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Recensione

Winning Eleven 9 Ubiquitous Evolution

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Avatar di Darkzibo

a cura di Darkzibo

Pubblicato il 22/09/2005 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.5

Una delle due serie calcistiche più importanti e che da anni dominano la scena mondiale giunge finalmente su PSP. Non è la prima volta su un portatile però, visto che il Game Boy Advance, ancora all’epoca di Winning Eleven 6 per Ps2, ospitò una versione mini del calcio di Konami. Certo quella conversione, per le limitate caratteristiche della console Nintendo, non fu memorabile per la tecnica, anche se divertente e completa di tutte le modalità presenti sulle console maggiori. Come si comporterà, invece, questo Winning Eleven 9 Ubiquitous Evolution per Psp ? Dopo numerosi rumors, ecco la verità.

Siamo in attesa di collegarci con lo stadioAccendendo la console la prima sensazione che si ha, già a partire dalle schermate dei titoli, è quella di trovarsi di fronte a una versione rimpicciolita di Winning Eleven 9 per Playstation 2: stesso stile di presentazione degli sponsor e medesimo filmato introduttivo in computer grafica, ovvero quello dove una partita di calcio professionistico viene equiparata a una partitella di calcio in strada, disputata tra ragazzi di diverse etnie. Dopo aver premuto il pulsante ‘start’ si accede al Main Menù vero e proprio. Qui iniziano, parzialmente, a trovare risposte le domande sorte sulle presunte modalità di gioco. Con grande tristezza e delusione possiamo affermare che non c’è la tanto ricercata Master League. Dimenticate pure i contratti milionari per ingaggiare i giocatori, gli scambi, il calciomercato e i potenziamenti dei parametri dei calciatori: tutto questo non esiste in Winning eleven 9: Ubiquitous Evolution. Non esistono nemmeno i tornei di Coppa: quindi niente Coppa Europea, Americana, Asiatica e via dicendo. Di buona norma, dopo le cattive notizie, è lecito analizzare cosa di buono sia presente nel titolo. Il Main menù si palesa con sei modalità: Match(un’ amichevole giocata oppure una mini sfida ai calci di rigore), League, Training, Edit, Option e Wirless. Come è ben chiaro le uniche opzioni che vi permetteranno di ‘giocare’ effettivamente a calcio sono le prime tre e l’ultima. Nella League è possibile affrontare uno dei sei campionati di massima divisione presenti nel gioco. Esiste un settimo campionato editabile, nel quale bisogna inserire le squadre che preferiamo (si potrebbe organizzare, per esempio, un campionato tra le squadre di club più forti d’Europa). Il training, a differenza di quanto visto nella versione ’completa’, è composto solamente dall’allenamento libero: selezionata una squadra, si può effettuare una partitella contro il portiere (o creare un’altra squadra composta da riserve per le partite cosddette ‘in famiglia’), oppure allenarsi sui corner, sui calci di punizione e sui rigori. Tutto qui. A risollevare le sorti dello scarno comparto modalità ci pensa, anche se solo marginalmente, l’edit, che permette di effettuare i cambi di squadra, le convocazioni della nazionale, modificare i giocatori esistenti (oppure crearli partendo da zero), cambiare i colori societari delle squadre senza licenza e i numeri di maglia.Nelle opzioni saranno individuabili, tra gli ideogrammi giapponesi, le icone che danno la possibilità di cambiare l’ordine dei comandi e il comparto sonoro. Si trova anche l’icona Playstation 2: ecco una risposta ai numerosi interrogativi posti su quella misteriosa presenza ‘pspiana’ apparsa nella versione casalinga di Winning Eleven 9. Connettendo il portatile Sony alla Ps2, tramite usb, si potranno ‘scaricare’, da questa, diversi dati (soprattutto relativi alle modifiche di squadra e all’estetica e ai parametri dei giocatori) e formazioni. Si tratta di un elemento abbastanza utile, perchè dà la possibilità di portare in giro la propria squadra (non quella della master, ben intesi) per allenarsi nell’attesa di sfidare amici reali. Non mancano i punti Wen e, di conseguenza, non è assente il WE shop, naturalmente molto ridotto: sono acquistabili cori, il sesto livello di difficoltà, le squadre legends, come il Brasile dei campioni e altri upgrade. Il wireless risulterà utile per sfidare uno o più amici: sarà anche possibile memorizzare i dati di sfida in modo da avere sempre sott’occhio quante partite si sono perse, pareggiate o vinte con un determinato amico. E’ pure presente un’icona che dovrebbe consentire il gioco online. Dico dovrebbe perché non ho potuto testarlo, data l’assenza di server ufficiali nel nostro paese.

