Immagine di Danganronpa Decadence | Recensione - Se tre è meglio di uno, figurarsi quattro...o no?
Recensione

Danganronpa Decadence | Recensione - Se tre è meglio di uno, figurarsi quattro...o no?

La trilogia di Danganronpa sbarca finalmente su Nintendo Switch

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Danganronpa Decadence
Danganronpa Decadence
  • Sviluppatore: Spike Chunsoft
  • Produttore: Spike Chunsoft
  • Distributore: Numskull Games
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 3 dicembre 2021

Tra le serie di maggior successo nell'ultimo decennio tra gli amanti delle visual novel, Danganronpa era una delle poche proprietà intellettuali di questa tipologia a non essere ancora sbarcata su Nintendo Switch, che ha raccolto l'eredità di PlayStation Vita come macchina perfetta per godere di queste avventure perlopiù testuali.

Detto, fatto: a distanza di dieci anni esatti dalla pubblicazione giapponese, che avvenne in esclusiva su PSP nel novembre del 2010, tutti e tre i titoli canonici della serie arrivano in un unico pacchetto su Switch con Danganronpa Decadence, in uscita il prossimo 3 dicembre.

Da parte nostra, non cercavamo che una scusa per tornare alla Hope's Peak Academy, e siamo felici di riferirvi della nostra esperienza sulla console ibrida Nintendo.

Dove tutto ebbe inizio

Considerando che potete leggere approfondite recensioni di tutti e tre i capitoli della saga semplicemente ricercandole all'interno del nostro database, e che, in assenza di contenuti inediti per questa versione Switch, esse rimangono ancora attuali in aspetti come trama, controlli e giocabilità, ci soffermeremo solo brevemente su ogni singolo gioco, considerando che ognuno di essi può essere acquistato separatamente sullo store digitale della macchina Nintendo ad un prezzo variabile tra i quindici ed i trenta euro. E come non partire, non solo per motivi cronologici, da Danganronpa Trigger Happy Havoc (qui la review originale)?

Pubblicato in Europa inizialmente in esclusiva per la sfortunata (ma brillante) Vita nell'inverno del 2014, arrivò come un fulmine a ciel sereno a sparigliare le carte nel genere delle visual novel, aggiungendo fasi giocate non esenti da difetti ma comunque preziose per spezzare la monotonia della tonnellata di dialoghi da leggere.

Forte di un character design sopra le righe, di uno script assolutamente brillante e di personaggi incredibilmente interessanti, a metà tra le macchiette tipicamente nipponiche e il vicino di casa, il titolo Spike Chunsoft seppe guadagnarsi voti altissimi non solo sulle nostre pagine (non esitammo a definirla come una delle migliori esclusive per la portatile Sony), ma un po' su tutta la stampa specializzata internazionale.

I dati di vendita, in assoluto penalizzati dal genere di appartenenza decisamente di nicchia e dalla scarsa diffusione della sottovalutata console ospite, rimasero comunque relativamente soddisfacenti, tanto da convincere il publisher a portare in Europa, fortunatamente per noi, anche i capitoli successivi.

Questa Anniversary Edition, come anche le altre due comprese nel pacchetto, non tocca nulla, come anticipato, del gioco originale, ma aggiunge una gradita sezione in cui è possibile rivedere tutti i filmati di gioco, ascoltare i dialoghi doppiati e apprezzare disegni preliminari e bozzetti preparatori dei cast di personaggi, a partire dal disturbante orsetto Monokuma, divenuto poi icona della serie col passare degli anni.

A nostro parere, questo episodio rimane, complice il fattore sorpresa che si è andato perdendo con i due episodi successivi, il migliore della serie, e portarselo a casa a meno di quindici euro è un'occasione ghiotta che non dovreste lasciarvi scappare.

Gita tropicale

Il secondo episodio, giunto in Europa solo pochi mesi dopo il primo, nel tentativo di battere il ferro ancora caldo, è probabilmente il più debole della trilogia, che, si badi bene, non vuol dire che non sia una visual novel di ottima fattura, ma che, schiacciato dal fattore sorpresa del capostipite e dall'eccellente conclusione della trilogia offerta da Killing Harmony (qui la recensione completa), risulta forse il meno convincente.

