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Recensione

Batman: The Telltale Series - Ep. 5

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Avatar di Stefania Sperandio

a cura di Stefania Sperandio

Ex Editor-In-Chief

Pubblicato il 15/12/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Nelle recensioni dei precedenti episodi di Batman: The Telltale Series, abbiamo sempre sottolineato la capacità di Telltale di fornire un’interpretazione tutta sua dell’universo di Batman, capace di allontanarsi dai canoni classici della saga e di porre particolarmente l’accento non tanto sul supereroe, ma sull’uomo, su quel Bruce Wayne che è, di fatto, il vero protagonista dell’avventura grafica. Con un eroe di questo peso, perfino Telltale ha dovuto provare ad allontanarsi, anche se di poco, dai suoi schemi più classici, con l’introduzione di alcune meccaniche che, di capitolo in capitolo, ci aspettavamo sarebbero state approfondite e migliorate. La scrittura, nel frattempo, continuava a parlarci di una Gotham che doveva aggrapparsi al coraggio di Bruce con le unghie e con i denti, in cui si tessevano conflitti carichi di pathos di cui eravamo impazienti di scoprire i risvolti e gli esiti. Esiti che sono proprio i protagonisti di City of Light.

Finire la benzina in corsa
Come accennato in apertura, abbiamo quasi sempre apprezzato le scelte narrative compiute da Telltale nei precedenti episodi. A fronte di alcune scene dal grande carico emotivo che gli sceneggiatori sono stati in grado di proporre, era lecito attendersi un Episodio 5 scoppiettante, risolutivo, capace di rimanere impresso. Purtroppo, lo diciamo subito e senza troppi giri di parole, City of Light non riesce a fare niente di tutto questo. Non vogliamo fare spoiler di alcuna tipologia, ma l’episodio conclusivo della serie inciampa in un problema non da poco: non riesce ad emozionare, ad incidere. Uno dei motivi è presto detto: nei primi quattro episodi, abbiamo visto Bruce costruire rapporti con altri personaggi, con colpi di scena e capovolgimenti che hanno portato a rivalità e ad attesissime rese dei conti. Rese dei conti che, nei casi dei due conflitti più ispirati e più sentiti della narrativa, sono state invece affidate a scene brevi e non proprio riuscite, quasi sbrigative, che lasciano l’amaro in bocca. Archiviati questi due personaggi, City of Light punta tutto sulla risoluzione del conflitto con l’antagonista che è sì quello principale della vicenda, ma anche quello con cui abbiamo avuto il legame meno stretto. In sostanza, è quello di cui si aspettava meno visceralmente di conoscere le sorti. Trovarsi di fronte ad uno scontro finale non costruito con la stessa minuzia che era stata invece adoperata per gli altri cattivi della sceneggiatura non può che lasciare con l’amaro in bocca.
Purtroppo, non è l’unico difetto della sceneggiatura di City of Light: fermo restando che la Gotham dipinta da Telltale si mantiene coerente con quella degli episodi precedenti e che la caratterizzazione di Bruce continua a convincere, l’episodio 5 toglie spazio a tutti i personaggi più riusciti. Quelli, insomma, che avevano fatto brillare gli episodi dall’1 al 4, hanno un presenza qui veramente ridotta all’osso, sacrificati in favore dell’epilogo del conflitto con il meno ispirato antagonista principale, che era stato sì svelato a suo tempo con un gran colpo di scena, ma che è stato approfondito troppo poco – anche in questo quinto capitolo.
C’è anche da appuntare, senza troppe anticipazioni, che Telltale ha optato per un non-finale, che è di fatto un prologo per un nuovo filone narrativo a cui assisteremo in futuro. Una scelta a cui ultimamente assistiamo spesso ma che, se pensiamo al carico emotivo di episodi finali come quelli di The Walking Dead e The Wolf Among Us, non ci sentiamo affatto di condividere per una serie che, come dice il nome stesso di Telltale, punta tutto proprio sulla narrazione.
