Recensione

Overgrowth, la recensione di un action melee con conigli e animali antropomorfi

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Se siete fra quelli che amano perdersi nei meandri di Steam o avete qualche annetto in più sulle spalle, il nome di Overgrowth non vi suonerà di certo come nuovo. Il particolare action melee sviluppato dai ragazzi di Wolfire che ha per protagonisti dei conigli antropomorfi – sì, sul serio, e ci sono pure cani, topi, gatti e lupi che si menano – è infatti uno tra i titoli più longevi fra quelli presenti nella libreria digitale di Valve, ma in un senso tutto suo. I lavori su Overgrowth sono infatti iniziati circa nove anni fa e il gioco vanta il riconoscimento di pioniere dell’Early Access, visto che la sua prima apparizione sotto la veste di accesso anticipato risale al 2008, mentre nel 2013, anno in cui Steam adottò il programma di Early Access, l’opera di Wolfire fu uno degli apripista. Dopo poco meno di un decennio in questo lungo limbo, Overgrowth riesce nell’impresa – è davvero il caso di dirlo visti i tempi biblici – di uscire dall’accesso anticipato e di mostrarsi al pubblico finalmente nella sua versione 1.0. Piccolo spoiler: forse, con altri dieci anni di sviluppo, il titolo sarebbe stato pronto sul serio.
Storie di vendette tra fattorie
Overgrowth non è il primo lavoro di Wolfire, ma segue le tracce di Lugaru, titolo uscito nel 2005 e che metteva anch’esso in scena duelli e combattimenti fra animali con posture e comportamenti umani. Buona parte di quegli schemi sono stati ripresi e ampliati dal nuovo titolo che, oltre a condividere il background con il suo predecessore, rispolvera per l’occasione anche una delle campagne del precedente titolo, modalità chiamata senza troppa fantasia Lugaru Story e composta da ventuno atti. Non fatevi ingannare però da questo numero, le scene sono dei veri e propri frammenti e ciascuna non dura più di qualche minuto, giusto il tempo di sconfiggere a suon di calci e pugni lo sparuto manipolo di nemici e di ascoltare qualche rapido scambio di battute, utile per portare avanti la trama. L’incipit della storia sembra uscito da un classico film di Steven Seagal, con tanto di cliché iniziale indispensabile per cominciare la faida di sangue: in questa campagna il giocatore veste i panni di Turner, un coniglio sulle tracce di chi ha sterminato la sua famiglia, trasformandolo così una perfetta macchina da guerra. Non aspettatevi però grandi risvolti morali, personaggi profondi o particolari sottotrame, perché Overgrowth non condivide solo il punto di partenza di molti action movie di serie B, ma tutto il suo svolgimento e il susseguirsi dell’azione paiono uscire dalla penna di uno sceneggiatore poco dotato: i frammenti sono infatti giustapposti uno accanto all’altro solo per dare un po’ di coerenza alla trama, ma i personaggi vanno e vengono senza un reale perché, mentre l’ambientazione passa dalle montagne innevate alle dune del deserto in un batter d’occhio. Non ho utilizzato la parola frammenti in modo casuale, ma il termine è il più adatto per spiegare le scene della campagna, che sono letteralmente tagliate e inframezzate da dei caricamenti. Overgrowth non si limita però a riproporre solo delle tracce del suo passato, ma inserisce una campagna creata ex-novo che, con ulteriore fantasia, è chiamata proprio Overgrowth Story. C’è una cosa che accomuna questa nuova linea narrativa con la precedente storia ed è la sua scrittura approssimativa. Ancora una volta, le vicende ruotano attorno alla sete di vendetta del protagonista, impegnato questa volta a combattere contro chi sta riducendo in schiavitù i conigli, aiutato dalle sue truppe di guardia, composte anche da cani dotati di armatura, subdoli topi e feroci lupi. Vorrei davvero dirvi più, ma la verità è che ancora una volta l’eccessivo spezzettamento della campagna, unito a dei personaggi piatti e all’assenza del parlato non aiutano a catturare l’attenzione. In entrambe le campagne, nonostante l’atmosfera da favola nera fatta da animali antropomorfizzati che oscillano tra il bene e il male come gli esseri umani, lo svolgimento dell’azione prosegue con pochi sussulti e anche i colpi di scena passano via con un colpo di spugna, troncati nella scena successiva. La realtà è che i contenuti di maggiore interesse non sono rappresentati dalle due brevi campagne, ma provengono direttamente dalla fantasia della community, che in questi anni si è accumulata attorno ad Overgrowth e ha creato tante di quelle mod da rendere irriconoscibile il gioco. Giusto per fare alcuni esempi: c’è quella che trasforma il gioco in un picchiaduro 1 VS 1, altre inseriscono diverse e più interessanti campagnee non manca nemmeno quella che ricrea il mondo di Mirror’s Edge, Faith compresa. Il materiale per sbizzarrisci insomma non manca e se il gioco riesce a catturarvi con il suo combat system, può anche darsi che rimarrete incollati per ore e ore: ecco, sul fatto che le meccaniche di gioco possano catturare, rimango piuttosto scettico.
I conigli non sono nati per combattere…