Questo non gli impedì non solo di guadagnarsi un otto pieno qui sulle nostre pagine, ma anche di raccogliere consensi da parte del resto della medesima stampa specializzata che aveva celebrato Trigger Happy Havoc solo qualche mese prima.

Il setting tropicale offre un segnale di discontinuità rispetto alla prima avventura, sebbene anche qui, di fatto, i protagonisti siano poco più che cavie da laboratorio intrappolate in una scatola chiusa.

I punti di forza della serie rimangono sempre gli stessi: un character design assolutamente sopra le righe (sebbene non scevro dall'eccessivo macchiettismo di cui i giapponesi peccano di quando in quando), dialoghi mai banali e personaggi scritti divinamente, capaci di rendere le vicende sempre appassionanti e tenere il giocatore con il fiato sospeso fino all'ultimo Class Trial.

La sensazione di già visto, d'altro canto, è qui amplificata dalla colonna sonora, che ricicla parecchi brani del capostipite offrendo ri-arrangiamenti spesso minimi, e da qualche asset preso di peso dal titolo precedente.

Se dovessimo stilare una ideale classifica di priorità, dei tre titoli originali questo risulterebbe il meno urgente da scaricare, sebbene rimanga fondamentale nell'ottica della comprensione della macro-vicenda che lega tutti e tre i giochi contenuti in questa raccolta.

Nondimeno, un altro centro per Spike Chunsoft, che dimostrò che il primo, eccellente capitolo non era stato un fuoco di paglia e che il franchise Danganronpa era arrivato in Europa per restarci.

Three times the charm

Giunto da noi sul finire dell'estate del 2017, e puntualmente recensito come tutti gli altri episodi del franchise, Dangandonpa V3 Killing Harmony (qui la sua recensione) fu il primo episodio pensato anche per console casalinga (all'epoca, ovviamente, PS4) e non primariamente con PS Vita in mente.

Sebbene tecnicamente il gioco risultasse piuttosto scarno, come d'altronde ogni esponente della serie, rispetto alla stessa collection dei primi due capitoli edita sull'allora ammiraglia Sony furono fatti passi avanti in termini di risoluzione e frame rate, con una maggiore stabilità complessiva e colori più vibranti.

Ma ciò che più interessa i nostri lettori, e gli amanti della serie in generale, è che la narrativa rispettò gli altissimi standard settati fin lì dalla saga, chiudendo il cerchio in maniera ammirevole, sebbene con un finale scioccante ed inatteso che non tutti i fan apprezzarono.

Nonostante si ravvisassero inevitabili segni di stanchezza, dopo tre episodi concettualmente molto simili tra loro, Danganronpa V3 seppe proporre nuovamente un cast di personaggi molto ben caratterizzato, una sceneggiatura che non esitammo a definire "diabolica" in sede di recensione e, soprattutto, una storia a due facce, che poteva essere apprezzata anche dai neofiti ma che, ovviamente, sapeva offrire qualcosa in più agli appassionati della prima ora.

Il ritorno di un setting maggiormente claustrofobico come nel capostipite, un'accresciuta varietà di mini-giochi e una colonna sonora che seppe toccare nuovi tasti e nuove vette assicurarono al terzo capitolo il secondo gradino su un ideale podio della serie, appena sotto all'inarrivabile esordio.

L'unica controindicazione, non da poco in un Paese come il nostro in cui l'inglese è ancora largamente sconosciuto, è rappresentata, anche in questo caso, dalla mancanza dell'adattamento italiano, che, alla luce della mole di testo da leggere, potrebbe finire con il tener lontane le masse da questi prodotti, che andrebbero invece definitivamente sdoganati, visti i loro innumerevoli meriti.

Un board game?!?

