Recensione

DooM 3

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a cura di pWi

Qui si fa la storia Ragazzi, finalmente ci siamo. Per chi scrive è un momento unico: dopo anni e anni di attesa è arrivato DooM 3, quello che senz’altro può essere definito uno dei giochi più attesi di tutta la storia del videoludo. id Software ha lavorato tantissimo a questo faraonico progetto con il non certo banale obiettivo di rivoluzionare ancora una volta il concetto di shooter 3D. La storia, in realtà, inizia nell’ormai 1989 con Wolfenstein 3D, il primo vero e proprio shooter 3D. Certo di 3D c’era ben poco, praticamente solo il titolo, ma quel prodotto era comunque veramente innovativo, aveva in sé un gameplay che regalava sensazioni particolari al giocatore, sensazioni mai provate prima. Ovviamente, bisogna però aspettare il 1993 per avere IL vero capolavoro, DooM. Il successo di quest’ultimo va sicuramente additato al gameplay, alla frenesia, al multiplayer (per i tempi una chicca), all’ambientazione e a molto altro ancora. Non è un caso che, da allora, di shooter 3D sui nostri PC ne sono apparsi a decine, fino a diventare il genere re dei giochi per personal computer. A quel grandissimo capolavoro seguirono DooM II e The Ultimate DooM, dei quali solo il primo si è riproposto a quei magnifici livelli qualitativi. A questo punto, id Software decide di invertire rotta, decide che è il momento del 3D completo. Infatti, il primo gioco che tutti ricordiamo essere totalmente in 3 dimensioni è certamente Quake. Il giudizio qualitativo su quest’ultimo è, però, molto più controverso rispetto a quello su DooM. La maggior parte delle persone lo ritiene certamente un capolavoro cristallino, ma alcuni, e purtroppo tra questi c’è anche il sottoscritto, pur non ripudiandolo, lo considera qualche gradino al di sotto rispetto all’Olimpo degli shooter 3D. Quello che mette tutti d’accordo è poi Quake 2. Con questo nuovo progetto, id Software dà un aspetto ancora più frenetico e adrenalinico all’esperienza videoludica. Il numero impressionante di mostri, la frenesia di alcuni momenti, l’ambientazione horror-tecnologica, un motore grafico rivoluzionario sono tutti aspetti che rimarranno impressi a fuoco nei nostri ricordi. Da quel momento in poi è storia dei nostri giorni. id Software decide, infatti, di passare al multiplayer con Quake III Arena ed anche qui è subito un grande successone. Per la prima volta uno shooter 3D è interamente dedicato al gioco online (in realtà Unreal Tournament fu rilasciato poche settimane prima), ma quello che stupisce di più è sempre un motore grafico unico per il panorama tecnologico del tempo. Pensate che ancora oggi, a 5 anni dalla sua uscita, Quake III Arena è utilizzato massicciamente come piattaforma di benchmark per le schede video di ultima generazione. Adesso, bando alle ciance, lasciamoci alle spalle quello che è stato e vediamo se id Software ha saputo ripetersi ai livelli elevatissimi di cui abbiamo parlato sin da ora. DooM 3 è il remake del vecchio DooM, ma certamente ha qualcosa in più che lo rende assolutamente unico. E’ quel qualcosa che tenteremo di sviscerare nella recensione che state leggendo.

