Anteprima

Laser League

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a cura di Matteo Bussani

La moda degli ultimi anni parla chiaro: lo spazio riservato ai titoli multiplayer-only competitivi sta crescendo a dismisura, tanto che basta saper sfruttare la giusta occasione per vedere un gioco praticamente privo di considerazione diventare una vera e propria pietra miliare del genere. Pensiamo alla genesi di Rocket league, che sfruttando ampiamente il trampolino di lancio fornito dal passaggio nei titoli del mese del Playstation Plus è riuscito a trovare la propria via verso il successo.
Sull’onda di questo fenomeno, tanti altri studi indipendenti hanno deciso che fosse giunto il momento di sfruttare il concept iniziale e ampliarlo verso nuovi lidi. In questo caso a cogliere la palla al balzo sono stati quelli di Roll7, che ricorderete per Not a Hero e l’ottimo OlliOlli, team di ragazzi londinesi creatosi nel 2008.
La genesi del gioco appartiene al 2014 e l’idea su cui si basa era la necessità di creare un prototipo di titolo multiplayer-based. Come sappiamo bene poi da cosa nasce cosa e lunedì scorso, negli studi di 505, abbiamo avuto l’occasione di provare Laser League, questo il nome del titolo, che prende ispirazione da tanti pezzi di storia videoludica e cerca di renderli sullo schermo dove si sfideranno i giocatori, fino a un massimo di 8 sulla stessa postazione. Una premessa di certo interessante, che ha iniziato a stuzzicarci fin dalla presentazione, svelandosi poi nella successiva prova.
Un sacco di classi
La teoria ci ha proposto un gioco arcade, estremamente frenetico, facile da apprendere e difficile da padroneggiare, dove l’obiettivo è quello di attivare le pareti laser passando sopra l’interruttore dedicato, consapevoli di poter attraversare quelle del nostro stesso colore, ma non quelle dell’avversario, pena una temporanea morte.
Per rialzare il compagno caduto bisogna rimanere nelle sue vicinanze, sempre tenendo un occhio sui pericoli dello stage e sui nemici. Da qui infatti si identificano i due elementi principali di caratterizzazione delle meccaniche di gioco: le classi dei giocatori e le arene.
Partendo dalle prime, all’inizio delle partita, avremo un menù di scelta della classe, della sottoclasse e delle modifiche estetiche da fare al personaggio. Ad ogni classe corrisponde un’abilità, ad ogni sottoclasse corrisponde una variazione di questa abilità, ma nella build a disposizione abbiamo avuto modo di provare soltanto la sua versione base.
La classe Smash, per esempio, può fare un piccolo scatto e, colpendo un nemico, stordirlo; la classe Ghost può passare attraverso le barriere nemiche nei pochi secondi in cui attiverà il potere; il Thief è in grado di invertire il colore dei nodi, rubandolo agli avversari, lo Snipe fissa un punto e premendo lo stesso tasto, ci può tornare in qualunque momento; Shock fulmina l’area circostante paralizzando per un attimo i nemici; Blade invece fa un vero e proprio scatto e, colpendo un nemico, lo elimina.
Ogni classe ha un cooldown diverso per l’utilizzo dell’abilità e quindi anche se alcune sono oggettivamente più forti di altre, verranno utilizzate un numero di volte minore durante la partita.
Geometrie letali
Passando invece agli stage, il gioco propone molteplici versioni di questi ultimi. Al contrario di Tron, il paragone di cui sopra, le barriere energetiche non verranno rilasciate al nostro passaggio, ma saranno precedentemente associate agli schemi geometrici propri dell’arena.
Si consideri poi, che se all’inizio della partita avremo a che fare con poche e statiche barriere, poi con il passare del tempo nel match queste aumenteranno in numero, diventando sempre più mobili e dinamiche, andando a creare una vera e propria esplosione di colori e una strage di giocatori. Queste infatti dopo qualche minuto in partita, diventeranno anche più temibili degli avversari, e vincerà chi manterrà la consapevolezza di quello che si sta svolgendo sul campo di gioco. 
Una volta caduti tutti i membri della squadra, la vittoria andrà nelle mani dell’altra, e così via fino al raggiungimento del numero di Round prestabilito.
Al di là delle meccaniche, il gioco nelle poche partite svolte ci è sembrato aver il giusto piglio per dimostrarsi, una volta completo, sufficientemente competitivo, anche se sul fronte dello stile avremmo auspicato qualcosa di più impattante. Sul lato tecnico, il lavoro svolto ci è sembrato già a un buon livello di dettaglio, anche se il mostro di configurazione PC su cui girava non può darci un reale metro di paragone su ciò che vedremo su console.

– Arene articolate

– Classi interessanti

– Estremamente competitivo

Laser League uscirà nel 2018 su PC, PS4 e Xbox One. Il team Roll7, noto per OlliOlli e Not a Hero, ha deciso di tuffarsi nel genere del multiplayer-only competitivo, coniugando alcuni elementi presi dalla tradizione del genere con alcune idee interessanti, tra cui le arene dinamiche, che aumentano di complessità minuto dopo minuto, lasciando i giocatori di entrambe le squadre in preda a una folle frenesia per riuscire a mantenere il pieno controllo su tutto.