Ancora un altro turno #3

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a cura di drleto

San Francisco – Venendo a San Francisco ci è voluto poco a capire la differenza che c’è tra la GDC e l’E3, la GC, la PTV o il TGS (chi indovina l’intruso 100 punti). Innanzitutto la città: non che la metropoli Californiana se ne freghi di ospitare tale evento, solo che non ostenta in ogni dove la manifestazione. Nei dintorni del Moscone Center a parte l’immancabile camionetta di Homefront e tanti ragazzi con il pass per la fiera non si notano grandi stravolgimenti. Dimenticatevi le enormi affissioni pubblicitarie di Los Angeles o le file di ragazzini schiumanti in attesa di entrare di Tokyo, qui non ci sono sensazionalismi, gare per chi ha il banner più grosso o altro: si è qui per parlare di videogioco in senso lato, non c’è dunque bisogno di ostentarne uno in particolare. Quasi a sottolineare questo le presentazioni di giochi specifici avverranno in spazi esterni a quelli fieristici, dove i publisher seguendo strette tabelle di marcia accoglieranno i diversi giornalisti. All’interno della fiera invece ci si sposta liberamente, ognuno è al corrente del programma e si può infilare dove meglio crede. Si spazia da retrospettive sulla carriera di Yu Suzuki ad analisi dettagliate sull’intelligenza artificiale o sessioni in cui si insegna come programmare per Kinect.

All’interno di queste conferenze non sai mai chi ci sia, se il giornalista curioso, il semplice estimatore di quell’argomento o il professionista alla ricerca di nuovi spunti di discussione e riflessione. Ma se c’è una cosa che unisce tutti è sicuramente il cibo! Capita così che durante la pausa pranzo ci si trovi immediatamente circondati da socievoli personaggi con i quali naturalmente si instaura una sorta di empatia, essendo tutti li con una cosa in comune. Ci sarà il programmatore/hippy/pioniere di nuove forme di comunicazione proveniente da “in giro per gli USA”, il tecnico indiano interessato a scoprire quali sono le ultime tendenze e tecnologie nel settore, il giornalista europeo affascinante ed estremamente intelligente, il professore teutonico venuto ad aggiornare sue conoscenze specifiche ed a condividere il suo knowhow ed infine il giovane programmatore audio alla ricerca di opportunità lavorative e perchè no qualche interessante idea da carpire.Dopo le presentazioni di rito il discorso prende piede e si toccano svariati argomenti, come la maestria nell’usare musiche passate in Bioshock 2, la follia visionaria di Katamary, la standardizzazione di molti elementi focali di alcuni sparattutto, l’importanza e l’invasività di Facebook nella vita quotidiana, ma i suoi aspetti positivi per la rete di contatti e legami che è in grado di ricreare, lo sconforto che un tecnico audio prova nei confronti dei device portatili, sempre più “disinteressati” ad un avanzamento tecnologico anche in questo ambito. In altre parole si era aperto un altro tavolo di discussione, forse meno formale e con nomi meno altisonanti di quelli che mediamente tengono banco alla GDC, ma di sicuro non meno appassionato e sincero. E con un punto in cui tutti sono assolutamente d’accordo: Half Life 2 è praticamente perfetto sotto tutti i punti di vista!

Sfortunatamente gli impegni mi chiamavano altrove (vedere Suda e Mikami bere del Wishey su di un palco, per emulare il loro protagonista, e non reggere all’impatto dell’alcool è stata un’esperienza altrettanto memorabile, ma è un’altra storia!) e così non saprò mai com’è finita la discussione. Quello che so di sicuro è di aver capito perchè la GDC è diversa.