Recensione

Prince of Persia Trilogy

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a cura di Folken

Pochi sono i personaggi nati agli albori della storia videoludica che negli anni sono riusciti a rinnovarsi e riproporsi sotto forme diverse, mantenersi competitivi generazione dopo generazione, fino ad arrivare al giorno d’oggi ancora capaci di divertire migliaia di appassionati sparsi per tutto il mondo. Uno di questi è certamente il Principe di Persia, che dopo il primo esordio, datato addirittura 1989, è arrivato quasi indenne fino alla corrente generazione, dove ha esordito come protagonista in uno dei titoli stilisticamente più interessanti degli ultimi anni. Il ritorno al passato dell’ultimo capitolo non ha invece convinto del tutto, ma potrebbe aver stimolato la voglia di riscoprire l’originale Trilogia delle Sabbie. Fortunatamente, Ubisoft ha ben pensato di confezionare in esclusiva per Playstation 3 una versione rimasterizzata dei tre capitoli usciti su console a 128 bit, rimaneggiati per adattarsi alle stratosferiche risoluzioni dei televisori odierni e dotati addirittura del supporto alla stereoscopia.

RipassiamoPrince of Persia: Le Sabbie del Tempo, primo della trilogia (divenuta di recente una tetralogia grazie all’ultimo Le Sabbie Dimenticate) da un punto di vista narrativo abbandonò completamente la trama dei primissimi capitoli per narrare una storia completamente nuova, incentrata appunto sulle misteriose Sabbie del Tempo. L’incipit vede il Principe seguire il Re suo padre durante la conquista di una città avversaria, impresa che porta al regno del protagonista ricchezze, la figlia del Maharajah di nome Farah ed una misteriosa clessidra gigante contenente le Sabbie del Tempo, oltreché un curioso pugnale. Ingannato da un malvagio Visir, il Principe libera le Sabbie ed il loro potere distruttivo usando proprio la lama, strettamente legata alle sabbie stesse, condannando la popolazione del regno alla rovina. Alleandosi con la bella Farah, unica che sembra aver un’idea chiara di quanto stia avvenendo, ed armato del pugnale che gli garantisce dei poteri magici, il nostro eroe parte per una lunga avventura allo scopo di fermare il Visir traditore e riportare la pace al suo popolo. I due episodi successivi proseguono la narrazione di questa intricata vicenda, introducendo nuovi personaggi ed evolvendo la figura del Principe, che in Spirito Guerriero scopre il suo lato oscuro, esemplificato da una brutalità inedita per il personaggio. Ne I Due Troni questo suo alter ego arriverà addirittura a personificarsi, prendendo in alcuni frangenti il sopravvento, trasformando il nostro eroe nel Principe Oscuro. Preferiamo non addentrarci nelle trame dell’intricata storia narrata lungo i tre capitoli nel caso vi siate persi qualcuno di questi episodi; confermiamo comunque la qualità della narrazione e dei personaggi coinvolti, sopravvissuti degnamente alla prova del tempo e abbastanza appassionanti da spingere il giocatore a proseguire nell’avventura fino in fondo.

Un Principe sempre più cattivoI tre titoli condividono il medesimo gameplay incentrato su due elementi principali, quali l’esplorazione acrobatica e il combattimento, dosati diversamente e rimaneggiati in ogni episodio. Il primo predilige ambientazioni luccicanti che fanno da sfondo a lunghe sequenze di salti, volteggi e tutto il repertorio dell’atletico Principe. La routine viene interrotta da alcuni puzzle da risolvere utilizzando la materia grigia e sezioni di combattimento ancora non particolarmente approfondite. Il secondo capitolo sterza con decisione verso la componente action, fornendo al giocatore un campionario sensibilmente più vasto di fendenti, conditi dalla possibilità di sfruttare molto più proficuamente l’ambientazione per effettuare spettacolari attacchi acrobatici. Parallelamente, l’ambientazione e lo stesso protagonista abbandonano le ambientazioni da “Mille e una Notte” per presentare un’estetica molto più oscura e violenta, condita di sangue, smembramenti e musiche pseudo-metal. Ne risente in parte l’esperienza generale che, tralasciando la componente esplorativa sensibilmente ridotta e semplificata, si propone come ripetitiva e meno interessante per gli amanti del Principe più tradizionale. Il terzo ed ultimo capitolo si pone un po’ nel mezzo, proseguendo da un lato l’approfondimento del lato oscuro del nostro eroe, il quale arriverà addirittura a personificarsi in una versione alternativa dello stesso che in alcune occasioni prenderà il sopravvento. Questo elemento, unito ad alcune aggiunte al repertorio del ginnico Principe, espande il gameplay, che recupera le lunghe sezioni platform viste ne Le Sabbie del Tempo ed introduce alcune dinamiche prese in prestito dal genere stealth per quanto riguarda i combattimenti.Al giorno d’oggi i tre titoli mettono in evidenza una giocabilità non sempre perfettamente rifinita, con una risposta ai comandi a volte fastidiosamente approssimativa unita a sporadici bug. Questi elementi rovinano in parte un’esperienza di gioco poco moderna, ma ancora abbastanza divertente ed appagante.

C’è chi sembra non invecchiare mai… e chi no.Ubisoft con questa collezione, facente parte della neonata collana di Sony chiamata Classics HD, regala ai suoi tre titoli l’alta risoluzione, un generale aumento del dettaglio, il supporto al 3D stereoscopico e l’introduzione dei trofei. Tecnicamente il prodotto mantiene in parte le promesse, mostrandosi sensibilmente più pulito rispetto al passato, grazie alla risoluzione maggiore ed a texture in generale più definite. Resta comunque evidente l’età dei tre titoli, evidenziata in particolar modo dai modelli poligonali dei personaggi, piuttosto spigolosi e vagamente goffi nelle scene d’intermezzo. Purtroppo  nelle cut scene prerenderizzate si fa notare una compressione troppo accentuata, ereditata direttamente dal prodotto originale e ben evidente su pannelli di generose dimensioni. Grazie ad una direzione artistica comunque piuttosto ricercata e alla solidità del motore grafico, i tre capitoli restano comunque godibili ancora oggi, fatto salvo per il comparto sonoro, macchiato da effetti a tratti davvero irritanti.

– Tre titoli a prezzo budget

– La trilogia delle sabbie ha sempre il suo fascino

– Gameplay godibile ancora oggi

– Restyling riuscito solo in parte

– A volte mostra la propria età

– Sonoro a tratti insopportabile

7.0

Il pacchetto confezionato dalla casa francese si è dimostrato più che apprezzabile, sebbene la qualità della rimasterizzazione non sia eccelsa. A parte l’innalzamento della risoluzione e l’introduzione della stereoscopia, il comparto tecnico dei tre titoli ha risentito molto dell’età, restando comunque abbastanza godibile. Vale il medesimo discorso per il gameplay che, nonostante le variazioni sul tema dei tre capitoli, mostra la propria vecchiaia in più occasioni. Considerato il prezzo competitivo e il valore storico dell’opera, consigliamo senza dubbio alle nuove leve di approfittare dell’occasione per scoprire tre ottimi action adventure di un passato non poi così remoto. Se invece avete già giocato e finito la trilogia delle Sabbie del Tempo, non troverete particolari stimoli per riprendere in mano dei giochi rimasti identici nella sostanza.

Voto Recensione di Prince of Persia Trilogy - Recensione


7