Recensione

Metal Gear Solid: Snake Eater 3D

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a cura di Slice

Il terzo capitolo della saga ideata e diretta dal visionario Hideo Kojima, rischia di passare alla storia come il titolo con più edizioni all’attivo. Dopo essere uscito nel non troppo lontano 2004 su Playstation 2, il gioco ha subito un restyling sulla stessa console qualche hanno dopo. A distanza di quasi 8 anni il mercato viene nuovamente invaso da quello che, secondo molti fan, è il miglior titolo della serie, grazie alla collection della saga che ce lo ripropone in versione HD, ma sopratutto, grazie alla versione portatile per Nintendo 3DS che cerca di aggiungere una nuova dimensione ad un titolo già di per sé stupendo.

Fantapolitica estremaCome sicuramente non facciamo fatica ad immaginare, tantissimi di voi che ci leggono hanno già giocato tempo fa, o recentemente, il gioco in questione. Tuttavia, non possiamo dimenticare quelli che probabilmente si avvicineranno per la prima volta alla serie proprio grazie a questo capitolo portatile. A scanso di equivoci possiamo tranquillizzare questa fetta di utenza dicendo loro che, nonostante il numero tre che capeggia subito dopo il nome, pur non avendo giocato i capitoli precedenti, può essere apprezzato in egual misura. Senza dilungarci troppo sulla trama e lasciando a voi il piacere di scoprirla, il gioco è ambientato in piena guerra fredda, più precisamente nella primavera 1964. Noi impersoneremo Naked Snake, un membro dell’unità Fox impegnato nell’operazione “Missione Virtuosa” che ha come scopo quello di portare in salvo un elemento estremamente sensibile: il Dottor Sokolov. Quest’ultimo, è il progettista dello “Shagodod” un potentissimo carro armato in grado di lanciare missili nucleari contro l’America. Durante questa missione, però, qualcosa andrà storto e Snake si troverà immischiato in una surreale situazione in cui il flebile equilibrio che evita la guerra tra America e Russia è messo in serio pericolo da un gruppo di dissidenti che si fanno chiamare l’unità Cobra e che vede al comando proprio l’ex mentore di Snake, tale The Boss. Questo è, a grandi linee, l’incipit su cui si basano le vicende narrate all’interno del titolo. Come molti di voi già sapranno, Kojima ha la bravura di riuscire a scrivere dei plot narrativi estremamente complessi, che mischiano situazioni inventate e quasi fantascientifiche ad eventi realmente accaduti, come, ad esempio in questo caso, la guerra fredda e la crisi missilistica. Altra verità assoluta, riguarda la massiccia presenza di scene di dialogo sia sotto forma di cut scene, che di stringhe di dialogo tramite il famoso codec. Questa caratteristica, se da una parte mostra uno dei principali punti a favore della serie fatto di dialoghi estremamente interessanti e scritti magistralmente, sul portatile Nintendo diventa quasi un difetto, o meglio, un’arma a doppio taglio. La prolissità di alcune scene parlate poco si sposa con la natura portatile della console fatta di sessioni per la maggior parte  brevi e frammentarie. Trovarsi con Nintendo 3DS sul pullman, in metro o sul treno e vedersi dieci minuti di filmati e dialoghi senza magari toccare un tasto, per poi riporlo all’arrivo della destinazione in tasca, non è proprio l’utilizzo migliore che si può fare di questo tipo di hardware, e di questo, Konami non ne ha tenuto conto. Questo non vuol dire che il gioco non meriti, ma più semplicemente, che chiunque è interessato all’acquisto  deve mettere in conto che, questa, è un’esperienza da godersi principalmente in casa o comunque in ritagli di tempo abbastanza ampi.