Parto da lontano, esattamente da Absolver: il titolo sviluppato da Sloclap non è perfetto e non tutto il suo potenziale è stato rispettato, ma il suo complesso e appagante sistema di combattimento dovrebbe essere incorniciato e elevato a paradigma per qualsiasi fighting game. In qualche modo, Overgrowth ricorda con il suo combat system quanto visto in Absolver – anche se per la correttezza temporale i nomi dei due giochi andrebbero invertiti – ma tutto appare fin troppo abbozzato e confuso e basterebbe dire che tutte le azioni offensive sono demandate alla pressione di un singolo tasto per capire la pochezza delle meccaniche. I combattimenti avvengono principalmente a mani nude, anche se non mancano alcune armi, come spade, pugnali o bastoni: quale che sia la modalità di attacco, Overgrowth non riesce in alcun modo a restituire il feeling degli impatti e i calci, i pugni e i fendenti paiono sempre attraversare dei corpi immateriali. Non ci sono particolari combo e tecniche, anche se nel semplice 1 vs 1 Overgrowth riesce a difendersi, se non altro per i bizzarri attacchi che un coniglio può sferrare unendo poderosi salti a letali calci, a cui si aggiungono parate, schivate e prese in stile judo. Quello che spicca nei duelli è però la loro velocità, perché i calci e i pugni di Turner sono dannatamente rapidi e bastano pochi istanti per porre fine ad uno scontro. Pur non brillando per profondità, queste fasi sono comunque convincenti, ma nella realtà dei fatti sono limitate a poche sessioni, visto che spesso i duelli comprendono più animali allo stesso tempo. Queste sezioni sono il festival della confusione e non mancano momenti al limite dell’ilarità, con improbabili trenini di conigli e cani all’inseguimento del protagonista in fuga. I quasi dieci anni di sviluppo non sono stati sufficienti al team di sviluppo per implementare quelle sottigliezza che avrebbero arricchito il combat system e, anzi, appare chiaro come ci siano ancora evidenti punti mancanti: non esiste il lock dei nemici, non c’è traccia di una barra dell’energia né vi è la presenza di un qualche indicatore che segnali il numero dei danni inferti dagli attacchi. Queste assenze premiano l’immediatezza, ma denotano allo stesso tempo una scarsa cura dei dettagli e, nonostante ci si sforzi a mettere in piedi dei combattimenti coordinati e coreografici, il finale più scontato è un triste button mashing. 
… Ma forse nemmeno per saltare
Overgrowth non è solo combattimenti e sangue, ma i suoi frammenti di gioco sono conditi anche con del parkour, con delle sezioni platform e con frangenti in cui sfruttare i classici stilemi stealth. Quasi superfluo dirlo: anche queste sezioni regalano ben poche emozioni. A conti fatti, e suona un po’ strano dirlo dopo quasi dieci anni passati fra le varie fasi di sviluppo, Overgrowth appare come un titolo ancora molto grezzo, dove è stato tralasciato il polishing finale. I conigli saltano e questo lo sappiamo, ma i conigli di Overgrowth saltano parecchio in alto e l’effetto di questi balzi è piuttosto straniante e sembra quasi che i protagonisti abbiano un jetpack invisibile sulle spalle, visto che la bizzarra fisica del titolo fa compiere ai vari personaggi evoluzioni al di fuori di ogni regola. Overgrowth è un progetto ambizioso, forse pure troppo ambizioso e nell’ottica di fornire al proprio lavoro un’impronta tutta sua, il team di sviluppo ha creato da zero un engine grafico, con tanto di fisica in grado di calcolare gli schizzi di sangue e simulare i movimenti di ogni singola parte del corpo. Nonostante queste altisonanti dichiarazioni, il risultato è un ragdoll al limite del tragicomico, con i personaggi che paiono dei pupi siciliani a cui sono stati staccati i fili. I frangenti dedicati al parkour e al platform sono più frustranti che divertenti, visto che compiere un salto nella direzione giusta è un’impresa degna di Sisifo e spesso si è costretti a compiere più e più volte gli stessi passaggi per via di un appiglio mancato o per una corsa lungo il muro finita in tragedia, con il protagonista in mille pezzi schiantato al suolo. Pur non brillando per fantasia, le sezioni stealth hanno comunque il loro equilibrio e spesso seguire alle spalle ogni ignaro nemico per farlo fuori silenziosamente è l’unica reale via verso il successo. 
Come detto poco prima, Overgrowth non sfrutta nessuno dei classici motori di gioco in genere impiegati per una produzione indie, ma i ragazzi di Wolfire hanno preferito seguire una strada tutta loro, fatta di fatica, sudore e di un engine proprietario. I risultati sono però purtroppo abbastanza altalenanti e, ancora una volta, il meglio viene fornito dalle mod e non dal gioco base. Da un lato, i modelli utilizzati per le varie razze sono ben costruiti, i personaggi sono ricchi di dettagli e di certo riescono a catturare l’attenzione del giocatore per via della loro bizzarra natura antropomorfa: guidare un coniglio in armatura e con in mano una spada è piuttosto curioso. Dall’altro, i livelli sono per lo più costituiti da paesaggi freddi e asettici, con ben pochi elementi ad arricchire il panorama: gli edifici si contano sulle dita d’una mano e non è difficile accorgersi di come molte strutture siano state messe lì in modo forzato solo per introdurre delle brevi sezioni platform. Non mi stancherò mai di ribadirlo: Overgrowth non sembra in alcun modo un titolo completo al 100% e ci sono molti indizi a dimostrarlo. A parte gli evidenti difetti dell’IA, le stranezze della fisica, svariate compenetrazioni e paesaggi dove le texture sono state spalmate in lungo e in largo con evidenti ricicli, basta fare un giro nelle opzioni grafiche per capire come il titolo necessiti ancora di lavori. Overgrowth è un action, con tanto di combattimenti e platform: la cosa più ovvia sarebbe giocarlo con un pad, operazione sì possibile, ma non senza qualche compromesso. Nelle impostazioni non c’è infatti traccia della mappatura dei tasti se non per la tastiera e quando si attiva il menù non vi è modo di scorrere le voci usando la croce direzionale: insomma, liberi di giocare ad Overgrowth con il pad, ma a vostro rischio e pericolo. Almeno il team di sviluppo è stato onesto e viene ammasso solo un supporto parziale per i joypad nella pagina di Steam. 