Il più grande investigatore, i più facili casi
Fino all’episodio 4, abbiamo sempre apprezzato l’idea delle indagini di Batman, con Telltale che ha accettato il rischio di implementare nuove meccaniche al suo collaudato sistema di QTE e dialoghi a risposta multipla. Dall’episodio finale era lecito attendersi non solo il ritorno della meccanica, ma anche la ricostruzione di una scena del crimine elaborata, una sorta di stato dell’arte della nuova dinamica di gameplay. Purtroppo, City of Light fa esattamente l’opposto: lo scenario in cui vi troverete ad indagare sarà così elementare che vi ritroverete semplicemente a chiedervi come sia possibile che Batman non lo ricostruisca in tre o quattro secondi una volta raggiunta la stanza. Sarete quindi costretti ad eseguire i (pochissimi) collegamenti tra i diversi indizi per risalire alla colluttazione da poco avvenuta e finirete col sentirvi un po’ frustrati, perché si doveva assolutamente rendere la meccanica più articolata e ingegnosa, piuttosto che relegare il “puzzle” meno riuscito e più basilare della serie all’episodio finale. Un’occasione praticamente sprecata che finirà con il farvi sbuffare quando, poco dopo, analizzerete brevemente un altro scenario. Speriamo che la meccanica possa quindi essere maggiormente valorizzata nella futura Stagione 2.
Dal punto di vista tecnico
Purtroppo, abbiamo degli appunti anche per la componente meramente tecnica di City of Light: se nei precedenti episodi, nella nostra run su PS4, avevamo riscontrato unicamente qualche problemino di audio e di stabilità del frame rate, questa volta purtroppo Telltale sembra essere stata molto più distratta. Nel corso della nostra sessione di gioco ci siamo imbattuti in ben tre freeze, che hanno costretto l’applicazione alla chiusura e al ritorno alla dashboard della console. Rilanciata la scena dopo il primo crash, abbiamo provato a ripetere la nostra scelta nel dialogo che aveva portato all’infausta chiusura dell’applicazione, ottenendo il medesimo risultato. Siamo riusciti ad andare oltre solo cambiando la risposta data al personaggio di fronte a noi in un terzo tentativo, salvo assistere ad un nuovo sporadico freeze in una delle scene prossime al finale.
Purtroppo, abbiamo anche riscontrato qualche difetto grafico, come QTE in cui vi troverete di fronte un personaggio completamente invisibile, se non fosse per gli occhi e per i denti che fluttuano indisturbati (e a metà tra il tragicomico e l’inquietante). Un bug sicuramente di poco conto e per niente compromettente, a fronte invece dei freeze, ma che dà l’idea di un episodio su cui Telltale doveva e poteva lavorare meglio, trattandosi dell’epilogo di una saga fin qui su livelli decisamente buoni e ottima nella direzione artistica.

– Tanta azione

– La caratterizzazione di Bruce e Batman rimane apprezzabile

– Freeze e glitch sconcertanti

– Scrittura (e finale) per niente all’altezza degli episodi precedenti

– Meccanica delle indagini mai approfondita né valorizzata

6.5

Mettiamolo in chiaro: City of Light non è un brutto episodio ma è, semplicemente, il meno riuscito di Batman – The Telltale Series, motivo per cui si limita a superare la sufficienza piuttosto che a raggiungere una valutazione all’altezza dei precedenti. Gli standard, soprattutto dopo la conclusione dell’episodio 3 e l’episodio 4, erano ovviamente puntati verso l’alto, ma semplicemente le ginocchia di City of Light non sono state in grado di mantenere il peso di quanto fatto fino ad allora. Pad alla mano, ricco di azione, l’episodio si lascia giocare gradevolmente, ma nient’altro: scorre via, senza diventare memorabile. Senza riuscire a lasciare il segno.

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