Recensione

Donkey Kong: Tropical Freeze

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a cura di Pregianza

A Nintendo sono artigiani del videogioco. I loro marchi sono i più conosciuti al mondo, i loro personaggi incarnano l’idea stessa di intrattenimento videoludico, e i loro sviluppatori sono noti ovunque per essere tra i più talentuosi in assoluto, capaci di sfornare continuamente titoli indimenticabili e di innovare il gaming con le loro idee. Di questi tempi la casa si trova in una situazione piuttosto grigia, ma l’abilità nel creare giochi non è calata, e non stupisce che i brand della grande N, da sempre, vengano trattati internamente. 
Ci sono però delle eccezioni, delle software house che ogni tanto si dimostrano meritevoli di mettere le mani sulle galline dalle uova d’oro di Miyamoto e compagnia. Tra queste ci sono i Retro Studios, noti ai più per i fantastici Metroid Prime e di recente tornati alla ribalta con un altro grande nome del colosso nipponico, quel Donkey Kong che ai tempi di Rare riuscì a far tremare persino Mario. 
Donkey Kong Country Returns è stata indubbiamente una gradita sorpresa per gli amanti dei platform, ma tanti si chiedevano da tempo cosa potessero combinare i Retro su WiiU. La risposta è finalmente arrivata sotto forma di Donkey Kong Country: Tropical Freeze, seguito diretto del titolo appena citato e recentemente capitato tra le nostre manine per una bella review. Lo scimmione più famoso del pianeta avrà finalmente raggiunto lo zenith, o l’idraulico baffuto resta un obiettivo troppo lontano? 
Io odio il freddo. E la lava. E le punte. E i pinguini.
La premessa di Tropical Freeze è di una semplicità disarmante, cosa tipica tra i platform. In pratica, la famiglia Kong sta festeggiando in compagnia, quando un gruppo di animali provenienti dal freddo nord evoca una tempesta glaciale che congela la loro isola tropicale, scagliando gli allegri scimmioni a molte leghe di distanza. A Donkey e ai suoi parenti spetterà quindi il compito di tornare a casa, liberando le isole nei paraggi dagli invasori. 
Messa in saccoccia la basilare storia del gioco, dedichiamoci subito alla cosa più importante, il gameplay. Chiunque abbia giocato Donkey Kong Country Returns sa già cosa aspettarsi, il sistema è quasi invariato, ma per tutti gli altri cercheremo di spiegare nel dettaglio cosa distingue questa serie dalle altre: innanzitutto, mentre nei Mario e in molti altri platform il salto è calcolato alla perfezione e le varie manovre hanno caratteristiche fisse precise, qui Donkey usa il cosiddetto “floaty jump” e pertanto fluttua durante il salto, capacità che gli permette di spostarsi leggermente in volo e modificare con precisione millimetrica l’atterraggio. Anche per quanto riguarda i movimenti il nostro gorillone è limitato da una certa inerzia, quindi slitta in partenza e deve correre o rotolare per effettuare balzi più lunghi e raggiungere piattaforme lontane. Non crediate nemmeno per un istante che questo renda i controlli del titolo Retro più imprecisi rispetto ad altri platform, è l’esatto contrario. In Tropical Freeze la precisione dei comandi è assoluta e con la pratica si diventa perfetti. Entro qualche ora vi abituerete al gameplay, e non avrete problemi a eliminare nemici con una rotolata ben piazzata, scattare e saltare al momento giusto, e a muovervi con grazia tra le mappe. Tale finezza nella struttura di gioco è praticamente obbligatoria, perché non siamo davanti a un platform per principianti. Tropical Freeze, esattamente come il suo predecessore, è un videogame estremamente impegnativo, capace di mettere a dura prova anche dei videogiocatori esperti. 
Per quale motivo? E’ presto detto. I livelli dell’ultimo Donkey Kong Country sono raramente statici, qui tutto muta a una velocità sorprendente e moltissimi quadri presentano pattern precisi da imparare a memoria per trionfare. Le prime locazioni non vi ingannino, ben presto avrete a che fare con zone dove le pareti crollano sistematicamente, correnti subacquee, livelli da navigare a bordo di un carrello scagliato a tutta velocità, e persino percorsi dedicati a un razzo improvvisato e a un simpatico rinoceronte cavalcabile. La varietà è impressionante, e il level design stratosferico. Ci siamo trovati più volte ad ammirare la genialità degli sviluppatori nell’architettare luoghi capaci di trasformarsi senza sosta mentre vengono esplorati. C’è un motivo se i Retro sono tenuti in alta considerazione da Miyamoto in persona, questi ragazzi sono all’altezza dello studio primario di Nintendo quando si tratta di creare mondi di gioco.
Una mutevolezza simile porta ovviamente il giocatore a dover stare attento a ogni ostacolo e a ponderare con precisione le sue mosse. Sbagliate di un decimo di secondo un balzo e vi ritroverete in una voragine, sottovalutate un nemico fastidioso e perderete all’istante un prezioso punto vita. Non è un’esperienza per tutti, insomma, e noi stessi abbiamo trovato qualche livello nei mondi avanzati piuttosto frustrante, ma una cosa è certa: se in Tropical Freeze si muore la colpa è solo ed esclusivamente del giocatore, e questo è un enorme pregio in un platform.