Bear Grylls non ha inventato nulla..Al di là di questa, ovvia, precisazione è bello trovarsi tra le mani, la versione tascabile in scala 1:1, di un gameplay che ha ammaliato tantissimi giocatori. Come da tradizione, il fulcro di tutta l’esperienza ludica sarà l’azione stealth: valutare gli spostamenti di ogni guardia, tracciarne il percorso, decidere se tramortirla o semplicemente aggirarla e, successivamente, trovare dei ripari sono azioni fondamentali per riuscire a sopravvivere all’interno della giungla russa. A questo si aggiungono delle componenti “survival”. Come ogni essere umano, ogni azione comporta un certo numero di energie bruciate, che saranno quantificate in una barra chiamata vigore. Più questa scenderà, maggiori saranno i malus che influiranno su Snake: mira imprecisa, meno forza e una difficoltà maggiore nel rimarginare le ferite. Dovremo quindi tenere sempre sotto controllo questa variabile che potremo ripristinare rifocillandoci con quanto la natura è in grado di offrirci. Funghi, radici, mammiferi e addirittura gli iconografici serpenti, si riveleranno fondamentali per la nostra sopravvivenza e trasmetteranno la sensazione di situazione estrema al giocatore che impugna Nintendo 3DS. Stesso discorso vale per le inevitabili ferite che sicuramente andranno a intaccare la salute di Snake. Anche in questo caso, l’arte dell’arrangiarsi risulta determinante e, per evitare un prematuro game over, dovremo cercare di curarci nel miglior modo possibile utilizzando ciò di cui disponiamo o che siamo riusciti a raccogliere sul campo. Tutto questo si potrà tranquillamente evitare se saremo in grado di tenerci alla larga dalle situazioni più complicate e pericolose, facendoci ovviamente aiutare da tecniche di camuffamento. La scelta, in base all’ambiente circostante, di mimetica e di “face camouflage” renderanno più o meno appariscente la nostra presenza agli occhi dei nemici, portando questa pratica ad essere utilizzata più e più volte nel corso di tutta l’avventura. Quanto vi abbiamo appena descritto è il cuore di tutta l’esperienza di gioco, nonché la causa di maggior timore da parte dei fan per questo porting. Fortunatamente possiamo dirvi che Konami è riuscita a realizzare un versione del gioco estremamente valida, grazie alla presenza di due elementi che si sono rivelati fondamentali: lo schermo touch screen e il circle pad pro.Il primo offre due grossi miglioramenti al titolo di tipo prettamente pratico: la possibilità di gestire ogni singola voce del menù di gioco direttamente dallo schermo inferiore dell’handheld, rendendo estremamente fluida la scelta di equipaggiamenti, armi e munizioni ma, soprattutto, lasciando lo schermo superiore completamente libero da ogni qual tipo di hud o simili. Elemento fondamentale, viste le piccole dimensioni del pannello di gioco. In secondo luogo la presenza del secondo stick aiutata in termini di fluidità il movimento di Snake – ora in grado di spostarsi anche nella posizione inginocchiata – ma soprattutto la gestione della telecamera sia nelle situazioni di movimento in terza persona quanto per quelle di mira in prima. Vien da sé, che questa mappatura premia unicamente i possessori della plasticosa periferica aggiuntiva, punendo forse in maniera troppo eccessiva chi non ce l’ha. Nel caso vi trovaste sprovvisti, infatti, vi troverete a dover armeggiare per molto tempo con un sistema di controllo che risulta troppo macchinoso per essere domato nella sua completezza. Niente di tragico intendiamoci, basta un po’ di pratica e si trova comunque il bandolo della matassa, ma è innegabile come la pochezza di tasti presenti su Nintendo 3DS – e soprattutto la mancanza nativa di un secondo stick – portino a galla gli evidenti limiti di gestione del personaggio all’interno del gioco qui analizzato. A questi elementi principali, se ne aggiungo altri di secondo piano che vanno a sensibilizzare l’utente su quelle che sono  le caratteristiche principali del portatile 3D di Nintendo. Potremo ad esempio utilizzare la telecamera esterna per fotografare degli elementi che ci circondando che saranno digitalizzati sotto forma di mimetica utile per vestire Snake, oppure, il giroscopio che viene impiegato come metro di bilanciamento in situazioni di precaria stabilità o equilibrio del nostro personaggio. Novità sicuramente carine ma che si posizionano su un piano secondario e che non vanno a intaccare o rivoluzionare quello che è il concept originale del titolo.

