Recensione

Mirror's Edge

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a cura di Folken

Dopo l’uscita a Novembre su Playstation3 e Xbox360, DICE porta finalmente il suo interessante action-adventure in prima persona su PC. Mirror’s Edge ha diviso a metà critica e pubblico grazie al particolarissimo stile che permea l’intera produzione: c’è chi l’ha adorato a tal punto da soprassedere i numerosi ed innegabili difetti che ne affliggono il gameplay, chi invece l’ha trovato troppo frustrante e breve. Con la promessa di una nuova modalità ed un sistema di controllo meglio calibrato, riuscirà questa conversione a mettere d’accordo tutti?

1984Mirror’s Edge ci racconta un futuro molto prossimo, ed in particolare una città esemplare di questo mondo che ci aspetta, pulita e perfetta. Qualsiasi forma di criminalità o disordine è stata spazzata via grazie ad un regime totalitario in pieno stile orwelliano che, in cambio di tanta sicurezza, si è appropriato della libertà dei cittadini. In questo mondo le comunicazioni sono controllate e l’unico modo che la gente ha trovato per scambiarsi informazioni segrete è tramite i Runner, persone capaci di correre sui tetti delle città, grazie all’addestramento nella disciplina del parkour, e di sfuggire ai Blue, i poliziotti, grazie alla loro incredibile agilità. La protagonista, Faith, è una di loro e si è ritrovata immischiata, suo malgrado, in una cospirazione volta a consolidare il potere in mano all’attuale sindaco, che vede la sorella incastrata nell’omicidio del nuovo candidato Robert Pope. Lo stile particolare e ricercato di Mirror’s Edge si mette subito in evidenza nelle scene di intermezzo tra un capitolo e l’altro, che raccontano la trama con piccoli cartoni animati disegnati in modo piuttosto particolare e che in parte ricorda quello di Genndy Tartakovsky, per chi lo conoscesse. Il titolo DICE riesce a creare un’ottima atmosfera, nonostante la trama non sia sicuramente né originale né sceneggiata particolarmente bene. Il doppiaggio inglese è ben realizzato e lo slang utilizzato dai runner è efficace e contribuisce a creare immedesimazione. Da dimenticare quello italiano, in particolare la voce di Asia Argento che ben poco ha a che vedere con la protagonista, capace di eliminare qualsiasi forma di pathos le cut-scene cerchino di creare.

Senso di ragnoSe la visuale in prima persona può all’inizio trarre in inganno, impugnati mouse e tastiera, o joypad, vi renderete subito conto di come Mirror’s Edge sia ben lontano da qualsiasi FPS. Qui non impugnerete mai un’arma, o quasi, e il gameplay è ben più simile a Prince of Persa che non ad un Half-Life. Il gioco vi vedrà correre da un palazzo all’altro, seguendo percorsi in parte prestabiliti, alla ricerca della giusta combinazione di salti e appigli che vi permetterà di raggiungere la vostra destinazione. Qui verrà in vostro aiuto il “senso del runner”, che evidenzierà in un rosso vivo gli elementi dello scenario da utilizzare, e di conseguenza la strada da seguire. E’ anche previsto un pulsante che, se premuto, volterà lo sguardo della bella Faith nella direzione giusta. Se all’apparenza ciò può apparire come una esagerata semplificazione pensata per i casual gamer, in realtà funziona molto bene, in particolar modo nelle fasi di fuga dalla polizia, durante le quali non potrete fermarvi a pensare e osservare l’ambiente alla ricerca della via migliore. Quando invece avrete tutto il tempo per esplorare, gli elementi rossi saranno molti meno e in alcuni punti dovrete tentare e precipitare più volte, prima di arrivare finalmente a destinazione. Purtroppo il tempo in più a disposizione degli sviluppatori non ha permesso di aggiustare quello che probabilmente è stato un errore in fase di design, ovvero una generale mal calibrazione dei controlli che causeranno troppo spesso frustrazione in quanto, in certi casi, troppo esigenti in termini di precisione o semplicemente incapaci di farvi comunicare a dovere le vostre intenzioni al vostro alter ego. Questa mal calibrazione vi costringerà a rifare diverse volte lo stesso frammento di livello, difetto che risalta maggiormente nelle fasi di combattimento. Pensate in modo sicuramente originale e accattivante, in quanto vi costringeranno a trovare vie alternative allo scontro diretto e, purtroppo in molte occasioni, si riveleranno insopportabili proprio per i difetti sopra citati. L’ostinazione a trovare la sequenza giusta di attacco, schivata o mossa “ruba-arma” vi saprà comunque ripagare, grazie alla spettacolarità di tali azioni. Un esempio tipico è il ritrovarsi sotto attacco da parte di più poliziotti correndo attraverso i corridoi di un edificio: sfruttando la vostra velocità, prendete alla sprovvista il primo, rubandogli così l’arma. Allarmati gli altri, sparate a quanti più potete, finite le munizioni gettate l’arma, saltate su un muro e di rimbalzo aggredite con un calcio volante l’ultimo rimasto in piedi, il tutto condito dalla possibilità di attivare per breve tempo l’immancabile bullet-time.

