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Immagine di Mario vs. Donkey Kong | Recensione – DK passione collezionismo
Recensione

Mario vs. Donkey Kong | Recensione – DK passione collezionismo

Mario e Donkey Kong tornano a sfidarsi su Nintendo Switch con un puzzle platformer molto buono che arriva però fuori tempo massimo.

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Avatar di Valentino Cinefra

a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Pubblicato il 14/02/2024 alle 14:00
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In sintesi

  • Una struttura di gioco ideale per Nintendo Switch.
  • Il multiplayer ha molto senso.
  • Non il puzzle platformer più interessante che offre la console ibrida.
  • Pro
    • Il multiplayer è coeso e ben realizzato
    • Adatto a tutti i tipi di giocatori e a tutti i modi di utilizzare Switch
    • La musica swing. Perché non c’è negli altri giochi di Mario?
  • Contro
    • Meccaniche di gioco non sempre stimolanti
    • Enigmi che diventano difficili troppo in fretta
    • I nuovi livelli sono una gradita ma non incisiva aggiunta

Il Verdetto di SpazioGames

7
Mario vs. Donkey Kong è un buon videogioco che arriva semplicemente troppo tardi nel ciclo vitale di Nintendo Switch per riuscire a lasciare il segno. La console ibrida ha una pletora sconfinata di puzzle platformer di vario tipo, first o third party, che fanno sembrare Mario vs. Donkey Kong molto più anziano di quanto non sia. Una sensazione che già di suo si affaccia spesso perché, nonostante i nuovi livelli e l’aspetto grafico rinnovato, la struttura ludica tradisce saltuariamente la sua vecchiaia. Tuttavia il multiplayer è un’aggiunta inaspettatamente ben realizzata e, se non avete mai provato titoli del genere su Nintendo Switch, Mario vs. Donkey Kong è il classico videogioco da tenere installato per una partitella ogni tanto.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Mario vs Donkey Kong
Mario vs Donkey Kong
  • Sviluppatore: Nintendo
  • Produttore: Nintendo
  • Distributore: Nintendo
  • Testato su: SWITCH
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Platform
  • Data di uscita: 16 febbraio 2024

Switch su amazon

€39 €39.99

Mario vs. Donkey Kong non è un videogioco che si potrebbe consigliare facilmente. Intendiamoci, non è affatto un brutto gioco e il voto che troverete alla fine della recensione, o che avete già visto con uno scroll selvaggio verso il basso mentre state leggendo ora questa frase, non è del tutto esplicativo rispetto alla qualità intrinseca del titolo in arrivo il 16 febbraio prossimo su Nintendo Switch.

Perché di videogiochi brutti, scadenti, o poco meritevoli tra quelli prodotti direttamente da Nintendo sulla console ibrida non ce ne sono realmente stati da quando è stata lanciata dal 2017, ad oggi.

Magari sono usciti videogiochi migliori e peggiori, più o meno a fuoco, ma la Grande N non si è neanche azzardata a far uscire videogiochi sbagliati (Pokémon esclusi, per cui c’è di mezzo Game Freak) e, paradossalmente, Mario vs. Donkey Kong non sbaglia niente di per sé.

Il suo vero problema è quello di essere arrivato sulla console ibrida fuori tempo massimo.

Immagine id 9808
Un battibecco trentennale.

Questo perché già di suo Mario vs. Donkey Kong è in larghissima parte una riproposizione, come vi abbiamo spiegato nel nostro primo resoconto dal provato, di un videogioco uscito in epoca Game Boy Advance. Un periodo in cui Nintendo sperimentava tantissimi e mostrava di tanto in tanto delle idee davvero fuori dagli schemi… che è esattamente ciò che è stato fatto dal 2017 ad oggi su Nintendo Switch.

Di puzzle platformer ne sono usciti molti sulla console ibrida e, sebbene abbia delle evidenti qualità, Mario vs. Donkey Kong rischia di essere un qualcosa di già visto per chi ha un po’ di esperienza col genere.

Per chi non ne sa nulla, invece, il discorso è molto diverso.

Mario vs. Donkey Kong vs. Mini-Mario vs. Toad vs. Altre Cose

In Mario vs. Donkey Kong l’importante non è saper saltare bene o prodigarsi in acrobazie incredibili ma, banalmente, essere reattivi e sagaci.

Lo stile e il ritmo di gioco mette Mario di fronte a dei livelli che sono, di fatto, dei grandi indovinelli. Per ottenere la chiave necessaria ad aprire la porta della prima metà di ogni livello, che porterà poi alla seconda parte in cui salvare il Mini-Mario giocattoloso, bisognerà fare una serie di azioni nel giusto ordine, con il giusto tempismo e, spesso ma non sempre, inserendoci in mezzo qualche semplice acrobazia.

Lo stile e il ritmo di gioco mettono Mario di fronte a dei livelli che sono, di fatto, dei grandi indovinelli.

Di fronte a questo semplice obiettivo si porranno davanti a voi pulsanti che aprono percorsi alternativi, leve, colonne di vento, nemici da usare come scalette o trampolini, corde su cui arrampicarsi schivando oggetti minacciosi, sezioni in cui camminare sulle mani e saltare con precisione – e tanto altro.

