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The Settlers History Collection Recensione | A spasso nella storia

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

The Settlers History Collection è una raccolta dall’enorme valore filologico, uno sguardo diretto sull’evoluzione del videogioco e, in particolare, degli RTS. La collezione attraversa infatti oltre quindici anni di storia, dal 1993, anno di pubblicazione del primo The Settlers per Amiga, fino al 2010, attualmente l’ultima pietra miliare della serie targata Blue Byte, con le sembianze del discreto The Settlers 7. Per festeggiare il 25esimo anniversario della saga e per accompagnare l’arrivo del suo reboot previsto per il 2019, Ubisoft e la software house teutonica hanno deciso di stringere ancora una volta le forze e di dare ai giocatori l’opportunità di recuperare tutti in una volta i sette titoli canonici di The Settlers, altrimenti sparpagliati senza troppi riguardi su i numerosi store digitali, qualche titolo su Gog, altri su Steam, qualcuno su Uplay o, ancora, dispersi in un paio di siti di abandonware, come nel caso del capostipite e indimenticabile primo capitolo.

Fedele al passato

The Settlers History Collection non è un’operazione di restauro, gli interventi di ammodernamento sono pressoché nulli e questa volontà di lasciare inalterato il materiale originale è sia croce che delizia, e configura il titolo innanzitutto come una mossa di conservazione e recupero. La Collezione Storica si differenzia in modo netto dalle altre raccolte arrivate recentemente sul mercato: Capcom Beat’Em Up Bundle o SNK 40th Anniversary Collection ad esempio uniscono sotto lo stesso cappello i vari titoli presenti nel pacchetto, con i vari giochi navigabili e selezionabili dal medesimo menù, con qualche opzione grafica e il settaggio dei tasti e magari un breve elenco di sfondi con cui abbellire i lati dello schermo, altrimenti lasciati vuoti dato il formato in 4:3. Blue Byte e Ubisoft, forse in modo un po’ pigro, hanno preferito seguire una strada differente e all’acquisto della raccolta corrispondono sette giochi separati che vanno a riempire il proprio catalogo personale. Questo significa a sua volta sette download separati – va comunque detto che anche i The Settlers più recenti sono abbastanza economici in termini di gigabyte da scaricare – altrettante icone sparpagliate sul desktop – senza considerare quella aggiuntive per le opzioni o l’editor delle mappe – e nessun reale filo comune tra i vari titoli.

Quello che più manca non è però una più comoda gestione logistica del pacchetto, ma quel materiale aggiuntivo, come bozzetti, interviste al team di sviluppo e qualche retroscena, che avrebbe donato ancor più valore storico. Se mi concedete una metafora, giocare a The Settlers History Collection equivale ad attraversare un museo senza guida e senza spiegazioni allegate alle varie opere presenti : i fini conoscitori della materia sapranno già tutto su quella manciata di pixel che si muove lungo le strade per raccogliere le risorse, mentre chi non ha avuto modo di conoscere la serie tra gli anni ‘90 e il primo decennio del nuovo millennio verrà semplicemente lasciato a sé stesso.

Qualche semplice stuccata

The Settlers History Collection mantiene inalterato il feeling che ha caratterizzato tutta la serie,anche attraverso scelte radicali: al di là del supporto per le risoluzioni grafiche moderne – fino al 4k – e al comparto online gestito direttamente tramite Uplay, tutti i titoli sono esattamente una riproduzione 1:1 di quelli che furono i loro fratelli maggiori. Non nego che l’avvio ad esempio dell’originale The Settlers sia stato abbastanza traumatico: dopo il canonico doppio click sull’.exe, quello che appare è una finestra che si mostra al centro dello schermo e una risoluzione grafica impossibile da gestire su un monitor moderno, con i pixel che diventano enormi se si espande lo spazio di gioco. Già a partire da The Settlers II la situazione migliora nettamente, fino alla contemporaneità degli ultimi episodi. Personalmente non amo le rivisitazioni in HD dei nomi illustri del passato, perché l’alta definizione viene spesso accompagnata da piccoli ritocchi al gameplay che snaturano l’essenza originale dell’opera, ma non si può negare che The Settlers History Collection sia un compito svolto con pigrizia, senza alcuna intenzione di rendere più appetibili ad un pubblico moderno quelli che sono davvero degli step fondamentali nel percorso di crescita della strategia in tempo reale.

Passo dopo passo

Vale quindi la pena recuperare questa collezione? Assolutamente sì. Come detto in apertura, avere comodamente a portata di mano tutti i sette capitoli di The Settlers non è affatto semplice, espansioni comprese, contenuti invece già presenti nella raccolta proposta ora da Ubisoft. Mancano purtroppo chicche che avrebbero potuto rendere la History Collection ancora più appetibile, come ad esempio The Settlers: Rise of Culture, arrivato solo in Germania e in Russia e mai tradotto in inglese. La raccolta è evidentemente pensata per chi è cresciuto durante la golden era degli strategici, quegli anni ‘90 che hanno visto sorgere vere e proprie epopee, da Dune II a Warcraft, da Battle Isle ad Age of Empires, ed è proprio nel confronto storico con questi nomi che The Settlers History Collection assume la sua reale portata.

