Recensione

Capsized

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a cura di Ctekcop

Gli Alien Trapp nascono come gruppo di sviluppatori online open source nel lontano 2002. Nel 2005 riescono a raggiungere il proprio obiettivo rilasciando Nexuiz: uno sparatutto gratuito giocabile su tutte e tre le piattaforme (Pc, Mac e Linux, ndr). Supportato fino al 2009 inoltrato ha goduto di un sorprendente successo, circa cinque milioni di download, al punto da essere notato da THQ che ora ne proporrà un remake per PC e XBLA utilizzando il Cry Engine 3. Una volta fondato il proprio studio indipendente il piccolo team canadese, composto in pianta stabile da due sole persone, ha creato Capsized con l’aiuto di quattro collaboratori e l’ausilio della piattaforma di sviluppo XNA

In poche parole consiste in un platform bidimensionale che vuole concentrarsi sull’azione e l’esplorazione allo stesso tempo: una sorta di via di mezzo tra Trine e Liero. Giunto su PC ormai da diverso tempo è in dirittura d’arrivo anche su XBLA grazie al publisher Indiepub il quale ha girato la conversione a terzi incaricandoli anche di creare nuovi contenuti. Probabilmente, come già annunciato, seguirà anche un corposo aggiornamento su PC con  materiale esclusivo creato dagli sviluppatori originali.
Un astronauta tutto solo
In Capsized viene raccontata la storia di un impavido astronauta. A seguito di un catastrofico impatto su un pianeta alieno che ha visto danneggiare gravemente la propria astronave, si ritrova disperso e confuso in un ambiente ostile abitato da orribili creature assetate di sangue. Parte quindi alla ricerca dei propri compagni di equipaggio sperando di salvarli da degli sgradevoli alieni insettoidi conscio di poter in un secondo momento riparare la propria astronave per dire definitivamente addio all’inospitale pianeta.
Capsized quando vuole sa essere crudo e disturbante in virtù della forte empatia che si riesce a sviluppare nei confronti della vicenda. Eppure non vi è alcun dialogo: la narrazione è demandata alle tavole introduttive di ciascun livello che colpiscono o, a seconda dei casi, contribuiscono alla generazione di quell’empatia, della quale abbiamo appena accennato poco fa, con i buffi ma sempre espressivi volti degli astronauti interamente coinvolti nella loro lotta per la sopravvivenza.
Gli spari sopra sono per voi
Addentrandosi nel gameplay ci si ritrova davanti a un prodotto convincente miscelante elementi tipici dei platform bidimensionali, puntando forte sull’esplorazione, con meccaniche più d’azione mediante un sistema di controlli trapiantato di peso dai twin stick shooter.
Una cosa riesce benissimo a Capsized: premiare il giocatore. Le varie mappe sono costellate di numerosi segreti che si è stimolati a cercare sopratutto per ricevere un buon punteggio alla fine di ogni missione, utile per sbloccare le modalità secondarie. Diversi quindi gli approcci interpretativi: si può procedere lenti, veloci, alla rambo, scappando oppure sfruttando l’astuzia. Chiaro che se si punta al massimo e si vogliono collezionare gli achiviement prima o poi li si provano tutti ripetendo più volte le 12 missioni continuando a eliminare tutti gli alieni presenti nel livello o a trasportare un qualche cosa dal punto A al punto B oltre a imparare a menadito gli ingressi, spesso veramente sorprendenti e inaspettati, di quegli angoli pieni di bonus. Forse proprio i meno interessati a queste logiche di punteggio e poco disposti a scontrarsi con quella che è l’effettiva difficoltà di alcuni passaggi potrebbero non rimanere particolarmente colpiti da Capsized, rischiando di non apprezzarne fino in fondo le sue qualità.
Il nostro astronauta ha disposizione diversi gadget e power-up tra cui una specie di gravity gun, per lanciare oggetti o compiere balzi, l’immancabile jetpack, per il quale bisogna trovare prima il carburante, e altro.