In campoSe questo Winning Eleven 9 Ubiquitous Evolution pecca per la scarsità delle modalità di gioco, di sicuro non lo fà per il gameplay. Appena poggerete gli scarpini sul verde manto erboso, avrete la sensazione di giocare al Winning Eleven visto su Ps2. La giocabilità sarà infatti la medesima: sono presenti tutti i tipi di passaggi (effettuabili tramite la pressione del triangolo per quello filtrante e di X per quello semplice), i tocchi di fino come il pallonetto a scavalcare il portiere (premendo L con quadrato), la finta a tirare con quadrato e X o il pallonetto per spiazzare la difesa e smarcare un compagno (L con triangolo). Insomma tutto quello che avete visto su Ps2, in questo episodio tascabile sarà ben ripreso. Come in Winning Eleven 9, questa versione pocket ripropone lo scontro gladiatorio che avviene tra i giocatori, intensificando le differenze di abilità di ciascuno. Sarà un piacere comandare un Ronaldo o un Henry, vere gazzelle dell’area di rigore, quanto sarà difficoltoso muovere un Toni o un Vieri, più improntati sulla potenza fisica che sulla tecnica vera e propria.Il ritmo di gioco è molto più lento rispetto al vecchio Winning eleven 8 (uscito lo scorso anno); di buono c’è che, a differenza della versione di Winning Eleven 9 per Ps2, il gioco non sarà continuamente spezzato dagli interventi esageratamente frustranti dell’arbitro. Il tutto, in questa piccola versione, sembra essere stato ponderato e ragionato. A differenza di Pro Evolution Soccer 4 il possesso della palla sarà meno facilitato: se un passaggio a voi vicino sarà effettuato con troppa virulenza, il destinatario non riuscirà a controllarlo, allungandosi troppo la sfera e finendo per perderla. Stessa cosa per lo scatto: se vi affiderete a qualche giocatore che non sarà troppo abile nel percorre velocemente le lunghe distanze, esso sarà facilmente scartato dai difensori. La possibilità di calibrare la potenza del passaggio durante una punizione, è stata mantenuta. Le strategie e tutte le minuziose varianti di formazione, consentono al giocatore di sistemare la squadra sul campo come più gli aggrada, sistemando una squadra equilibrata nei vari settori oppure facendo sì che tutti i giocatori di un certo rilievo siano in campo da subito, cercando di sfruttare al meglio le loro caratteristiche oppure economizzarle con cambi tattici durante la partita.