Osservare i cambiamenti intercorsi in oltre quindici anni è come sfogliare un’enciclopedia di game design, dare uno sguardo alle “mode” del momento e scovare delle chiavi di lettura legate anche ai limiti tecnologici e alle evoluzioni del medium. Ci sono un’infinità di scuse per ritornare in quegli insediamenti in bassa definizione, come la colonna sonora del primo The Settlers composta da Haiko Ruttmann o le risate di gusto mentre si ripensa a Sysiphus, il sistema di protezione anti-pirateria inserito nel terzo capitolo e che rendeva praticamente ingiocabili le versioni illegali, maiali inclusi.

Ci sono tutti gli alti e i bassi della serie, dalla gloria dei primi capitoli agli anni bui successivi al passaggio di Blue Byte sotto l’ala protettrice di Ubisoft, fino alla ripresa con The Settlers 7. È quasi commovente mettere le mani su The Settlers: Heritage of Kings, la pecora nera della famiglia, un titolo già azzoppato dall’improbabile nome del protagonista, Dario, e vittima dell’onda lunga del fantasy, un triste tentativo di cavalcare i successi di Warcraft III o del Signore Degli Anelli, tanto che in un’intervista rilasciata sulla tedesca PCGames qualche anno fa, gli sviluppatori dichiararono anche che per un certo periodo si pensò di inserire nel titolo orchi ed elfi.

Ci sono le indimenticabili campagne di Octavius, attore principale di The Settlers II, fra portali spaziali, romani, giapponesi, nubiani e vichinghi, regni frammentati da ricomporre pezzo dopo pezzo. Le differenze che intercorrono in tutti i sette capitoli possono essere lette come delle macrotendenze nel mondo della strategia e, più in generale, dei videogiochi, con una microgestione che viene mano a mano assottigliati in favore di UI più moderne e leggibili. Questa History Edition è allo stesso tempo uno sguardo al passato e un punto di riferimento per il futuro e per il naturale sviluppo del genere, con nomi quali Northgard e Valhalla Hills a raccogliere l’eredità delle idee di Blue Byte.

Sì e no

Mentre mi accingo a tirare le conclusioni della recensione, mi accorgo però di due elementi mancanti. Il primo è che finora non ho speso ancora una parola per descrivere il gameplay di The Settlers, ma è non è questo il luogo adatto per riassumere le meccaniche di gioco di un’intera serie, anche perché sarebbe come perder tempo a spiegare cosa sia Pac Man o Tetris, data l’importanza storica del brand. Il secondo punto è più legato alla forma di questa Collezione Storica: tutte le qualità qua sopra elencate sono ascrivibili a questa raccolta o sono piuttosto intrinseche a ciò che furono ai tempi i titoli originali? È facile intuire come la risposta penda verso il secondo estremo, gli sforzi posti sui singoli giochi rasentano lo zero assoluto, non ci sono materiali inediti e anche la gestione del pacchetto lascia assai perplessi. In conclusione The Settlers History Collection è un antipasto in attesa del rilancio della serie, una mossa conservatrice indispensabile per rimettere sotto i riflettori una serie caduta nel dimenticatoio dopo praticamente otto anni di silenzio totale.

+ Enorme valore filologico

+ Un corso storico di game design

+ Tutti e sette i capitoli, espansioni comprese

- Ogni gioco è separato dagli altri

- Nessun reale ammodernamento

- Nessun contenuto extra

6.0

Anche se i suoi giorni gloriosi sono oramai uno sbiadito ricordo, la serie di The Settlers ha scandito momenti importanti della storia del PC gaming e questa corposa raccolta ne è la più vivida testimonianza, una traccia indelebile che non si vergogna anche dei suoi passaggi a vuoto e che ripropone i sette capitoli principali tutti in un unico pacchetto. Più o meno, perché il lavoro effettuato da Blue Byte e Ubisoft è appena sufficiente e rispetto alle versioni originali queste nuove edizioni presentano ben poche differenze e il valore enciclopedico non è stato in alcun modo arricchito con contenuti extra. Se in questi 25 anni avete smarrito le vostre preziose copie dei vari The Settlers, questa è una buona occasione per colmare la lacuna, ma se già possedete tutte le prime incarnazioni potete tranquillamente mettere al sicuro i vostri risparmi in attesa del reboot della saga.

Voto Recensione di The Settlers History Collection Recensione | A spasso nella storia - Recensione


6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Enorme valore filologico

  • Un corso storico di game design

  • Tutti e sette i capitoli, espansioni comprese

Contro

  • Ogni gioco è separato dagli altri

  • Nessun reale ammodernamento

  • Nessun contenuto extra

Commento

Anche se i suoi giorni gloriosi sono oramai uno sbiadito ricordo, la serie di The Settlers ha scandito momenti importanti della storia del PC gaming e questa corposa raccolta ne è la più vivida testimonianza, una traccia indelebile che non si vergogna anche dei suoi passaggi a vuoto e che ripropone i sette capitoli principali tutti in un unico pacchetto. Più o meno, perché il lavoro effettuato da Blue Byte e Ubisoft è appena sufficiente e rispetto alle versioni originali queste nuove edizioni presentano ben poche differenze e il valore enciclopedico non è stato in alcun modo arricchito con contenuti extra. Se in questi 25 anni avete smarrito le vostre preziose copie dei vari The Settlers, questa è una buona occasione per colmare la lacuna, ma se già possedete tutte le prime incarnazioni potete tranquillamente mettere al sicuro i vostri risparmi in attesa del reboot della saga.