Only one man stands between hell and earth L’atmosfera che pervade tutti i giochi di id Software è cupa, angosciante, opprimente, intensa. Sin dai tempi di DooM, l’horror è stato il protagonista numero uno. Si trattava di un horror implacabile, che non mollava il giocatore dal primo all’ultimo minuto di gioco. Questo aspetto in DooM 3 è rimasto assolutamente immutato, ma il tutto si arricchisce di un’ambientazione ancora più viva ed intensa. L’aspetto dell’horror-tecnologico è qui riproposto con la stessa convinzione degli episodi precedenti. Tutti i mostri presentano, infatti, aspetti da un lato horror, dall’altro tecnologico. Così pure le varie locazioni. E’ un dualismo che si ripropone puntualmente, sembra che stia molto a cuore a John Carmack e soci. In alcuni momenti della nostra esperienza di gioco, la sensazione che solo la tecnologia possa aiutarci a superare il male che la carne e la vita portano con sé è ben esplicitata dalle sequenze di gioco. Per esempio, dei simpaticissimi piccoli robot spesso ci scorteranno tra ali di mostri pronti a smembrare i nostri organi vitali, distruggendo tutto quello che si pari dinnanzi a loro. Venendo alla trama, diciamo subito che DooM 3 certamente non ne fa un cavallo di battaglia. Insomma, sembra essere lì solamente per ricreare quell’atmosfera claustrofobica che abbiamo sin qui descritto. Siamo nel 2145 su Marte. La Union Aerospace Corporation è una società esperta in esperimenti tecnologici relativi al passaggio extradimensionale della materia. Proprio su Marte è pronta a collaudare la nuova tecnologia scoperta. E’ una società che già in passato ha avuto pochi scrupoli nei riguardi del proprio personale e dell’ambiente, l’unico obiettivo è raggiungere i propri obiettivi. E’ così che in quel di Marte qualcosa va storto, uno scienziato con forse qualche peso di troppo sulla coscienza commette l’errore fatale, l’esperimento non va come ci si aspettava, strani fenomeni cominciano a compromettere il normale funzionamento della base. Immediatamente, creature mai viste prima compaiono dal nulla, il loro unico obiettivo sembra quello di cibarsi di carne umana. Inoltre, molti degli uomini della base cadono vittime di queste forze sovrannaturali, sono posseduti, non riescono più a pensare a quello che fanno, adesso sono solo degli zombie. In tutto questo, in una base angusta come il corridoio di casa mia, in un buio soffocante, armati di una misera pistola senza molti proiettili muoveremo i primi vacillanti passi. L’esperienza di gioco, già dai primissimi minuti, è singolare e per la tensione che invade il giocatore e per una grafica che raggiunge livelli senza dubbio inesplorati prima. Questi primi minuti ci riportano alla mente il primo Half-Life: si cammina per la base parlando con i vari scienziati e il personale per poi, dopo il contatto alieno, dover sfuggire alla minaccia di queste orribili creature. L’esperienza di DooM 3 è sin da subito estremamente claustrofobica.

