Recensione

XCOM: Enemy Within

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a cura di Pregianza

Proiettili di qua, esplosioni di la. Sparatutto ovunque, e giochi che devono puntare tutto sull’azione, su scene che potrebbero benissimo esser state congegnate da Michael Bay, e sull’accessibilità. Queste sono le uniche immagini che paiono ormai da tempo frullare in testa alla gente che nel mondo dei videogiochi smuove i soldi. Qualche eccezione c’è, certo, ma la maggior parte del dinero viene lanciata senza troppi ripensamenti addosso agli sviluppatori di fps, tps, e compagnia bella, con una moria preoccupante dei generi più complessi perché, stando ai mogul dell’economia, “non vendono abbastanza”. 
Ogni tanto, però, qualche mogul intelligente spunta dalla massa, e decide di rischiare dando il via a un progetto meno “esplosivo” e più ragionato. E’ stato il caso di XCOM: Enemy Unknown, poderoso successo di critica e capace di piazzare non poche copie recuperando l’indimenticata formula degli strategici isometrici a turni. Il successo è stato tale, pensate un po’, da portare i Firaxis a creare persino un’espansione. Non si tratta però di un comune add-on, bensì di una versione riveduta e corretta dell’ottimo titolo base, chiamata Enemy Within. Noi l’abbiamo provata, e ora vi racconteremo cosa ci aspetta in questa nuova invasione aliena.
Il nemico l’ho già visto da qualche parte
Enemy Within, come appena detto, non stravolge la campagna del titolo originale, né la continua, si limita ad allargarla sostanzialmente. Avrete sempre a che fare con una terribile invasione extraterrestre alla guida del potente gruppo XCOM, ma stavolta nel pacchetto saranno inserite tutte le missioni DLC uscite in passato, e una lunga serie di nuove sezioni. In particolare è da sottolineare l’arrivo di una nuova fazione avversaria, l’Exalt, un’organizzazione apparentemente composta da esaltati desiderosi di appropriarsi del potere sfruttando la tecnologia aliena. 
Le battaglie con gli Exalt sono una delle parti migliori dell’espansione, perché portano i nostri agenti a scontrarsi con squadre addestrate più intelligenti di quelle aliene, e capaci di utilizzare abilità molto simili a quelle dei soldati. Si tratta di fasi curiose, che aggiungono varietà alla campagna e costringono a spedire un agente in copertura per qualche giorno, in modo da trovare le celle terroristiche dell’organizzazione prima di un assalto. 
Chiaramente tale introduzione amplia e migliora sensibilmente il semplicistico comparto narrativo del titolo, e non manca di fungere anche da critica velata nei confronti di chi inizialmente voleva vedere la serie trasformata in un ammasso di shooter, visto che i membri del gruppo avversario assomigliano fin troppo agli agenti visti in The Bureau (con tanto di zainetto multifunzione).
Non finisce qui comunque. I Firaxis hanno infatti pensato bene di aggiungere pure un gran numero di missioni del consiglio, ben più elaborate dei normali rapimenti alieni o degli assalti agli ufo abbattuti, e in generale di aumentare la velocità con cui si arriva ad alcuni punti focali dell’avventura. Così facendo la campagna risulta molto più ricca di tensione, tirata e difficile da gestire, anche in difficoltà normal. Ora avrete molti più individui importanti da portare in salvo, vi ritroverete spesso a dover distruggere comunicatori alieni o a conquistare zone significative per il controllo della mappa, e troverete persino qualche new entry capace di sorprendervi nel mix. Se ad ogni modo la gestione si fa più complessa a causa delle novità, e di un aumento del livello di panico più frequente nelle varie regioni, non si può dire lo stesso delle sparatorie, nelle quali gli agenti XCOM avranno a  disposizione  un gran numero di fantastici regali in più.
Contro Robocop non c’è alieno che tenga
