La nuova politica delle review di Steam

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a cura di Francesco Ursino

Uno dei meccanismi su cui si fonda l’internet è quello delle recensioni. Nel momento in cui si ha bisogno di conoscere le caratteristiche di un prodotto, la bontà dei piatti di un ristorante, oppure la qualità dei servizi di un albergo, l’unico rimedio che sembra possibile è quello di ricercare le opinioni degli utenti. Le sole fonti ufficiali, infatti, non possono bastare, perché si sente il bisogno di sentire il parere di “uno come noi”, un consumatore che abbia le nostre stesse domande e le risposte che stiamo cercando. Tutto ciò succede, ovviamente, anche nel mondo dei videogiochi, così come sulla piattaforma di digital delivery di titoli PC, Linux e Mac più importante, ovvero Steam. Proprio la creatura del possente Gaben, di recente, ha attuato una nuova politica relativa alle recensioni utenti dei vari prodotti in vendita: scopriamo in cosa consiste, e cerchiamo di capire se e come tutto ciò può cambiare il nostro modo di vedere le cose.

Questo gioco è bello. Anche questo gioco è bello. Questo gioco è bello…Cerchiamo di fare chiarezza, iniziando dal principio: così come recita la pagina ufficiale di Steam, a partire dal 26 novembre 2013 la piattaforma Valve ha inserito un nuovo sistema di rating dei titoli, basato sulle recensioni ed i giudizi dei giocatori. In questo modo, difatti, si è venuto a creare immediatamente quel sistema cui accennavamo ad inizio articolo. Non importa, allora, quante recensioni si siano lette, o quanti video si siano visti: nel momento in cui si raggiunge la pagina di un gioco su Steam, e si legge che la valutazione di un titolo è solo “nella media”, qualcosa nella mente può scattare, e gettare un velo di mediocrità sul prodotto che si sta valutando. Anche la grafica, in questo caso, ha il suo ruolo: all’interno della pagina di un gioco in vendita sulla piattaforma Valve, infatti, gli elementi che balzano subito all’occhio sono le serie di immagini, non tanto per la loro bellezza, quanto per il fatto di essere gli unici elementi mobili della schermata. Dopo aver spulciato qualche screenshot, allora, l’occhio va alla ricerca di qualsiasi altro elemento di spicco, rappresentato appunto dal colore dei caratteri che indicano il giudizio della comunità. Azzurro per i prodotti considerati validi, beige per quelli nella media, arancione per quelli mediocri. Si tratta di un sistema basilare, capace di influenzare per davvero. Tutto bene, dunque? Non proprio: nonostante l’implicita semplicità, l’estremo numero di utenti del sistema può generare problematiche importanti.

Supponiamo di essere onestiLa faccenda è semplice: immaginiamo di essere uno sviluppatore che cerca in tutti i modi di far conoscere il proprio prodotto. Per fare ciò, decidiamo di creare giveaway gratuiti, stipuliamo accordi per l’inserimento del titolo in bundle ed altre offerte oppure, molto semplicemente, diamo ai nostri finanziatori iniziali ciò che spetta loro, ovvero una copia del nostro gioco, in cui hanno sempre creduto. Mettiamo il caso, poi, che i gamer che hanno ricevuto il titolo in questo modo abbiano deciso di manifestare la propria opinione andando sulla pagina Steam della produzione. Qui, i nostri sostenitori trovano il tempo per scrivere qualche recensione positiva, con tutti gli effetti che ciò può provocare (maggiore consapevolezza della community, passaparola, più notorietà, e così via). Secondo quanto riportato da Valve nel suo comunicato ufficiale, però, qui sta l’inghippo; stando ai dati relativi ad un’analisi svolta sui giochi presenti su Steam, almeno 160 titoli presenterebbero una netta differenza di giudizio tra le recensioni – sempre molto positive – scaturite dall’uso di chiavi esterne, rispetto a quelle conseguenti ad acquisti effettuati sulla piattaforma. Il comunicato continua dicendo che, ovviamente, in alcuni casi queste recensioni hanno tutti i crismi dell’originalità; in altre situazioni, secondo Valve, l’abuso sembra essere invece “chiaro e ovvio”, perché relativo a recensioni duplicate, e ad opinioni generate esclusivamente per “fare numero”, oppure provenienti da account legati agli sviluppatori dei giochi coinvolti. Il risultato di questa operazione è che numerosi dei prodotti presenti su Steam hanno subito dei cambiamenti nella valutazione, ma non basta; le recensioni coinvolte e giudicate false sono state eliminate, e soprattutto saranno avviati procedimenti che porteranno ad una separazione tra Valve e gli studi che si dimostrano (e si dimostreranno) colpevoli di tali pratiche. D’altra parte, già nei mesi scorsi erano emersi particolari inquietanti rispetto alle recensioni utenti su Steam. Nel marzo 2016 era stata la testata PCGamesN, ad esempio, a far luce sul servizio, descrivendo le dinamiche che potevano portare all’acquisto – da parte degli sviluppatori –  di recensioni positive per soli (si fa per dire) $ 5.