I smell fear Sul rapporto con il gameplay dei primi DooM ci soffermeremo tra un attimo, per il momento ci basta dire che adesso non esiste più il dover crivellare decine di mostri contemporaneamente per tutto il gioco. In alcuni frangenti, infatti, bisogna essere concentrati su quello che ci circonda o che ci potrebbe circondare. Gli spazi bui adesso si sono moltiplicati, qualsiasi insidia potrebbe venire da uno di essi. Come dicevamo, quindi, il termine adatto per descrivere l’atmosfera di DooM 3 è claustrofobico. I corridoi della base su Marte sono angustissimi, sempre uguali fra loro, pieni di elementi tecnologici ma, ormai, anche dei più incredibili mostri. L’unico nostro conforto è una misera torcia, l’unica in grado di squarciare il buio. Elemento senz’altro portante di questi primi attimi di gioco è, inoltre, la penuria di proiettili. Scordatevi di sparare a tutto quello che si muove senza pensarci prima su: saremo, infatti, costretti a centellinare ogni proiettile a nostra disposizione. In realtà, non si tratta di una caratteristica esclusiva dei primi minuti di gioco, ma di tutta l’esperienza di DooM 3. Usare lo shotgun per gli scontri ravvicinati, una bomba a mano quando ci sono troppi mostri addensati in uno stesso luogo, avventurarsi in scontri corpo a corpo con i mostri meno violenti (anche se questa è certamente una bella sfida) sono tutte accortezze che imparerete presto ad utilizzare. Avere tanti proiettili e qualche secondo dopo rimanerne a secco è infatti una cosa che si ripeterà puntualmente quando sbaglieremo anche un singolo scontro a fuoco. Fondamentale è, in tutto questo, mirare alle zone letali dei vari mostri: in questo modo risparmieremo munizioni e faremo fuori in minor tempo il nemico di turno. DooM 3 vanta un ottimo sistema di locazione danni che oltre a garantire zone più letali di altre si rivela in termini di animazioni, sempre differenti a seconda della parte del corpo nella quale colpiamo il nostro avversario. Ma è arrivato il momento di parlare di armi. Come al solito si tratta dell’elemento centrale di ogni shooter 3D degno di questo nome, ma in DooM 3 acquisiscono un fascino superiore, vediamo il perché. La maggior parte delle armi è mutuata direttamente dai primi DooM. Per chi non avesse giocato a questi grandi capolavori del passato o semplicemente chi non ricordasse questo aspetto, diciamo subito che i due giochi in questione inventarono il modello perfetto di armi da shooter 3D. Infatti, se oggi certi canoni si sono affermati, il merito è in buona parte di quei due grandi capolavori. Armi come il Chain gun, il fucile a pompa, il plasma gun si vedono, di fatto, in moltissimi shooter 3D moderni. Rivedere le vecchie armi di DooM in questa nuova impressionante veste grafica e con un motore fisico al passo con i tempi è da una parte un colpo al cuore, dall’altra un’esperienza videoludica tutta da vivere. Tra le varie armi ritroviamo la pistola, lo shotgun, la mitraglietta, il Chain gun, l’intramontabile motosega, le bombe a mano, il plasma gun, il lanciarazzi e lo storico BFG. Come dicevamo, le differenze con i precedenti DooM sono minime: ad esempio, lo shotgun ha una sola canna anziché due e, soprattutto, un aspetto decisamente più futuristico. Anche il plasma gun ha subito un restyling in direzione del futuristico, ma devo dire di preferirlo rispetto al passato. Mentre nei primi DooM era una delle armi che meno digerivo, adesso ha un fascino decisamente unico e spesso saremo portati ad utilizzarla solo per il suo effetto grafico o lo splendido audio che contraddistingue i suoi colpi. Il fascino che ha ogni arma è quindi assolutamente centrale in DooM 3 ponendo, come è giusto che sia in uno shooter 3D, molta enfasi sulle armi stesse. Ad esempio, per prendere per la prima volta una nuova arma spesso accade di dover seguire dei percorsi alternativi. Il Chain gun si trova in un luogo molto angusto, che normalmente mai e mai ci saremmo immaginati di percorrere per portare avanti il gioco. Una volta raggiunta la nostra arma, mentre tutto sembra tranquillo attorno a noi, improvvisamente tutte le porte che ci circondano si chiudono e ordate di mostri appaiono dal nulla, correndo a gambe levate verso di noi e verso la nostra sudatissima carne. I più fra voi sicuramente saranno sobbalzati sulla sedia perché tutto ciò ha ricordato loro immancabilmente i vecchi DooM. In effetti è proprio così. In questi momenti la sensazione di trovarsi in un vecchio DooM con grafica rifatta è elevatissima. Ma, come abbiamo più volte detto, si tratta solo di una sensazione relegata ad alcune piccole parti del gioco. Adesso, DooM 3 è un’esperienza molto più angosciante, nella quale invece che crivellare decine e decine di corpi, dovremo stare attenti a ripararci, a osservare bene una locazione prima di transitarla e a non farci cogliere impreparati dal buio. Certo, non mancheranno sezioni come quella appena descritta nelle quali decine e decine di mostri ci attaccheranno contemporaneamente (e in questi momenti è davvero impressionante il fatto che il motore grafico non perda tantissimo in frame rate visto il crescente numero di poligoni presenti su schermo), ma si tratta appunto solo di piccole sezioni. Per chiudere il discorso relativo alle armi, dobbiamo ovviamente parlare anche della torcia elettrica. Beh si, non ho detto una castroneria inserendola tra le armi. John Carmack e soci hanno, infatti, pensato di inserirla come una semplice arma. La selezioneremo come facciamo per le altre armi e la utilizzeremo nel medesimo modo. Questo vorrà dire che non possiamo utilizzare la torcia insieme a una qualsiasi delle altre armi. Questo cosa comporta? Che saremo costretti dapprima a individuare correttamente la conformazione della stanza in cui ci troviamo, capire dove sono i vari mostri e poi dare sfogo alla nostra verve crivellatrice. Alcune locazioni sono talmente buie che le uniche cose di cui ci accorgeremo sono i nostri passi e quelli dei nemici che ci stanno intorno. L’unica è utilizzare la torcia per vedere almeno la direzione nella quale sono disposti i nemici di turno, chiuderla e imbracciare l’immancabile shotgun, quindi sparare nella direzione che abbiamo precedentemente inquadrato. Provate un po’ ad immaginare la scena. Nemici che ci vengono incontro, ansimando e mugolando come cani, buio più totale e solo uno shotgun nelle nostre mani. Solo grazie all’ampia rosa che lo sparo di quest’arma vanta potremo far fuori i nostri nemici. Sentiremo solamente i loro gemiti allorquando sono colpiti dai proiettili e il loro corpo cadere a terra se avremo la meglio. Altro elemento sul quale è stata naturalmente riposta tanta attenzione è quello relativo ai mostri. Anche questi ricordano da vicino quelli visti nei vecchi