Anteprima

Dragon Age: Inquisition

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a cura di FireZdragon

Quando si dice il caso. Ieri mattina il primo appuntamento della fiera è stato con The Witcher 3 e appena finita la presentazione nello stand di CD Projekt siamo corsi all’enorme padiglione di Electronic Arts per vedere finalmente con i nostri occhi a che punto era arrivato lo sviluppo di Dragon Age Inquisition.Dicevamo il caso, quel caso che per forza di cose ci fa mettere a confronto due giochi di ruolo immensi, open world ma dalle fondamenta così diverse. Un conto però è capire che i due titoli da spartire, oltre all’ambientazione fantasy, hanno davvero ben poco, un altro è tentare di evitare un confronto tecnico che ad oggi fa uscire con le ossa sbriciolate la produzione Bioware.Premesso che entrambi i titoli mostrati giravano su PC di fascia sicuramente alta, il primo impatto ha messo subito in risalto effetti particellari assolutamente meno curati, texture non allo stesso livello e in generale un colpo d’occhio meno incisivo rispetto al titolo CD Projekt.Un confronto dicevamo ovviamente obbligato, ma che qui si ferma perché Inquisition ha tanto altro da dire sotto moltissimi altri aspetti.

Una storia da riscrivereLa guerra tra maghi e templari è ormai arrivata al culmine e noi, come al solito, dovremo mettere la parola fine a un conflitto che si trascina avanti da ormai troppo tempo. Per farlo prenderemo il controllo di un gruppo composto da quattro personaggi e ci getteremo nell’immenso mondo creato da Bioware.Sebbene non ai livelli di The Witcher 3, anche l’opera di EA mette in mostra scenografie spettacolari e l’accento posto su ambientazioni sicuramente meno realistiche di quelle viste nella produzione CD Projekt riesce ad offrire panorami ancor più impattanti emotivamente. Non è raro quindi vedere enormi fortezze costruite vicino a mortali strapiombi o villaggi nascosti dalla fitta vegetazione. Durante la presentazione, della durata di circa trenta minuti, ci siamo mossi all’interno della regione di Crestwood, con una libertà mai vista prima nella serie. Scordatevi dunque le mappe a corridoi obbligati di Dragon Age II e accogliete a braccia aperte un free roaming di quelli tosti, che vi lascerà esplorare in tutta libertà.Non ci sono limiti o muri invisibili che vi ostacoleranno fisicamente e gironzolare per le varie mappe sarà utile anche per raccogliere materiale per il crafting, mentre intorno a voi la natura prenderà vita con conigli che salteranno fuori dalle loro tane all’improvviso e il vento che sposta dolcemente le fronde degli alberi. Bioware ha cercato di ricreare un mondo verosimile e l’ha riempito ovviamente di quest e missioni secondarie, ben mostrate sulla mini mappa ed evidenziate dai classici punti esclamativi. Gli spostamenti avvengono finalmente tramite cavalcatura, per la prima volta nella serie, e anche il nostro eroe torna ad essere completamente personalizzabile nell’aspetto, potendo scegliere sia la razza, tra le quattro disponibili, sia la classe.Prima di passare al combattimento, tornato alla grande mischiando lo stile del primo e del secondo capitolo, ci teniamo a rimarcare come la mano di Bioware si senta in maniera pesantissima nella produzione, soprattutto nel sistema di dialoghi e di scelte. Si potrà decidere ancora una volta se inimicarsi qualcuno e scatenare tafferugli o tentare di superare le diverse aree in maniera pacifica, utilizzando la diplomazia o aggirando il problema evitando il confronto diretto.Sarà altresì possibile assaltare fortezze, magari intrufolandosi silenziosamente e scassinando le porte con il vostro rogue, o vagando negli accampamenti per recuperare loot ulteriore, il tutto ovviamente slegato dalla trama principale ma capace di garantirvi in un secondo momento il controllo e la gestione di queste incredibili roccaforti. Purtroppo non sono uscite novità circa la durata della campagna ma ci aspettiamo, data la vastità del mondo, una durata più che soddisfacente per gli amanti dei gdr.

Time to fightIl combattimento, come preannunciato, ci ha soddisfatto completamente, visto che ricalca in tutto e per tutto l’esperienza vissuta in Dragon Age Origins. Sarà possibile quindi fermare il tempo e organizzare gli attacchi del nostro gruppo in maniera autonoma, stabilendo i path per il movimento e il posizionamento, e ordinare ai compagni quali magie utilizzare in sequenza. nella demo mostrataci ovviamente il friendly fire era disabilitato, ma nelle difficoltà più alte ci aspettiamo la possibilità di danneggiare anche i propri membri del party, così da aggiungere un ulteriore livello di sfida al titolo. Non ci sentiamo ancora di dare un giudizio sulla difficoltà complessiva, troppo poco è stato mostrato nelle giornata odierna, ma abbiamo comunque apprezzato i diversi pattern di attacco in mostra dalle boss fight. La demo ci ha infatti messo contro sia a un mago, con tanto di palle di fuoco, teletrasporti ed evocazioni, in un combattimento abbastanza classico, sia a un gigantesco drago dove le cose ci sono parse ancora più interessanti. Il lucertolone poteva attaccare da terra, colpendoci con gli artigli, scodando o sputando fuoco. In una seconda fase invece si è alzato in volo sfiammando e attaccandoci in picchiata, un dinamismo apprezzato che porta nuova linfa vitale a un titolo strategico come questo. Alla strategia si aggiunge poi azione quando deciderete di entrare nei panni di un combattente in prima persona, con visuale classica alle spalle, e utilizzare attacchi rapidi e abilità come in un qualsiasi action, dando anche agli amanti del secondo capitolo qualcosa con cui divertirsi.

– Mondo vasto da esplorare

– Ottima ambientazione

– Si torna a combattimenti più ragionati e tecnici

Dragon Age Inquisition convince ma non esalta. Buono il comparto tecnico ed enorme la possibilità di esplorazione offerta dal titolo, con le fortezze da conquistare e difendere ad aggiungere profondità all’intero progetto. Si torna finalmente ad un gameplay strategico e ragionato, con una gestione oculata dei membri del party e di gran lunga superiore, quantomeno a questo primo contatto, con quanto visto in Dragon Age 2. Bioware sembra aver messo la firma anche sulle possibilità di dialogo, con scelte multiple e influenti sulla storia.