Netflix e i videogiochi

Avatar

a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Mentre leggete queste righe, la serie animata di Castlevania sarà ormai approdata sulla piattaforma Netflix. Voluta fortemente da Adi Shankar, produttore cinematografico e regista statunitense di origini indiane – autore tra le varie cose anche di alcuni cortometraggi dedicati a James Bond e ai Power Rangers – la serie dedicata ai cacciatori di vampiri si prospetta come una delle più violente di sempre, grazie anche alla partecipazione di elementi chiave come Warren Ellis e Kevin Kolde. Ma non è tutto: pochi giorni fa Shankar ha annunciato attraverso la propria pagina Facebook personale che il suo prossimo progetto sarà ancora una volta una serie animata, questa volta dedicata ad Assassin’s Creed. Senza contare anche The Witcher, attualmente in lavorazione (ispirata però ai romanzi delo scrittore polacco Andrzej Sapkowski e prodotta da Sean Daniel e Jason Brown). Insomma, il rapporto tra Netflix e il mondo dei videogiochi sembra quindi un sodalizio destinato a rafforzarsi negli anni a venire. Quali sono però i videogames che vorremo vedere al più presto sul piccolo schermo?

La visione di ShankarSicuramente, con l’arrivo dell’anime dedicato a Dracula e alla famiglia Belmont, qualcosa si è mosso. Innanzitutto, l’entusiasmo da parte del pubblico nel momento dell’annuncio è stato così elevato che nessuno, produttori inclusi, si aspettavano di ricevere le lodi ancor prima che il prodotto facesse capolino sulla piattaforma streaming. Ciò molto probabilmente è dovuto al fatto che il mondo dei videogiochi è stato spesso maltrattato sul grande schermo (sono infatti innumerevoli le trasposizioni fallimentari negli ultimi anni) e che il riscatto potrebbe avvenire proprio da prodotti come Castlevania. Immaginate magari un’altra nota serie Konami trasposta sotto forma di prodotto televisivo, ovvero Metal Gear Solid, basata sulle vicende del primo, storico capitolo apparso sulla PlayStation originale, forte di un tratto fortemente anime e con la supervisione del character designer e illustratore giapponese Yoji Shinkawa. Certo, un film basato sulle vicende di Snake è attualmente in pre-preduzione, ma a nessuno darebbe fastidio una mini serie – magari anche questa da quattro episodi da trenta minuti l’uno – in stile anime. Così come nessuno direbbe no a un progetto dedicato a Final Fantasy, magari legato non al quindicesimo capitolo della serie regolare da poco apparso nei negozi (che tra le altre cose ha già ricevuto una miniserie animata, ossia Brotherhood: Final Fantasy XV), bensì una storia originale ambientata nelle terre di Ivalice, teatro di Final Fantasy Tactics, Final Fantasy XIV e Final Fantasy XII. Un’epopea fantasy alla Game of Thrones, contraddistinta però dalle classiche atmosfere e dai personaggi della saga di RPG più famosa del mondo. Per non parlare di un’altra serie dalle tinte fantastiche e medievaleggianti che non sfigurerebbe affatto sotto forma di prodotto animato: sto parlando di The Legend of Zelda, che grazie all’ultimo capitolo apparso da pochi mesi su console Nintendo Switch e Wii U (ossia il bellissimo Breath of the Wild) ha saputo dimostrare come un tratto adulto ben si sposa con le tipiche tematiche di una saga che negli anni ha saputo emozionare una legione di videogiocatori. E che emozionerebbe senza alcun problema anche migliaia di abbonati Netflix.

La rivincita dei videogiochi?Certo, al momento si tratta solo di sogni e speranze, ma è pur vero che l’utenza legata al mondo dei videogiochi è realmente ampia, così come il bacino di spettatori che hanno deciso di sottoscrivere un abbonamento Netflix è caratterizzato anche e soprattutto da persone cresciute negli anni 80 e 90, che non rifiuterebbero una nuova corrente di serie animate ispirate a videogiochi di successo, magari anche non modernissime (come, appunto, quella di Castlevania). L’unico modo per testimoniare la cosa sarà attendere il riscontro del pubblico, che ora come ora sembra letteralmente assuefatto da serie TV di ogni genere, prodotte in quantità industriale. Se questa “parentesi videoludica” perdurerà, potete star certi che verremo letteralmente invasi da prodotti di ogni genere. E Netflix lo sa molto bene, tanto che la scelta di ridare vita a Castlevania – un francise morto e sepolto per quanto riguarda le sue incarnazioni su console – potrebbe fungere anche da trampolino di lancio proprio per una nuova saga di videogiochi, a sua volta ispirati alla serie animata. Uno scambio di favori? Perché no. Quando due medium così forti si incontrano, le conseguenze possono essere realmente inaspettate.Assistere al ritorno del Conte Dracula e della famiglia Belmont al prezzo di un abbonamento mensile di pochi euro vorrà dire tentare di dare corpo a una visione a cui il cinema non è mai riuscito a dare un senso. Ovvero quello di poter finalmente esclamare “sì, ecco finalmente un prodotto di successo tratto da un videogioco” che non sia un flop al botteghino o una scadente produzione da quattro soldi realizzata dalla major di turno. Per il futuro, quindi, non ci resta che incrociare le dita e tenere sotto controllo il palinsesto Netflix. Sia mai che qualcosa non esca fuori quando meno ce lo aspettiamo.

Non ci è dato sapere quante e quali serie arriveranno nel prossimo futuro (ad eccezione della seconda stagione di Castlevania, oltre ad Assassin’s Creed e The Witcher). Fatto sta che Adi Shankar ha forse dato il via a qualcosa di molto interessante, un sodalizio che immaginiamo possa dare i frutti sperati sulla lunga distanza, non appena gli ascolti e il gradimento del pubblico saranno abbastanza alti da giustificare l’avvio di nuove produzioni. Metal Gear Solid? The Legend of Zelda? Final Fantasy? Chi può dirlo: l’unica cosa certa è che al momento sognare non costa nulla. Al massimo, il prezzo sarà quello di un abbonamento mensile a Netflix.