Anteprima

Child of Eden

Avatar

a cura di Folken

I videogiocatori di vecchia data amano lamentarsi di come il mercato odierno sia popolato di produzioni commerciali, ipervitaminizzate e soprattutto prive di originalità. Sono le stesse persone che sognano un domani in cui il videogioco verrà finalmente affiancato alle altre forme d’arte, alla pari del suo cugino più prossimo, ovvero il cinema. Siamo sicuri che molti di questi stanno seguendo con curiosità il nuovo lavoro dell’estroso maestro della videoludica Tetsuya Mizuguchi, ideatore di Space Channel 5 e soprattutto di REZ. Questi due capolavori, usciti anni orsono sulla compianta Dreamcast, in particolar modo nel secondo caso, possono essere considerati la fase embrionale di quanto sta per germogliare con il prossimo Child of Eden, un’opera anni luce distante da qualsiasi altro prodotto videoludico presente sugli scaffali dei rivenditori, eppure fedele fino al midollo ai requisiti base di un qualsiasi prodotto multimediale, ovvero possedere la capacità di intrattenere, stupire e coinvolgere. Grazie ad un codice preview giunto in redazione abbiamo finalmente avuto modo di testare con mano il progetto di Q Entertainment che, prodotta da Ubisoft, sta apportando gli ultimi ritocchi su uno dei primissimi prodotti a fare largo uso del Kinect, senza però rivolgersi direttamente ad un’utenza casual.

SinestesiaSiamo abituati a cogliere il mondo che ci circonda attraverso i nostri cinque sensi, i quali ci restituiscono sensazioni ben distinte tra loro: un odore, un suono, un sapore. Eppure esiste un fenomeno chiamato sinestesia che lega indissolubilmente più percezioni, come la visione di un colore scatenata da una nota di uno strumento o la visualizzazione di lettere e numeri associati a tinte diverse. È proprio partendo da questo spunto che il geniale game designer Tetsuya Mizuguchi ha imbastito il suo precedente lavoro, Rez, e lo stesso Child of Eden, allo scopo di portare nelle case di tutti sensazioni per la maggior parte delle persone sconosciute, fatte di musica, immagini e colori. Nonostante lo spunto psicologico molto ricercato, gli ingredienti scelti per il suo titolo sono quanto mai elementari: una storia romantica che vi mette nei panni dell’eroe di turno, un gameplay semplice d’apprendere ma al contempo divertente e intrigante, per concludere l’offerta con un comparto estetico fatto di visioni di mondi fantastici accompagnate da ricercatissime musiche elettroniche. Child of Eden narra la storia di Eden, la versione futuristica di Internet, piagata da un attacco di virus che voi dovrete epurare. Lo scopo ultimo è salvare Lumi da questo attacco, un progetto di intelligenza artificiale che non può trovare completamento senza il vostro intervento. Dovrete così lanciarvi in un viaggio nello spazio virtuale più immaginifico che vi possiate aspettare, attraverso un titolo che potremmo assimilare agli shooter su binari. In realtà le regole alla base del gameplay di Child of Eden sono del tutto similari a quelle di Rez e vi metteranno a disposizione due tipi di colpi, uno rapido e poco efficace, chiamato Tracer, ed un Laser invece da scatenare solo dopo aver evidenziato i target. Le creature che popoleranno lo schermo, insiemi bizzarri di forme geometriche, non andranno purificate tutte nello stesso modo. A seconda della loro colorazione, viola o rosso, subiranno danni rispettivamente dai colpi rapidi o da quelli lock on. Viola saranno anche i proiettili che indirizzeranno verso di voi, assolutamente da tenere sotto controllo e da eliminare per tempo, se non vorrete consumerete la scorta di energia vitale fino al game over, che in Child of Eden significherà ricominciare il livello da capo.A schermo potranno comparire anche delle sfere azzurre che, se centrate, vi restituiranno parte dell’energia e altre rosa chiamate Euforia che vi permetteranno di lanciare delle smart bomb utili nelle situazioni particolarmente critiche per spazzare via tutti gli ostacoli presenti a schermo.

