Recensione

Mortal Kombat Complete Edition

Avatar

a cura di Shiryo

La sfida tra gamers PC e Console è sempre viva e ardente, termine, quest’ultimo, particolarmente azzeccato quando si parla di Mortal Kombat, il celebre picchiaduro sviluppato da NetherRealm, che fa di atmosfere infernali e personaggi oltre il limite dell’umano parte integrante della propria riconoscibilità. Senza dimenticare il sangue. Litri di sangue. I giocatori console hanno avuto tutto il tempo per giocare e rigiocare il proprio picchiaduro preferito ma, a due anni di distanza dal rilascio del gioco su console, finalmente anche gli estimatori dell’ultraviolenza su PC possono godere dell’ultima incarnazione del brand.
Un’attesa di due anni giustificata dal prodotto finale? Probabilmente non del tutto a causa di alcune scelte poco gradite, ma il risultato è senza dubbio interessante.
Scopo di questa review è analizzare le differenze principali, qualitativamente parlando, rispetto alle versioni console. Non mancheremo di raccontarvi i contenuti di questa Komplete Edition, rimandandovi, invece, alla review console di Mortal Kombat, disponibile QUI per maggiori dettagli.
 
Ricapitolando… dove eravamo arrivati?
Correva l’anno 2011 quando, più o meno a sorpresa, venne annunciato Mortal Kombat, titolo semplice e d’impatto, quasi a voler far comprendere ai fan quanto grande fosse la volontà di NetherRealm di tornare alle origini e di voltare pagina da alcuni pessimi capitoli della saga.
Mortal Kombat, altresì resosi noto come Mortal Kombat 9 o Mortal Kombat 2011 per evitare malintesi con la sua primissima incarnazione del 1992, seppe stupire gli estimatori grazie a un’incredibile quantità di contenuti offerti. Finalmente, nelle mani dei videogiocatori Xbox 360 e PS3, arrivò un prodotto completo, qualitativamente ottimo e ricco di funzionalità: una modalità storia capace di spiegare il background dietro personaggi celebri e amati da quasi vent’anni, ma mai sufficientemente raccontati sugli schermi videoludici fino a quel momento, una modalità Krypta con la quale sbloccare decine di bozzetti, costumi, e fatality aggiuntive, un multiplayer funzionale sebbene non perfetto che accompagnava una completissima serie di modalità per il giocatore singolo, e spaziava dalle immancabili “Skalate” a prove d’abilità per testare le proprie skills. Nell’era dei DLC e dei giochi usciti privati di alcune funzionalità per essere completati solo dopo il rilascio, a pagamento, Mortal Kombat fu considerata una perla rara di impegno da parte degli sviluppatori, e di rispetto per un machio stimabile…
Tutto questo finché non uscirono i DLC delle skin classiche, dei personaggi aggiuntivi e infine la Komplete Edition a beffare chiunque avesse supportato il successo del gioco alla sua uscita, magari acquistando una bella Kollector Edition e spendendo decide di euro ulteriori sui contenuti scaricabili. Mortal Kombat KE è infatti un unico box contenente, direttamente su disco di gioco, i seguenti contenuti aggiuntivi: 
-Skarlet
-Kenshi
-Rain
-Freddy Krueger (cameo del personaggio reso celebre dalla saga Nightmare on Elm Street)
-15 Skin Classiche per altrettanti personaggi
-3 Fatality old-style, rispettivamente per Scorpion, Sub-Zero e Reptile
Uno scherzetto dal quale, per fortuna o loro malgrado, i giocatori PC non si sono dovuti tutelare, non esistendo, infatti, una versione PC né di Mortal Kombat “base”, né della sua reincarnazione completa. Fino ad ora.
Due anni di attesa.. valsa la pena?
Difficile rispondere alla domanda se sia valsa la pena di aspettare o meno, se oltre all’attesa non si considerano una moltitudine di altri fattori soggettivi.
Sicuramente la possibilità di acquistare, senza spese aggiuntive, tutta l’esperienza offerta dal titolo in un’unica soluzione è un fattore interessante, comunque già offerto in passato anche ai giocatori console, senza alcune ulteriore aggiunta o particolare miglioria a celebrare questo rilascio su Computer.
L’edizione PC infatti, nonostante il tempo passato, porta con sé tutti i difetti della versione console. Salvo l’aspetto grafico, che andremo ad analizzare successivamente, non v’è alcuna ottimizzazione né per quanto riguarda il gameplay, persistendo quindi hit-box approssimative e la legnosità tipica della saga, né per quanto riguarda l’integrazione dei contenuti aggiuntivi nel prodotto finito. I personaggi scaricabili, che in questa edizione troverete direttamente a disposizione nel gioco da subito, sono sempre relegati ad un menù a scomparsa che appare portando il cursore di selezione del combattente sul volto di Cyber Sub-Zero, personaggio che, peraltro, sarebbe dovuto rimanere segreto fino al completamento della storia e invece viene bellamente svelato già dalla prima battaglia.
Se nella Komplete Edition console questi aspetti erano tollerabili, considerando il rilascio immediatamente successivo all’ultima serie di DLC, lo sono meno su una release che arriva a due anni di distanza, e per la quale sarebbe stata gradita un po’ più di cura nella presentazione generale, anche di dettagli non determinanti.