DooM. Ovviamente, adesso hanno modelli poligonali e animazioni che li rendono molto presenti e, addirittura visto che si tratta di mostri, realistici. La violenza che sprigionano è veramente constatabile. I loro attacchi sono incessanti, poderosi, incontenibili dando una sensazione di grande rabbia, la quale è celata sotto il loro manto di carne putrefatta. Le splendide animazioni rendono, inoltre, i loro movimenti molto realistici. Vedere sgattaiolare un mostro per le mura di un corridoio o vederlo gettarsi senza timori contro il nostro indifeso corpo sono esperienze uniche, che solo DooM 3 nell’ambito videoludico ha saputo fin’ora darci. Tra i mostri troviamo i vecchi Pinky Demon e Imp Demon, i Lost Soul, gli Hell Knight, i Trite, i Tick, i Cherub, i Wraith, i Mancubus, i Maggot, gli Archvile, i Revenant e i Cacodemon per una varietà veramente impressionante. Proprio come per le armi, nuovi mostri li vedremo solo andando avanti nel gioco. Quindi si inizierà combattendo contro certi mostri, superata una certa parte di gioco ne vedremo di altri e così via. I più esperti di voi avranno riconosciuto moltissime vecchie conoscenze nella lista che ho appena fatto. Ad esempio i Pinky Demon o i Cacodemon li avevamo già visti nei vecchi DooM. Ma la forza con la quale appaiono in DooM 3 è tutt’altra cosa. Adesso sono, infatti, composti da moltissimi poligoni e, come dicevamo, vantano animazioni mai viste prima. Insomma, sono realmente paurosi e realistici, una vera e propria manna per chi ha amato i mostri dei vecchi DooM. Ogni tipo di mostro attacca secondo modalità che ne favoriscono le proprie caratteristiche fisiche. Ad esempio, i Pinky Demon attaccano con velocità cercando di avvicinarsi il prima possibile al nostro corpo, i Trite o i Lost Soul attaccano in branchi e cercano di accerchiarci. Insomma, avere la meglio dinnanzi a queste ordate di creature infernali non è spesso facile e più di una volta il gioco ci farà sudare le proverbiali sette camicie. Ai demoni si aggiungono poi anche gli zombie. Questi sono molto più facili da uccidere ma spesso si trovano in posti bui o cercano di coglierci di sorpresa. A parte gli zombie veri e propri, ne incontreremo anche armati di mitragliatori, fucili a pompa o motoseghe. Questi ultimi sono più tosti da far fuori, perché sono in grado di ripararsi negli ostacoli e di aggirarci. Insomma, come avete capito non solo i vari mostri sono veramente molto belli da vedere, ma si ha una varietà veramente impressionante il che rende questo aspetto uno dei più riusciti dell’intera produzione. Una novità assoluta invece è costituita dai PDA. Si tratta di computer palmari nei quali possiamo ricevere diverse informazioni, leggere email, guardare video, ricevere ordini. Ogni tanto, nel corso del gioco, infatti, potremo raccogliere PDA di altri marine uccisi o video da alcuni terminali. In questo modo aggiorneremo il nostro PDA con le informazioni prelevate dai PDA raccolti. E’ così che verremo a conoscenza di quanto avveniva prima dell’esperimento che ha portato agli avvenimenti che contraddistinguono il gioco o di alcune combinazioni molto utili per andare avanti. Infatti, spesso ci imbatteremo in particolari contenitori di munizioni, i quali si aprono solo con una combinazione, o in alcune porte accessibili solo con la combinazione giusta. Un altro elemento molto chiacchierato prima dell’uscita del gioco era certamente quello relativo al motore fisico. Anche da questo punto di vista i ragazzi di id Software hanno fatto senz’altro un ottimo lavoro, anche se ovviamente non è l’elemento centrale di DooM 3. I vari oggetti inanimati rispondono molto bene alle sollecitudini dei proiettili o al movimento dei vari mostri, ma niente si può rompere per quello che riguarda i fondali. E’ ottimo invece il comportamento dei corpi dei mostri in reazione ai nostri spari: in questi frangenti localizzazione dei danni e animazioni perfette rendono il tutto veramente spettacolare. Un po’ meno entusiastico è il discorso legato all’intelligenza artificiale. I nemici, infatti, si trovano sempre negli stessi posti, cosa che porta al fatto che si conoscono perfettamente le loro posizioni di partenza nel momento in cui si rigioca una sezione per la seconda volta. In compenso, i vari mostri combattono con molta convinzione e, in alcune circostanze, prendendo valide decisioni strategiche. Soprattutto gli zombie armati riescono a nascondersi quando è opportuno e venire allo scoperto in un momento di difficoltà del giocatore. Per quanto riguarda la difficoltà generale del gioco anche da questo punto di vista i ragazzi di id Software hanno svolto un egregio lavoro. DooM 3 propone un livello di sfida adatto all’esperienza di ciascun giocatore. Sono presenti quattro livelli di difficoltà (dei quali il più difficile, nightmare, è inizialmente bloccato) i quali si adattano molto bene ad ogni tipo di giocatore. Consigliamo, comunque, il livello di difficoltà medio per un’esperienza di gioco il più continuativa possibile. Ovviamente, i novizi potranno anche optare per il livello più semplice: anche per loro, come detto, il livello di sfida sarà ottimo.Sebbene DooM III sia un’esperienza quasi esclusivamente single player, i ragazzi di id Software hanno deciso di includere anche il supporto multiplayer per completezza. Vi sono quattro modalità di gioco: deathmatch, team deathmatch, last man standing e tourney. Mentre i primi due si descrivono da soli, soffermiamoci sulle altre due modalità. In last man standing l’obettivo è restare in vita il più a lungo possibile. L’unico giocatore a non morire sarà così il vincitore. Più originale è invece tourney. In questa modalità si gioca uno contro uno. Gli altri giocatori collegati al server di gioco momentaneamente osservano le evoluzioni dei due che giocano. Nel momento in cui uno dei due sconfigge l’altro, subentra un nuovo giocatore tra gli spettatori. Chi uccide tutti e resta vivo per ultimo è il vincitore. In tutte le modalità multiplayer si può giocare massimo in quattro giocatori. Malgrado, come abbiamo detto, DooM 3 non sia assolutamente un’esperienza multiplayer, queste modalità sono comunque divertenti e, in alcuni casi, anche innovative. Considerate anche l’originalità delle arene, molte delle quali al buio e claustrofobiche come per il gioco in single player, e vi renderete conto che quell’aggettivo “innovativo” non è così fuori posto. Molte arene, inoltre, sono veramente ben disegnate, dimostrando tutta la fantasia dei ragazzi di id Software. Nel multiplayer ritroviamo tutte le armi e i bonus del gioco in single player come, ad esempio, l’intramontabile berserk. Per chi non se lo ricordi, in questa modalità il nostro marine è capace di uccidere tutti grazie all’aumentata forza del suo pugno.