Rez 2?Il codice preview a nostra disposizione ci ha permesso di testare il titolo con il Kinect, la periferica di rilevazione di Microsoft. Il sistema di controllo prevede l’utilizzo della mano destra per agganciare il mirino sui bersagli per poi, eseguendo un movimento repentino in avanti, sganciare il proprio arsenale laser. La mano sinistra, invece, vi permetterà di sfruttare il Tracer. Infine, alzando entrambe le braccia sarà possibile sfruttare l’Euforia. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla calibrazione dei controlli, molto più precisi e sensibili rispetto a quanto provato negli altri titoli con supporto al Kinect. Sebbene permangano alcune imprecisioni nella rilevazione dei movimenti delle mani (che ci auguriamo verranno risolti nella versione definitiva), l’esperienza scorre via fluida e senza particolari intoppi. È comunque possibile collegare un normalissimo pad e godere del gioco comodamente seduti, sfruttando una configurazione dei controlli del tutto analoga a quella del precedente lavoro di Tetsuya Mizuguchi. A livello contenutistico Child of Eden non sembra promettere grandi cose, in quanto si svilupperà lungo cinque livelli da sbloccare in sequenza acquisendo un sufficiente numero di stelle. Queste vi verranno assegnate in base ai punteggi che otterrete durante le vostre sessioni. Le ambientazioni più avanzate richiederanno prestazioni superiori, stimolando l’utente a rigiocare più volte i medesimi livelli per accrescere il proprio punteggio. Ad incentivare la rigiocabilità del prodotto troviamo una corposa sezione extra e diversi elementi sbloccabili, come livelli di difficoltà e modalità aggiuntivi. Avremo poi modo di valutare in sede di recensione l’appetibilità del titolo sulla lunga distanza.

Quando il videogioco incontra l’arte astrattaCiò che promette di rendere Child of Eden un nuovo piccolo capolavoro al pari di Rez è però l’intero comparto grafico e sonoro che di rado si intersecano come in questo titolo. Il titolo Ubisoft vi proporrà a schermo immagini difficili da descrivere, fatte di figure geometriche che si uniscono a formare entità simili a creature viventi, per poi scindersi e ricomporsi per divenire qualcos’altro di completamente astratto ed impossibile da identificare, in un gioco di colori ed effetti grafici che vi catturerà sin dal principio. Ma è la sincronizzazione con la splendida colonna sonora composta dai Genki Rockets (band misto J-pop ed elettronica i cui membri sono in parte anonimi e prodotta dallo stesso Mizuguchi) a rendere il tutto così coinvolgente, fatta di sonorità elettroniche che inizialmente rarefatte e concepite come sovrapposizione di pochi semplici loop, si andranno arricchendo perfettamente a tempo con qualsiasi cosa accadrà a schermo. Esplosioni, spari, trasformazioni dell’ambiente di gioco o delle mistiche creature che lo popolano, genereranno sempre effetti audio intonati e sincronizzati con l’accompagnamento sonoro, chiudendo il cerchio di un’esperienza sensoriale che ci ha catturato e che non vediamo l’ora di poter testare nella sua interezza.

– Gameplay, grafica e sonoro legati in un unico flusso inscindibile

– Splendido da vedere e da ascoltare

– E’ il seguito spirituale di Rez

Child of Eden è un titolo impossibile da etichettare e altrettanto complesso da descrivere. Un prodotto che come pochissimi altri può essere definito come esperienza sensoriale a trecentosessanta gradi. Un titolo che unisce gameplay, grafica e sonoro in un unico flusso inscindibile ed inedito. Inoltre questo seguito spirituale di Rez può contare sull’aggiunta di un buon supporto alla periferica di rilevazione Microsoft, un valore aggiunto ancora non perfetto ma ugualmente intrigante. La data d’uscita di questo interessantissimo titolo è fissata per il 17 giugno su Xbox 360, mentre la versione PS3 (che supporterà il Playstation Move) è stata rimandata ad un generico settembre. Restate con noi per conoscere il verdetto.