Fortunatamente, soprassedendo su queste mancate finezze e fiondandosi in combattimento, il videogiocatore PC può dire di avere per le mani un prodotto graficamente superiore, dotato di un comparto tecnico che ben si adatta ai diversi hardware PC sui quali si troverà a girare. Settando i dettagli al massimo, abbiamo apprezzato un’ottima qualità sia delle textures dei personaggi che, soprattutto, della resa visiva dei fondali, i quali acquisiscono profondità e credibilità non godibili in egual misura su console.
Su PC meno prestanti, settaggi grafici elevati non portano a scatti evidenti, andando piuttosto a ridurre il framerate. Una scelta che in qualche modo consente anche ai giocatori non dotati di hardware di ultima generazione di scegliere quanta fluidità di gioco siano disposti a sacrificare in cambio del dettaglio visivo, senza avere a che fare con scatti che renderebbero il titolo ingiocabile. Purtroppo la funzione di autoconfigurazione sembra non riuscire ad azzeccare il miglior bilanciamento in questo senso e non v’è alcuna indicazione a schermo che aiuti ad impostare il corretto rapporto tra velocità e dettaglio, lasciando totalmente nelle mani del giocatore la scelta. Questo fattore può tradursi nella difficoltà, soprattutto da parte di giocatori che non abbiano provato le versioni console, nel comprendere quale sia la velocità di gioco “giusta”, portandoli, magari, ad abituarsi ad un ritmo di gioco troppo blando e che non corrisponde a quello previsto dai developers e giocato dalla maggior parte dei players.
Apprezzato l’impatto con la nuova resa visiva, abbiamo affrontato alcuni passaggi della modalità storia, croce e delizia della versione originale. Qui l’espressione di piacevole stupore rimasta sui nostri volti dopo esserci rifatti gli occhi con la migliorata grafica, ha lasciato posto a incredulo stupore, già dalla primissima cut-scene. Probabilmente a causa della modalità di distribuzione digitale, tutti i contenuti video hanno infatti subito un downgrade evidente, che pesa nel complesso di una modalità nella quale tali contenuti sono piuttosto protagonisti.
Resta totalmente inascoltabile il doppiaggio in italiano, che non ci aspettavamo venisse reinterpretato per il lancio della versione PC, ma che risentire ancora invariato a due anni di distanza, ha fatto riprovare lo stesso brivido sulla schiena sentito durante il primo walkthrough della modalità storia su PS3 o Xbox360. Considerando l’agghiacciante doppiaggio, che accompagna questa volta filmati abbondantemente compressi, ecco che la modalità storia diventa il primo dei fattori che più pagano il passaggio su computer.
Fortutanamente la community di videogiocatori, come spesso accade nel mondo PC, non è stata a guardare (a ragion veduta) iniziando a dar vita da subito a mod interessanti. Mentre qualcuno preferirà installare la modifica che rende giocabili i Boss del gioco, i puristi preferiranno scaricare il corposo add-on di 13 GB divisi in 15 parti, che restituisce al gioco i filmati originali a 720p e con audio di ripristinata qualità, anche in italiano. Se ve lo state chiedendo, no, nessun fan ha deciso di ridoppiare il gioco, per ora.
Picchiamoci in compagnia (se riusciamo)
Come dicevamo poco sopra, la modalità storia è solo uno tra gli elementi penalizzati dalla conversione. L’altro comparto particolarmente vittima del cambio di piattaforma ci è parso quello multiplayer, anch’esso trasposto pari pari dal titolo originale, e tra tutti è l’elemento che peggio ha subito il passaggio dei due anni.
Questa recensione è stata pensata e scritta, fino al punto in cui state leggendo, durante l’attesa di trovare un avversario online. L’avviso di ritrovamento del contendente è giunto proprio durante la stesura di queste righe, dopo un’attesa decisamente eccessiva. Sicuramente il tempo passato ha abbassato l’hype nei confronti del titolo, ma un intero weekend passato a cercare faticosamente degli avversari non può essere solo causa di un basso numero di giocatori disponibili, soprattutto considerando l’attesa del pubblico PC e  il prezzo budget. Lo scontro, ultimo di una serie che con similari lunghe attese siamo riusciti ad affrontare, s’è svolto ad un framerate eccessivamente basso, esattamente come la decina di scontri precedenti, il che ci ha fatto riflettere sulla prestanza del netcode. Nonostante i settaggi grafici ci consentissero di giocare alla velocità di gioco corretta in single player, il ritmo degli scontri in multiplayer è sempre risultato visibilmente più basso, al limite della moviola, forse a causa dei settaggi dell’avversario o semplicemente per via di un netcode per nulla ottimizzato.
Della decina di scontri affrontati una abbondante metà è stata vinta, ma nessuno degli avversari ha saputo accettare la sconfitta, disconnettendosi proprio durante la X-Ray finale o poco prima di una Fatality: se della mancata sportività di molti giocatori non possiamo incolpare i developers, sicuramente possiamo storcere il naso davanti alla mancata introduzione di un sistema che impedisca disconnessioni truffaldine, a due anni di distanza. Cosi com’è ora, il comparto multipayer rischia di non avere le carte in regola per dare alla community di videogiocatori PC, il Mortal Kombat “da torneo” cui probabilmente ambivano.