– Tanti contenuti grazie alle mod

– Sicuramente l’ambientazione e i personaggi non passano inosservati

– Il combat system è immediato e frenetico

– Le due campagne non lasciano il segno

– Complessivamente poco rifinito

– Combattimenti confusi se non nell’uno contro uno

– Svariati problemi con la fisica e con l’IA

5.5

Overgrowth fa parte della mitologia del sottobosco del pc gaming ed è uno di quei giochi che non si sapeva bene se sarebbero mai giunti a destinazione o meno. Dopo quasi una decade d’attesa, l’action melee di Wolfire arriva finalmente su Steam nella sua versione definitiva, ma l’approdo è tutt’altro che agevole. Overgrowth finisce vittima della sua stessa ambizione e compie non pochi scivoloni in quelli che dovrebbero essere i cardini del gioco: il combat system è intuitivo, ma caotico e poco tecnico, soprattutto nei duelli contro più nemici, le sezioni platform risultano frustranti e poco interessanti e, più in generale, sono molti i punti in cui Overgrowth appare ancora troppo grezzo. Il titolo viene solo tenuto parzialmente a galla grazie alla mole di contenuti provenienti dalla community dei modder, molto attiva e che ha già fornito delle campagne ben più interessanti delle due presenti inizialmente nel gioco.

Voto Recensione di Overgrowth, la recensione di un action melee con conigli e animali antropomorfi - Recensione


5.5