Partiamo da una delle aggiunte fondamentali al sistema, il Meld. Questo misterioso materiale alieno verrà raccolto quasi subito dai nostri agenti, e una volta ricercato darà modo di creare superumani potenziati. Le truppe fondamentalmente sono di due tipi: soldati cyborg e combattenti geneticamente modificati. I primi utilizzano delle suit robotiche che non possono andare in copertura, ma sono molto resistenti, devastanti, dotate di capacità di movimento migliorate, e di abilità meccaniche solidissime. I secondi sono invece versioni perfezionate degli agenti base, che mantengono le abilità della classe in aggiunta a utili potenziamenti passivi. 
Inutile dire che a questi soldati meccanizzati si aggiungono nuove armi e armature, nuovi poteri, e la possibilità di migliorare ulteriormente i combattenti con delle medaglie al valore che conferiscono bonus extra. Fantastico per chi lamentava la presenza di poche ricerche e truppe rispetto agli storici predecessori (ora gran parte delle scoperte ha un risvolto pratico), ma c’è un rovescio della medaglia… i Mec-Troopers sono infatti fin troppo forti, al punto da poter ripulire un campo di battaglia in pochi turni con le loro armi pesanti, la grande velocità di spostamento, e poteri ad area che distruggono le coperture. Gli sviluppatori dal canto loro hanno tentato di ribilanciare le cose inserendo un maggior numero di nemici in ogni mappa, ma, considerando che questi non sono randomizzati, appaiono sempre nelle stesse zone, e il loro unico vantaggio strategico iniziale consiste nel cambiare tragitto in base al posizionamento della nostra squadra, non è difficile muoversi con cautela e prevenire gli attacchi a sorpresa. In parole povere, se volete un po’ di sfida, la modalità Ironman con singolo salvataggio è ancora la vostra migliore amica.
Per quanto riguarda il comparto tecnico i passi avanti fatti non sono stratosferici. Quasi nulli, in verità. Il motore grafico ci è parso praticamente invariato, anche se le nuove armature hanno stile e certi elementi sembrano leggermente più rifiniti. Carina la chance di personalizzare le voci dei soldati in base alla nazionalità, e peculiare la scelta di donare un tono robotico alle truppe meccanizzate, anche se l’effetto alle volte può risultare involontariamente esilarante. 
Dal punto di vista dei bug invece, numerosissimi nel gioco originale, c’è stato un pregevole miglioramento, poiché ora non paiono presentarsi quasi più problemi legati al movimento in zone sopraelevate o strani blocchi delle abilità. Qualche bug però ancora c’è, e abbiamo visto nemici infilarsi magicamente in muri che dovevano fargli da copertura, soldati non segnalare come visibili nemici a loro fin troppo vicini per non esserlo, e qualche blocco nella fase tutorial, perché non avevamo seguito alla lettera le istruzioni. Nel complesso, il lavoro di pulizia è quindi solo passabile. 
Nulla da dire infine sulla longevità. Già ottima inizialmente, con le nuove missioni aumenta alla grande, offrendo molte ore di tattica spensierata in più. 

– Aumento sostanziale di ricerche e abilità, peraltro ribilanciate

– Nuovi nemici alieni e una nuova fazione avversaria, l’Exalt

– Il MELD permette di creare supersoldati

– Campagna nettamente più longeva e variegata

– Ancora parecchi bug, e spawn invariato dei nemici

– Non continua la campagna, si limita ad ampliare quella originale

– Le nuove truppe rendono gli scontri sensibilmente più facili

8.0

Enemy Within riesce nell’arduo compito di migliorare sensibilmente un titolo già notevole, ed è un acquisto che consigliamo senza alcun dubbio a chi non ha provato o ancora voluto provare Enemy Unknown. Se però avete già consumato dozzine di ore sul gioco base, tenete a mente che quest’espansione si limita ad ampliare la formula, e non la stravolge né avanza realmente, quindi il prezzo per l’upgrade potrebbe risultare fin troppo altino per molti di voi.

Voto Recensione di XCOM: Enemy Within - Recensione


8