– L’ottimo MK, completo, anche per i giocatori PC

– Impatto grafico migliorato

– La possibilità di usare Mod non ufficiali apre nuovi mondi

– Netcode non ottimizzato

– Cutscenes peggiorate dalla versione console

– Mancata cura nei dettagli della conversione

8.0

A due anni di distanza dal rilascio di Mortal Kombat su console, il titolo NetherRealm approda su PC. Nonostante la totale mancanza di miglioramenti per quanto riguarda gameplay, presentazione generale o integrazione tra DLC e gioco base che già penalizzano la Komplete Edition su console, a fare da protagonista su questa nuova incarnazione è senza dubbio l’upgrade grafico apprezzabile durante gli scontri, che arriverebbe a giustificare la fruizione del titolo su PC anche da parte dei possessori delle versioni console, se non fosse per un netcode che, nel momento in cui scriviamo, impedisce di giocare partite multiplayer degnamente.

Il formato di distribuzione digitale è, apparentemente, la causa di un’altra pecca di questa trasposizione PC, ovvero filmati e cut-scenes con audio e video compressi di qualità evidentemente inferiore a quella apprezzata su altre piattaforme, a meno che non si faccia uso di mod sviluppate dalla community. Mod che potrebbero, peraltro, motivare un certo pubblico ad interessarsi a questa trasposizione, grazie alle possibilità offerte dalla creatività dei fan di MK.

Possiamo definire Mortal Kombat Complete Edition per PC un’imperdibile occasione, per chi preferisca abitualmente giocare su computer, di recuperare un capitolo storico della saga, capitolo che ha saputo tirare una x rossa su alcuni predecessori rilanciando il marchio con rinnovata energia, ed è riuscito a farlo con una migliorata resa grafica nei combattimenti. Su qualunque altro fronte, i giocatori console non hanno nulla da invidiare a questa trasposizione.

Voto Recensione di Mortal Kombat Complete Edition - Recensione


8