Recensione

DuckTales, la recensione del ritorno di Paperon de' Paperoni

Avatar

a cura di Gottlieb

Il 23 settembre, a trent’anni precisi dalla messa in onda del primo DuckTales, su Disney Channel tornerà una delle serie animate più amate della fine degli anni Ottanta e dell’inizio degli anni Novanta. Le storie di Paperi, un’incredibile idea voluta in concerto dagli studi di Walt Disney Productions, un’apripista geniale per quella che sarebbe stata una produzione rinascimentale, sfociata poi nei due spin-off di DuckTales (Darkwing Duck e Quack Pack) e di numerose altre serial televisivi dalla durata di mezz’ora, come Ecco Pippo! e Bonkers, senza dimenticare TaleSpin e Chip & Dale. Trent’anni dopo, una generazione e più dopo, Walt Disney Productions torna a dar vita a DuckTales, con un reboot della serie, e lo scorso weekend è stata trasmessa la puntata pilota, della durata di un’ora, che ha anticipato la messa in onda che avverrà, come già detto, il prossimo 23 settembre. L’abbiamo vista e ve ne parliamo, perché ancora una volta c’è da riscrivere la storia.

Ai ragazzini piacciono ancora le biglie?Partiamo col dire che il salto generazionale lo si vede, è tangibile. A rappresentarlo al meglio sono Qui, Quo e Qua, non più dei ragazzini col berretto colorato in testa alla ricerca dell’avventura, manuale delle Giovani Marmotte sotto braccio e biglie in tasca: i tre nipoti di Paperino, molto più presente in questo reboot, sono dei ragazzini frenetici e gradevolmente eccitati, ma allo stesso tempo impulsivi e fastidiosi, che hanno completamente dismesso l’ingenuità di trent’anni fa e si sono pettinati con dei ciuffi ribelli e con dei modi di fare molto più saccenti e arroganti. Sapere che andranno a stare dal loro zio più ricco, il papero più ricco del mondo, è un motivo di grande eccitazione, un anelare un’avventura più grande di loro, privata del timore di compiere un passo più lungo della gamba. Da qui, quindi, riparte DuckTales: Paperino anche stavolta ha un importante colloquio di lavoro al quale presentarsi, per dare una svolta alla propria vita, per dismettere definitivamente la blusa da marinaretto, e per potersi sentire sicuro sente la necessità di lasciare i suoi nipotini a suo zio, Paperon de’ Paperoni. L’evento scatenerà il primo incontro tra due mondi completamente diversi, molto più distanti di quelli che si scontravano trent’anni fa: Paperone è molto più burbero, è molto più eroe decaduto, è un mito lontano, una leggenda che deve riscoprire se stessa e che nel mentre si fa ritrovare quasi annoiato dinanzi ai suoi infiniti e innumerevoli guadagni. Pacato, posato e infastidito dalle chiacchiere del suo fedele, e ritrovato, autista Jet McQuack, Scrooge risponde molto di più all’identikit di un tempo, più spigoloso. La chiave di volta sta proprio in questo, nel dover riscoprire una leggenda passata: il nuovo DuckTales è come se fosse stato chiamato a rapporto per eliminare quella patina opaca che si è posata sulla storia di un mito, di un eroe che partì da un decino e costruì il più grande impero monetario della storia. Ma non solo, perché sotto quella patina, quella crosta, c’è da riscoprire anche il cuore di uno Zio al quale vanno insegnati nuovamente i concetti della famiglia, l’affetto dei propri cari, soprattutto delle “piume delle sue piume”, ossia Qui, Quo e Qua. E nonostante il cambiamento caratteriale, che ha investito anche Gaia e la Tata, anche loro meno ingenue e molto più teutoniche nell’atteggiamento, Paperone sa che l’unico modo per far ricredere tutti, per riabilitare la propria figura, è partire per una grande avventura.