Un motore grafico di un’altra generazione Si sapeva che DooM 3 avrebbe meravigliato in primo luogo per la grafica, e così effettivamente è stato. Se c’è un cammino tormentato e lungo verso il fotorealismo nei videogiochi, DooM 3 fa un passo sostanzioso verso la meta. E’ vero da una parte che tutto il gioco si svolge al chiuso e in posti molto angusti. Questo esclude ovviamente la presenza di enormi spazi aperti come abbiamo visto, ad esempio, negli Unreal. Tutto ciò però è una precisa scelta di John Carmack e soci. I ragazzi di id Software hanno, infatti, voluto ricreare ambientazioni il più possibile realistiche e immersive, senza badare a troppi fronzoli tecnici. Ebbene, ci sono riusciti in pieno. DooM 3 è certamente il videogioco con la miglior grafica attualmente in circolazione. La pienezza delle varie stanze della base, le illuminazioni assolutamente realistiche, le ombre di grandissimo impatto, i tantissimi effetti grafici, gli effetti particellari, le esplosioni, gli effetti di bump mapping e di pixel e vertex shader raggiungono livelli qualitativi assolutamente inesplorati prima di ora. Soprattutto dal punto di vista delle illuminazioni il motore di DooM 3 si rivela unico e si manterrà tale ancora per molto tempo. Tramite un sistema assolutamente innovativo, Carmack è riuscito a dare all’immagine quel realismo che da anni sognavamo, rendendo la luce corposa e presente come non mai. Di tutto questo ne beneficiano anche le ombre, realizzate con il sistema Stencil Shadow. Ricordiamo, inoltre, che Carmack è l’ultimo programmatore, in pratica, a lavorare ancora con le librerie OpenGL, a differenza delle ormai diffusissime Direct 3D di Microsoft. Questo rende la programmazione certamente più complessa e meno immediata, ma permette più libertà ai programmatori, cosa che in DooM 3 è dimostrata in pieno. Devo dire che, dal punto di vista grafico, avevo un certo timore per il numero di poligoni, lo giudicavo esiguo dalle foto che venivano rilasciate prima dell’uscita del gioco. Vi assicuro che l’impatto con il gioco è, invece, assolutamente opposto. Le varie locazioni sono assolutamente piene, ponendo l’occhio di fronte ad un livello di dettaglio al quale non è assolutamente abituato per un videogioco. Insomma, la base è veramente costellata da tantissimi dettagli che la rendono veramente molto realistica. Inoltre, le varie stanze sono disegnate con grande cura, insomma non sembra di trovarsi in un videogioco dove tutto è messo lì per essere utilizzato dal giocatore. Unica piccola segnalazione negativa per quello che riguarda il motore grafico va fatto alle texture. Intendiamoci, sono assolutamente ottime rispetto a qualsiasi altra produzione, ma di fronte a tutto questo ben di dio sfigurano leggermente. Esse sono, infatti, abbastanza piccole e se l’immagine a volte non è perfettamente realistica molta della responsabilità è certamente loro. A questo punto, starete certamente pensando al computer ninja che serve per muovere tutte queste meraviglie. In realtà, il computer ninja serve. Con la mia configurazione (Pentium IV 2,8 Ghz e GeForce 4), a livello qualitativo medio, il gioco alla risoluzione 1024×768 senza filtri attivati tentenna leggermente. Si attesta sui 25 fps di media, ma i picchi minimi raggiungono anche i 15. Quindi, credo che la mia sia una configurazione abbastanza prossima alla configurazione minima richiesta per giocare decentemente. D’altra parte, come detto, un piccolo upgrade per questo grande spettacolo visivo è assolutamente giustificato. Passando all’aspetto audio restiamo senz’altro su livelli di grandissima qualità. DooM 3 punta molto sull’immedesimazione e, naturalmente, in questo un ruolo molto importante lo rivestono gli effetti sonori. Le urla dei vari zombie, mugolii da lontano, pianti, sparatorie, passi nel buio rendono l’atmosfera di DooM 3 veramente pesante e spingono la tensione ai massimi livelli. Un ottimo audio direzionale 5.1 in Dolby Digital rende tutto questo alla perfezione, come mai era prima successo in un videogioco. L’esperienza sonora, insomma, è una componente portante di tutta la produzione. Capita, infatti, di avventurarsi in scurissimi corridoi, di sentire il proprio cuore battere all’impazzata e gemiti di bambini o di donne da lontano: in questi momenti la tensione è veramente al massimo. Durante il gioco, inoltre, non ci sono musiche di sorta, proprio per rendere più realistico quello che ci circonda e per farci vivere l’atmosfera il più intensamente possibile. Non per questo non mancano brevi spezzoni di gioco nei quali il numero di mostri vertiginoso e, magari, la scoperta di una nuova arma rendono il tutto più adrenalinico. In questi non mancherà neanche una musica abbastanza pesante, proprio per rendere il tutto ancora più frenetico. Concludiamo la nostra recensione dicendo che DooM 3 è commercializzato in Italia in una versione completamente localizzata nel nostro idioma, testi e parlato inclusi.