Esistono in ogni caso delle facilitazioni nell’opera di Retro, e le principali arrivano sotto forma dei succitati parenti di Donkey. Dixie Kong, Diddy Kong e Cranky Kong sono tutti utilizzabili stavolta, e se trovati in dei barili colorati si piazzano comodamente sulle spalle del gorillone, donandogli nuove abilità. I Retro hanno preso a piene mani da alcuni grandi platform del passato, e con Cranky avrete a disposizione un pogo stick, che oltre a immunizzare il protagonista dalle superfici appuntite fa più danni del normale ai nemici. Diddy mantiene invece il suo comodo jetpack per planare, mentre Dixie ha il potere di far salire Donkey di quota in volo. Tutti e tre sono molto utili, e ci sono quadri costruiti attorno ad ogni specifico potere, ma in generale Dixie ci è sembrata la più efficace della pelosa famigliola, poiché la sua abilità rende il raggiungimento di certe piattaforme problematiche una passeggiata. Indipendentemente dal compagno scelto, potrete inoltre utilizzare il Kong Pow, un colpo speciale che ripulirà lo schermo dai nemici (che in verità non ci è sembrato indispensabile).
Non finisce qui, nel gioco c’è infatti persino il cugino di Donkey, Funky Kong, che vi aiuterà dalla comodità del suo negozio mobile. In ogni isola troverete una postazione di Funky, ove potrete comprare un cuore extra, vite, protezioni per i “veicoli”, una serie di pupazzetti collezionabili e altri assist utilissimi per rendere l’esperienza meno brutale agli utenti meno esperti. Anche con i servizi di Funky i livelli restano duri, ma avere un punto vita in più o una caduta abbuonata in un burrone avvantaggia enormemente il giocatore. 
Siamo davanti a un gioco congegnato a meraviglia, con un livello di sfida elevato ma graduale al punto giusto (le cose iniziano a farsi davvero cattive a partire dal terzo mondo, e da lì è un crescendo costante), e pieno zeppo di segreti ben nascosti, il cui scopo non vogliamo svelarvi al momento. L’ennesima dimostrazione di bravura dei Retro.
Trichechi e schermi neri son brutte cose
Non tutto è da applausi, sfortunatamente. Tropical Freeze ha anche dei punti bui, uno dei quali sono sicuramente le boss fight. Si parla di sfide a fine mondo piuttosto impegnative, strutturate in più fasi. Se da una parte anche i livelli si sono allungati, e abbiamo apprezzato molto la cosa, non si può dire lo stesso di questi scontri, che risultano spesso tediosi e tirati un po’ troppo per le lunghe. Sono battaglie trial and error a volte interessanti, ma annoiano se paragonate ai quadri normali e possono stancare. 
L’altro problema del gioco, poi, è l’assoluta inutilità del gamepad. Mentiremmo se negassimo di aver utilizzato lo schermo del paddone per giocare comodamente sotto alle coperte, ma a parte questo utilizzo il controller del WiiU si spegne del tutto durante il gioco. Nessuna opzione touch, nessuna utilità extra, e neppure opzioni capaci di supportare il divertente multiplayer del prodotto, addirittura migliorato rispetto al passato grazie ai più personaggi utilizzabili. Le potenzialità del gamepad sono state completamente dimenticate dai Retro durante lo sviluppo.
Si capisce che si tratta di un titolo WiiU solo grazie alla coloratissima e piacevole grafica e all’utilizzo di cambi improvvisi di prospettiva durante certi livelli. I Retro hanno sfruttato il nuovo hardware per offrire momenti ancor più imprevedibili, ove la telecamera si sposta di botto e crea situazioni inaspettate. Tolte queste chicche grafiche, però, non c’è altro che distingua Tropical Freeze da una versione upscalata e più dettagliata di Returns. 
Il sonoro, invece, è da esultanza da stadio, con musichette che vi si infileranno a forza nel cervello. Abbiamo gradito molto anche gli ottimi effetti particellari del lavoro di Retro, senza contare il bell’effetto del pelo dei protagonisti, che si muove con naturalezza ad ogni passo. Lodevole infine la longevità, specialmente per i completisti, che avranno non pochi problemi a scoprire tutto ciò che il gioco ha da offrire.

– Level design stratosferico

– Molto impegnativo e soddisfacente

– Ricchissimo di segreti

– Gameplay rifinitissimo e divertente, anche in multiplayer

– Boss fight abbastanza tediose

– Non sfrutta minimamente le potenzialità del gamepad

– Può essere frustrante per i meno allenati

8.5

Donkey Kong Country: Tropical Freeze dimostra ancora una volta che i Retro Studios hanno poco da invidiare agli studi interni di Nintendo quando si tratta di Level Design e cura nel dettaglio. Eppure non tutto ci ha estasiato, e la totale mancanza di volontà da parte degli sviluppatori di sfruttare al meglio le potenzialità del gamepad, oltre al forte attaccamento al passato, ci impedisce di premiare con l’eccellenza quest’opera. Ad ogni modo siamo di fronte a un platform di qualità elevatissima, a tratti davvero da applausi, e se cercate un gioco capace di darvi grosse soddisfazioni grazie alla sua difficoltà, ma senza essere esageratamente punitivo, non esitate nemmeno un secondo quando lo troverete sullo scaffale di un negozio. Anche su WiiU, il gorilla non vi deluderà.

Voto Recensione di Donkey Kong: Tropical Freeze - Recensione


8.5