Occhio Critico - Le idee, quelle belle

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Grazie a (o per colpa di, dipende dai punti di vista) internet, la comunità dei videogiocatori di tutto il mondo ha maggiore voce in capitolo nelle dinamiche del mercato videoludico, e non ha affatto paura di esercitarla: dalla ribellione che seguì all’annuncio della nuova politica di Microsoft con Xbox One in giù, (ma anche da prima per essere precisi) la rete ama lamentarsi, spesso più per moda che a ragion veduta.
Eppure, tra tante derive criticabili, e Occhio Critico si soffermerà anche su quelle non temete prodi lettori, l’attuale mercato videoludico ha proposto, nel corso degli ultimi anni, anche iniziative a grande vantaggio dei giocatori, tanto da una sponda quanto dall’altra dell’oceano.
In questa puntata ne citeremo cinque, in ordine rigorosamente sparso, così da rendere giustizia ai loro ideatori e ai colossi che le hanno sostenute e portate avanti, anche quando questo ha comportato dei costi non indifferenti.

Retrocompatibilità

Poco più di un paio d’anni fa, quando le ondate di remastered e raccolte dei giochi usciti per le scorse generazioni di console tempestavano il mercato, Microsoft se ne uscì, quasi a sorpresa, con l’annuncio della retrocompatibilità dei giochi per Xbox 360 su Xbox One.
Totalmente gratuita e arricchita di mese in mese di nuovi titoli da allora, questa feature rappresenta, senza ombra di dubbio, quanto di meglio sia capitato tanto alla casa di Redmond quanto a noi videogiocatori negli ultimi anni: il parco ludico della console Microsoft della scorsa generazione è straordinario, figlio di una serie di esclusive di rilievo e di un ciclo vitale innaturalmente lungo, che si è protratto fino a circa tre anni fa.
Con questa mossa, Microsoft ha dato valore alle collezioni di migliaia di videogiocatori in tutto il mondo, consentendo di recuperare titoli che ci si era persi all’epoca, alcuni dei quali, peraltro, con significativi miglioramenti a livello tecnico, tra framerate più stabili e texture di qualità migliore.
Il trend degli ultimi anni, purtroppo, sembra essere quello di non includere la retrocompatibilità: Xbox 360 lo era in maniera assai limitata con la prima Xbox (entrata a far parte anch’essa della retrocompatibilità, anche se in maniera molto minore), solo i primissimi modelli di PS3 lo erano e, nemmeno a dirlo, PS4 e Switch hanno rotto i ponti con il passato.
In questo contesto, Xbox One si distingue fieramente, supportando i giocatori senza costi aggiuntivi e assicurandosi un posto fisso sotto ai televisori di moltissimi appassionati anche per gli anni a venire.
Da parte nostra, speriamo vivamente che anche Sony e Nintendo abbiano recepito il messaggio e che l’inevitabile quinta incarnazione della Playstation sia compatibile con il parco software dell’attuale ammiraglia.
 

Modalità supercampionamento

Come per l’annuncio della retrocompatibilità, che fu un gradito fulmine a ciel sereno, lo scorso update di sistema di PS4 ha portato in dote una feature utilissima, che se implementata con maggiore celerità avrebbe favorito la penetrazione sul mercato del modello Pro della console di casa Sony: parlo, ovviamente, della modalità supercampionamento.
In risposta alle esigenze di migliaia di videogiocatori sparsi per il mondo (tra cui il sottoscritto), che, pur non disponendo (ancora) di un televisore in 4K, morivano dalla voglia di mettere le mani sulla versione potenziata della loro console preferita, gli ingegneri Sony hanno optato per un supercampionamento di sistema, il quale, indipendentemente dal supporto dei singoli giochi, effettua il rendering delle immagini a risoluzioni superiori al Full HD, per poi downscalare alla risoluzione della tv collegata.
In soldoni, questa procedura consente di godere di miglioramenti significativi (anche se, ovviamente, inferiori rispetto al 4K nativo) anche su televisori che supportano una risoluzione massima di 1080p, giustificando pienamente, a mio modo di vedere, l’upgrade dalla versione base della console.
Anche questa feature è totalmente gratuita e attivabile con estrema semplicità dai menu di impostazione, eppure il suo peso è notevole nell’economia dei giochi più spettacolari, come Horizon Zero Dawn, Uncharted 4 o Rise of the Tomb Raider, la cui spettacolare resa rende meno pesante l’attesa per l’acquisto di un pannello in 4K.
Il mio modesto parere è che, aldilà dei pur buoni dati di vendita del modello premium di PS4, se questa feature fosse giunta a ridosso del lancio avrebbe giovato enormemente al marketing della console.