Avventure di PaperiAttorno alle vicende raccontate nella pilota di DuckTales, che portano Paperone e i suoi nipoti ad Atlantide, si regge un fondale che funziona perfettamente, un ecosistema perfetto. L’intero universo è pregno di citazionismo, che parte dalle biglie che abbiamo citato poc’anzi e finisce nella figura di Cuordipietra Famedoro, l’acerrimo nemico di Paperone, la controfigura del John Davis Rockerduck di Carl Barks. Anche in questo reboot il duello si rinnova, con Scrooge che chiaramente riuscirà sempre ad avere la meglio, perché dinanzi all’essere spietato del suo avversario, magnate del Sudafrica, il Nostro ha il cuore, l’estro e l’intelligenza, oltre che una famiglia da schierare in campo. Ancor più entusiasmante è, però, il rivedere su schermo Jet McQuack: lo strampalato pellicano, pilota di elicotteri per vocazione ma distruttore per natura, torna a farsi vedere dopo quella che era stata una censura del periodo post 2001, quando gli schianti degli aerei avevano falcidiato la cultura americana e internazionale. Lo fa da autista, su strada, poi con un sottomarino, ma l’inseparabile factotum di Paperone è tornato con uno stile tutto suo, invariato nel tempo, con il suo solito fare da sbruffone che lo rende la spalla comica perfetta per un gruppo di avventurieri à la Indiana Jones. Manca Archie, il maggiordomo della magione né nominato né visto, così come manca Miss Paperett, la segretaria di Paperone: non si sono visti i Bassotti, Archimede Pitagorico, Amelia, Gennarino e men che meno Fenton Paperconghiglia, contabile e poi eroe di Paperopoli, Robopap. Non è ancora il momento di godere di un cast allargato, anche se confidiamo nella scelta ponderata di Walt Disney Productions di riproporre gli stessi personaggi, di cui molti già annunciati, ma intanto possiamo goderci un Paperino molto più presente. Donald Duck, infatti, stavolta non è partito per arruolarsi in marina e restare lontano dall’azione per tutta la stagione, salvo riapparire in pochissimi episodi per sventare minacce marine, da Macchia Nera ad altre problematiche: lo sfortunato nipote di Paperone – nella serie originale presente in egual misura di Gastone Paperone, mentre Paperoga di fatto non esisteva – conferma la sua indole e nel suo colloquio di lavoro si ritrova nell’ennesima sfortunata vicenda che però lo porterà a vivere l’ennesima avventura insieme con lo zio e i suoi nipoti. Emblematica, però, è la figura di Paperino, perché presto i suoi nipoti lo vedranno raffigurato in un dipinto insieme con Paperone su un veliero, a combattere pirati fantasmi: il suggerimento è chiaro, perché se Scrooge è stato il più grande avventuriero di sempre, subito dopo di lui dev’esserci necessariamente suo nipote, che lo ha seguito, in maniera scapestrata, in tutte le scorribande, dall’Antartide alla Luna, senza perdersene una. Anche Paperino, in questo nuovo DuckTales, ha di che riabilitarsi agli occhi del pubblico.

– Paperino promette maggior presenza

– Lo svecchiamento funziona ed è coerente

– Saranno delle grandi avventure

9.0

Il nuovo DuckTales si è presentato più che bene con la sua puntata pilota. Non c’è nulla fuori posto e la memoria della prima serie non viene minimamente intaccata, anzi: l’opera di svecchiamento è coerente, è al passo con i tempi, compie il salto generazionale di cui aveva bisogno e propone un’avventura molto più attuale, più avvincente e anche più fantasy. Inoltre continua il periodo d’oro di David Tennant, che con il suo essere scozzese riesce a caratterizzare quello che è, a conti fatti, lo scozzese più famoso di sempre, il papero più ricco di sempre, l’avventuriero più affascinante di sempre: Paperon de’ Paperoni. Ancora una volta pronto a “solve a mystery or rewrite history”.

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9