– Atmosfera perfettamente ricostruita

– Alternanza fra situazioni frenetiche e di tensione

– Armi e nemici ideali per uno shooter 3D

– Motore grafico ai massimi livelli qualitativi

– Sistema audio immersivo

– Devo ancora continuare…?

– Locazioni ripetitive

9.0

DooM 3 offre un’esperienza di gioco assolutamente da provare. L’alternanza fra parti dove si deve procedere in maniera accorta badando alle insidie che vengono dal buio e di parti nelle quali si deve solamente crivellare un numero sterminato di nemici offre un divertimento generale difficilmente riscontrabile in altri prodotti. E’ ancora presto per capire le proporzioni del capolavoro che abbiamo fra le mani, ma certamente DooM 3 si ritaglia un posto di assoluto riguardo nell’Olimpo degli shooter 3D. L’atmosfera, un motore grafico mai visto prima, un sistema sonoro immersivo, armi e mostri ideali per uno shooter 3D, la sensazione di claustrofobia che dà la struttura nella quale si svolgono le vicende di gioco sono gli elementi che ci portano a dare un giudizio talmente lusinghiero a questo grandissimo capolavoro cristallino. L’unico piccolo appunto che ci sentiamo di fare riguarda l’eccessiva ripetitività dei luoghi che si affrontano andando avanti nel gioco.

Voto Recensione di DooM 3 - Recensione


9