Portabilità

I miei lettori più assidui saranno a conoscenza dello sconfinato amore che provo per il gioco in mobilità e, più in generale, per le console portatili: come facevo, alla luce di questo, a non amare Nintendo Switch?
L’idea alla base della console Nintendo è, semplicemente, vincente: unire due universi ed offrire ai giocatori la flessibilità necessaria per godere dei loro titoli preferiti indipendentemente da limiti spaziali e temporali è un concetto di certo non rivoluzionario, ma che il mercato videoludico insegue dalla notte dei tempi.
Il primo, trionfale anno della console ibrida della grande N ci testimonia come, aldilà dei gusti personali e di una serie di esclusive incredibili, l’assoluta unicità di Switch rappresenta il suo selling point più consistente, non solo in Giappone, patria storica delle macchine portatili, ma anche in Europa e negli Stati Uniti, dove spesso le macchine da gioco portatili venivano spesso percepite (erroneamente) come “minori”.
In quante recensioni, non solo sulle pagine di Spaziogames.it, avete letto tra i pro “Switch consente di giocarci ovunque”?
Sembra una banalità, ma la possibilità di superare certe barriere scendendo a compromessi minimi unita a una strategia di marketing decisamente più aggressiva e mirata, potrebbero portare Switch ad un successo su scala mondiale addirittura superiore a quello di Wii, che rimane, a tutt’oggi, una delle console più vendute della storia.
Dal canto mio, spero ardentemente che Nintendo non abbandoni mai questa strada, perché le sedute in bagno, le immancabili file alla posta e i viaggi in treno non sarebbero più gli stessi senza.

Sconti continui

Inizialmente appannaggio dei soli utenti PC, che aspettavano come il Sacro Graal i saldi delle principali piattaforme ludiche in rete (Steam e GoG su tutte), gli sconti hanno invaso di prepotenza anche il mercato console, consentendo ai più attenti al budget di seguire la loro più grande passione senza privarsi di un rene.
Certo, c’è da “accontentarsi” della copia digitale e bisogna avere la pazienza di attendere che i propri preferiti vadano in saldo, ma volendo, visto il ritmo a cui sono proposti prezzi speciali sui tre principali negozi digitali e il gran numero di titoli in promozione per singolo mese, sarebbe possibile limitarsi ad acquistare qualche titolo ogni tanto per poi fare il pieno durante i saldi.
Più realisticamente, il videogiocatore medio, bulimico per natura, approfitta degli sconti per recuperare titoli usciti diversi anni prima o per dare una possibilità a prodotti sui quali, nel dubbio, non avrebbe puntato a prezzo pieno.
Da qualunque punto di vista lo si guardi, comunque, il fenomeno delle offerte e delle promozioni a tempo è divenuto ormai una costante del mercato videoludico, contribuendo ad abbattere i costi e ad ampliare consistentemente il bacino d’utenza, portando benefici notevoli tanto all’industria quanto ai videogiocatori.
Quando gira l’economia e, nel contempo, c’è la possibilità di giocare titoli meritevoli a pochi euro, dalle mie parti si chiama “win-win situation”: chi più (Sony), chi meno (Nintendo, almeno finora) tutti e tre i principali publisher sul mercato hanno saputo offrire al loro pubblico offerte ricche, frequenti e particolarmente vantaggiose.
Venghino, signori, venghino.

Cross-buy/ Play anywhere

Dapprima fu Sony ad introdurre un’opzione tanto gradita quanto conveniente per i videogiocatori: acquistando un titolo in un formato, fisso o portatile che fosse, l’altra versione era compresa nel prezzo, così da consentire di giocarci sempre e di avere, a conti fatti, due versioni al prezzo di una.
Introdotta sul finire del ciclo vitale di Playstation 3 e poi riproposta con PS4, almeno fino al declino di Playstation Vita, che rende il cross-buy assai meno attraente di quanto fosse appena lanciato, questa opzione rendeva molto più appetibili tantissimi titoli indipendenti e, accoppiata al cross-save, rendeva possibile fare quello che Switch consente da sponda Nintendo, ovvero svincolare l’esperienza di gioco d limiti spazio-temporali.
Microsoft, dal canto suo, ha implementato il famigerato Play Anywhere, un vero e proprio paradiso per gli utenti del colosso di Redmond: acquistando un titolo che appartiene a questa categoria, se ne può usufruire, indistintamente, sia su Xbox One sia su PC, giocandoci sullo schermo della scrivania o sul televisore di casa, alla propria risoluzione preferita.
Davvero un modo efficace di dare valore ai soldi dei videogiocatori, anche perché, a differenza dell’opzione cross-buy, presente perlopiù in titoli indipendenti o produzioni comunque di medio livello, Play Anywhere ha incluso tantissimi titoli di prima fascia, tripla A dal prezzo di lancio non indifferente.
Ultima, quantomeno in questa categoria, Nintendo: la possibilità di fruire di un titolo acquistato su 3DS anche nella sua forma Wii U e viceversa è stata implementata tardivamente e su una selezione limitatissima di titoli, tanto da non rendere il servizio nemmeno accostabile ai summenzionati delle dirette concorrenti Sony e Microsoft.
Ci sono comunque tempo e modo di migliorare anche per il colosso di Kyoto.

Per una volta, Occhio Critico si sofferma a pensare a quanto di buono c’è nell’odierno mercato videoludico invece di provare a sanare (o, quantomeno, ad aprire discussioni costruttive) su cosa non va.

Ognuna delle idee citate ha migliorato consistentemente l’esperienza per i videogiocatori, quando dando valore ai loro soldi, quando al loro tempo, quando ancora ai loro occhi: in un mercato spesso criticato (e a ragione) per essere interessato primariamente al portafogli del pubblico, è piacevole constatare come i grandi marchi si premurino anche di offrire oltre che di prendere.

Come sempre, se ci sono idee che vi sono piaciute anche più di queste, non dovete fare altro che elencarcele nei commenti.

E non temete, una delle prossime puntate di Occhio Critico sarà assai meno accondiscendente di questa…