Recensione

Lara Croft And The Guardian Of Light

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a cura di Iori Yagami

La ricerca di una mascotte come identificativo sembrava essere quasi una necessità per diverse software house nel corso degli anni ’90. Dopo gli spartiacque Mario e Sonic, l’icona digitale in grado di emergere dal mare di più o meno dimenticabili portabandiera fu Lara Croft, procace ed esuberante archeologa in grado di sbaragliare in un sol colpo i simpatici animaletti antropomorfi delle concorrenti. Fu quello il momento di un cambiamento radicale, quello della diffusione del videogioco nel mercato di massa e, (forse) proprio per questo motivo, la dirompente, avvenente ed adulta archeologa di Eidos fece segnare il passo ai vari Bubsy, Croc e chi più ne ha più ne metta. Nessuno tuttavia avrebbe immaginato che nel corso dei successivi 14 anni il brand di Tomb Raider sarebbe riuscito a resistere all’incedere del tempo, sfornando con regolarità titoli (più o meno riusciti, a dir la verità) sempre e comunque in grado di riscuotere un buon successo, sia di critica che di pubblico. E così, dopo il buon Tomb Raider: Underworld (ed in attesa del prossimo capitolo), Crystal Dynamics propone le belle forme della sue eroina in versione digital delivery, rilasciando (per il momento solo sul circuito Xbox Live) Lara Croft and the Guardian Of Light.

Fiorellino GiramondoUn archeologo di tutto rispetto è sempre alla ricerca di preziosi manufatti da collezionare, rischiando la propria vita pur di poter riempire la teca vuota sul piedistallo di casa propria. E nella lussuosa villa Croft c’è giusto un vuoto da colmare: così Lara decide di fare una capatina nello Yucatan per recuperare lo specchio fumoso, artefatto risalente all’epoca Maya e sul quale sembrerebbe gravare un’ancestrale maledizione. Si narra infatti che il demoniaco Xolotl fosse stato imprigionato proprio nello specchio dal guardiano della luce Totec, che sacrificò la sua vita restando imprigionato anch’esso. “Non toccare assolutamente lo specchio!”, queste le ultime parole tramandate dalla popolazione precolombiana. Un vero peccato tuttavia che tale avviso non sia stato rispettato non solo da miss Croft, ma soprattutto da Vasco e dai suoi uomini, un’organizzazione dedita al riciclaggio di opere antiche sul mercato nero locale. Appena tolto il manufatto dal suo posto ecco scatenarsi la maledizione: Xolotl si libera dalla sua millenaria prigionia e decide di finire ciò che aveva iniziato: conquistare il mondo. Il destino dell’umanità è ora nelle mani di Lara che, insieme al redivivo Totec, dovrà dare la caccia alla demoniaca presenza per rinchiuderla nuovamente all’interno dello specchio, salvando così capra e cavoli.