Il rampino viene usato frequentemente sia per arrampicarsi lì dove non si arriva saltando, magari sfruttando l’effetto pendolo, sia come arma: si può scagliare un alieno contro una parete oppure colpirlo lanciandogli contro un oggetto come un masso. Numerosi gli enigmi che ne richiedono lo sfruttamento, come il dover tirare leve altrimenti irraggiungibili o l’usare un qualche asse di pietra come protezione in una sezione irta di trappole che scagliano inesorabilmente pericolose frecce contro il nostro astronauta.
Le armi, che si riveleranno a noi gradualmente nel corso dell’avventura, sono disponibili in buona varietà e risultano spesso anche gradevoli da vedere e ammirare. Ognuna ha le sue precise caratteristiche, oltre alla modalità di fuoco secondario, in grado di renderle adatte per ciascuna particolare occasione o preferenza. Ovviamente anche qui bisogna essere abili a scovare le più belle e potenti.
I controlli con mouse e tastiera sono ottimi: non solo si controlla perfettamente il personaggio ma anche il cursore della mira si muove rapidamente e con estrema precisione. Ciò non vale quando si usa il joypad: prendere la mira, nonostante l’analogicità dello stick destro, risulta spesso ostico e poco preciso.
Le modalità aggiuntive alternative alla campagna principale sono abbastanza canoniche: si possono effettuare dei veri e propri match contro i bot del computer, eseguire un time trial dove si deve far fronte alla mancanza di ossigeno, prendere parte alla modalità survival fronteggiando continue ondate di nemici oppure rivisitare i livelli in versione armless, ovvero disarmati. Semplici palliativi che non aggiungono molto alle 5 ore scarse della campagna principale ma regalano comunque qualche momento di divertimento in più a chi è un abituale cacciatore di achievement.
Il multiplayer, esclusivamente in locale, fa letteralmente decollare il titolo. Effettuare le missioni in cooperativa, anche con un solo pad e una tastiera, è a dir poco entusiasmante. Provare per credere. Al contrario la possibilità di effettuare duelli, forse proprio perché per questioni di bilanciamento ed equità eseguibile solo con due pad, è meno riuscita. Peccato non poter giocare con un amico online.
Impara l’arte e mettila da parte
Anche sotto l’aspetto grafico Capsized non delude affatto. Oltre ai pregevoli, e già citati, disegni a mano che anticipano ogni livello, bisogna ammettere che il titolo nel suo complesso è semplicemente bello da vedere.
Non stupisce per qualità tecniche particolari eppure si lascia ammirare in tutta la sua bidimensionalità con stupore grazie al suo design particolare che trasmette la sensazione di ostilità del mondo sul quale ci si trova costretti. Scelte come la torcia che illumina solo una piccola porzione di schermo, la copiosità di sangue quando si muore a schermo, e capita spesso, o le crepe che si creano quando la propria vita sta calando inesorabilmente, sono veri colpi di classe. Non soffre di monocromia e pure i nemici si rivelano sufficientemente vari sebbene non facciano gridare al miracolo dal punto di vista dell’intelligenza.
I requisiti hardware sono abbastanza bassi e molto difficilmente saranno in grado di mettere in crisi un portatile recente.
Molto buono il comparto audio non solo per l’effettistica delle armi, tutte diverse tra loro, ma anche per l’ottima colonna sonora in grado di creare una particolare atmosfera che permea l’intero viaggio.

HARDWARE

OS: XP/Vista/Windows 7Processor: Dual-core processor (Intel Dual Core 2.0 GHz or AMD Athlon X2 5200+ 2.6 GHz)Memory: 1.5 GB RAMHard Disk Space: 1.0 GB free spaceVideo Card: DirectX 9.0c compatibleSound: DirectX 9.0c compatible sound cards

– Design ispirato e comunicativo

– Gameplay immediato ma sfaccettato e stimolante

– Colonna sonora pregevole

– Co-op doppiamente divertente

– Controlli del Joypad imprecisi

– Co-op solo locale

– Troppo corto e/o ostico per i meno smaliziati

8.0

Capsized si rivela essere una vera e propria una perla del panorama indipendente. Proposta al giusto prezzo, è in grado di regalare sani momenti di divertimento sopratutto nella modalità cooperativa, mentre chi non è avvezzo alle meccaniche di score attack o achievement hunting rischia probabilmente di perdere ben più di qualche semplice sfaccettatura.

Voto Recensione di Capsized - Recensione


8