A corredo del trittico di visual novel di qualità fin qui descritto c'è un curioso esperimento, che risulta più come un'appendice per donare alla raccolta qualche contenuto davvero inedito che come un vero e proprio gioco, nonostante sia venduto al medesimo costo degli altri contenuti nel pacchetto.

Stiamo ovviamente parlando di Danganronpa S Ultimate Summer Camp, una sorta di bizzarro board game ibridato con elementi provenienti da generi quali le avventure testuali ed i giochi di ruolo giapponesi.

Lo scopo del gioco, apparentemente ambientato sulla Jabberwock Island che ha ospitato il secondo episodio, è collezionare dei frammenti di speranza, e l'unico modo per farlo è tirare dei dadi e percorrere le varie location dell'isola, opportunamente suddivise in caselle come un enorme tabellone del Monopoly.

Ci sono caselle in cui condurre battaglie del tutto automatizzate contro i robot che pattugliano l'isola (dietro ordine di Monokuma, ovviamente), altre che permettono di assistere ad una conversazione speciale con uno o più degli altri protagonisti, altre ancora che garantiscono punti esperienza extra e così via.

Se preso a piccole dosi, come un buffo divertissement tra una sessione ai tre titoli canonici contenuti nella raccolta e l'altra, Ultimate Summer Camp può risultare anche gradevole, grazie ad una direzione artistica chibi davvero adorabile e a tonnellate di fan service per i fan della trilogia.

Peccato che sul medio e lungo periodo la noia finisca con l'impadronirsi del giocatore, tra battaglie in cui si è semplicemente spettatori ed eventi tutti molto simili tra loro; nonostante sia apprezzabile l'intenzione di offrire qualcosa di nuovo anche a coloro che avessero già portato a termine i tre capitoli base, il costo del prodotto è troppo elevato se acquistato singolarmente e non vediamo alcun motivo per cui un appassionato debba spendere per esso (e non per Danganronpa, Danganronpa 2 o 3) i venti euro richiesti.

Alla fine delle fiera, quindi, potreste dedicare un paio di orette a Ultimate Summer Camp solo qualora optiate per la versione fisica del pacchetto, che lo comprende insieme agli altri tre prodotti, ma dubitiamo che schizzi in cima alle classifiche di vendita dello shop digitale Nintendo, ecco.

Potete trovare Danganronpa Decadence su Amazon al prezzo minimo garantito.

Voto Recensione di Danganronpa Decadence - Recensione


8.1

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Tre titoli di grandissimo valore...

  • Storie e personaggi malati

  • Livelli di scrittura altissimi

  • Prodotti capaci di portare una ventata di aria fresca nel genere di appartenenza

Contro

  • ...ed uno dimenticabile

Commento

Danganronpa Decadence è un acquisto obbligato per varie categorie di giocatori, alcune delle quali totalmente (e colpevolmente) ignare delle tante qualità dei prodotti Spike Chunsoft in esso inclusi. Gli amanti delle visual novel troveranno pane per i loro denti, tanto quanto i giocatori che amano i dialoghi ed i personaggi ben scritti, e ce n'è anche per gli amanti della lettura, perché, complice la modalità portatile di Switch, perdersi sotto le coperte nei meandri della Hope's Peak Academy rimane un'esperienza da provare. Ci sentiamo di escludere dalla lista di coloro che dovrebbero procedere all'avventura solamente due categorie di giocatori: gli amanti dell'azione forsennata a tutto spiano, che dovrebbero evitare come la peste non solo questo pacchetto ma tutte le visual novel in generale, e coloro i quali avessero già spolpato per bene la trilogia altrove, in quanto né le modifiche apportate ai titoli né il quarto gioco bonus incluso, Danganronpa S, valgono da soli il prezzo del biglietto della versione fisica. Se, infine, non doveste appartenere ad alcuna delle categorie succitate, il consiglio, a patto di cavarsela con l'inglese, è di provare comunque a cimentarvi con tre opere d'arte malate e visionarie, che hanno contribuito a ridare vigore ad un genere che per anni sembrava caduto nel dimenticatoio.
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