Anteprima

Middle-earth: Shadow of Mordor

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a cura di Nitro

Los Angeles – Dopo le avventure dell’uomo pipistrello e delle botte dell’ottimo Mortal Kombat X, l’ultima presentazione del primo giorno di E3 presso lo stand di Warner ci ha dato modo di mettere le mani su una build di prova di Middle-Earth: Shadow of Mordor. Finalmente ad attenderci c’era una postazione di tutto rispetto con la versione Playstation 4 del titolo, e un aitante sviluppatore pronto a guidarci per l’open world di Monolith e a rispondere a tutti i nostri quesiti.

It’s huugePad alla mano ci siamo ritrovati nei panni di Talion, uno dei due personaggi controllabili dal giocatore in Shadow of Mordor. Come ci si può aspettare in un action RPG, il protagonista è caratterizzato da una serie di tratti e abilità che possono essere potenziati ed espansi ulteriormente una volta accumulati sufficienti punti esperienza.La struttura di Shadow of Mordor ci ha subito colpito: a fianco di un’esplorazione totalmente libera in un mondo di gioco piuttosto vasto, almeno per quanto possiamo dire dato che non tutte le aree erano liberamente disponibili, il focus principale della nostra sessione di gameplay è stato ancora una volta il Nemesis System. Accedendo a una schermata selezionabile tramite un tasto specifico del pad è infatti possibile osservare una sorta di scacchiera generata in maniera procedurale, in cui ogni blocco del reticolo è occupato da un nemico diverso, raggruppato insieme a suoi altri simili in termini di potenza. La cosa che ci ha stupito è stata l’ottima caratterizzazione di ognuno di essi, che ha spinto di conseguenza all’adozione, ogni volta, di un approccio diverso per riuscire a scovarlo. Non tutti i nemici avevano inoltre un profilo completo, in quanto per alcuni mancava l’elenco di debolezze e resistenze o persino la locazione in cui potevamo trovarli. Per raccogliere tutti questi dettagli il gioco richiede infatti di torturare e interrogare nemici evidenziati con un riquadro verde sopra alla testa, e non limitarsi dunque alla mera brutalità dell’omicidio.

Assassin’s Cry of ArkhamSin dai primi momenti successivi al reveal ufficiale, la struttura di Shadow of Mordor ci ha ricordato molto quella della serie Assassin’s Creed, e dopo aver provato il titolo per oltre quaranta minuti le voci che accusavano Monolith di aver utilizzato assets appartenenti al secondo capitolo non ci sono sembrate particolarmente infondate. Il dover recarsi in una particolare zona – una sorta di accampamento alla Far Cry – per riuscire a scovare il nemico e la presenza di una meccanica simile all’occhio dell’aquila per scovare i personaggi di interesse sono stati i primi elementi a richiamare il franchise Ubisoft. Un discorso analogo può anche essere fatto per l’esplorazione del mondo di gioco e le animazioni durante la corsa, la scalata e le sezioni stealth, a volte fin troppo simili a quelle di Ezio Auditore, e tutte queste similitudini ci hanno fatto storcere non poco il naso poiché, per quanto il sistema della casa francese ci sia piaciuto e continui a piacerci, ci saremmo aspettati qualcosa di un po’ diverso e magari di innovativo.    A livello di combat system, tuttavia, il discorso cambia almeno parzialmente. Oltre alla forza bruta degli attacchi melee, Talion ha la possibilità di scagliare attacchi dalla distanza con il suo arco o utilizzarlo per mettere in focus alcuni nemici e raggiungerli teletrasportandosi, o addirittura cavalcarli nel caso si tratti di belve feroci, a patto però di possedere un quantitativo sufficiente di munizioni che lo consenta.

Una volta buttati nella mischia e dato inizio alle danze, riuscire a inanellare una combo di mosse sufficientemente elaborate ci garantirà un quantitativo di punti esperienza sufficientemente elevato, tuttavia dopo già un quarto d’ora di gioco le varianti a nostra disposizione si riducono a una manciata. Presto ci si rende infatti conto di come il titolo diventi particolarmente facile se si presta attenzione ai segnali a schermo che indichano quale tasto utilizzare per contrattaccare o eludere l’attacco di un nemico. Se premuto con un buon tempismo, Talion riesce praticamente a schivare di tutto, e i nemici standard cadranno ai nostri piedi in un men che non si dica. Per rimediare a quello che poteva sfociare in un’eccessiva semplificazione della difficoltà di gioco, Monolith ha incluso la possibilità da parte dei nemici di chiamare orde di rinforzi che, una volta arrivati, vi costringeranno spesso a battere in ritirata o sparire dal loro campo visivo prima di tornare nuovamente all’assalto. Ciò che invece richiederà una maggiore pianificazione e non un continuo toccata e fuga, sarà il target scelto nella scacchiera presente nella schermata sopracitata, che, almeno per quanto abbiamo potuto osservare e già menzionare, ha delle caratteristiche uniche che lo rendono per esempio invulnerabile a frecce, contrattacchi e oneshot. In questi casi ci siamo dovuti arrangiare in altri modi, ad esempio facendo esplodere un falò colpendolo con una freccia, facendo cadere un sacco appeso per attirare i nemici o liberando, sempre ricordando una produzione Ubisoft, una bestia da una gabbia che subito è riuscita a creare un diversivo.Tirando le somme, il gameplay di Shadow of Mordor, per quanto funzionale e a tratti più che divertente, è eccessivamente ancorato a meccaniche già comparse in precedenza nel panorama videoludico e, almeno per quanto abbiamo visto per ora, non riesce a offrire molto in termini di innovazione.

­­­­Volgendo l’attenzione alla componente tecnica, Shadow of Mordor offre alcuni scorci davvero mozzafiato all’interno del mondo di gioco. A livello di texture troviamo un comparto piuttosto altalenante, con assets di qualità eterogenea che fortunatamente danno il meglio di sé nella caratterizzazione dei volti dei personaggi e del loro equipaggiamento. Per quanto riguarda il frame rate, invece, il titolo non ha mostrato particolari problemi nella gestione della fluidità a schermo, mentre per i modelli poligonali del paesaggio è presente un aliasing piuttosto accentuato che speriamo venga risolto il prima possibile. Dopotutto mancano ancora diversi mesi alla data di uscita ufficiale.

– Un mondo di gioco enorme

– Sistema di uccisioni interessante

Il nuovo titolo di Monolith è un open world piuttosto interessante, che fa uso (forse fin troppo massicciamente) di meccaniche di gioco già collaudate da produzioni di grande successo. Quello che più ci ha colpito è stato tuttavia il sistema alla base del gioco, che permette ai giocatori di misurarsi con moltissimi nemici ognuno con peculiarità differenti. Bisognerà vedere come il titolo reggerà il confronto con altri prodotti dello stesso genere, sperando che il team di sviluppo possa dare ai fan della serie fantasy quello che stanno attendendo.