È pur sempre Snake!Altro comparto che sembra mostrare luci e ombre è quello tecnico, più precisamente la componente grafica. Se da una parte abbiamo una definizione poligonale estremamente dettagliata con personaggi e ambientazioni che nonostante gli anni sulle spalle si dimostrano ancora di notevole impatto, a controbilanciare c’è un frame rate che in più di una occasione ha mostrato incertezze abbastanza palesi, e neanche troppo saltuarie. Un vero peccato soprattutto se si pensa al fatto che questo problema era già stato evidenziato e fatto notare prima dell’uscita del titolo nei diversi hands on che erano stati fatti sulla versione preliminare del titolo. Fortunatamente non tutti i feedback sono stati ignorati, dato che l’effetto tridimensionale è stato notevolmente migliorato rispetto al passato e, da potenziale problema, è diventato, a conti fatti, un vero e proprio valore aggiunto per tutta l’opera. L’effetto di profondità offre un’immersione totale,  sensazione, che viene ulteriormente amplificata nel momento in cui si decide di passare alla visuale in prima persona. Strisciare tra i fili d’erba che si assottigliano al nostro passaggio con in sottofondo i rumori della foresta è un’esperienza che per qualsiasi amante della serie è in grado di regalare una scarica di sensazioni estremamente positive e che risulta impossibile non percepire.Niente da segnalare sotto il comparto audio che, come sempre, offre un doppiaggio in lingua inglese di ottima caratura, accompagnato dalla splendida colonna sonora firmata da Harry Gregson-Williams. Per i meno anglofoni sono presenti i sottotitoli in lingua italiana che aiuteranno a capire meglio la fitta trama. Manca purtroppo qualsiasi supporto a Street Pass e Spot Pass, anche se, a parziale difesa della scelta fatta dagli sviluppatori, possiamo ammettere che un’implementazione di quest’ultimi sarebbe sembrata probabilmente una forzatura e sarebbe stato necessario modificare degli elementi di gioco che funzionano già perfettamente. In conclusione Metal Gear Solid: Snake Eater 3D si è dimostrato un ottimo porting per la console portatile, nonostante sia palese che la natura del titolo non si cucia perfettamente su quelle che sono le caratteristiche di un handheld. Se non avete mai giocato un titolo della serie e non avete modo di recuperare la versione casalinga, questo potrebbe rivelarsi un ottimo acquisto, così come, lo sarà sicuramente per tutti i fan che per la prima volta nella serie potranno vedere il loro beniamino in tre dimensioni. Unico limite: possedere un circle pad pro, fondamentale per giocare al meglio.

– Tutti gli elementi del versione Substance sono presenti

– Implementazione del 3D ottima

– Movimenti con il circle pad ottimi…

– … ma estremamente macchinosi se non si possiede la periferica

– cali di frame rate abbastanza vistosi

8.0

Metal Gear Solid: Snake Eater 3D è un progetto che si può dire felicemente riuscito: rendere portatile e tridimensionale quello che probabilmente è il miglior capitolo della serie. Se siete fan della serie e non siete ancora stufi di rigiocarvi, per l’ennesima volta, l’avventura del Naked Snake, questo titolo è quello che fa al caso vostro. Se non avete invece mai giocato alla serie, potrebbe rivelarsi un ottimo pretesto per avvicinarsi all’universo creato da Kojima. indispensabile però possedere un Circle pad pro, per non avere problemi con i controlli e la telecamera.

Voto Recensione di Metal Gear Solid: Snake Eater 3D - Recensione


8