In 22 a correre dietro a una pallaNulla da dire dal punto vista tecnico: ci troviamo di fronte a un gioiello. Come ha detto Seabass, il creatore della serie di Winning Eleven, “l’unica console portatile capace di ospitare una simulazione come WE, è proprio la Psp”. Gli stadi sono ben ricreati, con strutture imponenti e suggestivi (a differenza del pubblico, come al solito ‘spalmato’ sugli spalti, anche se, in una console portatile, è già più comprensibile). Ma la chicca sono i giocatori in campo: perfetti, sia per la fluidità dei movimenti, sia per la mera estetica dei volti. Ma andiamo con ordine. Le animazioni sono perfette, i giocatori si muovono con un buon realismo, così come effettuano i colpi di testa o i passaggi al volo. La postura, al momento dei tiri e dei passaggi, è ricercata e convincente. Passando dalla tecnica funzionale a quella più prettamente estetica (che è anche quella che balza prima all’occhio) degli 11 sul campo, non riusciremo a notare alcuna differenza con quella delle console maggiori (a parte l’assenza dell’arbitro). La maggior parte dei giocatori sarà facilmente riconoscibile, sia per lo stile di gioco, sia per la propria figura. Al momento del goal è consigliabile fare uno zoom sui volti dei giocatori per rendersi conto dell’accuratezza con cui i ragazzi di Konami hanno ricreato questa mini simulazione del gioco più bello del mondo: volti identici alla realtà, con textures ottimizzate e ben definite e volti che assumono espressioni differenti in base a quanto sta accadendo sul campo. Le maglie, che possono essere dentro o fuori i pantaloncini, sono ridisegnate alla perfezione con tanto di sponsor tecnico; tanti piccoli tocchi di classe, come il colore delle scarpe personalizzato oppure il colletto di lana e i guanti, impiegati per giocare con un clima rigido, sono ben presenti anche in questa conversione. Il motore grafico, riesce a muovere in maniera fluida tutta la massa di dati poligonali e 2d, se si escludono i rallentamenti, piuttosto ben evidenti, durante le fasi più concitate e affollate della partita (calci d’angolo ecc. ecc.)Il comparto sonoro, orfano della voce di Kabira, si attesta su discreti livelli per quanto riguarda le canzoni: alcune sono remixate dai vecchi episodi e altre sono tutte nuove. Certo, un aspetto del genere può passare in secondo piano in un gioco sportivo. Ciò che conta sono gli effetti: qui Winning Eleven 9 u.e. si dimostra competitivo con cori da stadio personalizzati e eccellentemente masterizzati sull’ Umd: il tutto consente di immergersi completamente nella partita.

Giocare fino alla fineNonostante manchino le modalità più interessanti, come la Master League e i tornei di Coppa, se siete appassionati di questo gioco, difficilmente riuscirete a lasciare questo titolo, capace di adattarsi in maniera egregia allo spirito delle console portatili: poterete affrontare una partita in autobus, su una panchina al parco oppure sfidare gli amici ovunque voi siate. E’ proprio questa la peculiarità di questo Winning Eleven 9 Ubiquitous Evolution, come già suggerisce il titolo: giocare dovunque voi siate. Il titolo vi terrà molto impegnati, e non potrete fare a meno di continuare a sfidare cpu (di difficoltà elevata anche ai livelli più bassi) e amici. Quindi non vorrei parlare di longevità per quanto riguarda le modalità, ma preferisco improntare l’analisi del tempo sull’effettiva possibilità di rigiocarci numerose volte. La modalità in muliplayer, probabilmente la più interessante, sfruttando il wireless, consente di sfidare gli amici sia in game sharing, sia sfruttando diverse copie dell’umd (in questo modo potrete memorizzare i risultati delle sfide). Pensate a cosa dirà la gente mentre, per strada, vi scambierete insulti e quant’altro per il goal mancato o per il fallo non visto !

– Giocabilità fenomenale

– Divertente come al solito

– Grafica curata e ben fatta

– Buon multiplayer

– In campo sembra uguale alla versione Ps2

– La Master League e le Coppe dove sono ?

– E’ tutto in giapponese

– La voce di Kabira è sparita

– Pubblico spalmato sugli spalti

– Qualche rallentamento

8.5

Nulla da dire: questo Winning Eleven Ubiquitous Evolution è senza dubbio uno dei migliori titoli che abbiano visto la luce su Psp. Di sicuro è il miglior titolo calcistico.

Per l’acquisto, vi consiglio di spezzare l’analisi in due tronconi: quello che riguarda le modalità presenti (davvero esigue) e quello che riguarda la rigiocabilità (se siete appassionati della serie non vi staccherete più dal portatile Sony). Il mio giudizio personale, resta entusiasta per una giocabilità invariata anche con 2 pulsanti in meno (ovviamente sostituiti con una doppia pressione dei dorsali presenti su Psp), e per uno spirito di gioco trascinante. Le squadre possono essere aggiornate trovando file sparsi un po’ da ogni parte online (in freeware). Per l’acquisto vi consiglio di attendere la versione europea, sicuramente in idioma comprensibile. Beh, ora scusatemi, devo uscire: a me Psp e Winning Eleven 9 Ubiquitous Evolution !

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