La lunga coda di Final Fantasy XV

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a cura di Gottlieb

Non incontravo Hajime Tabata da Lucca, e il director di Final Fantasy XV se lo ricorda bene quasi quanto me: al Let’s Play di Roma avviene il nostro terzo incontro in meno di un anno, ancora una volta per parlare di quello che è stato il titolo premiato come Videogioco dell’Anno al Drago d’Oro 2017. Le domande, chiaramente, sono tante perché questa è la prima volta che io e Tabata-san ci vediamo dopo aver finito, platinato e recensito il titolo Square-Enix.

La storia da occhi diversi«Final Fantasy XV ha ancora tanto da dire: siamo oramai vicini ad avere una schedule precisa di tutti i DLC. Abbiamo dovuto necessariamente fare dei passi indietro, tornare sul nostro lavoro, per correggere alcuni errori di programmazione, però adesso siamo decisamente pronti per iniziare con le release dei DLC. Il nostro obiettivo – spiega Tabata – è quello di darvi la possibilità di vedere la storia anche dagli occhi degli altri protagonisti. Nel gioco originale abbiamo avuto la possibilità di farci raccontare la storia di Noctis, dai suoi occhi: non sappiamo altro, non sappiamo cosa accade agli altri. È quindi giunto il momento di spiegare tutti questi aspetti e dare una visione d’insieme fondamentale». Proprio su questo argomento ci soffermiamo, allora, facendo riferimento a quello che è stato uno degli elementi più criticati di Final Fantasy XV, ossia la sceneggiatura e la storyline, con tantissimi buchi al suo interno: «Inizio col dire che Kazushige Nojima ha scritto soltanto la storia originale, non quella che poi vi abbiamo mostrato alla fine, che ha subito un po’ di cambiamenti. Penso che le vere critiche non siano arrivate per la storia in sé, quanto per l’approccio a essa, a come è stata raccontata. Abbiamo raccolto dei feedback e c’è stato segnalato questo problema: la community avrebbe voluto avere una storyline più lineare, ma vi assicuriamo che vi saranno tutti gli elementi necessari alla fine di questa nostra avventura per avere una storia piacevole». 

Ardyn Izunia: il presente nell’ombraCome già noto i DLC che arriveranno nei prossimi mesi ci permetteranno di vestire i panni di Gladio, Ignis e Prompto, scoprendo tutto ciò che accade agli altri tre protagonisti mentre noi saremo nei panni di Noctis. Un aspetto da tenere in forte considerazione, per avere così un quadro completo di ciò che ci si parerà innanzi. Intanto, però, le domande sulla storia originale continuano e allora stuzzico subito Tabata sull’argomento Ifrit, che si ricollega necessariamente ad Ardyn: «Non posso dirti niente sul rapporto tra i due, ma posso invece assicurarti che approfondiremo la storia di Ardyn. Non abbiamo pianificato un DLC su di lui, ma ci sarà modo di raccontarvi ciò che bisogna sapere sulla sua figura. Ribadisco che noi ci siamo concentrati sul raccontare la storia dagli occhi di Noctis, quindi tutto ciò che il principe ha potuto vedere: resta ancora tanto da mostrarvi, perché tutti i giocatori vogliono sapere di più e nel futuro, vi assicuro, in tutti gli episodi che verranno pubblicati avrete modo di ricevere le vostre informazioni. Ora dobbiamo soltanto terminare una messa a punto sul gioco: a fine mese modificheremo e correggeremo il capitolo 13 e poi ci concentreremo sul potenziamento dello storytelling». Quando Tabata inizia a parlare di Noctis in veste di principe non può che far scattare subito la molla che fa riferimento alla natura dell’erede al trono di Lucis, che non viene mai riconosciuto quando cammina per il mondo che lo circonda: «Questa è la domanda che mi viene posta di più in assoluto, ti assicuro (ride, ndr). Per gli europei può sembrare una cosa strana, inaspettata: tutti si aspettano che Noctis venga riconosciuto quando cammina per strada, ma da noi in Giappone è diverso. Nella nostra cultura non è necessario riconoscere per strada una persona della famiglia reale, chi ha una posizione molto alta nella società non dev’essere necessariamente noto al grande pubblico. Per questo Noctis, che comunque ha sempre vissuto in maniera molto distaccata dalla vita a palazzo, non viene additato come il principe erede al trono. Capisco che per gli europei possa essere qualcosa di incredibilmente strano, ma la nostra è un’idea prettamente giapponese di come viene vista una persona della famiglia reale».

Il futuro di un directorTabata negli ultimi due anni, come è già noto, ha dovuto raccogliere dalle ceneri un progetto lasciato nelle mani di Tetsuya Nomura, attualmente al lavoro su Kingdom Hearts 3. Il director di Final Fantasy XV innanzitutto, tenendomi il gioco sul passaggio del testimone con Nomura-san, spiega, ridendo, che «Kingdom Hearts 3 è un dipartimento diverso, non sono coinvolto, quindi non penso proprio che andrò a finire quello che lui ha iniziato stavolta», poi aggiunge che nel suo futuro non vorrebbe ci fosse un altro Final Fantasy: «Vorrei creare un gioco realmente fantasy, qualcosa di più di quanto fatto stavolta. Voglio un titolo completamente nuovo, quindi usare tutta la mia esperienza accumulata in questi anni con Final Fantasy e riversarla altrove, fuori dai dettami della saga. In ogni caso è ancora presto per dire cosa farò e cosa non farò, perché c’è tanto da lavorare sul titolo di adesso». La chiosa finale spetta a Switch: «Sto seguendo con attenzione il loro sviluppo sul mercato, è difficile però pensare che Final Fantasy XV possa arrivare sulla console Nintendo. Penso che qualsiasi director ti darebbe la stessa risposta al momento: un porting è veramente difficile». 

Final Fantasy XV ha ricevuto il premio come Miglior Videogioco del 2016 al Drago d’Oro, un premio che gli ha permesso di stagliarsi in cima a tutta l’eccellenza del nostro mercato, confermando che pur avendo qualche difetto, nel complesso è stato un titolo indimenticabile, sicuramente anche per Hajime Tabata, un uomo che in due anni si è caricato sulle spalle la responsabilità di dare un futuro a Square-Enix e a una saga che rischiava, nelle mani di Tetsuya Nomura, di naufragare completamente. L’appuntamento è per l’arrivo del primo DLC, che ci racconterà la storia di Gladio.