Dobbiamo riconoscere un merito ai ragazzi di Frontier. Perché, a partire da un gioco chiamato Thrillville e datato 2006, questi sviluppatori sono riusciti a portare su console un genere un tempo considerato esclusiva PC. Parliamo dei manageriali, giochi in cui l’intervento di mouse e tastiera è quasi imprescindibile, ma che il team di Cambridge è riuscito a trasformare in qualcosa di funzionante anche su di un gamepad.
Il fatto che Zoo Tycoon sia sviluppato da Frontier, dunque, ci dà quantomeno una certezza: pur trattandosi di un gestionale per console, l’adattamento è meno doloroso del previsto. Il problema è che, nonostante siano passati tanti anni e si siano rotti tanti tabù, la formula scelta dallo sviluppatore inglese è rimasta sostanzialmente uguale a se stessa.
Due punti di vista
Per chi non conoscesse le opere di Frontier, autori fra le altre cose dell’eccellente Rollercoaster Tycoon 3, l’idea di fondo è piuttosto semplice. Anziché adottare l’esclusiva vista dall’alto, tipica dei giochi construction manageriali, nei titoli di questa casa di sviluppo è possibile giocare anche in terza persona, nei panni di un manager a passeggio per il proprio luogo di lavoro. Nel caso di Zoo Tycoon, di conseguenza, il nostro ruolo è quello del guardiano dello zoo.
Spostandosi nell’ambiente è possibile vedere il proprio parco dallo stesso punto di vista dei visitatori, scoprendo da vicino se ci sono dei problemi e, ovviamente, incontrando a distanza molto ravvicinata i nostri amici animali. Quando si gioca in terza persona, infatti, è possibile avvicinarsi agli habitat e interagire con i veri protagonisti dello zoo, dando loro da mangiare, lavandoli o giocandoci assieme.
Poiché gli spostamenti a piedi richiedono tempo prezioso, è possibile chiamare un buggy per spostarsi con più rapidità. Al fine di evitare la trasformazione di Zoo Tycoon in Carmageddon, gli sviluppatori hanno saggiamente scelto di rendere impossibile l’investimento dei pedoni, anche se i visitatori scansano la macchina senza alcuna animazione, con un risultato che lascia un po’ a desiderare. Sono invece molto curate le animazioni degli animali, che si comportano in maniera abbastanza realistica e presentano alcuni movimenti che ci hanno fatto sorridere. Quando un elefantino si stiracchia mentre viene lavato da un getto d’acqua, è quasi naturale sorridere.
Quando si passa alla vista dall’alto, si ha ovviamente una visione di insieme del proprio giardino zoologico. Pertanto, da questa modalità è possibile creare nuovi habitat – i luoghi destinati agli animali – o creare nuove attrazioni, servizi, decorazioni o padiglioni dedicati allo staff. Inoltre, quasi tutti gli elementi presenti possono essere personalizzati e migliorati. Gli habitat, ad esempio, possono e devono essere dotati di accessori come mangiatoie, docce ed eventuali strumenti dedicati al divertimento e al relax dell’animale. Ogni accessorio è compatibile solo con una ristretta cerchia di animali, ed è pertanto obbligatorio scegliere con cura la tipologia di oggetto da inserire nei recinti.
Infine, il parco non può funzionare senza uno staff adeguato. Così, dopo aver creato le prime attrazioni, è pressoché obbligatorio dotarsi di un addetto alle pulizie, di un ricercatore, e di un responsabile dell’allevamento che permetta agli animali di generare dei cuccioli, i quali rappresentano una straordinaria attrattiva per i nuovi visitatori. La ricerca di nuovi materiali, nuovi animali e nuove attrazioni richiede del tempo e del denaro, ma è necessaria per progredire.
Papà, mi porti allo zoo?
Lo scopo del gioco risiede nel mantenimento del proprio parco, sia dal punto di vista dell’ecosistema che dal punto di vista economico. Di conseguenza, è necessario tenere sotto controllo vari elementi tra cui la pulizia, la felicità degli ospiti, la felicità degli animali e il bilancio. Tutti questi elementi sono accessibili da un menù rapido, che tuttavia richiede di passare dall’edificio di ingresso del proprio parco. L’operazione non è complicata, ma è certamente più macchinosa rispetto ai tasti rapidi di un qualunque gioco gestionale per PC: in casi come questo si notano le lacune dovute alla difficoltà di convertire un genere come quello gestionale in un titolo per console, ed è un vero peccato che Frontier si porti dietro questi problemi da quasi 8 anni.
Evidentemente, per controbilanciare queste problematiche, gli sviluppatori hanno dovuto abbassare in maniera drastica la difficoltà di gioco, rendendo il titolo molto più accessibile rispetto ai normali titoli di questo tipo. Il risultato è un po’ deludente: la difficoltà abbassata, infatti, ha appiattito la profondità del gioco, che molto spesso risulta fin troppo ordinato e per nulla caotico. Ogni partita è accompagnata da sfide, spesso molto semplici, che consentono di far crescere in fretta il proprio conto in banca e di aumentare la reputazione dello zoo, la quale sblocca nuovi elementi da costruire. Così, senza troppa fatica, è possibile passare da un piccolo parco di quartiere a un grosso zoo di fama interazionale nel giro di una manciata di ore di gioco. Gli scenari della campagna talvolta si possono risolvere in pochi minuti, e gli scenari sfida – un po’ più impegnativi – sono comunque molto accessibili.
Il fatto che il gioco abbia preso una svolta casual si nota anche nella profonda interazione con Kinect, che consente sia di interagire con gli animali – in una maniera molto simile al gioco Kinectimals – che di fare uso dei comandi vocali per richiamare i menù. È un vero peccato che l’integrazione con i comandi vocali sia limitata a poche scelte: se il gioco fosse stato interamente comandabile con la voce, molte macchinosità dovute al pad si sarebbero risolte senza troppi problemi.
Vecchia generazione
Anche se il gioco è un titolo di lancio Xbox One, si nota che il titolo è stato realizzato su Xbox 360 e poi portato sulla nuova console. Dunque, non possiamo certo attenderci una grafica di nuova generazione, sebbene tutto sia molto colorato e – in definitiva – piacevole alla vista. Ancora una volta, come sta avvenendo con quasi tutti i titoli di lancio di Xbox One, dobbiamo segnalare qualche sporadico calo di frame, che tuttavia non compromette il risultato finale.
Le musiche accompagnano l’atmosfera di per sé rilassata del gioco, mentre si fa sentire la totale assenza del doppiaggio, che in alcuni momenti avrebbe aiutato ad allontanare un po’ di monotonia.
– Semplice da controllare
– Tanti animali
– Sistema di collectibles ricco
– Sistema gestionale poco profondo
– Troppo facile per un adulto, troppo difficile per un bambino
– Kinect non sfruttato a fondo
Zoo Tycoon è un gioco riuscito a metà, come quasi tutti i prodotti di questo tipo. Frontier aveva per le mani uno strumento potente – il nuovo Kinect – che avrebbe potuto sfruttare in maniera più intelligente per rendere l’esperienza gestionale su console molto meno dolorosa del solito. Purtroppo, gli sviluppatori si sono concentrati sull’implementazione più giocosa del dispositivo, creando uno strano ibrido tra un gioco manageriale e un titolo per bambini. La cosa è quantomeno interessante, e siamo certi che qualche padre si divertirà a condividere l’esperienza con i propri bambini. Ma, al contempo, tutto è troppo poco profondo per interessare davvero gli appassionati di questo genere.