Stile da vendereSi è fatta più volte menzione dello stile originale che permea l’intera produzione EA, ma le particolari scelte di design effettuate in fase di progettazione trovano la massima espressione nell’aspetto grafico. L’aspetto della città è minimalista, pulito e luccicante. La luce del sole filtra attraverso la sterminata distesa di grattacieli, i quali con le loro finestre la riflettono, abbagliando i vostri occhi. Il bianco accecante viene spezzato dall’arancione di qualche cartellone o dal blu dei teli delle impalcature. Il sistema di illuminazione, costruito apposta per il gioco, è a dir poco eccezionale e vi saprà sorprendere con HDR, bloom, lens flare e altri effetti assortiti che vi faranno sentire veramente dentro l’azione. Gli interni non sono da meno, rappresentati sempre con l’utilizzo di elementi monocromatici. Rendere l’idea a parole è difficile, quindi vi consigliamo la visione degli screenshot. Ma l’uso di così pochi colori non deve farvi pensare a texture poco definite, tutto l’opposto; se vi avvicinate ad un muro, ne potrete vedere in dettaglio tutte le imperfezioni e così anche per i tubi in metallo e i teli, il cui ondeggiamento viene simulato ad un’animazione degli shader. Il motore utilizzato è l’Unreal Engine 3, qui davvero in forma smagliante. Anche i personaggi sono stati modellati con cura, mentre le loro animazioni risultano purtroppo piuttosto legnose. La versione PC può inoltre contare, oltre che su un maggior dettaglio generale e risoluzioni più elevate, sull’integrazione del motore Physix per la gestione della fisica tramite le schede video nVidia. Questa caratteristica aggiunge tutta una serie di effetti quali i teli che si bucano e strappano realisticamente se colpiti dai proiettili o frammenti dei vetri più dettagliati e credibili. Tutto ciò è comunque attivabile anche su sistemi ATI, ma la perdita in termini di fluidità è purtroppo molto elevata. In generale le performance di Mirror’s Edge sono comunque ottime, risultando fluide a dettaglio massimo su macchine ben al di sotto dei sistemi più pompati presenti oggi sul mercato ed è comunque molto scalabile. L’audio si attesta anch’esso sugli stessi livelli di qualità, con effetti buoni e musiche elettroniche ottime e perfettamente integrate nel gioco.

HARDWARE

Requisiti Minimi * Processore: Intel Pentium IV 3 GHz o equivalente * RAM: 1GB * Scheda video: 256 MB con supporto Shader Model 3.0 * Sistema operativo: Windows XP SP2 / Windows Vista * Hard Disk: 8 GB liberi * Scheda audio: compatibile DirectX 9.0c * Richiesta connessione per accesso alle classifiche

La prova è stata effettuata su un AMD Athlon 64 3700+ con 1.5 GB di RAM e scheda video ATI 3870 512MB con dettaglio al massimo e risoluzione 1680×1050 restituendo nella magior parte dei casi un’ottima fluidità.

MULTIPLAYER

Assente, l’unica funzione online consiste nelle classifiche della modalità Time Trial, che vi vedrà ripetere alcune fasi del gioco con lo scopo di attraversarle nel minor tempo possibile.

– Ha stile da vendere

– Gameplay originale…

– Ottimo comparto tecnico e motore ben ottimizzato

– Longevità scarsa

– …ma è a tratti frustrante

– Atmosfera in parte rovinata da una trama poco ispirata

– Asia Argento

8.2

Nonostante il titolo sia stato migliorato rispetto alle versioni console, la frustrazione derivante da alcune fasi di gioco è ancora molta. Resta inoltre inalterata la scarsa longevità: ci vogliono circa 6-7 ore per terminare la modalità principale. Il Time Trial è una simpatica aggiunta e vi saprà rubare un po’ di tempo, ma non è sufficiente per rendere duratura l’esperienza di gioco. Mirror’s Edge resta tuttavia un titolo unico nel suo genere, capace in alcuni tratti di stupire e di iniettarvi nelle vene grandi dosi di adrenalina, come ad esempio nelle fasi di fuga dalla polizia. Consigliamo pertanto a tutti gli appassionati di videogiochi di dargli più di un’occhiata, se non altro per il tentativo compiuto da DICE di proporre qualcosa di nuovo e fuori dagli schemi classici, con in più una carica artistica e una forza visiva rare.

Voto Recensione di Mirror's Edge - Recensione


8.2