Anteprima

Dark Void

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a cura di Krauron

Il genere sparatutto, è forse la maggiore sorpresa della generazione nostrana di console, riuscendo nell’arduo compito di coniugare quantità e qualità di prodotti da offrire. Dopo un numero considerevoli di stagioni trascorse, qualcosa però comincia a stagnare, come se gli sviluppatori cominciassero a riprendere dettami classici per contestualizzarli in qualcosa di diverso.Che si tratti di armi fuori dall’immaginario o missioni di ambigua natura, ogni grossa produzione è riuscita, nonostante tutto, ad emergere grazie all’innesto di elementi speciali, pur restando però ben radicata neisoliti archetipi. Gli autori di Dark Void, invece, sembrano aver superato sé stessi, proponendo qualcosa di tanto assurdo quanto stuzzicante. Scopriamo insieme cos’è.

Prospettive diverseWill è un pilota che deve dimostrare tutto il suo coraggio e tenacia nell’affrontare orde di alieni chiamate Watchers, scovati dopo essere caduto nel notissimo triangolo delle Bermuda ed essere inspiegabilmente finito in una dimensione diversa. Fin qui nulla di anomalo o lontano dal deja-vu, tuttavia il modo con il quale è chiamato a combattere è radicalmente diverso. Abituati a piani d’azione orizzontali, che seguono il campo visivo, tenetevi pronti a sperimentare anche quello verticale, normalmente adoperato per scalate o voli, ora fruibile mediante l’uso di un comodo jetpack sulla schiena. Questo cambiamento (denominato Virtual Cover System) spiegabile in una manciata di parole, a conti fatti si rivela una ideona da molteplici risvolti.Negli ultimi trailer ad esempio, era presente una vera e propria torre con delle varie piattaforme che, mentre in un gioco come tanti sarebbero servite da appoggio all’eroe, ora visti dalla nuova prospettiva, vengono comodamente usate come riparo dai colpi avversari.Da queste postazioni si può comodamente sparare all’impazzata senza mira, oppure lanciare granate, o ancora afferrare gli alieni e scaraventarli giù.Il premio come migliore new entry tuttavia va assegnato alla possibilità di poter volare (con appositi limiti fisici e tecnologici) in lungo e largo per i vari livelli e al contempo far fuoco con delle apposite bocche di fuoco presenti sul jetpack. Il titolo dunque si trasforma così in un antropomorfo Ace Combat, con duelli all’ultimo bullone rotto con le navicelle ufo. Se vi siete stancati potrete sempre prendere in prestito uno di questi oggetti volanti non identificati, sbarazzarvi del conducente e prendere posto ai comandi, come un qualunque (anti) eroe di GTA fa da anni sulle strade cittadine.Probabilmente qualche scontro di simil fattura lo ammireremo anche nei match con i boss, nei quali è molto probabile la presenza di Quick Time Event e colpi da vertigine. Ovviamente non mancheranno tradizionali sezioni orizzontali, ma anche qui la possibilità di piroettarsi nell’aere ci condurrà a tattiche originali per sorprendere il marrano.

Buona la prima?Dovete sapere che la software house, Airtight Games, è una giovanissima realtà del mondo videoludico (la cui fondazione risale al 2004) e questo sarà il loro primo progetto commercializzato.Dunque hanno posto grande enfasi nel cercare di collimare novità di idee e solidità tecnica. Da questo ultimo punto di vista l’Unreal Engine 3 fa ancora il suo ottimo lavoro, essendo ancora in grado di amministrare con leggerezza gli ambienti di gioco. La notizia davvero positiva è che il frame-rate ballerino dei primi trailers, ora sembra molto più stabile.Tuttavia il lato grafico non brilla di personalità, proponendo uno stile futuristico già visto e stravisto in numerosissime produzioni simili.L’aria che si respira è quindi quella da classico pianeta freddo e artificiale, con una natura rara e brulla, mentre il grigiore è un must.Pochi colori forti, la maggior parte tenui e smorti, e tutta una sensazione di “pesantezza” e di tecnologia semi-deceduta.Lo stesso Will vaga nei cieli in maniera abbastanza anonima, completamente coperto forse per favorire una immedesimazione con il giocatore. Resta da capire, senza una data di pubblicazione ancora annunciata, quanto il prodotto finale riuscirà ad interpretare i gusti di un mercato sempre più in evoluzione e pretenzioso in fatto di meccaniche articolate, soprattutto per quel che riguarda il multiplayer.

Dark Void è una di quelle classiche produzioni che non passano inosservate, forte di idee di gioco non solo innovative, ma anche molto stimolanti.

La possibilità di svolazzare in lungo e largo e, al contempo, l’adrenalinica paura di cadere inesorabilmente al suolo sotto il fuoco nemico è eccitante.

Se acquisterà un po’ più di personalità e se correggerà alcune incertezze grafiche, sarà una bella sorpresa per tutti.

Metaforicamente, come l’Icaro mitologico, questo titolo punta al Sole dell’eccellenza. Riuscirà a non precipitare a terra?