando imbarazzo o addirittura frustrazione. Oggi vedere una situazione del genere è abbastanza sconsolante, nonché imperdonabile, soprattutto considerando che tutte le funzioni più vive del gioco fanno leva proprio sulla connettività e ci auguriamo che presto con qualche manutenzione, o meglio qualche patch, Konami intervenga per risolvere questi problemi, che rendono ogni partita in rete a metà tra l’irritante e l’ingiocabile.Nota a margine per la nuova coppia in telecronaca, dove l’ex portiere Luca Marchegiani perde Pardo, passato alla concorrenza, e trova proprio da questa Fabio Caressa. I due non brillano molto per originalità o interesse per ciò che dicono, accompagnano sufficientemente la partita ma i commenti soffrono gravi problemi di slegatura di alcune frasi, con i nomi dei giocatori o delle squadre che sono chiaramente registrati a parte e stonano molto con il resto.

– Il gameplay ragionato funziona e premia il gioco di squadra.

– Il Fox Engine regge bene anche su old gen.

– L’intelligenza artificiale rende avvincente ogni partita.

– Online è quasi ingiocabile.

– Filtranti e tiri di precisione troppo efficaci.

– La nuova telecronaca è un mezzo disastro.

– Caricamenti troppo lunghi.

8.0

Pro Evolution Soccer 2015 ci ha ammaliati con il suo fascino storico, sedotti con un valido gameplay e poi traditi da un online a dir poco deludente. Tuttavia ci sentiamo di dare allo sportivo di punta della Konami un giudizio più che positivo, anche se hanno avuto il grosso torto di aspettare troppo prima di osare dei cambiamenti radicali andando a rischiare fino all’ultimo di saltare a pie’ pari una intera generazione di console. Restando in tema calcistico, su questo sono riusciti a metterci una pezza in calcio d’angolo, grazie ad un gioco che mostra degli importanti punti a favore e che strizza inevitabilmente l’occhio alle nuove console, su cui si continuerà a lavorare nei prossimi anni per plasmare finalmente quello che era e deve continuare ad essere un protagonista sulla scena videoludica. PES si presenta quest’anno come un titolo finalmente completo, competitivo sotto molti punti di vista, nonostante qualche sbavatura qua e là che certamente un affezionato sarà pronto a perdonare, e capace di divertire, che per un videogioco è sempre la cosa più importante.

Voto Recensione di Pro Evolution Soccer 2015 - Recensione


8