Diablo LaraDopo aver assistito al preambolo (narrato tramite alcune simpatiche tavole a fumetti) saremo subito chiamati all’azione: la prima cosa a saltare agli occhi è il radicale cambio di impostazione rispetto ai precedenti capitoli della fortunata serie di Eidos/Crystal Dynamics (software house recentemente consociatesi con la nipponica Square/Enix). The Guardian Of Light si presenta infatti come un action in terza persona con una prospettiva isometrica identica in tutto e per tutto a quella vista in diversi titoli della prima metà degli anni ’90, in primis quel gioiellino che risponde al nome di Diablo. Tale nuova prospettiva non porta tuttavia radicali stravolgimenti al collaudato gameplay della serie: Lara si dimostra più in forma che mai e sempre pronta e reattiva nel compiere acrobatiche evoluzioni nel tentativo di sopravvivere a pericolosi passaggi su dei precipizi, piuttosto che schivare letali trappole millenarie in un continuo e fluidissimo movimento all’interno dei livelli. Troverete inoltre una corposa quantità di scontri a fuoco: a differenza dei classici Tomb Raider, Lara dovrà infatti vedersela con orde ed orde di ferocissimi nemici, da antichi guerrieri Maya a coccodrilli, dinosauri e golem di pietra creati per l’occasione da Xolotl. Una caratteristica decisamente interessante che riesce a conferire ancor più nerbo e vitalità all’azione, complice anche un apposito sistema di mira simile in tutto e per tutto a quello visto negli shooter arcade multidirezionali come Smash TV. Muovendo in una qualsiasi direzione lo stick destro potremo sfoderare le armi, mentre premendo il corrispettivo grilletto analogico faremo fuoco. In modalità puntamento dovremo però fare i conti con una limitata velocità di movimento, potendo comunque evitare gli attacchi nemici tramite le più classiche capriole. Oltre al solito corposo arsenale, potremo equipaggiare miss Croft con diversi manufatti grazie ai quali modificare le varie statistiche di potenza di fuoco, agilità o resistenza ai colpi nemici. Faranno inoltre capolino nell’inventario delle speciali reliquie correlate ad una nuova barra presente sull’hud di gioco: quest’ultima, che andrà riempiendosi uccidendo mano a mano gli avversari (ed evitando nel contempo di essere colpiti), ci fornirà al suo culmine una sorta di “power up” momentaneo correlato all’artefatto equipaggiato al momento: rigenerazione dei punti ferita o dei proiettili, danni extra o extra agilità sono solo alcuni degli esempi in grado da poter rendere chiaro questo concetto. Armi, artefatti e reliquie non saranno però tutti disponibili ad inizio gioco, ma andranno guadagnati sia cercandoli in alcune aree dei livelli, sia compiendo determinate azioni come distruggere un certo numero di bersagli, finire i livelli in un certo limite di tempo o totalizzando un certo punteggio. Tale caratteristica aumenta senza ombra di dubbio la rigiocabilità del titolo, che vanta comunque una più che discreta longevità, attestabile intorno alle cinque/sei ore di gioco per poter portare a termine i 14 livelli in cui è diviso. Altra interessantissima feature di questo The Guardian Of Light è la modalità cooperativa, disponibile per il momento solo offline (il relativo DLC per poter giocare online con un amico dovrebbe essere pronto per il 28 settembre, data relativa al rilascio del gioco anche su PC e Playstation 3). Un vero peccato, perchè tale modalità cooperativa funziona ed anche molto bene: i due giocatori che andranno ad impersonare Totec e Lara dovranno infatti aiutarsi l’un l’altro per poter proseguire nell’avventura, sfruttando le particolarità di entrambi i personaggi. Se Lara infatti può vantare una maggior potenza di fuoco e la possibilità di utilizzare il rampino in determinati punti, Totec potrà difendere dagli attacchi nemici alzando il suo scudo ed attaccando con la sua lancia, armi che potranno essere anche utilizzate come improvvisate piattaforme dalla signorina Croft. Muoversi in coordinazione lungo le varie mappe, cercando segreti ed aiutandosi a vicenda, risulta appagante e divertente, riportando alle mente sensazioni e situazioni tipiche degli arcade di circa quindici anni fa, quando la connessione a banda larga era solo un sogno proibito e le conversioni per le console/computer da casa erano solo delle sbiadite copie dei bellissimi coin-op da sala giochi.

Curve isometricheLe liete novelle non si fermano solo al puro ambito del gameplay, ma continuano anche esaminando Lara Croft And The Guardian Of Light dal punto di vista tecnico. Paesaggi evocativi e ricchi di elementi architettonici si snodano in un continuum decisamente gradevole allo sguardo. Ottime texture superficiali ricolme di dettagli donano alla componente paesaggistica una buona varietà, nonostante la relativa ristrettezza degli ambienti. Altrettanto ben fatti risultano i modelli poligonali di miss Croft (sempre in forma anche in questa versione isometrica) e dei suoi avversari; buona anche le animazioni, fluide e con frame ben concatenati tra di loro. Apprezzabili gli effetti di luce e quelli particellari: casse che si distruggono lanciando intorno i vari frammenti, nemici di pietra che si sgretolano e fogliame che si muove al passaggio di Lara sono tutti sintomi di una cura difficilmente visibile in altri prodotti digital delivery. Il comparto audio può invece essere considerato un tallone d’Achille: se da un lato colonna sonora ed effetti sono in puro stile Tomb Raider (con addirittura diverse campionature riciclate dai precedenti capitoli della serie), il doppiaggo in italiano pecca per la scarsa incisività delle voci maschili del titolo, dotate di una recitazione decisamente sottotono, tra cui si salva solo la solita, buonissima, voce italiana di Miss Croft.

– Immediato, divertente, appagante

– Ottimo comparto tecnico

– Lara è più in forma che mai

– Alta rigiocabilità

– Doppiaggio altalenante

– Mancanza della cooperativa online

8.5

L’ultimo titolo della Summer Of Arcade di Xbox Live si è rivelato come uno dei migliori action/platform sino ad ora rilasciati in digital delivery per la console di casa Microsoft. Lara Croft And The Guardian Of Light è un ottimo prodotto, ben confezionato dal punto di vista tecnico, divertente, vario ed appassionante sotto l’aspetto del gameplay. L’impostazione più arcade, che impone diverse sessioni di gioco per scovare tutti gli extra ed un ritmo molto elevato di scontri a fuoco, non scalfisce minimamente il fascino della serie Tomb Raider, riproponendone anzi con forza il nome all’interno del panorama videoludico. Acquisto caldamente consigliato, i 1200 Microsoft Points necessari per poter installare su hard disk gli oltre due gigabyte di codice saranno ampliamente ripagati da ore ed ore di divertimento. Aspettiamo ora le altre versioni del gioco, augurandoci che l’unica spina del gioco di Crystal Dynamics (la modalità cooperativa online) possa essere finalmente recisa.

Voto Recensione di Lara Croft And The Guardian Of Light - Recensione


8.5