Chi ha giocato l’originale Mario vs. Donkey Kong si ritroverà con un grande senso di familiarità perché, tranne qualche piccola modifica, i livelli del gioco sono sostanzialmente immutati. Tuttavia in questa versione sono stati aggiunti due livelli aggiuntivi: l’Incantevole Minilandia e il Monte Scivoloso, che presentano delle dinamiche inedite per la risoluzione dei livelli.

Il primo e coloratissimo mondo dei due ricorda molto gli scenari di Super Mario Bros. Wonder (lo splendido ritorno in 2D di Mario che trovate su Amazon), ed ha come particolarità quella di poter sfruttare dei particolari fiori che proiettano getti d’aria che si possono cavalcare.

Il secondo mondo è invece legato ad una montagna innevata e, come il nome lascia intuire, la peculiarità di questi stage è il poter sfruttare delle zone scivolose legate al ghiaccio per spostare oggetti, muovere ostacoli e/o sé stessi, e tanto altro.

Immagine id 9803
I mondi plus vi faranno sudare fin da subito.

Successivamente, alla fine di ogni mondo troverete due stage speciali, sempre a tema con il mondo stesso.

Nel primo bisognerà guidare un gruppo di Mini-Mario verso lo scatolone finale in cui metterli al sicuro dalle manone di Donkey Kong. In questo caso i Mini-Mario possono seguire dei percorsi molto lineari, saltare solamente delle piccole distanze e sono in balia di ogni pericolo. Un enigma del tutto diverso, quindi, che spezza il ritmo prima del secondo livello speciale, ovvero lo scontro con Donkey Kong.

Anche in questo caso ci ritroviamo di fronte ad una boss fight che è più un indovinello che una dimostrazione di abilità pura nel platforming, perché Mario dovrà ingegnarsi per capire come evitare le trappole di DK per tirargli addosso una serie di oggetti con cui metterlo KO.

A questa offerta composta da 8 mondi si aggiungono anche i mondi plus, in cui gli stage sono completamente remixati in quanto a struttura ed enigmi, perché in ognuno di essi c’è un Mini-Mario che ha la chiave necessarie per proseguire che va tratto in salvo, ovviamente.

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Alcune situazioni saranno complicate ad una prima occhiata.

In più, come aggiunta inedita, Mario vs. Donkey Kong offre anche dei mondi per esperti che possono essere sbloccati solamente con una certa percentuale di completismo totale. Questi livelli sono incredibilmente difficili e rappresentano una sfida ben diversa dalla graduale curva di apprendimento che si affronta nei primi 8 mondi. Talvolta rompendo anche il design e il pensiero laterale visto finora, si tratta di stage da affrontare solo con una certa dose di pazienza.

L’offerta di Mario vs. Donkey Kong con i suoi oltre 130 livelli è generalmente buona perché, soprattutto giocando saltuariamente, vi porterà via molto tempo soprattutto se volete raccogliere tutti gli oggetti e ottenere il massimo dei collezionabili. Non tutto funziona troppo bene, però.

Si ha la sensazione che Mario vs. Donkey Kong voglia allungare il brodo in alcune occasioni.

L’esperienza di gioco è inevitabilmente ripetitiva in alcuni frangenti, perché i mondi propongono soluzioni di gioco che fanno sembrare i livelli una sorta di amalgama complessiva, senza una grande identità per ognuno di essi.

È piacevole giocare a Mario vs. Donkey Kong, intendiamoci. Esteticamente il titolo è ben curato e l’aggiunta di una colonna sonora con tracce swing accompagna perfettamente il processo mentale di apprendimento, realizzazione ed esecuzione di ogni enigma. Ed è divertente in ogni caso, nonostante la ripetitività che può cogliervi, perché il design dei livelli è per la maggior parte dei casi curatissimo e intrigante.

Tuttavia non sempre le idee proposte sorprendono e, ripensando a tutte i videogiochi proposti dall’immensa softeca di Switch, si ha la sensazione che Mario vs. Donkey Kong voglia allungare il brodo in alcune occasioni per arrivare al classico conteggio di livelli 6+2 per ogni mondo.

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Per il multiplayer è stato fatto un gran lavoro di riadattamento.

I due nuovi mondi non sono per altro particolarmente incisivi e, una volta completata la prima tornata di otto, la difficoltà si impenna fin troppo rapidamente per quella che dovrebbe essere una classica sfida stimolante. Il continuo ricorso al trial and error, fisiologico e difficilmente evitabile, porta in alcune occasioni ad un senso di frustrazione soprattutto nella seconda metà del gioco per via del tempo limite e del singolo colpo che serve a Mario per andare fuori gioco e ricominciare da capo.

Ed è un peccato perché c’è anche una modalità multiplayer che, una volta tanto, non sembra essere buttata lì solo tanto per spuntare la lista delle cose da aggiungere. Ogni singolo stage di Mario vs. Donkey Kong è giocabile anche in due, con a fianco un Toad che si muove esattamente come Mario.

Inoltre, i due possono collaborare fisicamente, spingendosi e facendosi da trampolino l’un l’altro, saltandosi sopra e/o pianificando i salti per poter arrivare alla fine dei livelli. I quali sono completamente rivisti in termini di design perché, giocando in due, c’è una seconda chiave da raccogliere e la costruzione degli scenari è pensata per accogliere questa seconda sfida in maniera ottimale.

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