Censura o azione preventiva, questo è il dubbioQual è il risultato di questa sforbiciata? Rifacciamoci ancora una volta a quanto dichiarato da Valve: a seguito della diminuzione del peso delle recensioni provenienti da utenti con chiavi “esterne” a Steam, circa il 14% dei giochi presenti sulla piattaforma hanno visto un rinnovamento dei giudizi. I cambiamenti maggiori, spiega la software house di Bellevue, Washington, riguardano quei titoli in bilico tra percentuali di giudizio che si attestano intorno al 70%. In queste occasioni, la diminuzione di un punto percentuale determina il passaggio tra un gioco giudicato positivamente ed uno con valutazione “mixed” (ovvero nella media). Si tratta di un cambiamento notevole già a partire dal versante estetico, perché questa variazione determina il passaggio dal carattere di colore azzurro a quello di colore beige, dunque immediatamente visibile nella schermata del gioco che si sta visitando. Inoltre, quasi 200 titoli che fino a qualche giorno fa avevano una o due recensioni provenienti da chiavi “esterne”, da cui scaturiva un giudizio di merito, hanno visto eliminata qualsiasi valutazione fino a quando non sarà presente almeno un giudizio “ufficiale”. Questo provvedimento, secondo quanto dichiarato da Valve, in ogni caso sembra essere il primo passo verso un sistema più articolato. La stessa casa conosciuta per Half Life e Portal, infatti, ha specificato che alcuni contrattempi sono ancora irrisolti, come quelli relativi alle occasioni in cui tutte le recensioni ritenute utili vengono marcate come negative dalla comunità; verrà tenuto in considerazione anche il caso in cui tutti i contributi giudicati divertenti vengono segnalati come utili, distorcendo difatti al realtà.

Ad azione corrisponde reazioneCosi come ogni iniziativa, anche questa nuova politica relativa alle review su Steam presenta pro e contro, sostenuti dalle parti in causa. Molti sviluppatori indipendenti, infatti, hanno lamentato una diminuzione istantanea nella valutazione dei propri giochi. Questi giudizi di merito erano generati – a quanto dichiarato – da recensioni “oneste”, ovvero effettuate da utenti che, pur avendo attivato il gioco tramite una chiave, agivano nella perfetta regolarità a seguito di un acquisto legale. I casi in cui ciò può avvenire sono veramente tanti, ma il punto non è neanche questo. È evidente, infatti, come anche chi riceva un gioco mediocre tramite giveaway gratuito possa agire per il bene comune, spinto solo dalla voglia di informare gli altri giocatori; questi provvedimenti, in altre parole, sembrano rappresentare il classico caso nel quale le malefatte di uno (ovvero l’insieme degli sviluppatori disonesti) danneggiano l’intero sistema. Il modo in cui Valve aveva inizialmente operato questa nuova politica, almeno durante i primi giorni, era peraltro beffardo; attualmente, infatti, la selezione di default include la visualizzazione di tutte le recensioni, scaturite da acquisti di qualsiasi tipo. Nei giorni immediatamente seguenti al provvedimento, invece, le review prodotte da chiavi esterne erano ancora liberamente consultabili su ogni pagina Steam, ma solo dopo aver selezionato l’apposita voce nella nuova sezione che trova posto in ogni schermata.  Tutto ciò comportava una perdita di click e tempo che in pochi sarebbero riusciti a sopportare, e soprattutto distoglieva l’attenzione da quello che era ed è ancora il problema di fondo: l’importante, infatti, non è il testo della singola recensione, ma il suo giudizio sintetico (gioco consigliato/gioco non consigliato). Gli utenti, come è naturale, sono portati istintivamente a rifarsi subito alla valutazione complessiva presente ad inizio pagina, piuttosto che a leggere numerose recensioni (a meno che non siano quasi tutte esclusivamente negative, e perciò più attraenti). È un po’ come se le pagine di Metacritic fossero private del rating numerico; le recensioni e le opinioni professionali sarebbero comunque presenti, ma il tutto sarebbe molto meno attraente, e soprattutto molto meno sintetizzabile, catalogabile, indicizzabile, e riportabile come argomento di discussione; tutti meccanismi, questi, che nell’ambiente di internet sono fondamentali, e possono fare la differenza tra un successo ed un fallimento videoludico ed economico.

I nuovi provvedimenti presi da Valve nei confronti delle review su Steam fanno discutere, e a buon ragione. La decisione di diminuire l’importanza delle recensioni scaturite da giochi ottenuti esternamente a Steam, difatti, va a tagliare l’opinione di molti utenti. Questa nuova politica, che mira ad evitare azioni disoneste da parte di sviluppatori e publisher, penalizza però anche diverse tipologie di giocatori. Se è vero che, ad esempio, del giudizio espresso nelle recensioni che strappano sorrisi forse è possibile fare a meno, lo stesso non si può dire probabilmente di quello dei recensori più professionali, che magari pubblicano su Steam un estratto dei loro articoli già pubblicati altrove. In questo modo, soprattutto, viene fatta fuori anche buona parte dei backer dei titoli finanziati tramite crowdfunding. Questi giocatori, infatti, spesso conoscono il gioco analizzato quasi quanto gli sviluppatori stessi, e per questo possono dare valutazioni pienamente sensate. Quella presente attualmente su Steam, dunque, è un’informazione sicuramente più controllata, e forse più onesta: siamo sicuri, però, che sia anche migliore della precedente? Fateci sapere nei commenti qual è la vostra idea in proposito.