Walmart spiega la decisione di rimuovere i riferimenti ai videogiochi violenti

"Abbiamo intrapreso questa azione per rispetto nei confronti degli incidenti della scorsa settimana, e questa azione non riflette un cambiamento a lungo termine nel nostro assortimento di videogiochi"

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a cura di Paolo Sirio

Walmart è finita nell’occhio del ciclone in seguito alla decisione di rimuovere i riferimenti ai videogiochi violenti nei suoi punti vendita dopo le sparatorie dello scorso fine settimana negli Stati Uniti.

La catena americana, una delle più controverse visto che vende armi da fuoco e munizioni in metà dei suoi 4.750 negozi, ha spiegato con una nota fornita al Washington Post la propria posizione sull’argomento.

“Abbiamo intrapreso questa azione per rispetto nei confronti degli incidenti della scorsa settimana, e questa azione non riflette un cambiamento a lungo termine nel nostro assortimento di videogiochi”, ha spiegato Tara House, del dipartimento della comunicazione.

“Siamo concentrati sull’assistenza ai nostri associati e alle loro famiglie, così come sul supporto alla community, mentre continuiamo una revisione approfondita e ponderata delle nostre policy”.

La compagnia aveva già fatto sapere di non avere intenzione di smetterla con la vendita di armi, d’altra parte uno dei suoi business più lucrosi e, fino a prova contraria, legale.

Tuttavia, Walmart non è nuova a cambiamenti di “policy”, per usare i termini espressi nella nota: nel 2018, in seguito ad un’altra sparatoria a Parkland, aveva infatti alzato l’età minima per l’acquisto di armi e munizioni da 18 a 21 anni.

Aspettiamo di scoprire quali saranno i risultati di questa riflessione, stavolta, e non mancheremo di aggiornarvi sul tema.