Fuori dai Denti - Giochi incompleti

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Siate sinceri: perdonereste mai la compagna di cui siete follemente innamorati dopo un tradimento consumato davanti ai vostri occhi? E se in nome di un amore più grande e più forte di ogni cosa, dopo aver sorvolato sulla mancanza di rispetto e sul trattamento riservatovi, voi la perdonaste e lei in tutta risposta cominciasse a farla diventare un’abitudine? Sarebbe una gran brutta storia, non c’è che dire; e anche una serie di domande che al solo pensiero mettono ansia e destano una certa preoccupazione. Proviamo ad andare ancora oltre e immaginiamo uno scenario decisamente peggiore: cari miei, come la prendereste se questo accadesse tutte le santissime volte con chiunque, dopo aver dato la vostra piena fiducia? Esatto: la prendereste malissimo e sareste al colmo della rabbia e della frustrazione; eppure, qualcuno ha ancora il coraggio e la faccia tosta di giustificare azioni così vili. Questo, in sostanza, è esattamente ciò che sta accadendo oggi nel nostro settore, sempre meno dorato, più cinico e molto ingrato verso chi lo ha reso così celebre.
Le colpe dei padri
Non so individuare con certezza una data esatta che stabilisca l’inizio di questo scempio, ma so per certo che abbiamo cominciato a lamentarcene nel momento in cui le piccole privazioni e ingiustizie sono diventate dei soprusi largamente accettati dalla gran parte delle persone che acquistano i videogiochi. Dico accettati perché quando si conoscono certe brutte dinamiche che hanno ormai preso piede come se fossero la normalità, non ci si può lamentare dopo aver foraggiato e incoraggiato questi atteggiamenti. Se volete che qualcosa di insopportabile finisca immediatamente, spianare la strada affinché si continui a fare di peggio non è esattamente l’azione più scaltra da intraprendere, ed è proprio per questo preciso motivo che bisognerebbe smettere – seduta stante – di preordinare i giochi sulla fiducia o perché si è sopraffatti dall’hype. Se l’incontenibile smania di accaparrarsi un prodotto incompleto (che talvolta rimarrà tale anche dopo l’uscita) prevale sul buon senso e sulla ragionevolezza, la sconfitta è soprattutto dei clienti, incapaci di trattenere quella specie di sentimento di ingordigia aprioristica che li riduce a rigettare tutto poco dopo essersi resi conto che il pasto, in fondo, era di pessima qualità. Pensateci bene e tirate le vostre conclusioni: che senso ha, oggi, preordinare un gioco? Credete sul serio che andrà a ruba e che non potrete reperirlo mai più in alcun modo? O che la skin rara da Guerriero con spada di adamantio + 10 del Regno dei Due Vulcani in edizione limitata, basti e avanzi per dire di sì a occhi chiusi? Siate seri, per cortesia, e fate in modo di scoraggiare in tutti i modi l’uscita dei giochi incompleti sul mercato. Anche se è psicologicamente difficile e vi prudono troppo le mani, aspettate di capire se l’oggetto del vostro desiderio è un gioco immesso sul mercato per essere fruito interamente e senza intoppi, o se è solo una beta spacciata per qualcosa che forse non vedrete mai. O che vedrete solo quando il vostro interesse sarà ormai scemato in favore di altro. È umiliante essere trattati in questo modo, perché voi tutti non siete i beta tester di nessuno, né tantomeno le cavie su cui si possono sperimentare gli effetti di qualcosa che non si vuole o che non si ha il tempo di calcolare. Siete dei clienti che hanno pagato a caro prezzo il prodotto di un’azienda, e come tali non solo avete il diritto di avere tra le mani l’intera torta, ma anche il dovere di farvi rispettare e fare in modo che un simile trattamento venga punito col mancato acquisto del gioco. Tenetevi stretti i vostri soldi e dateli a chi se li merita, anche se vi bombardano di pubblicità milionarie e di promesse difficilmente mantenute; e soprattutto, esigete sempre il meglio, così come loro esigono che paghiate a prezzo pieno ciò che vi stanno vendendo.
L’azienda viene prima di tutto
C’è un motivo valido per cui i giochi escono incompleti? Certamente, ma non è un problema che gli utenti si possono sobbarcare in alcun modo. Girano davvero tanti soldi, troppi, e le aziende hanno bisogno di liquidità continua per poter gestire i costi di produzione; pertanto, l’uscita annuale delle serie più popolari è diventata una pratica necessaria per garantire questo afflusso, che qualora mancasse, darebbe enormi grattacapi ad alcune società. C’è un altro problema che viene legato a questo punto saliente, ma va esteso a qualunque software house che ha l’intenzione di massimizzare i propri profitti: uscire in un momento propizio, senza farsi pestare i piedi dai concorrenti. Il momento propizio non esiste, ma convinzione comune, regole di marketing e ricerche antropologiche vogliono che l’ultimo e il primo trimestre dell’anno siano le finestre ideali di lancio per tutti i titoli, che sono in realtà vittima di una cattiva distribuzione lungo l’arco dell’anno. Il punto è che pur di non sforare, viene imposto agli sviluppatori di far uscire i giochi come si trovano, infischiandosene dell’incompletezza e approfittandosi della bontà dei giocatori, che impreparati alla poco gradita sorpresa, esplodono di indignazione tutte le volte che si rendono conto del danno subito. Far slittare l’uscita di un titolo significa per le aziende perdere un mucchio di soldi da investire su altri progetti, e le pressioni che subiscono gli sviluppatori sono spesso tremende e controproducenti. Analizzando gli ultimi anni di mercato si comprende come ci sia ormai una spasmodica premura nel fare uscire giochi, specialmente quelli seriali, che hanno una tabella di marcia prefissata. I risultati sono però davanti ai nostri occhi: bug gravi, glitch su cui è meglio riderci su, codici di gioco corrotti, netcode completamente sballati e, dulcis in fundo, parti mancanti che “Hey, pazientate un po’ e arriverà tutto”. Forse.
Cosa gliene importa all’utente di questi problemi, delle strategie di mercato, dei ritmi produttivi, delle baruffe interne e di tutto il resto? Assolutamente nulla, perché nessuna giustificazione può essere addotta quando il prezzo è massimo e il gioco è incompleto. Semplicemente, dovrebbero essere messi in “Accesso anticipato”, perché fondamentalmente, in alcuni casi, si tratta esattamente di questo: titoli che hanno ancora bisogno di qualche mese per essere portati a compimento. Ma nessuno verrà a dirvelo in tutta sincerità, soprattutto se continuate a dar loro ragione con la bocca spalancata del vostro portafogli.

Le aziende produttrici si fanno un grosso danno di immagine quando immettono sul mercato giochi incompleti che verranno ultimati solo attraverso l’uscita costante di patch, ma fin quando il gioco varrà la candela e riusciranno a recuperare in breve tempo i soldi investiti sulla produzione, questa pessima abitudine non cesserà di esistere. Lamentatevi pure di quanto sia ingiusto tutto ciò, di quanto sia sbagliato nei vostri confronti e di quanto alcune logiche vadano a ledere soltanto il consumatore; ma prima di tutto, lamentatevi con voi stessi: senza il vostro denaro, tutto questo sarebbe già finito.